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4 maggio 1949. L’Italia piange il Grande Torino​

Il grande Torino è stata più di una squadra. Per gli anni che vanno dalla fine della seconda guerra mondiale al fatidico 4 maggio del 1949, Valentino Mazzola e compagni furono quasi il simbolo di un paese che voleva lasciarsi le tragedie alle spalle e ricostruire. E, al di là del tifo, tutta Italia finì per identificarsi con quel gruppo di calciatori.
Talmente forti, i granata vinsero cinque titoli consecutivi: dal 1942-43, prima che il campionato venisse fermato per la guerra, al 1948-49, quando l'incidente a Superga mise fine a un mito.

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Oggi 5 Maggio è la giornata mondiale contro la pedofilia e la pedopornografia​




NESSUNO NE VUOLE PARLARE

Pedofilia: un fenomeno di cui si vuole sapere il meno possibile e di cui di conseguenza non si parla. Perché la pedofilia è un qualcosa che tutti vogliono combattere ma nessuno ha voglia, appunto, di sentirne parlare.​



Ecco perché la Giornata Nazionale contro la Pedofilia e la Pedopornografia, frutto della legge 41 del 2009 che la istituisce e che si svolge ogni anno il 5 Maggio è così importante: permette di accendere una luce su un tema che prolifera proprio nell’ombra. Ma non basta parlarne un giorno all’anno, il rischio è che questo scarichi la coscienza di persone, istituzioni, mondo associativo e stampa e produca insensibilità e insofferenza all’idea di approfondire la questione. Per questo motivo, in occasione della ricorrenza di quest’anno, Telefono Azzurro, insieme con il Dipartimento Politiche per la Famiglia – Presidenza del Consiglio dei Ministri, vuole puntare su un approccio diverso sintetizzabile in due parole: Capire e Agire.



Giornata mondiale contro la pedofilia e la pedopornografia | Telefono Azzurro

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Cos’è la sextortion e come difendere i bambini | Save the Children Italia
 
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Ei fu siccome immobile. La morte di Napoleone Bonaparte​

202 ANNI FA - 5 Maggio 1821/5 Maggio 2023

 

Gino Bartali, giusto tra le nazioni, un campione completo.​

Il 5 maggio del 2000 moriva Gino Bartali. Dai grandi trionfi alla rivalità con Coppi, il ritratto di un grande campione​





Quando nel 1948 Gino Bartali vince il Tour de France ha 34 anni ed è professionista da 14. Quella vittoria, una delle tante per il ciclista toscano, ebbe un ruolo fondamentale per la storia d'Italia: pochi giorni prima Antonio Pallante aveva sparato al segretario del Partito Comunista Palmiro Togliatti. Ne erano seguiti disordini si piazza con diversi morti. Il trionfo di Bartali a Parigi riportò un po' di calma nel paese. La leggenda vuole che fosse stato Alcide De Gasperi a cercare il ciclista per incitarlo a una grande impresa, che bissasse quella di dieci anni prima, quando trionfò sulle strade di Francia.


 
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Maria Montessori la donna che cambio la scuola​

“Liberatrice dalla schiavitù della vecchia pedagogia”.​

Il 6 maggio del 1952, moriva Maria Montessori.​



Il metodo Montessori, era stato elaborato inizialmente per bambini disabili e solo successivamente, venne esteso con successo a tutti.
Tra i suoi assunti di base, il metodo postula un concetto della disciplina che si discosta da quello costrittivo tradizionale, per conferire grande centralità all’autonomia e alla consapevolezza dell'auto correzione da parte del bambino.
L’idea guida di Montessori, è che un atto diventa educativo se tende ad aiutare il completo dispiegamento della vita del bambino, assecondando i suoi movimenti spontanei e ascrivendo all’educazione sensoriale un ruolo centrale nello sviluppo psicocognitivo.

