Alighiero Boetti III

Sinceramente queste opere neppure nel mio caso rientrano tra le preferite, oltretutto mi danno l'impressione di essere un po' ripetitive.

Dopo questa esternazione che avrà sicuramente cambiato la giornata di tutti i lettori, ribadisco l'attesa per "Boetti - le carte anni 70" di Biagio... lì si collocano i miei cicli preferiti!!!
 
Sinceramente queste opere neppure nel mio caso rientrano tra le preferite, oltretutto mi danno l'impressione di essere un po' ripetitive.

Dopo questa esternazione che avrà sicuramente cambiato la giornata di tutti i lettori, ribadisco l'attesa per "Boetti - le carte anni 70" di Biagio... lì si collocano i miei cicli preferiti!!!
OK!OK!OK!

Appena posso, ben volentieri partecipo alla condivisione sull'argomento delle Carte anni '70, periodo che è in assoluto più nelle mie corde passionali, e a dir poco fervido e creativo, con tantissimi cicli anche molto diversi tra loro seppur nella costante "unità di varietà", come recita una delle frasi di Boetti. :)

Naturalmente se qualcuno si fa avanti prima, la cosa sarebbe molto gradita!
 
Nel frattempo, aspettando di vedere cosa ci sarà ad Artefiera la prossima settimana, nella newsletter della galleria Poleschi / Ambrosiana, c'è una loro anteprima che include un'opera piuttosto rara, ossia un ricamo Kabul del 1979, Tocchi e Rintocchi, che esporranno a Bologna.

Certamente si tratta di un pezzo che ormai si può tranquillamente definire di alto livello collezionistico, e la richiesta economica - che più o meno posso provare ad immaginare - andrà di conseguenza.
Screenshot 2023-01-26 at 20-02-40 (437 non lette) - e.paticchio@yahoo.com - Yahoo Mail.png
 
Nel frattempo, aspettando di vedere cosa ci sarà ad Artefiera la prossima settimana, nella newsletter della galleria Poleschi / Ambrosiana, c'è una loro anteprima che include un'opera piuttosto rara, ossia un ricamo Kabul del 1979, Tocchi e Rintocchi, che esporranno a Bologna.

Certamente si tratta di un pezzo che ormai si può tranquillamente definire di alto livello collezionistico, e la richiesta economica - che più o meno posso provare ad immaginare - andrà di conseguenza.Vedi l'allegato 2874815
secondo me richiesta 150k
 
Biagio, per favore, mi spieghi il significato delle opere “calligrafie” ? A quale anno si riferiscono?
Grz
 
sono d'accordo con artix 71 . Gallerie e televendite propongono arazzi "normali" 17x17 a 120k ed oltre
 
sono d'accordo con artix 71 . Gallerie e televendite propongono arazzi "normali" 17x17 a 120k ed oltre
secondo me dal dire al fare cè di mezzo un mare..Comprare un arazzo normalissimo 17 x 17 a 120k è pura follia.
la richiesta è 120k poi vai a sapere come si è conclusa la trattativa.
 
Ma essendo un Kabul non dovrebbe costare di più? Con quelle misure non si acquista un arazzo “normale”?

sono d'accordo con artix 71 . Gallerie e televendite propongono arazzi "normali" 17x17 a 120k ed oltre

secondo me dal dire al fare cè di mezzo un mare..Comprare un arazzo normalissimo 17 x 17 a 120k è pura follia.
la richiesta è 120k poi vai a sapere come si è conclusa la trattativa.

In effetti io stesso faccio fatica ormai ad individuare un prezzo di riferimento, perchè davvero vedo ovunque rialzi all'ordine del giorno, soprattutto su opere di livello qualitativo particolare o datazioni storiche o caratteristiche rare.

La settimana scorsa da Orler è andato in conferma un arazzo 17x17cm molto carino e con bella frase intorno agli 80k, cifra più bassa rispetto a quelle che ho già sentito chiederanno ad Artefiera.
120k per un 17x17 cm mi pare di non averli sentiti ancora chiedere, ma se voi lo scrivete mi fido!

Chiaramente un Kabul del 1979 22x24 è opera di livello molto più alto. Lo è sempre stato per chi è appassionato/conoscitore, e oggi mi pare che questo sia stato riconosciuto da una platea sempre più ampia.

