MILANO - Rallenta la crescita cinese: nel secondo trimestre il Pil registra un aumento del 7,5% su base annua a causa della debole domanda estera che pesa sulla produzione e sugli investimenti. Nel primo trimestre la crescita del prodotto interno lordo era stata del 7,7%. Con il dato di oggi, l'economia dell'ex impero celeste ha registrato un rallentamento in nove degli ultimi dieci trimestri.
Tuttavia, il premier Li Keqiang ha più volte ribadito che Pechino non adotterà una politica monetaria rilassata; l'obiettivo della Cina è trasformarsi in un'economia trainata dai consumi interni, abbandonando gradualmente, quindi, il modello fino ad oggi seguito basato su export e investimenti. La crescita del 7,5% è in linea con le attese degli analisti, che prima della pubblicazione dei dati avevano tagliato le previsioni al 7-7,5%.
A sostenere che l'economia cinese sia destinata a rallentare, anche il ministro delle Finanze, Lou Jiwei, il quale venerdì durante una conferenza stampa ha però smentito i timori diffusisi nei giorni scorsi di un hard landing dell'economia del Dragone. Lou ha spiegato che il rallentamento della crescita è necessario alla ristrutturazione dell'economia, e ha ridimensionato le aspettative entro fine anno, prevedendo un aumento del 7%.
A giugno, inoltre, la produzione industriale è aumentata dell'8,9% su base annua contro il 9,2% di maggio. Il dato è inferiore alle attese degli analisti che stimavano una crescita della produzione industriale del 9,1
per cento. Riguardo alle vendite al dettaglio, il dato registra un aumento del 13,3% a giugno sempre su base annua (+12,9% a maggio) mentre gli investimenti in capitale fisso hanno registrato un incremento del 20,1 per cento nel primo semestre dell'anno.