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« La vera pace non è solo l'assenza di tensione:
è la presenza della giustizia »

(Martin Luther King)



 

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"« ....Gracias a la vida que me ha dado tanto me dio dos luceros que cuando los abro perfecto distingo lo nero del blanco
y en el alto cielo su fondo estrellado y en las multitudes el hombre que yo amo... »
(Violeta Parra, Gracias a la vida
)


Gracias a la vida è una canzone folk cilena composta ed interpretata dalla cilena Violeta Parra, uno degli artisti che hanno posto le basi per il movimento culturale e musicale conosciuto come Nueva Canción Chilena.
È pubblicata nell'album Las últimas composiciones del 1966, ed estratta come 1º singolo (l'ultimo album pubblicato prima del suicidio a causa della depressione nel 1967).

E' una delle canzoni latino-americane più famose della storia ed è inoltre descritta come un inno umanista.
Il brano viene utilizzato come colonna sonora di alcuni film, fra cui nel film italiano del 2001, Le fate ignoranti
.






“Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato due stelle che quando le apro
perfetti distinguo il nero dal bianco
e nell’alto cielo il suo sfondo stellato
e tra le moltitudini l’uomo che amo.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato l’ascolto che in tutta la sua apertura
cattura notte e giorno grilli e canarini
martelli turbine latrati burrasche
e la voce tanto tenera di chi sto amando.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato il suono e l’abbecedario
con lui le parole che penso e dico
madre, amico, fratello luce illuminante
la strada dell’anima di chi sto amando.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato la marcia dei miei piedi stanchi
con loro andai per città e pozzanghere
spiagge e deserti, montagne e piani
e la casa tua, la tua strada, il cortile.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato il cuore che agita il suo confine
quando guardo il frutto del cervello umano
quando guardo il bene così lontano dal male
quando guardo il fondo dei tuoi occhi chiari.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato il riso e mi ha dato il pianto
così distinguo gioia e dolore
i due materiali che formano il mio canto
e il canto degli altri che è lo stesso canto
e il canto di tutti che è il mio proprio canto.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto”.
 

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Swing Low, Sweet Chariot fu scritta dal choctaw Wallis Willis poco prima del 1862. Egli fu ispirato dal Red River, che gli ricordava il fiume Giordano ed il profeta Elia, il quale venne rapito in cielo con «un carro – chariot – di fuoco».
Alexander Reid sentì Willis cantare questa canzone e ne trascrisse testo e melodia. Successivamente inviò il brano ai Jubilee Singers della Fisk University presso Nashville. I Fisk Jubilee Singers resero popolare questa canzone con i loro tour negli Stati Uniti ed in Europa.

Il brano, inoltre, fece il suo ritorno negli anni sessanta, durante le varie lotte per i diritti civili ed un periodo di revival del genere folk; fu interpretata da numerosi artisti, in particolare da Joan Baez al festival di Woodstock.

L'utilizzo nel Rugby - Il 18 marzo 1988 un gruppo di studenti di Douai stavano assistendo presso Twickenham alla partita Inghilterra - Irlanda del torneo Cinque Nazioni 1988. Essi, ogni volta che un giocatore inglese era in procinto di segnare, iniziavano a cantare questo "loro" inno. Cantarono il brano con particolare vigore quando il tre quarti ala Chris Oti segnava la sua prima meta. Divertito da questo coro, Chris Oti fu ispirato a segnare una tripletta, sorprendendo tutto il pubblico, allorché l'"inno" sembrò provenire dall'intera curva inglese.



Va dolcemente, dolce carro,
che vieni per portarmi a casa,
va dolcemente, dolce carro,
che vieni per portarmi a casa.
Ho guardato oltre il Giordano e che cosa ho visto,
che vieni per portarmi a casa,
una schiera di angeli che veniva dietro a me.
che vieni per portarmi a casa.

Se arrivi là prima di me,
che vieni per portarmi a casa,
di a tutti i miei amici che anch'io sto arrivando.
che vieni per portarmi a casa.

A volte sono su, a volte sono giù,
che vieni per portarmi a casa,
ma la mia anima è sempre in cammino verso il cielo.
che vieni per portarmi a casa.