Quindi ci sta che la richiesta possa essere più corposa di quanto io abbia potuto immaginare!

Del resto, proprio ieri ho intravisto da Orler un Kabul presentato dal buon Faccenda e confermato in pochi minuti, a una cifra ben superiore, ma straordinario per bellezza, ricamo e frase. Veramente stupendo.
 
secondo me dal dire al fare cè di mezzo un mare..Comprare un arazzo normalissimo 17 x 17 a 120k è pura follia.
la richiesta è 120k poi vai a sapere come si è conclusa la trattativa.
Buongiorno, com’è ho già detto altre volte, ognuno è libero di spendere i propri danari come vuole; anche buttarli dalla finestra , quindi il mio pensiero, sicuramente non condiviso dalla maggioranza, è che non acqueterei mai un opera non eseguita materialmente dall’artista, ma solo pensata
 
Buongiorno, com’è ho già detto altre volte, ognuno è libero di spendere i propri danari come vuole; anche buttarli dalla finestra , quindi il mio pensiero, sicuramente non condiviso dalla maggioranza, è che non acqueterei mai un opera non eseguita materialmente dall’artista, ma solo pensata
Credo che quello che scrivi sia una cosa che possono pensare tantissime persone e anche collezionisti, legati al concetto di manualità esecutiva degli artisti.

Questo lecito orientamento prende in considerazione però quasi esclusivamente le opere di matrice pittorica o poco più.
Boetti nel suo è stato un precursore, e oggi tantissimi artisti demandano l'esecuzione delle proprie opere (alcuni anche di quelle pittoriche!).
Ma se si pensa alla scultura, la quasi totalità ad esempio è storicamente demandata a terzi: i bronzi - anche antichi - sono tutti eseguiti dai fonditori e non dagli artisti, e pure i marmi sono quasi sempre realizzati dagli scalpellini.
A parte Michelangelo o Bernini, molti altri realizzavano i gessi sulla base dei quali poi gli scalpellini realizzavano i marmi e magari il Maestro interveniva con qualche tocco finale.
La maggior parte delle sculture di Canova furono realizzate da scalpellini di bottega sui modelli in gesso fatti da Canova.
Eppure giustamente sono a tutti gli effetti opere di Canova.
Idem si potrebbe dire per le botteghe medievali e rinascimentali da Giotto al Verrocchio.

Tutto sommato le distanze concettuali si dilatano e si comprimono...
 
scusate se esco dal seminato ma vorrei farvi una domanda tecnica: nel nuovo format del forum, non è più possibile comunicare tramite PM (private mail)? Se sì, come si fa? grazie per la risposta!!
 
scusate se esco dal seminato ma vorrei farvi una domanda tecnica: nel nuovo format del forum, non è più possibile comunicare tramite PM (private mail)? Se sì, come si fa? grazie per la risposta!!
Ciao Get!
In effetti è un po' meno immediato... prova a spostare il cursore del mouse e ad andare sopra all'immaginetta della persona a cui vuoi scrivere, senza cliccare, semplicemente lo lasci sopra per un paio di secondi. Dovrebbe uscirti una sorta di "maschera" da cui puoi cliccare "Inizia nuova conversazione", che praticamente corrisponde al vecchio ""invia messaggio privato".
Se vuoi fare un test mandando un messaggino a me vai pure!!! OK!
 
Grazie Biagio, è come dici tu ma una volta scritto il messaggio non viene indicato come inviarlo. Scusami ma con la tecnologia ho un pessimo rapporto!!
 
Grazie Biagio, è come dici tu ma una volta scritto il messaggio non viene indicato come inviarlo. Scusami ma con la tecnologia ho un pessimo rapporto!!
Nemmeno io sono proprio portatissimo, anzi ho una sorta di repulsione tecnologica...
Comunque ho fatto un test e ti ho scritto un messaggio. Fammi sapere se lo ricevi!

Prova a fare così:
- vai con il cursore sopra all'immaginetta dell'utente
- compare una sorta di finestra
- clicca Nuona Conversazione
- si apre una pagina su cui puoi scrivere il testo
- per inviare clicca il tasto blu "Nuona Conversazione"

PS. poi possiamo rimuovere questi post magari potremmo fare un 3D con queste info perchè effettivamente non è proprio immediato..

