Marinella Salvi TRIESTE
Edizione del 30.07.2020 Pubblicato 29.7.2020, 23:58
«Le procedure informali di riammissione in Slovenia vengono applicate nei confronti dei migranti rintracciati a ridosso della linea confinaria italo-slovena anche qualora sia manifestata l’intenzione di richiedere protezione internazionale». Così Lamorgese in risposta a una interrogazione di Riccardo Magi, deputato di +Europa. E’ vero quindi che al confine con la Slovenia i migranti vengono respinti a priori, tutti, anche se avrebbero diritto a protezione internazionale.
Procedure informali, «semplificate»: nessun atto, nessuna traccia. Il ministero specifica che ci sarebbe un modulo che la polizia italiana consegna a quella slovena assieme ai migranti ma, ammesso che ciò avvenga, non è documentazione pubblica. Viene in mente la denuncia presentata dalla polizia slovena l’anno scorso contro la garante della privacy Mojca Prelesnik che, assieme ad Amnesty International, aveva chiesto di desecretare parte dei documenti riguardanti il trattamento dei migranti e dei richiedenti asilo.
«La sicurezza dell’area Schengen, del Paese e di tutta l’Unione europea, verrebbe compromessa rilevando più particolari di quanto fatto finora» aveva scritto la polizia slovena. I migranti? Non si sa chi né quanti: non sono niente, nemmeno numeri. Nessun diritto di asilo viene violato, prosegue Lamorgese nella sua risposta, perché questo è garantito «a prescindere dallo Stato individuato quale competente ad esaminare la domanda».
Nella realtà,*i diritti dei migranti vengono fatti rimbalzare da uno Stato all’altro, scaricati da uno all’altro e, così, negati. D’altra parte secondo Lamorgese «non può essere consentito allo straniero, pur bisognoso di protezione ed aiuto, di scegliere il Paese in cui essere eventualmente accolto».
L’Italia respinge in Slovenia, la Slovenia in Croazia, la Croazia in Serbia o in Bosnia-Erzegovina,*...
il manifesto
Anche l'Italia respinge migranti che attraversano il confine terrestre
Edizione del 30.07.2020 Pubblicato 29.7.2020, 23:58
«Le procedure informali di riammissione in Slovenia vengono applicate nei confronti dei migranti rintracciati a ridosso della linea confinaria italo-slovena anche qualora sia manifestata l’intenzione di richiedere protezione internazionale». Così Lamorgese in risposta a una interrogazione di Riccardo Magi, deputato di +Europa. E’ vero quindi che al confine con la Slovenia i migranti vengono respinti a priori, tutti, anche se avrebbero diritto a protezione internazionale.
Procedure informali, «semplificate»: nessun atto, nessuna traccia. Il ministero specifica che ci sarebbe un modulo che la polizia italiana consegna a quella slovena assieme ai migranti ma, ammesso che ciò avvenga, non è documentazione pubblica. Viene in mente la denuncia presentata dalla polizia slovena l’anno scorso contro la garante della privacy Mojca Prelesnik che, assieme ad Amnesty International, aveva chiesto di desecretare parte dei documenti riguardanti il trattamento dei migranti e dei richiedenti asilo.
«La sicurezza dell’area Schengen, del Paese e di tutta l’Unione europea, verrebbe compromessa rilevando più particolari di quanto fatto finora» aveva scritto la polizia slovena. I migranti? Non si sa chi né quanti: non sono niente, nemmeno numeri. Nessun diritto di asilo viene violato, prosegue Lamorgese nella sua risposta, perché questo è garantito «a prescindere dallo Stato individuato quale competente ad esaminare la domanda».
Nella realtà,*i diritti dei migranti vengono fatti rimbalzare da uno Stato all’altro, scaricati da uno all’altro e, così, negati. D’altra parte secondo Lamorgese «non può essere consentito allo straniero, pur bisognoso di protezione ed aiuto, di scegliere il Paese in cui essere eventualmente accolto».
L’Italia respinge in Slovenia, la Slovenia in Croazia, la Croazia in Serbia o in Bosnia-Erzegovina,*...
il manifesto
Anche l'Italia respinge migranti che attraversano il confine terrestre