 

Terremoto del Friuli del 1976​

6 maggio 1976

Descrizione​

Il terremoto del Friuli del 1976 fu un sisma di magnitudo 6.5 della scala Richter che colpì il Friuli, e i territori circostanti, alle ore 21:00:12 del 6 maggio 1976, con ulteriori scosse l'11 e 15 settembre.
Data: 6 maggio 1976
Distretto sismico: Alpi Giulie
Intensità Mercalli: IX-X
Magnitudo momento: 6,5
Ora: 21:00:12 (CEST)
Profondità: 5,7 km
Vittime: 990

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© ANSA


Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, arrivato a Palazzo Madama per partecipare alle iniziative previste per celebrare i 75 anni della prima seduta (8 maggio 1948) del Senato.
Ad accogliere il Capo dello Stato, al suo arrivo, il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Poco prima aveva fatto il suo ingresso la premier Giorgia Meloni.

Alle 11.30 in Aula, si terrà il convegno 'Il Senato nella storia dell'Italia repubblicana' con Stefano Folli, Anna Finocchiaro, Ernesto Galli della Loggia e Giuseppe Parlato e, a seguire, ci sarà un concerto con Gianni Morandi, in diretta tv su Rai2. All'evento in Aula, saranno presenti anche il presidente della Corte costituzionale, Silvana Sciarra, il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, il presidente della Knesset, i senatori a vita Liliana Segre e Mario Monti.
L'inno degli Italiani, di Goffredo Mameli, che apre le celebrazioni per i 75 anni del Senato della Repubblica è stato cantato da Gianni Morandi.
Al termina il presidente Ignazio La Russa ha ringraziato Morandi - "una icona della canzone italiana" - per "l'interpretazione personale" dell'inno nazionale.

8 maggio 1948 - 8 maggio 2023. 75 anni del Senato della Repubblica
 
Aldo Moro fu sequestrato il 16 marzo 1978 a Roma dalle Brigate Rosse; il suo corpo senza vita fu ritrovato il 9 maggio successivo in via Caetani, nel centro della Capitale, al termine di 55 giorni di prigionia.
Ritrovato il corpo di Aldo Moro


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Peppino Impastato ucciso 45 anni fa, il medico che eseguì l'autopsia: "Nella nostra relazione c'era già la verità"​

Il 9 maggio 1978 il corpo del giornalista e militante di Democrazia Proletaria di Cinisi, che attaccava apertamente i boss, venne ritrovato sui binari della Palermo-Trapani. Per molto tempo si è sostenuto che fosse morto mentre preparava un attentato, scartando la pista mafiosa. Il professore Procaccianti: "Il clima era pesante, fui sentito dopo anni dai pm".

Peppino Impastato ucciso 45 anni fa, il medico che eseguì l'autopsia: "Nella nostra relazione c'era già la verità"
 
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L'avevamo tanto amato: ritratto di Ettore Scola


Il 10 maggio del 1931 nasceva Ettore Scola​

Ettore Scola, il regista italiano che ha saputo unire commedia, impegno sociale e politico, poesia e umanità nei suoi film. Una storia del cinema italiano e del nostro paese, raccontata attraverso i suoi personaggi e le loro storie.

Ettore Scola è stato uno dei più grandi registi italiani della storia del cinema. Nato a Trevico nel 1931, Scola inizia la sua carriera nel mondo della scrittura, collaborando alla sceneggiatura di alcuni film di successo, come “Un americano a Roma” (1954), “Totò nella luna” (1958) e “La grande guerra” (1959).

La sua carriera da regista esplode con “Se permettete parliamo di donne” (1964), a cui seguono “Il commissario Pepe” (1969) e “Dramma della gelosia” (1970). Ma la consacrazione arriva nel 1974 con “C’eravamo tanto amati”, film che ripercorre trent’anni di storia italiana attraverso la storia di tre amici, interpretati da Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Stefano Satta Flores. Il film è dedicato a Vittorio De Sica e vede la partecipazione di numerosi personaggi noti, come Marcello Mastroianni, Federico Fellini e Mike Bongiorno.

Scola espatria e raggiunge la fama internazionale con “Brutti, sporchi e cattivi” (1976), commedia ambientata nelle borgate romane, e “Una giornata particolare” (1977), con Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Nel corso degli anni ’80, il regista continua a realizzare opere di grande successo, come “La terrazza” (1980), “Il mondo nuovo” (1982), “Maccheroni” (1985) e “La famiglia” (1987).



