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Prima di preparare le valige e andare a salutare la mamma .......vi posto questo articolo :
Esemplificando al limite, l’indice di borsa di un qualsiasi mercato azionario o obbligazionario rappresenta il rendimento medio di tutti gli investitori in quel mercato.
Consideriamo i costi che gravano sui fondi quali le commissioni di gestione e le spese di transazione sulle singole operazioni ci porta a concludere che il gestore medio sottoperforma il suo indice di riferimento. Inoltre una grande innovazione degli ultimi anni è rappresentata dagli ETF che con costi contenuti e elevata liquidità e trasparenza per l’investitore (hanno un prezzo in tempo reale come un titolo azionario) consentono di replicare un certo mercato o settore a costi bassi. Gli ETF prenderanno sempre maggior spazio nei portafogli degli asset allocator. Essi rappresentano infatti un metodo efficiente per scommettere su determinati mercati e settori senza ricorrere al rischio derivante dal tracking error di un tipico fondo a benchmark.
I fondi absolute returns racchiudono in un singolo prodotto un’intera filosofia di gestione
Il gestore non può più nascondersi dietro alle vicissitudini di un mercato ma la performance del suo fondo dipenderà in gran parte dalle sue capacità
Ciò giustifica le commissioni di gestione che gli investitori pagano. Si adattano a quegli investitori che vogliono raggiungere una rivalutazione del loro capitale nel tempo limitando gli effetti indotti dalla volatilità e dai cicli finanziari
Il concetto di preservazione del capitale diventa centrale in questa filosofia e decisioni di investimento si prendono esclusivamente perché si pensa porteranno a rendimenti assoluti positivi. In un fondo azionario europeo a benchmark titoli a larga capitalizzazione o determinati settori che hanno un peso rilevante nell’indice saranno sempre presenti poiché il gestore non vuole correre il rischio di rimanere indietro all’indice in termini di performance. Se il gestore ha una visione negativa sui bancari ad esempio non li comprerebbe nel suo fondo Absolute Return mentre al massimo sottopeserà il settore nel suo fondo a benchmark.
I fondi che seguono la filosofia Absolute Return possono trovare posto nei portafogli degli asset allocator come parziale sostituzione dell’asset monetario che agli attuali tassi di interesse produce performance molto basse, spesso insufficienti a coprire i costi della gestione.
E’ molto importante avere un approccio critico verso i fondi Absolute e Hedge cosi come grandi critiche si sono spese e continuano ad esserlo sui fondi a benchmark.
Ma mentre per i secondi il concetto di ‘fare di tutta l’erba un fascio può essere compreso e condiviso, sui primi l’analista deve avere un approccio più selettivo. Ogni fondo infatti e’ il riflesso del carattere, il talento e l’esperienza del suo gestore, prima di formulare un qualsiasi giudizio è necessario quindi conoscere bene la strategia del fondo, l’esperienza e le competenze del gestore.
E’ vero che alcuni fondi hanno l’etichetta Hedge o Absolute solo nel nome mentre la filosofia di gestione rimane quella tradizionale di un fondo a benchmark. Uno dei requisiti importanti per comprendere che si tratti di un vero fondo Absolute o Hedge e’ il livello di trasparenza sulle strategie di gestione e le decisioni di investimento prese in ogni momento dal gestore
Sicuramente da diffidare sono le ‘black box’ di chi vende una strategia vincente in ogni situazione di mercato, magari corroborata da simulazioni di ritorni passati che mostrano rendimenti (teorici) formidabili ma spesso fuorvianti perché non applicabili a situazioni reali
Per leggere tutto l'articolo non e' necessaria alcuna sottoscrizione e' free e io non conosco ne' il sito ne' chi ha presentato l'articolo
BUONA LETTURA
Esemplificando al limite, l’indice di borsa di un qualsiasi mercato azionario o obbligazionario rappresenta il rendimento medio di tutti gli investitori in quel mercato.
Consideriamo i costi che gravano sui fondi quali le commissioni di gestione e le spese di transazione sulle singole operazioni ci porta a concludere che il gestore medio sottoperforma il suo indice di riferimento. Inoltre una grande innovazione degli ultimi anni è rappresentata dagli ETF che con costi contenuti e elevata liquidità e trasparenza per l’investitore (hanno un prezzo in tempo reale come un titolo azionario) consentono di replicare un certo mercato o settore a costi bassi. Gli ETF prenderanno sempre maggior spazio nei portafogli degli asset allocator. Essi rappresentano infatti un metodo efficiente per scommettere su determinati mercati e settori senza ricorrere al rischio derivante dal tracking error di un tipico fondo a benchmark.
I fondi absolute returns racchiudono in un singolo prodotto un’intera filosofia di gestione
Il gestore non può più nascondersi dietro alle vicissitudini di un mercato ma la performance del suo fondo dipenderà in gran parte dalle sue capacità
Ciò giustifica le commissioni di gestione che gli investitori pagano. Si adattano a quegli investitori che vogliono raggiungere una rivalutazione del loro capitale nel tempo limitando gli effetti indotti dalla volatilità e dai cicli finanziari
Il concetto di preservazione del capitale diventa centrale in questa filosofia e decisioni di investimento si prendono esclusivamente perché si pensa porteranno a rendimenti assoluti positivi. In un fondo azionario europeo a benchmark titoli a larga capitalizzazione o determinati settori che hanno un peso rilevante nell’indice saranno sempre presenti poiché il gestore non vuole correre il rischio di rimanere indietro all’indice in termini di performance. Se il gestore ha una visione negativa sui bancari ad esempio non li comprerebbe nel suo fondo Absolute Return mentre al massimo sottopeserà il settore nel suo fondo a benchmark.
I fondi che seguono la filosofia Absolute Return possono trovare posto nei portafogli degli asset allocator come parziale sostituzione dell’asset monetario che agli attuali tassi di interesse produce performance molto basse, spesso insufficienti a coprire i costi della gestione.
E’ molto importante avere un approccio critico verso i fondi Absolute e Hedge cosi come grandi critiche si sono spese e continuano ad esserlo sui fondi a benchmark.
Ma mentre per i secondi il concetto di ‘fare di tutta l’erba un fascio può essere compreso e condiviso, sui primi l’analista deve avere un approccio più selettivo. Ogni fondo infatti e’ il riflesso del carattere, il talento e l’esperienza del suo gestore, prima di formulare un qualsiasi giudizio è necessario quindi conoscere bene la strategia del fondo, l’esperienza e le competenze del gestore.
E’ vero che alcuni fondi hanno l’etichetta Hedge o Absolute solo nel nome mentre la filosofia di gestione rimane quella tradizionale di un fondo a benchmark. Uno dei requisiti importanti per comprendere che si tratti di un vero fondo Absolute o Hedge e’ il livello di trasparenza sulle strategie di gestione e le decisioni di investimento prese in ogni momento dal gestore
Sicuramente da diffidare sono le ‘black box’ di chi vende una strategia vincente in ogni situazione di mercato, magari corroborata da simulazioni di ritorni passati che mostrano rendimenti (teorici) formidabili ma spesso fuorvianti perché non applicabili a situazioni reali
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