01.jpg


Inviare il messaggio:

02.jpg
 
Presentazione del II vol. Catalogo a Milano

Mercoledì 1 febbraio alle ore 18.30 in Triennale Milano si terrà la presentazione del secondo volume del terzo tomo del Catalogo generale di Alighiero Boetti.

Oltre ad Agata Boetti, e all’insieme dello staff dell’Archivio Alighiero Boetti, interverranno alla presentazione Laura Cherubini, critica, curatrice e professoressa presso l’Università di Brera, Francesco Guzzetti, ricercatore e professore presso l’Università di Firenze, Gianni Michelagnoli, mercante storico e grande amico di Boetti, Francesco Stocchi, critico d’arte e curatore presso il Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, e Fosco Valentini, artista e assistente di Alighiero Boetti durante gli anni Ottanta.

Il lavoro di catalogazione, intrapreso dall’Archivio Alighiero Boetti con la casa editrice Electa, prosegue con la seconda parte del terzo tomo relativo agli anni 1980 -1987. Comprende le numerose opere su carta sia delegate che realizzate da Boetti, la produzione dei piccoli ricami, gli aerei realizzati con tecniche miste, le edizioni e i re-made, ovvero le riprese di opere concettuali e di Arte Povera.

>> Ingresso libero previa registrazione al seguente link: Catalogo generale di Alighiero Boetti: secondo volume del terzo tomo
 
Presentazione del II vol. Catalogo a Milano

Mercoledì 1 febbraio alle ore 18.30 in Triennale Milano si terrà la presentazione del secondo volume del terzo tomo del Catalogo generale di Alighiero Boetti.

Oltre ad Agata Boetti, e all’insieme dello staff dell’Archivio Alighiero Boetti, interverranno alla presentazione Laura Cherubini, critica, curatrice e professoressa presso l’Università di Brera, Francesco Guzzetti, ricercatore e professore presso l’Università di Firenze, Gianni Michelagnoli, mercante storico e grande amico di Boetti, Francesco Stocchi, critico d’arte e curatore presso il Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, e Fosco Valentini, artista e assistente di Alighiero Boetti durante gli anni Ottanta.

Il lavoro di catalogazione, intrapreso dall’Archivio Alighiero Boetti con la casa editrice Electa, prosegue con la seconda parte del terzo tomo relativo agli anni 1980 -1987. Comprende le numerose opere su carta sia delegate che realizzate da Boetti, la produzione dei piccoli ricami, gli aerei realizzati con tecniche miste, le edizioni e i re-made, ovvero le riprese di opere concettuali e di Arte Povera.

>> Ingresso libero previa registrazione al seguente link: Catalogo generale di Alighiero Boetti: secondo volume del terzo tomo
Grazie per la condivisione!
Chi è a Milano, approfitti :)
 
Biagio, per favore, mi spieghi il significato delle opere “calligrafie” ? A quale anno si riferiscono?
Grz

Le prime CALLIGRAFIE di Boetti nascono all'inizio degli anni '70.

Sono opere concettuali incentrate sugli argomenti della scrittura, della percezione, della parola, in alcuni casi della classificazione.
C'è anche sempre qualcosa di ironico e giocoso, oltre che di poetico e di pensiero.

Queste che posto qui di seguito sono due tra le opere più celebri tra le Calligrafie.

Per me sono un po' opere leggendarie, avendole viste da sempre pubblicate sui libri più importanti dedicati a Boetti, ed essendo state incluse nelle sue maggiori esposizioni retrospettive.

Partendo dalle più datete, a guardarle, queste due opere del 1971 e 1972 sono visivamente molto diverse, ma in effetti ciò che le accomuna è proprio la Calligrafia, mentre si differenziano per il "meccanismo" con cui sono concepite.

Ma il primo "strato" che è evidente per entrambe è appunto quello visivo, quello della bella calligrafia, la cui esecuzione fu in entrambi i casi affidata ad un calligrafo.

Boetti sosteneva che per lui - da destrorso - scrivere con la sinistra fosse disegnare, quindi nelle opere da lui stesso eseguite vediamo comparire dei testi che scritti con la sinistra diventano anche "decorativi", ma nel caso delle Calligrafie eseguite da calligrafi, sicuramente si può dire che pur eseguite con la destra rientrino a pieno titolo nel disegno, nella dimensione quindi dell'estetica.