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Fuochi d’artificio nel formato GIF - 40 immagini animate

10/05/2002 - 10/05/2023 compie 21 anni il thread cult di Arena​

10/05/2002 - 10/05/2023 compie 21 anni il thread cult di Arena




Fuochi d’artificio nel formato GIF - 40 immagini animate
 

Un ricordo di Marco Ferreri a 95 anni dalla nascita​


L'11 maggio del 1928 nasceva a Milano Marco Ferreri, uno dei più dissacranti registi italiani del secolo scorso.
Nel 1987 gira Come sono buoni i bianchi, "un film che avevo già pronto da tempo" e che uscirà l'anno successivo. Del film e di molte altre cose parla nell'intervista con Mario Canale. Inizia ricordando degli attori che più spesso hanno lavorato con lui: "Tognazzi e Piccolì sono amici, eravamo giovani insieme". Di Ornella Muti, che aveva diretto in L'ultima donna, Storie di ordinaria follia e Il futuro è donna, dice di amarla: "era un'attrice straordinaria prima e adesso sta diventando ancora meglio". Lavorare con Benigni, protagonista di Chiedo asilo, "è un'esperienza bellissima. Apporta moltissimo, è uno che costruisce". In tutti i casi, chiosa, "Mentre giro, il rapporto con gli attori è l'ultima cosa che mi interessa".
Dei suoi film non è né soddisfatto né insoddisfatto, anche perché non li rivede quasi mai: "Quando sono fatti sono fatti". Però "Vado spesso al cinema, il cinema mi diverte. La scelta è sempre legata a qualcuno. Un film di Almodovar mi piace, un film di Moretti mi piace molto, un film di Verdone mi piace, un film di Godard mi piace molto".
Infine parla della "televisione che ha come dio la pubblicità. Però è un dio vecchio. La televisione è dinamica, ma io non ho mica tanta paura. In pochi anni cambierà e può darsi che la televisione arrivi ad essere, quando definirà la sua forma di espressione, un mezzo definitivo che ci servirà. Io continuo a fare cinema perché penso che serve anche fare il cinema. Non penso che la televisione si mangia il cinema. Io penso che bisogna fare dei film che la gente deve vedere".


 

Disabilità, un concetto in evoluzione: la legge Basaglia e le indicazioni  dell'OMS – Medicina e Cure in Umbria


Franco Basaglia non amava i matti, odiava il manicomio.​

"Il 13 maggio non si è stabilito per legge che il disagio psichico non esiste più in Italia, ma si è stabilito che in Italia non si dovrà rispondere mai più al disagio psichico con l’internamento e con la segregazione. Il che non significa che basterà rispedire a casa le persone con la loro angoscia e la loro sofferenza". Franca Ongaro Basaglia, 19 settembre 1978.

“Mi no firmo”, diceva Franco Basaglia rifiutando di firmare il registro dei legati al letto in manicomio. Cos’è cambiato dall’introduzione della legge 180, o legge Basaglia.

La malattia mentale non si è mai scrollata di dosso l’uniforme di vergogna e stigma che ci riporta in quei luoghi dove veniva chiusa e isolata, per essere nascosta ‘ai normali’: i manicomi. Una divisa che rappresentava uno scandalo sociale e classificava chi la indossava come ‘matto’. Nonostante i grandi e legittimi passi in avanti, quella con la salute mentale non si può dire sia una questione risolta: parlarne al passato significherebbe rimuovere gli ostacoli moderni, le difficoltà contemporanee, le contraddizioni – e concezioni – che ancora oggi resistono alle leggi e alla cultura. Nel trattare l’argomento va rievocato quello che fu il punto di rottura tra la concezione di ‘malato’ e ‘malattia’: la legge di Riforma, conosciuta come legge n.180/1978 o legge Basaglia.