«Questo antico spiritual l'ho imparato all'inizio della mia carriera, poi l'ho cantato a tante persone, anche a Martin Luther King e a mia mamma... l'ho suonato anche a Woodstock».
JOAN BAEZ
 

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"Ci apparve una vasta banchina illuminata da riflettori. Poco oltre, una fila di autocarri… bisognava scendere coi bagagli, e depositare questi lungo il treno. In un momento la banchina fu brulicante di ombre… Una decina di SS stavano in disparte, l’aria indifferente, piantati a gambe larghe. A un certo momento penetrarono fra di noi e, con voce sommessa, con visi di pietra, presero a interrogarci rapidamente… "Quanti anni? Sano o malato?" e in base alla risposta ci indicavano due diverse direzioni.
Tutto era silenzioso come in un acquario, e come in certe scene di sogni. Ci saremmo attesi qualcosa di più apocalittico: sembravano semplici agenti d’ordine. Era sconcertante e disarmante. Qualcuno osò chiedere dei bagagli: risposero "bagagli dopo"; qualche altro non voleva lasciare la moglie: dissero "dopo di nuovo insieme"; molte madri non volevano separarsi dai figli: dissero "bene bene, stare con figlio". …
In meno di dieci minuti tutti noi uomini validi fummo radunati in un gruppo. Quello che accadde degli altri, delle donne, dei bambini, dei vecchi, noi non potemmo stabilire allora né dopo: la notte li inghiottì, puramente e semplicemente. Oggi però sappiamo che in quella scelta rapida e sommaria, di ognuno di noi era stato giudicato se potesse o no lavorare utilmente per il Reich; sappiamo che nei campi rispettivamente di Buna-Monowitz e Birkenau, non entrarono, del nostro convoglio, che novantasei uomini e ventinove donne, e che di tutti gli altri, in numero di più di cinquecento, non uno era vivo due giorni più tardi."


Primo Levi - Se questo è un uomo
 

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CIOCCOLATA VERA

La pratica dello stupro di gruppo di prigioniere da parte dei soldati era un fatto comune nei campi...
– recluso anonimo di Auschwitz



Mi attirarono fuori dalla baracca
con promesse di cioccolata
e parole come ”Schätzchen”,
ma le altre donne sapevano,
e, ancor prima di udire i rumori là fuori,
mi chiamarono ******* dei soldati.
Anch’io sapevo,
ma la fame ha un modo tutto suo di cambiarti,
e di farti scordar chi sei.
Buffo, come vi possa essere speranza nella disperazione.

Gettarono la cioccolata per terra
e risero: ”Da friß.” La desideravo da impazzire,
ma il sapore fu di fango. ”Dreh dich rum, Judenschwein.”
Vidi enormi stivali neri, paia e paia,
e il terreno così fangoso
da far sprofondare il mio corpo.
Tirai su il mio abito da prigioniera ed allargai le gambe.
Erano così leggere e s’aprirono così facilmente
che ringraziai Dio, sapevo
che non avrei resistito.
Questo corpo non è più mio, questa fame;
finalmente, non c’è più motivo di lottare.

Mi chiedo ora se il loro desiderio di me
fosse una brama di morte:
fottere una donna calva ch’era soltanto pelle e ossa,
la cui unica salvezza era una tazza di zuppa acquosa
per cena, una fetta di pane raffermo,
e forse, se i soldati l’avessero di nuovo voluta,
questa volta, un pezzo di cioccolata vera.

Stewart J. Florsheim
 

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La Canzone per la Terra

Cosa succede all’alba
Cosa succede alla pioggia
Cosa succede a tutte le cose
Che tu dicevi dovevamo guadagnarci…
Cosa succede ai campi morenti
E’ un momento?
Che cosa succede a tutte le cose
Che dicevi erano mie e tue
Ti sei mai fermato ad osservare
Tutto il sangue che abbiamo versato prima
Ti sei mai fermato ad osservare
Questa Terra piangente, queste rive piangenti?

