Al tempo dell'URSS nel territorio ucraino c'erano 1.900 testate atomiche

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

harley-law

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Ognuna potente come 50 atomiche di Hiroshima... quindi quasi 100mila Hiroshima...La follia dell'essere umano

Rischio missili sulla fabbrica nucleare ucraina: se ci colpiscono come 3 Hiroshima- Corriere.it

E perché lo racconta al «Corriere»? Non ha paura che i russi bombardino?

«Qui era tutto sovietico, ricorda? Lo sanno i russi e gli americani. Avevamo 1.900 testate atomiche in Ucraina quando l’Urss si è dissolta. Ogni testata aveva la potenza di 50 bombe di Hiroshima. Le abbiamo date tutte a Mosca in base al Memorandum di Budapest del 1994. Era tutto un elogiarci per aver aderito al trattato di non proliferazione nucleare. Qui a Pavlograd ci sono rimasti i missili che trasportavano le bombe e li dobbiamo smantellare. Per un po’ hanno pagato gli americani, adesso spendiamo 20 milioni l’anno di tasca nostra».

Ed è un lavoro difficile?

«I missili avevano tre fasi. Da 50, da 30 e da 17 tonnellate di combustibile solido. Dobbiamo ancora svuotare i fusti da 50 tonnellate l’uno».

È un problema?

«Il combustibile solido dei missili è un esplosivo. E qui ce ne sono svariate milioni di tonnellate. Se venisse colpito da una bomba addio a tutti».

Saranno in bunker sotterranei.

«No, semplici capannoni refrigerati».

Non è pericoloso?

«Due giorni fa è caduta a 800 metri una bomba russa ed ha incendiato un prato dove pascolavano bufali, cervi e cinghiali che teniamo come verifica di eventuali inquinanti. Se avesse centrato uno dei magazzini dei missili, addio a tutto e a tutti nel raggio di 150 chilometri. L’enorme nube tossica di acido cloridrico che si sprigionerebbe dall’esplosione ucciderebbe lentamente 3 o 4 milioni di persone e causerebbe una catastrofe ecologica”.

Follia.

«Credo che i russi abbiano sbagliato a sganciare, ma il problema è che noi non sapevamo di dover proteggere i missili da una guerra. Nel Memorandum c’era scritto che, rinunciando alle atomiche, l’Ucraina aveva la garanzia della sicurezza e dell’integrità territoriale. Si parlava anche di astensione dall’uso della forza o della pressione economica nei nostri confronti. I firmatari non erano San Marino o il Principato di Monaco, ma Russia, Stati Uniti e Gran Bretagna».

Lei c’era?

«Ero nel team negoziale e sono orgoglioso della denuclearizzazione dell’Ucraina, ma pentito di aver restituito i missili».

Non sono qui da smantellare?

«Solo gli intercontinentali. Quelli tattici, X55, X101, e quelli nucleari SS21 e SS22 li abbiamo consegnati alla Russia. Assieme ad aerei come Tu-22 e Tu-160 che adesso volano sulle nostre città e ci bombardano con i missili che gli abbiamo dato noi. Molto pentito».

Perché quella scelta?

«C’era chi voleva rinunciare a tutto e chi voleva tenersi qualcosa, come garanzia, almeno per 15 o 20 anni. Il primo gruppo ha vinto perché fortemente pressato dagli Usa e anche dalla Russia. Non credo li perdonerò mai».
 
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