il 13 maggio 1978, la legge Basaglia sancì la chiusura dei manicomi


45 anni fa la legge Basaglia e la chiusura dei manicomi

Entrata in vigore 45 anni fa, il 13 maggio 1978, la legge Basaglia sancì la chiusura dei manicomi, riformando il sistema di cura per il disagio mentale, e segnando una svolta nel mondo dell’assistenza ai pazienti psichiatrici. Figlia degli anni ’70, periodo ricco di ricerche, dibattiti, e di importanti riforme socio-sanitarie, questa prende forma in un contesto dove la psichiatria aveva ancora un approccio strettamente organicistico: più che curato, il malato veniva preso in custodia, allontanato dalle proprie relazioni personali. Nei manicomi si veniva rinchiusi perché ritenuti pericolosi per sé o per gli altri, perché si dava pubblico scandalo, perché improduttivi, poveri, affetti da dipendenze, perché malati di epilessia. Madri, figlie, sorelle definite “spudorate”, “libertine”, donne che si ribellavano ai dettami del matrimonio o che commettevano adulterio, potevano essere internate.


In Italia la maggior parte dei manicomi venne costruita come alternativa al carcere: edificati ai margini delle città, in periferia, in queste strutture i contatti con l’esterno erano ridotti all’osso, si veniva relegati all’isolamento, alla coercizione e alla contenzione fisica, e si veniva divisi non per solo ‘pericolosità’, ma anche per sesso. Un annullamento fisico e psichico che culminava nelle cure e nei trattamenti: elettroshock, docce gelate, camicie di forza, lobotomie, insulino-terapia e letti di contenzione.


legge basaglia


L’approccio rivoluzionario di Franco Basaglia


A mettere l’accento sui metodi e le logiche manicomiali fu Franco Basaglia, che il 16 novembre 1961 arriva a Gorizia come nuovo direttore dell’ospedale psichiatrico provinciale, dopo un’esperienza come docente all’Università di Padova. Non allineato al clima del periodo, criticato e giudicato rivoluzionario per le sue tesi, la sua fu una ‘punizione’ mascherata da promozione: a Gorizia, a fronte di individui senza più volto, nome e storia, ‘matti’ costretti all’emarginazione e alla cattività, sottoposti alla violenza dell’oblio, Basaglia decise di ‘aprire le porte’. Promuovendo un innovativo metodo di cura e ascolto che sosteneva il rispetto della persona umana, poneva al centro l’individuo e non la malattia, e metteva tra parentesi la diagnosi, restituendo valore e dignità alla storia del singolo, Basaglia dà il via a un cammino rivoluzionario. Lo psichiatra sostiene che gli aspetti sociali siano essenziali per definire la malattia mentale, alla cui origine ci sarebbero delle cause biologiche non ancora conosciute. I pazienti non sono più solo persone da riabilitare, ma soggetti che vivono e abitano la città: la terapia, quindi, deve partire dalla costruzione di un rapporto reale tra medico e paziente, che permetta e favorisca il dialogo e il confronto. Basaglia restituisce ai ‘malati’ le vesti di esseri umani.


legge basaglia


Nel dopoguerra si contano decine di migliaia di pazienti internati nei manicomi. Ne ‘I giardini di Abele’ di Sergio Zavoli, un reportage che il giornalista Rai gira nel 1967 a Gorizia, si parla di oltre 100mila persone. In un’intervista Zavoli chiede a Basaglia: “E’ interessato più al malato o alla malattia?”. La replica è secca: “Decisamente al malato”. Ai tempi era ancora in vigore la legge Giolitti, la legge n.36 del 14 febbraio 1904: ‘Disposizioni sui manicomi e sugli alienati. Custodia e cura degli alienati’. Secondo la normativa, il malato era tale per intrinseche caratteristiche genetiche, biologiche e fisiche, ed era per questo ritenuto pericoloso: il soggetto veniva privato dei diritti civili, e iscritto al casellario giudiziale.


