ennio1963
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'A nuttata ancora ha da passa' e neanche "santo" Draghi fa miracoli
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venerdì 12/03/2021
COVID-19. LA TERZA ONDATA
“Situazione grave”. Trenta milioni di italiani da lunedì in zona rossa
ORDINANZE. OGGI I NUOVI COLORI
di Stefano Caselli e Paola Zanca
Lo schiaffo della terza ondata è partito. Come un anno fa, come a novembre, tutti gli indici del contagio sono in inequivocabile e rapida crescita. Oggi, come ogni venerdì, sarà ufficializzato il monitoraggio settimanale dell’Iss, ma molti presidenti di regione hanno già diffuso ieri i dati relativi al proprio territori. Oggi alle 9.30 il tavolo decisivo tra i ministri Speranza e Gelmini con i vertici delle Regioni: tutto lascia presagire che da lunedì 15 marzo gran parte d’Italia si colorerà di rosso. Alle 11.30 si terrà invece il Consiglio dei ministri per tradurre in un decreto legge le misure per Pasqua e per i weekend delle (poche) regioni rimaste gialle.
Pressoché scontato il passaggio in zona critica del Piemonte, dove l’Rt comunicato dal presidente Alberto Cirio è all’1,41, ben al di sopra della soglia “rosso automatico” dell’1,25, così come l’incidenza sulla popolazione, a quota 279 casi ogni 100 mila abitanti (quota limite 250/100 mila).
Discorso analogo per la Lombardia, che registra un Rt più basso (circa 1,3) ma un’incidenza maggiore (312/100 mila): “Lo dico chiaramente – ha annunciato ieri il presidente Fontana – stiamo soffrendo e c’è una tensione ospedaliera importante”.
Vede rosso anche l’Emilia-Romagna: “Coi dati che stanno emergendo – dichiara l’assessore alla Salute Donini – il cambio di colore sta nelle cose”. Rischia il doppio balzo da giallo a rosso senza passare per l’arancione anche il Lazio. Secondo l’Unità di crisi regionale, “i dati del contagio sono in aumento e raggiungono i livelli di due mesi fa, lo scenario previsto è in netto peggioramento”. In bilico anche il Veneto (“Siamo sul filo del rasoio tra arancione e rosso”, ammette il presidente Luca Zaia), Friuli-Venezia Giulia (Rt a 1,3), Toscana (1,22), Marche e Provincia autonoma di Trento. Puglia e Liguria, invece, potrebbero passare “solo” in arancione. A conti fatti – contando le regioni già in rosso dalla scorsa settimana – le uniche zone gialle da lunedì saranno Valle d’Aosta, Calabria e Sicilia; ancora bianca la Sardegna.
In attesa delle ordinanze del ministro della Salute che dovrebbero certificare i cambi di colore, ieri i ministri Gelmini, Speranza e Stefani, il commissario straordinario all’emergenza Covid Figliuolo e il capo della Protezione civile Curcio hanno illustrato alle regioni il piano vaccinale di massa del governo Draghi. Come già anticipato, si passa da un criterio per categorie a un criterio sostanzialmente anagrafico. Completata la prima fase di vaccinazione degli operatori sanitari, sociosanitari e degli ospiti delle Rsa, in via di attuazione la fase 2 degli ultraottantenni, del personale scolastico, delle carceri, dei luoghi di comunità e delle forze dell’ordine, è ora di pianificare la fase tre. I primi a ricevere le dosi (“categoria 1”) saranno i cittadini con “elevata fragilità e disabilità grave” suddivisi in 16 categorie di rischio; quindi le persone in età compresa tra i 70 e i 79 anni, quelle tra 60 e 69, i minori di 60 anni con comorbilità fuori dai casi contemplati nella “categoria 1”. Infine toccherà al resto della popolazione sotto i 60 anni.
Una discussione, quella sulle “categorie” da vaccinare, che ha raccolto la soddisfazione dei governatori che temono di avventurarsi sul terreno “scivolosissimo” delle appartenenze a non meglio identificati “servizi essenziali” (vedi alle pagine 4 e 5) che “rischiano di creare ferite e incomprensioni”. Altrettanto combattuta la proposta di vaccinare “sui luoghi di lavoro”, sponsorizzata in particolare dalla Lombardia. Per il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, andrebbe estesa anche alle pubbliche amministrazioni, altri presidenti temono la nascita di “canali vaccinali paralleli” difficilmente gestibili.
Il bollettino di ieri, intanto, conferma il trend in crescita: 25.673 nuovi contagi e 373 morti, tasso di positività al 6,9% (20% se calcolato sul totale dei casi testati e non dei tamponi effettuati). Aumentano ancora le degenze: +365 posti letto occupati nei reparti Covid ordinari (totale 23.247), + 32 terapia intensiva (2.859).
