I commenti qui li trovo molto stimolanti, a prescindere dai punti di vista: chiaramente ci sta che ognuno abbia le proprie visioni e si possa essere talvolta d'accordo e talvolta in disaccordo. Ma è anche per il piacere di confrontarsi.
Vorrei ribadire una premessa: io sono appassionato della produzione di Boetti a Tutto Tondo (cit), quindi in modo trasversale dagli inizi fino alle ultimissime opere. Mi capita di scrivere più spesso sugli "ARAZZI" perchè sono quelli che sono più diventati "mediatici".
Evidentemente è una tipologia di opera che adoro e di cui sono estimatore e immodestamente anche buon conoscitore sia per quanto riguarda le opere che il loro mercato nel tempo.
Non conosco le letture di cui parla
@Stefano Perrini ma può essere che alcuni miei ragionamenti vi siano prossimi.
Sono diversi anni che scrivo sul forum in merito alle potenzialità di mercato delle opere di Boetti e molto spesso ho appunto scritto sugli "arazzini". Se si va a cercare indietro,
anni fa già scrivevo che non mi sarei stupito di vedere un arazzino a 100.000 euro.
E non ero nemmeno il solo.
Viceversa, per la maggiorparte dei frequentatori già 20.000 euro (così costavano) erano troppi e profetizzavano crolli e addirittura carriolate.
Addirittura c'era qualcuno convinto (e magari c'è chi ne è convinto tutt'ora) che io scrivessi queste cose per chissà quali interessi occulti o legami con chissà quali organizzazioni...
Ma lasciando perdere queste fantasiose elucubrazioni, come mai avevo "azzeccato" le previsioni? Semplicemente perchè Boetti è un artista su cui sono specializzato sia sotto il profilo storico-artistico che di mercato.
La maggiorparte dei collezionisti conosce molti artisti in modo più o meno superficiale, mentre io ne conosco pochi ma piuttosto approfonditamente.
Quindi, nessuna sfera di cristallo, ma banalmente la consapevolezza della dimensione di Boetti sia sotto il profilo storico-artistico che sotto quello dell'internazionalità del suo collezionismo.
E aggiugerò di più:
ancora in pochi hanno capito la dimensione di Boetti.
Nel frattempo, rispetto a quando costavano 20.000 euro, oggi la percezione degli "arazzini" è completamente cambiata.
Pur avendo immaginato gli attuali traguardi, non mi sarei sinceramente aspettato di vederli raggiunti in tempi così brevi, nè con queste accelerazioni.
Eppure siamo qui.
E la cosa mi fa ovviamente molto piacere.
Non so se la molla siano stati gli attuali record multi milionari. In parte probabilmente si, ma in realtà dal periodo covid in avanti la crescita è stata costante - quanto inaspettata in un momento così assurdo - quindi i record potrebbero avere contribuito a dare lo slancio per le aggiudicazioni di questi ultimi due mesi.
A me sembra che proprio a livello internazionale (oltre che italiano) sia arrivata questa nuova percezione su Boetti e in particolare sulle sue opere più riconoscibili, che sono i ricami: Arazzi, Mappe, Tutto.
Anche io avevo ragionato sul fatto che, come ha scritto anche Stefano, sia subentrata anche la dimensione "Status Symbol", ma questa è una componente che vale per tutte le opere iconiche degli artisti più importanti al mondo, da Picasso a Warhol, da Van Gogh a Klimt.
Mi viene da dire: s
e un'opera d'arte diventa anche status symbol, benvenga!
Non è che quello le tolga nulla sotto il profilo storico-artistico, casomai le aggiunge un'aura anche collezionistica.
Il discorso di "salire sul carro", non so, ci può stare e anche no, dipende da come si interpreta il concetto.
Nel senso che: comperare qualsiasi opera importante di qualsiasi artista di primo piano allora è "salire sul carro". Evidentemente dipende dal carro...
Io su certi carri non ci salirei mai, mentre su quello di Boetti assolutamente si. Anche perchè sono 20 anni che ci sono salito e ci sto comodamente seduto.
Comperare un disegno significativo di Picasso a 1 milione è "salire sul carro"...? E un "Flowers" di Warhol a 3-400.000 euro?
Tornando un attimo indietro, sottolineerei che il concetto che si è profondamente modificato in 20 anni su Boetti - e in particolare su Arazzi, Mappe, Tutto, e aggiungerei finalmente qualche carta! - è la percezione.
Posso dire che la mia da 20 anni è rimasta immutata, perchè la dimensione di Boetti l'avevo capita allora, ma per granparte delle persone è profondamente cambiata.
In moltissimi oggi hanno compreso quanto fondamentale sia Boetti. E lo amano e se possono lo collezionano.
Altri lo collezionano magari per status symbol, ci può stare, o pur conoscendolo superficialmente ne sono affscinati.
Altri, che avrebbero potuto comperarlo a "poco" anni fa oggi non si capacitano dell'occasione mancata.
Alcuni, che non lo hanno approfondito, non hanno chiara la dimensione dell'artista e lo sottovalutano, e forse pensano che chi lo paga certe cifre sia matto.
E poi ci sono alcuni che non solo non si capacitano, ma proprio non si danno pace.
Certo, queste cose valgono per tanti artisti, ma per vari motivi su Boetti tutto si concentra e si amplifica.