Tra il 1961 e il 1968, Basaglia si circonda di un nutrito gruppo di psichiatri affini alle sue tesi, che si approccia alla malattia mentale con nuovi presupposti: nella struttura gestita dallo psichiatra veneziano, i pazienti vengono lasciati liberi di passeggiare tra il giardino e i diversi edifici, di consumare i pasti all’aperto e di frequentare la società. Un passo verso la riformazione dei manicomi avviene con la legge Mariotti, la n.431 del 18 marzo 1968 che, tra le tante modifiche, consente il ricovero volontario dei pazienti senza la perdita dei diritti civili, finanzia l’ampliamento del budget per il personale medico e psicologico a spese dello Stato e, col fine di rendere più dignitose le condizioni di vita all’interno degli ospedali psichiatrici, fissa un numero massimo di posti letto in ciascuna struttura per tentare di sopperire al sovraffollamento. Non da ultimo, Basaglia costituisce delle cooperative di lavoratori: ciò permette ai pazienti delle strutture non solo di ricevere uno stipendio, ma anche di conquistare una propria indipendenza e una rinnovata dignità. L’insieme di tutte queste posizioni, e dinamiche, porterà nel 1973 alla creazione del movimento ‘Psichiatria democratica’.

A che punto siamo ora


La recente morte della psichiatra Barbara Capovani, avvenuta per mano di uomo affetto da un disturbo mentale, ha riacceso il dibattito a un pugno di giorni dall’anniversario della 180. Oltre alle mancanze strutturali e le carenze note, è necessaria una riflessione sul tema che tocchi l’aspetto culturale della legge: la trasmissione dei saperi. Secondo Vito D’Anza, direttore del dipartimento di salute mentale dell’ospedale di Pescia, in provincia di Pistoia, c’è un “nodo di fondo che si è posto nel momento in cui è stata fatta la riforma”.


Si è passati “da una psichiatria asilare e privata ambulatoriale, a una psichiatria territoriale dei pubblici servizi”. Ciò doveva presupporre una formazione degli operatori completamente nuova. “L’università ha continuato a insegnare come si usano i farmaci e come si fa una diagnosi: ci siamo trovati centinaia di operatori con una formazione esclusivamente medicalizzata, ma la salute mentale non è solo ‘parte sanitaria’, perché il farmaco da solo non è la cura”, la soluzione. E non è “facile decostruire un modello pratico in testa ad un operatore quando arriva in un servizio con quella formazione”, ma la 180 insegna che la salute mentale è ben altro.
di Lavinia Nocelli - La legge Basaglia chiuse i manicomi 45 anni fa. Cos'è cambiato da allora - LifeGate


Zavoli incontra Basaglia I giardini di Abele​

I giardini di Abele​

Il 30 dicembre 1968 è andato in onda per Tv7 il servizio di Sergio Zavoli sul manicomio di Gorizia diretto da Franco Basaglia. In quegli anni, era caldo il dibattito sulla prassi psichiatrica invalsa e l'esperimento goriziano di Basaglia mirava a restituire al malato la sua dimensione umana, occupandosi delle persone ancor più che del male da cui erano affette. Dieci anni dopo, il 13 maggio 1978, fu approvata la Legge Basaglia, che impose la chiusura dei manicomi ed istituì servizi pubblici di igiene mentale.


Zavoli incontra Basaglia 1968 - I giardini di Abele - Video - RaiPlay
 

Il 16 Maggio 1915 nasceva Mario Monicelli.​

Settant'anni dietro la cinepresa.​

Mario Monicelli è stato un regista, sceneggiatore e scrittore italiano.
Il primo cinegiornale in cui incontriamo Monicelli è del 1952 quando va a Venezia; al festival torna sette anni dopo, nel 1959, quando vince il Leone d'oro per La grande guerra, ex aequo con Il generale della Rovere di Roberto Rossellini.

Molti dei film di Monicelli sono entrati nell'immaginario collettivo degli italiani: dai primi con Totò, Guardie e ladri è del 1952, a I soliti ignoti, I compagni, L'armata Brancaleone, Romanzo popolare, Amici miei, Un borghese piccolo piccolo, Il marchese del grillo, Speriamo che sia femmina, I picari, Parenti serpenti fino all'ultimo, datato 2006, Le rose del deserto.