Chorus:
Aaaaaaaaaaaah Ooooooooooooh
Aaaaaaaaaaaah Ooooooooooooh

Che cosa abbiamo dato al Mondo
Guarda che cosa abbiamo dato
Cosa è successo alla pace
Che tu hai promesso a tuo figlio…
Cosa è successo ai campi fioriti
E’ un momento?
Cosa è successo a tutti i sogni
Che tu dicevi erano miei e tuoi
Ti sei mai fermato ad osservare
Tutti i bambini che muoiono per la guerra
Ti sei mai fermato ad osservare
Questa Terra piangente, queste rive piangenti?

Chorus

Io sognavo
Io guardavo oltre le stelle
Ora non so dove siano
Sebbene siamo andati anche oltre ad esse

Chorus

Hey, cosa è successo al passato
(Cosa ci è successo)
Cosa succede ai mari
(Cosa ci è successo)
I cieli stanno cadendo
(Cosa ci è successo)
Non riesco neanche a respirare
(Cosa ci è successo)
Cosa succede a questa terra sanguinante
(Cosa ci è successo)
Non ci accorgiamo di ferirla
(Cosa ci è successo)
Cosa succede al valore della natura
(Ooooh, ooooh)
E’ il grembo del nostro pianeta
(Cosa ci è successo)
Cosa succede agli animali
(Cosa gli è successo)
Abbiamo trasformato regni in polvere
(Cosa ci è successo)
Cosa succede algi elefanti
(Cosa ci è successo)
Abbiamo perso la loro fiducia
(Cosa ci è successo)
Cosa succede alle balene che piangono
(Che cosa ci è successo)
Stiamo devastando i mari
(Cosa ci è successo)
Cosa succede ai sentieri nelle foreste
(Ooooh, ooooh)
Bruciano malgrado le nostre dichiarazioni
(Cosa ci è successo)
Cosa succede alla Terra Santa
(Cosa ci è successo)
Cosa succede all’uomo comune
(Cosa ci è successo)
Cosa succede ai bambini che muoiono
(Cosa ci è successo)
Non li senti piangere
(Cosa ci è successo)
Dove stiamo sbagliando
(Ooooh, ooooh)
Qualcuno mi dica perchè
(Cosa ci è successo)
Cosa succede ai bambini
(Cosa gli è successo)
Cosa succede ai giorni
(Cosa ci è successo)
Cosa succede a tutta la loro gioia
(Cosa ci è successo)
Cosa succede all’uomo
(Cosa ci è successo)
Cosa succede all’uomo che piange
(Cosa ci è successo)
Cosa succede ad Abramo
(Cosa ci è successo)
Cosa succede di nuovo alla morte
(Ooooh, ooooh)
Maledicici
 

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Una Cosa mi ha colpito soprattutto mentre cercavo di rispondere a Mathilde (mia figlia), di spiegarle che cos'era Auschwitz: il fatto che le sue domande fossero le stesse che continuano ad assillarmi. Le stesse che da piú di mezzo secolo alimentano la riflessione degli storici e dei filosofi. Domande cui è difficile rispondere. Erano solo espresse in modo piú crudo, piú diretto. In qualità di storica, ovviamente, è piuttosto facile per me descrivere Auschwitz, raccontare come si è svolto il genocidio degli ebrei. A un certo punto ci si scontra, però, con un nocciolo assolutamente incomprensibile e quindi inspiegabile: perché i nazisti decisero di cancellare gli ebrei dalla faccia della terra? Perché spesero tanta energia per andare a scovare vecchi e bambini ai quattro angoli dell'Europa che occupavano - da Amsterdam a Bordeaux, da Varsavia a Salonicco - soltanto per sterminarli?

Non riesco a capire perché si siano lasciati prendere. Perché non hanno opposto resistenza?
C'è chi ha detto che gli ebrei si sono lasciati «condurre al macello come pecore». Le vittime del genocidio non meritano tanto disprezzo. Bisogna cercare di collocare i fatti nel contesto di quell'epoca, anche se la cosa è piú difficile. In primo luogo gli ebrei non sapevano che i nazisti volessero la morte di tutto il loro popolo e che i treni li trasportassero verso le camere a gas. Quando furono censiti dai nazisti, privati dei loro beni, talvolta con la complicità di un governo collaborazionista come in Francia, o rinchiusi nei ghetti, come in Polonia, non sapevano quale ingranaggio si fosse messo in moto né soprattutto quale fosse l'esito finale. E anche se avessero avuto qualche dubbio, se fossero stati raggiunti da qualche voce, le notizie sarebbero parse troppo assurde e mostruose per risultare credibili. Del resto, come avrebbero potuto rendersi conto del pericolo quando gli stessi tedeschi non avevano dato un contenuto preciso a quel che chiamavano la «soluzione finale»? Come ti ho già detto, per un certo periodo i nazisti avevano pensato di rendere il Reich judenrein, ripulito dagli ebrei, costringendoli a emigrare.

