È normale che in un Paese che, come l’Ucraina, affronta sacrifici collettivi enormi per resistere all’invasione russa, ci siano così
tanti e clamorosi casi di corruzione? Solo nell’ultima settimana è arrivata notizia dell’incriminazione di
Andrey Kobelev, ex direttore della compagnia energetica di Stato Naftogaz, sospettato di aver intascato 7 milioni di dollari, e di Vasily Lozinsky, vice ministro alle Infrastrutture, che si sarebbe appropriato di fondi pubblici. E prima ancora tutta una serie di politici e funzionari, a partire dell’ex governatore della Banca Centrale Kyrylo Shevcenko, scappato all’estero e ora impegnato a chiedere asilo politico all’Austria. D’accordo, l’emergenza è drammatica e può sollecitare le debolezze di chiunque. Ma stiamo parlando di personaggi importanti, decisivi per il sistema di governo del Paese.
Ucraina, le domande che non ci poniamo