Dagli anni Cinquanta ai Duemila una galleria di ritratti Mario Monicelli
Mario Monicelli, settant'anni dietro la cinepresa
 
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La giornata mondiale contro l'omofobia, un'occasione per riflettere – 'U  SCRUSCIU

Perché oggi si celebra la Giornata contro l'omofobi istituita da Nazioni Unite e Unione europea nel 2004.​

La Giornata internazionale contro l'omofobia, la transfobia e la bifobia è stata istituita nel 2004 dalle Nazioni Unite e dall'Unione europea a 14 anni dalla decisione del 17 maggio 1990 di rimuovere l'omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall'Organizzazione mondiale della sanità.​

La giornata internazionale contro l'omofobia si celebra tutti gli anni appunto il 17 maggio in ricordo della data in cui l’Oms definì per la prima volta nella storia l’omosessualità come "una variante naturale del comportamento umano". In questo modo, terminarono i trattamenti medici e psichiatrici per curare l’omosessualità. Molto è stato fatto, in questi anni, contro ogni forma di intolleranza e discriminazione basata sull'identità di genere ma nonostante ciò sono ancora 72 i paesi nel mondo che sanzionano penalmente l'orientamento sessuale.​

L'Italia, nell'ottobre 2017 è entrata a far parte del "Core Group LGBTI", un gruppo interregionale di Paesi e organizzazioni, per promuovere i temi della lotta alla discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale e della tutela dei diritti delle persone LGBTI(Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) in ambito Onu.​

L'Italia inoltre supporta attivamente la Dichiarazione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite su "diritti umani, orientamento sessuale e identità di genere" del 2008 ed è parte dell'Equal Rights Coalition, piattaforma di cooperazione tra Paesi che mira allo scambio di informazioni e buone pratiche e al coordinamento dell'azione globale in tema di diritti LGBTI, nonché partner del Global Equality Fund, fondo intergovernativo che si propone di finanziare progetti a tutela.​


Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella © ANSA
"Omofobia, bifobia e transfobia costituiscono un'insopportabile piaga sociale ancora presente e causa di inaccettabili discriminazioni e violenze, in alcune aree del mondo persino legittimate da norme che calpestano i diritti della persona".
Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in occasione della Giornata internazionale contro l'omofobia, la transfobia e la bifobia.

"Dal 2007, quando venne istituita dal Parlamento Europeo la Giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia - sottolinea il capo dello Stato - la sensibilità della coscienza collettiva verso questi temi si è accentuata. L'azione di contrasto ai numerosi episodi di violenza che la cronaca continua a registrare non può cessare".​

"Contro le manifestazioni di intolleranza, dettate dal misconoscimento del valore di ogni persona - aggiunge - deve venire una risposta di condanna unanime. È compito delle istituzioni elaborare efficaci strategie di prevenzione che educhino al rispetto della diversità e dell'altro, all'inclusione. Gli abusi, le violenze, l'intolleranza, calpestano la Carta dei Diritti fondamentali dell'Unione europea e la nostra Costituzione che proprio nell'articolo 3 riconosce pari dignità sociale, senza distinzione di sesso, di tutti i cittadini, garantendo il pieno sviluppo della persona umana".​

Il presidente del Senato Ignazio la Russa sottolinea che "in molte, troppe Nazioni, ancora oggi l'omosessualità è considerato un reato, punibile addirittura con la morte. Il mio auspicio è che la comunità internazionale faccia sentire forte il suo dissenso perché è inaccettabile qualunque forma di discriminazione o violenza derivante dagli orientamenti sessuali di una persona. I diritti non si calpestano".​

Per la presidente della Commissione di vigilanza Rai Barbara Floridia "èf ondamentale garantire sempre la libertà di amare chi si vuole e di vivere in uno Stato che
garantisca i diritti di tutte e di tutti, senza discriminazioni. Oggi, giornata internazionale contro l'omofobia, la transfobia e la bifobia, è l'occasione giusta per ricordarlo e per
sollecitare tutti i soggetti coinvolti, dal mondo della scuola a quello dell'informazione, a fare la propria parte. La violenza di matrice omofoba, sia essa fisica o verbale o espressa in termini di discriminazione, deve essere espulsa dalla nostra idea di società".​