Quando decisero che la «soluzione finale» doveva corrispondere allo sterminio puro e semplice?
Visto che non esiste un ordine scritto di Hitler gli storici hanno opinioni discordanti. Per alcuni accadde nel giugno del 1941, con l'invasione dell'Unione Sovietica; per altri le decisioni furono in qualche modo legate a singole aree geografiche: prima fu prevista l'eliminazione degli ebrei sovietici, poi di quelli polacchi e alla fine, dopo la conferenza di Wannsee, di tutti gli ebrei che fossero caduti nelle loro mani. Quel che è certo è che quando gli ebrei francesi furono censiti o quelli di Varsavia rinchiusi in un ghetto murato, il loro sterminio non era ancora stato deciso. Conoscendo la fine di questa storia, si è portati a interpretare ogni elemento in funzione della sua conclusione. Ma chi viveva allora ovviamente ne era all'oscuro! Giorno dopo giorno, senza informazioni, senza giornali e senza radio, in balia delle voci piú contraddittorie, gli ebrei dovevano immaginarsi come sarebbe stato l'indomani. Se per esempio avessero saputo, come sappiamo noi oggi, che gli schedari del censimento sarebbero serviti ad arrestarli, credi che si sarebbero fatti censire? Lascio a te la risposta.



Auschwitz spiegato a mia figlia - Annette Wieviorka
 

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“Per fare del male l’uomo deve prima sentirlo come bene o come una legittima, assennata azione.La natura dell’uomo è, per fortuna, tale che egli sente il bisogno di cercare una giustificazione delle proprie azioni… L’ideologia! è lei che offre la giustificazione del male che cerchiamo e la duratura fermezza occorrente al malvagio. Occorre la teoria sociale che permetta di giustificare di fronte a noi stessi e gli altri, di ascoltare, non rimproveri, non maledizioni, ma lodi e omaggi”

Arcipelago Gulag – Solzenicyn
 

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Sei propiò brava e grazie di nuovo per il piacere della scoperta che ci ofri :yes:OK!continua così ,che io adoro i tuoi posti:clap:

:bow:Cara Emanuella...grazie, è un piacere sapere che qualcuno apprezza i pensieri che vado "cogliendo"!






Pace

Conosco un posto dove i sicomori crescono
e le giunchiglie possono divertirsi liberamente
dove le preoccupazione della giornata sembrano
svanire lentamente nel bagliore del sole serale
Pace, quando il giorno e' finito

Se vado la' veramente tardi, lascio la mia mente libera di meditare
su tutto quello che deve essere fatto
Se cerco dentro in profondita', mi lascio guidare dalla mia coscienza
Allora e' certo che le risposte arriveranno
Non devo far preoccupare nessuno

Quando trovi la pace della mente, lasciati le preoccupazioni alle spalle
non dire che non si puo' fare
Con un nuovo punto di vista il vero significato della vita ti si rivela
e la liberta' che cerchi e' raggiunta
La pace e' per tutti
La pace e' per tutti
La pace e' per tutti
 

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"....quindi quando arrivi e quando vai via
le parole sono
"Pace", "Addio", "Ciao"....







"La parola ebraica «shalom» non è soltanto una bellissima e concisa formula di saluto, la più breve dopo l'italiano «ciao» – no, è l'espressione di saluto più bella che esiste al mondo, perché «shalom» significa «pace». Che cosa significhi «ciao» me lo sono fatto spiegare da amici italiani: significa «ciao».

Il fatto che il più bel saluto di pace sulla terra lo si trovi in un popolo che, fin dai suoi inizi, si è sempre trovato in un più o meno permanente stato di guerra, può anche essere visto come un'ironia del destino.
I pappagalli israeliani lo trovano particolarmente fastidioso".