© 2021 Editoriale il Fatto S.p.A. C.F. e P.IVA 10460121006
Con Salvini la situazione è migliorata
si chiude molto di più e sono 53 giorni che non arrivavano i ristori nonostante CONTE abbia stanziato 32 miliardi il 20 gennaio 2021
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venerdì 12/03/2021
COVID-19. LA TERZA ONDATA
“Situazione grave”. Trenta milioni di italiani da lunedì in zona rossa
ORDINANZE. OGGI I NUOVI COLORI
di Stefano Caselli e Paola Zanca
Lo schiaffo della terza ondata è partito. Come un anno fa, come a novembre, tutti gli indici del contagio sono in inequivocabile e rapida crescita. Oggi, come ogni venerdì, sarà ufficializzato il monitoraggio settimanale dell’Iss, ma molti presidenti di regione hanno già diffuso ieri i dati relativi al proprio territori. Oggi alle 9.30 il tavolo decisivo tra i ministri Speranza e Gelmini con i vertici delle Regioni: tutto lascia presagire che da lunedì 15 marzo gran parte d’Italia si colorerà di rosso. Alle 11.30 si terrà invece il Consiglio dei ministri per tradurre in un decreto legge le misure per Pasqua e per i weekend delle (poche) regioni rimaste gialle.
Pressoché scontato il passaggio in zona critica del Piemonte, dove l’Rt comunicato dal presidente Alberto Cirio è all’1,41, ben al di sopra della soglia “rosso automatico” dell’1,25, così come l’incidenza sulla popolazione, a quota 279 casi ogni 100 mila abitanti (quota limite 250/100 mila).
Discorso analogo per la Lombardia, che registra un Rt più basso (circa 1,3) ma un’incidenza maggiore (312/100 mila): “Lo dico chiaramente – ha annunciato ieri il presidente Fontana – stiamo soffrendo e c’è una tensione ospedaliera importante”.
Vede rosso anche l’Emilia-Romagna: “Coi dati che stanno emergendo – dichiara l’assessore alla Salute Donini – il cambio di colore sta nelle cose”. Rischia il doppio balzo da giallo a rosso senza passare per l’arancione anche il Lazio. Secondo l’Unità di crisi regionale, “i dati del contagio sono in aumento e raggiungono i livelli di due mesi fa, lo scenario previsto è in netto peggioramento”. In bilico anche il Veneto (“Siamo sul filo del rasoio tra arancione e rosso”, ammette il presidente Luca Zaia), Friuli-Venezia Giulia (Rt a 1,3), Toscana (1,22), Marche e Provincia autonoma di Trento. Puglia e Liguria, invece, potrebbero passare “solo” in arancione. A conti fatti – contando le regioni già in rosso dalla scorsa settimana – le uniche zone gialle da lunedì saranno Valle d’Aosta, Calabria e Sicilia; ancora bianca la Sardegna.
In attesa delle ordinanze del ministro della Salute che dovrebbero certificare i cambi di colore, ieri i ministri Gelmini, Speranza e Stefani, il commissario straordinario all’emergenza Covid Figliuolo e il capo della Protezione civile Curcio hanno illustrato alle regioni il piano vaccinale di massa del governo Draghi. Come già anticipato, si passa da un criterio per categorie a un criterio sostanzialmente anagrafico. Completata la prima fase di vaccinazione degli operatori sanitari, sociosanitari e degli ospiti delle Rsa, in via di attuazione la fase 2 degli ultraottantenni, del personale scolastico, delle carceri, dei luoghi di comunità e delle forze dell’ordine, è ora di pianificare la fase tre. I primi a ricevere le dosi (“categoria 1”) saranno i cittadini con “elevata fragilità e disabilità grave” suddivisi in 16 categorie di rischio; quindi le persone in età compresa tra i 70 e i 79 anni, quelle tra 60 e 69, i minori di 60 anni con comorbilità fuori dai casi contemplati nella “categoria 1”. Infine toccherà al resto della popolazione sotto i 60 anni.
Una discussione, quella sulle “categorie” da vaccinare, che ha raccolto la soddisfazione dei governatori che temono di avventurarsi sul terreno “scivolosissimo” delle appartenenze a non meglio identificati “servizi essenziali” (vedi alle pagine 4 e 5) che “rischiano di creare ferite e incomprensioni”. Altrettanto combattuta la proposta di vaccinare “sui luoghi di lavoro”, sponsorizzata in particolare dalla Lombardia. Per il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, andrebbe estesa anche alle pubbliche amministrazioni, altri presidenti temono la nascita di “canali vaccinali paralleli” difficilmente gestibili.
Il bollettino di ieri, intanto, conferma il trend in crescita: 25.673 nuovi contagi e 373 morti, tasso di positività al 6,9% (20% se calcolato sul totale dei casi testati e non dei tamponi effettuati). Aumentano ancora le degenze: +365 posti letto occupati nei reparti Covid ordinari (totale 23.247), + 32 terapia intensiva (2.859).
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Con Salvini la situazione è migliorata