"La Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia ci ricorda quanto sia necessario e doveroso l'impegno della politica e delle istituzioni nel contrasto all'odio e alla violenza per motivi legati all'orientamento sessuale e all'identità di genere delle vittime", commenta Alessandro Zan, deputato e responsabile diritti della segreteria nazionale del Partito Democratico, ricordando che "l'Italia è scivolata al 34esimo posto nella lista dei Paesi Europei per tutela dei diritti lgbtqia+ anche per precisa strategia politica e responsabilità del governo Meloni".​

"Gli attacchi continui e i discorsi d'odio di molti esponenti di governo - prosegue Zan - sono responsabili di un arretramento del nostro Paese sul piano dell'inclusione e della piena uguaglianza di tutti i cittadini, in particolare colpendo i diritti dei figli delle famiglie arcobaleno e acuendo una discriminazione odiosa e inaccettabile. Il Partito Democratico è e sarà in prima linea, non solo per denunciare e bloccare il tentativo della destra, in linea con i Paesi di Visegrad, di ridurre e comprimere i diritti della cittadinanza lgbtqia+, ma anche per portare avanti in Parlamento e nella società civile la battaglia per la piena uguaglianza e per la piena inclusione di tutte e tutti".​



Ursula von der Leyen © AFP

Von der Leyen, 'l'Ue difenderà sempre i diritti LGBTQ+'​

Messaggio su twitter: "Siate orgogliosi di chi siete!"​

"Siate orgogliosi di chi siete! Sono orgogliosa di essere al fianco della comunità LGBTQ+.

Oggi e ogni giorno. L'Ue continuerà a difendere i vostri diritti". Lo ha scritto su Twitter la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen celebrando il giorno internazionale contro l'omofobia.​

FONTE ANSA​




 
Franco Battiato è stato un miracolo letterario e musicale | Rolling Stone  Italia


Un anno fa, il 18 maggio del 2021, ci lasciava Franco Battiato, cantautore coltissimo nell'arco della sua carriera ha abbracciato gli stili musicali più vari: dal pop al rock progressivo, dalla canzone d'autore alla musica ed elettronica. Il suo primo disco, Fetus, è del 1972 ma il successo arriva qualche anno più tardi: nel 1979 con L'era del cinghiale bianco e soprattutto nel 1981 con La voce del padrone che contiene pezzi quali Bandiera bianca, Cuccurucucù e Centro di gravità permanente, per citare i più famosi.



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Enzo Tortora: L'Uomo Che Sfidò La Malagiustizia | aivm.it


35 anni fa l’addio a Enzo Tortora​


"Dunque, dove eravamo rimasti? Potrei dire moltissime cose e ne dirò poche. Una me la consentirete: molta gente ha vissuto con me, ha sofferto con me questi terribili anni. Molta gente mi ha offerto quello che poteva, per esempio ha pregato per me, e io questo non lo dimenticherò mai ... Un'altra cosa aggiungo: io sono qui, e lo so anche, per parlare per conto di quelli che parlare non possono, e sono molti, e sono troppi". (Enzo Tortora 20 febbraio 1987)
Quando nel 1977 Enzo Tortora arriva alla conduzione di Portobello, una trasmissione che rivoluzionerà la storia della televisione in Italia, è già da oltre 20 anni un personaggio di successo, come testimoniano i molti servizi, sia audiovisivi che fotografici, che possiamo trovare nell'archivio e il fatto che ha condotto La Domenica sportiva, una delle più importanti trasmissioni televisive allora in programma.
Nel 1983, all'apice del successo, il presentatore genovese viene arrestato con l'accusa, rivelatasi in seguito totalmente infondata, di associazione camorristica e traffico di droga. Gli ultimi cinque anni della sua vita li trascorse combattendo privatamente e pubblicamente per dimostrare la sua innocenza. Innocenza che gli venne riconosciuta nel settembre del 1986 quando la Corte d'Appello di Napoli, rovesciando la sentenza di primo grado, lo assolse con formula piena da ogni accusa. Ammalatosi di tumore e provato nel fisico e nella psiche Tortora morì due anni più tardi.














