2023: l'Europa cerca 600 miliardi......

@San Siro È un ragionamento semplicistico e sbagliato.
Innanzitutto la produzione software non è semplice offerta di servizi, ad oggi tutto funziona con software quindi anche l'industria non ne può fare a meno.
Tale industria richiede figure più specializzate che sono poi quelle che vengono richieste e non trovate oggi, non è che il lavoro sia sparito, si è spostato verso settori diversi persino all'interno delle stesse aziende.
Per finire c'è il concetto che ho espresso all'inizio... un'azienda già avviata (come Apple, Microsoft ecc...) cresce meno, crolla meno, discorso simile vale per gli stati, Usa ed Europa hanno meno margine di crescita perché sono già in alto, la gente vuole una vita più agiata, orari di lavoro normali, diritti ecc... Tutte cose positive che nei paesi in via di sviluppo devono ancora conquistare.
Tali paesi crescono perché sono molto in basso, il tasso di crescita è alto perché ovviamente tutte le produzioni a basso specializzazione si tendono a fare lì dove la forza lavoro costa meno.
Nessuno qui in Italia accetterebbe le condizioni di lavoro che ci sono la (giustamente aggiungo), ad oggi conviene formarsi e fare un lavoro migliore fin dall'inizio, pagato meglio, stabilissimo e che solo in pochi possono fare.
Tali lavori hanno un enorme mercato, nei paesi in via di sviluppo (quindi a bassa specializzazione) pochi riescono a farli bene, quindi non possono essere delocalizzati fin quando il paese in questione non si è sviluppato e a quel punto aprire una fabbrica lì o qui cambia poco.

E ovviamente se io lavoro qua non mi vado a tagliare i capelli a Nairobi, anche se qui mi costa di più.
 
Padre e figlio.

Padre operaio, figlio che studia informatica.

Il padre viene licenziato. Il figlio comincia a lavorare come informatico.

Giusto, no? L'industria è roba vecchia. Meglio specializzarsi nelle parte "alta", quella ideativa, della produzione.

Il padre "costava" 40.000 euro, il figlio "costa" ai suoi committenti 80.000.

Sembra che il sistema paese ci abbia guadagnato. Invece ci ha perso.

Perché il padre operaio era la parte terminale del sistema capitale fisico/capitale umano che produceva 300.000 euro all'anno.

Mentre il contributo alla produzione del figlio è e resta 80.000 euro.

Sono concetti semplici, elementari, ovvi.

Eppure la gente non ci arriva.

Licenziano 100 operai e comincia la stupida litania del reimpiego.

Uno va a fare il raider, l'altro viene impiegato in un canile, un terzo va dietro al banco di un McDonald's, e così via, di lavoretto in lavoretto.

Qual era la produttività di un pianista ai tempi di Chopin?

E qual è quella di un pianista di oggi?

È chiaro o bisogna fare un disegnino?
 
@San Siro è chiaro che sei partito per la tangente. Quel che scrivi non ha alcun senso logico e ho già scritto perché. Fuori di testa
 
@San Siro è chiaro che sei partito per la tangente. Quel che scrivi non ha alcun senso logico e ho già scritto perché. Fuori di testa
Abbiamo appreso che quando chiudi una fabbrica e reimpieghi gli operai licenziati in raider (gli ex pony express), cassieri di MacDonald's, personal trainer, addetti a call center, dog sitter, programmi di lavori socialmente utili, manovali in cooperative sociali, percettori di reddito di cittadinanza, hai incrementato il PIL.

Buono a sapersi.
 
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