Certo.
Ce ne sono mille di altri problemi, ma visto che qualcuno sosteneva che i prezzi sarebbero crollati dai 10/20 euro al lt. attuali..beh meglio che inizi ad aprire gli occhi.
Poi che in Europa comandi la Germania non lo scopriamo certo oggi, forse qualcuno con le fette di prosciutto sugli occhi credeva non funzionasse così..
Sinceramente trovo il tutto esagerato, ma non solo, lo trovo molto poco coerente. La Germania ha fatto bene e l'Italia dovrebbe spingere altrettanto.
Agevolo un po' di storia che aiuta a comprendere quanto sostengo:
- 2009, la UE pubblica la Renewable Energy Directive. Direttiva quadro (poi recepita in maniera customizzata dagli Stati) sulle rinnovabili. In sostanza la direttiva pone obiettivi rinnovabili generici (lasciando agli stati la metodica per traguardarli), ma già allora pone il focus sui trasporti. L'elettrico era ancora un'idea perciò furono spinti i biocarburanti;
- 2018, la UE pubblica il "recast" della RED, chiamata REDII. In breve si alzano gli obiettivi un po' ovunque, sui trasporti rimane il focus che obbliga una certa immissione di biocarburanti, indicando anche obblighi per gli "avanzati" ossia prodotti da scarti e simili. Non solo, la Direttiva cita la possibilità di raggiungere gli obblighi con Recycled Carbon Fuels (carbonio riciclato, pensiamo ad esempio a fuel che derivano dalle plastiche) oppure dai Renewable Fuels of Non Biological Origin (RFNBO, nome vago, che include idrogeno, ma anche tutti i fuel sintetici tipo quelli tedeschi);
- 2018-2023: gli Stati Membri recepiscono la REDII. Per farlo sostanzialmente spingono a livello nazionale la produzione di biocarburanti visto che H2 e e-Fuels, sebbene consentiti in normativa, non sono ad oggi certificabili e quindi non rispondono agli obiettivi nazionali. L'Italia, in particolare, ha appena varato l'obbligo di immissione in consumo di 300k annue (+100k anno di aumento fino al 2030) di biocarburanti in purezza;
- 2023, la REDIII è alle porte, le bozze sono consultabili e l'iter legislativo è prossimo al termine. Cosa dice la REDIII? Che tra si alzano gli obblighi per i biocarburanti (specie per gli avanzati), si riconosco i RCF e RFNBO, ma soprattutto che sarà introdotto un obbligo specifico per gli RFNBO.
Perché sto pippone?
Perché se la CE spinge per 15 anni (ma anche 25, in prospettiva 2035) per sviluppare determinate filiere, in primis i biofuels, è demenziale che poi li vada a castrare nella sua applicazione.
Prima che mi venga obiettato, lo so benissimo che l'intento primario è indirizzare la produzione verso fuel per l'aviazione, per la marina e per il trasporto pesante (anche se in questo caso le norme sui veicoli sembrano parenti di quelle per le auto leggere).
L'industria però non è un giocattolo, ha i suoi tempi e richiede investimenti per modificarsi. Se per 10 anni spingi per produrre biocarburanti simili al gasolio, non è che di colpo si possa trasformare tutto in kerosene.
Allo stesso tempo, c'è un punto economico. Oggi i biocarburanti sono mescolati col fossile, risultando trasparenti all'utente. Il costo maggiore è principalmente pagato dallo stato, sebbene una parte sia ribaltata al consumatore. Negare oggi ulteriori sviluppi per le automobili (e ripeto, pure i mezzi medi e forse pesanti vedranno andazzo simile) significa aggravare le difficoltà di immissione dei biocarburanti rallentandone lo sviluppo, dato che è improbabile vedere cospicui investimenti con la prospettiva di pesanti riduzioni entro 10 anni.
Se poi dovessimo essere onesti, ci sarebbe un punto ambientale piuttosto importante.
Oggi i biocarburanti consentono di ridurre le emissioni subito, senza troppe modifiche. L'HVO prodotto da Eni, per esempio, è tecnicamente un ottimo carburante, molto meglio del classico biodiesel, e può essere usato sia puro che in miscela abbastanza discrezionale col gasolio.
Questo per dire che mentre sono 20 anni che il tasso di sostituzione delle auto cala in Italia e l'auto elettrica non potrà che vedere tempi molto lunghi di rimpiazzo del parco circolante (ben oltre il 2035), le soluzioni parallele non vanno escluse. Questo perché banalmente mantenerle in vita consente di renderle più efficienti e dà il tempo di convertire gradualmente le produzioni verso i settori cd. "hard to abate".
Capitolo costi. Sono alti per tutti i fuel alternativi.
I biocarburanti costano meno di altri, ma oggi sono relativamente poco scalabili a causa della limitata disponibilità di materia prima. Non si possono però escludere miglioramenti tecnologici che rendano trattabili più materie, ne economie di scala che fanno sempre bene.
Gli RFNBO invece sono totalmente dipendenti dalle rinnovabili. Oggi costano uno spavento, tra 10 anni verosimilmente meno. Tra 20 potrebbero iniziare ad avere costi e volumi competitivi se vengono mantenute le traiettorie di crescita rinnovabile.