 

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GIORNATA MONDIALE DELLE API​

Il 20 maggio si festeggia la Giornata mondiale delle api. In questo giorno si celebra un'importante ricorrenza per sensibilizzare le persone sull'importanza delle api e degli insetti impollinatori.




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La Costituzione entra in fabbrica​

Cinquant'anni fa, il 20 maggio del 1970, entra in vigore lo Statuto dei lavoratori, approvato dal Parlamento sei giorni prima. Per la prima le garanzie previste dalla nostra Costituzione varcano i cancelli delle fabbriche.

 
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La città di Milano celebra, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il 150esimo anniversario della morte di Alessandro Manzoni.
"Oggi, a 150 anni di distanza, la figura di Alessandro Manzoni si staglia come una delle personalità più rilevanti dell'intera storia della nostra città e del nostro Paese - ha ricordato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala nel suo podcast quotidiano 'Buongiorno Milano' dedicato allo scrittore - Non è personaggio semplice, certamente. Ma non è neanche quella figura impolverata e lontana dalla vita che una certa tradizione accademica e pubblicistica italiana ha consegnato all'opinione pubblica e, soprattutto, ai più giovani".

Alessandro Manzoni "è un vero Milanese d'Europa, uno scrittore che da piazza Belgioioso ha esercitato tramite le sue opere e il suo pensiero un fascino e un interesse difficilmente imitabili nella storia del nostro Paese", ha aggiunto.
Milano per celebrare i 150 anni dalla morte dello scrittore ha promosso un palinsesto di eventi che coinvolge le principali istituzioni culturali della città, da Casa Manzoni, al Duomo, alla Pinacoteca di Brera. "Si tratta dunque di un'occasione preziosa, che verrà inaugurata oggi dalla visita del presidente della Repubblica a Casa Manzoni a ribadire la riconoscenza che l'Italia e la sua lingua vogliono tributare a questo grande figlio della nostra città", ha concluso il sindaco. (ANSA).

Ep.110 - Le celebrazioni per Manzoni



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Il parlamento italiano approva la legge che disciplina l’aborto​


Il 10 giugno 1977 si svolge a Roma una manifestazione, indetta dall'UDI e da tutti i collettivi femministi, per protestare contro la bocciatura in Senato della legge sull'aborto. Di fatto quel voto ritardò di un anno l'approvazione della legge per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza, la legge 194 del 22 maggio 1978.
Ricordato spesso solo come un decennio violento, in realtà gli anni Settanta fecero compiere al nostro paese notevoli passi in avanti contribuendo al suo svecchiamento. Nel 1970 veniva approvato lo Statuto dei lavoratori che per la prima volta portò la Costituzione all'interno delle fabbriche. Nel 1974 un'ampia maggioranza respinse il tentativo di cancellare tramite referendum la legge sul divorzio approvata cinque anni prima. Nel 1978, solo 9 giorni prima della 194, venne approvata la legge 180 sulla disciplina delle struttre manicomiali.
La legge sull'aborto venne sottoposta a referendum nel 1981 che la confermò nella sua interezza. Da allora non ha mai smesso di essere fonte di polemiche tra quanti vorrebbero limitarla, se non addirittura abolirla, e quanti invece ne chiedono la piena applicazione, rivedendo il ruolo dei medici obiettori di coscienza che spesso lasciano intere regioni del paese senza presidi per l'interruzione della gravidanza. Il punto più delicato, ancora oggi, sembra però essere la difficile accettazione da parte di molti del fatto che la maternità debba essere una scelta libera e consapevole delle donne.
 
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Il 24 Maggio 1900 nasce a Napoli Eduardo De Filippo​


Uno spettacolo di varietà in un insolito scenario​



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Reparto Guerra / Esercito - Val Giorgina (Trieste) - Ermesburgo - Spettacolo arte varia per militari - Compagnia "Latilia e De Filippo"

Eduardo De Filippo recita di fronte a un vasto pubblico di militari -
data: 02.08.1940
 
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