Ephraim Kishon (1924 – 2005), scrittore, umorista e regista israeliano
.
 

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"La pietà è una delle più preziose facoltà dell'anima umana. L'uomo, impietosendosi delle sofferenze di un essere vivente, dimentica se stesso e si immedesima nella situazione degli sventurati. Con questo sentimento si sottrae al suo isolamento ed acquista la possibilità di congiungere la sua esistenza a quella degli altri esseri.
L'uomo, esercitando e sviluppando questa qualità che lo unisce agli altri, s'incammina verso una vita superpersonale, che eleva ad un livello più alto la sua coscienza e gli offre la maggiore felicità possibile. Così, la pietà, mentre addolcisce le sofferenze degli altri, è giovevole ancor più a colui il quale la prova."

Lev Tolstoj
 

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Si ha paura di migliaia di cose, del dolore, dei giudizi, del proprio cuore; si ha paura del sonno, del risveglio, paura della solitudine, del freddo, della follia, della morte. Specialmente di quest'ultima, della morte. Ma sono tutte maschere, travestimenti.
In realtà c'è una sola paura: quella di lasciarsi cadere, di fare quel passo verso l'ignoto lontano da ogni certezza possibile... c'è una sola arte, una sola dottrina, un solo mistero: lasciarsi cadere, non opporsi recalcitrando alla volontà di Dio, non aggrapparsi a niente, né al bene né al male. Allora si è redenti, liberi dalla sofferenza, liberi dalla paura.

Hermann Hesse
 

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"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano
essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni.
Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo."

(Mahatma Gandhi)
 

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Veglia

Un’intera nottata
buttato vicino
ad un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la gestione
delle sue mani
penetra
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita


GIUSEPPE UNGARETTI
(Cima Quattro il 23 dicembre 1915)
 

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che bello questo topic:clap:per te maf@ald:yes:
 

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Ullallà Emanuella, grazie grazie grazie!:bow:
Stamattina, passeggiando con il mio cagnolino ai giardinetti, osservavo l'erba (anche l'erba ha un suo fascino con le sue sfumature di verde e le forme più bizzarre!) e poi ho notato che erano già nati dei fiorellini azzurri che trovo bellissimi, deliziosi, gioiosi nella loro umiltà e timidezza.......gli Occhi della Madonna (Veronica Persica), ecco come quelli sotto, virtualmente te ne mando un bel cespuglietto:)
La bellezza, la dolcezza e la gioia vanno cercate anche nelle cose piccole e non appariscenti!:)
!







La dolcezza dei fiori e il contadino

Nella sua lettera ai Corinzi, San Paolo ci dice che la dolcezza è una delle principali caratteristiche dell' amore. Non dimentichiamolo mai: l' amore è tenerezza. Un' anima rigida non permette che la mano di Dio la plasmi secondo i Suoi desideri.
Il viaggiatore camminava per una piccola strada nel Nord della Spagna quando vide un contadino sdraiato in un giardino.
«Sta schiacciando i fiori», gli disse. «No - gli rispose il contadino -. Sto solamente tentando di prendere un po' della loro dolcezza».

Coelho Paulo
 

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"È cattiva la gente che non ha provato il dolore.
Perché quando si prova il dolore, non si può più voler male a nessuno."

CARLO CASSOLA
 

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"Io credo che l'uomo più che della morte
abbia paura di morire solo!"


Mafalda
 

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L'ahimsa è amore verso il prossimo, sentimento disinteressato di fare il bene degli altri, anche a costo di sacrifici personali: secondo Gandhi tutti gli esseri viventi, in quanto creature di Dio, sono legati tra loro e devono essere uniti da amore fraterno.
Seguendo l'insegnamento cristiano dell'
"Ama il prossimo tuo come te stesso"

Gandhi predica l'amicizia fraterna tra tutti gli esseri umani, musulmani e indù, uomini e donne, paria e brahmini, in nome dell'amore e dell'uguaglianza:

« Io e te siamo una sola cosa: non posso farti male senza ferirmi. »

Ognuno deve essere disposto anche a morire per l'altro, a lottare per le ingiustizie fino in fondo, purché la verità e la giustizia trionfino
.
 

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