La seguente Calligrafia del 1971 è legata ad un meccanismo di classificazione, legato alla casualità e alle coincidenze, quindi anche al gioco.
Boetti parte dal proprio numero telefonico e va a ricercare sui vari elenchi chi siano gli intestatari del medesimo numero telefonico in altre città italiane, dopo di che li ordina in una lista in base all'ordine alfabetico.
Di questi soggetti sconosciuti e lontanissimi, Boetti trova questo casuale punto di incontro. Una "felice coincidenza".

Screenshot 2023-01-28 at 16-44-16 Alighiero Boetti Calligrafia (1971) Available for Sale Artsy.png


Quest'altra Calligrafia del 1972 mette invece in atto un meccanismo (s)compositivo legato all'anno di esecuzione, ossia il 1972.
Il modello di quest'opera è un celeberrimo lavoro del 1970 "EMMEIELLEENNE..." (eseguito nelle varianti in ghisa e in legno).

In questo caso, la data di esecuzione si "nasconde" nella sua trasformazione da numero a lettera, diventando "millenovecentosettantadue" scritta lettera per lettera in verticale, modalità di scrittura che poi sarà utilizzata l'anno successivo con gli arazzi ricamati a Kabul.
Il soggetto, nascosto dietro alla Calligrafia, è la data, tema centrale e ricorrente nella ricerca di Boetti, basti pensare ai successivi Calendari ma anche a moltissimi altri lavori dedicati al tempo.

Una data circoscritta in un quadrato, che è poi lei stessa un quadrato magico di cinque lettere per cinque, esattamente come sarà poi concepita la celebre frase "Cinque x Cinque Venticinque".

Screenshot 2023-01-28 at 16-45-13 Thumbnails - Alighiero Boetti - Italian Postwar - Sprovieri ...png


Successivamente, negli anni '80, Boetti intraprende un nuovo ciclo di Calligrafie, questa volta in seguito alle suggestioni derivanti dai suoi viaggi in Giappone.

Queste nuove opere vengono eseguite usando l'antica tecnica giapponese della piegatura della carta di riso, e una volta eseguita la piegatura Boetti fa eseguire ad un Maestro Calligrafo la scrittura di un ideogramma con l'inchiostro nero.
Il passaggio successivo è la dilatazione e frammentazione di quella scrittura, tramite la ri-stesura dell'intero foglio, che lascia quindi delle interruzioni all'interno dell'ideogramma, in qualche modo celandone il significato e presentando una nuova realtà visiva e che crea una sorta di nuovi spazi di pensiero.

Gli elementi al centro di questi lavori sono sempre la parola, la scrittura, la sua raffigurazione, la sua lettura, conoscendo le regole del gioco.


Le frasi boettiane che secondo me riassumono al meglio il concetto di queste nuove Calligrafie sono "Piegare e spiegare" e "Svelare e rivelare".

Una delle opere più famose e rappresentative di questo ciclo è "Vento", del 1985. Emozionante! :)

Vento-1985-inchiostro-di-china-su-carta-di-riso-cm-185-X-95.jpg
 
Le prime CALLIGRAFIE di Boetti nascono all'inizio degli anni '70.

Sono opere concettuali incentrate sugli argomenti della scrittura, della percezione, della parola, in alcuni casi della classificazione.
C'è anche sempre qualcosa di ironico e giocoso, oltre che di poetico e di pensiero.

Queste che posto qui di seguito sono due tra le opere più celebri tra le Calligrafie.

Per me sono un po' opere leggendarie, avendole viste da sempre pubblicate sui libri più importanti dedicati a Boetti, ed essendo state incluse nelle sue maggiori esposizioni retrospettive.

Partendo dalle più datete, a guardarle, queste due opere del 1971 e 1972 sono visivamente molto diverse, ma in effetti ciò che le accomuna è proprio la Calligrafia, mentre si differenziano per il "meccanismo" con cui sono concepite.

Ma il primo "strato" che è evidente per entrambe è appunto quello visivo, quello della bella calligrafia, la cui esecuzione fu in entrambi i casi affidata ad un calligrafo.

Boetti sosteneva che per lui - da destrorso - scrivere con la sinistra fosse disegnare, quindi nelle opere da lui stesso eseguite vediamo comparire dei testi che scritti con la sinistra diventano anche "decorativi", ma nel caso delle Calligrafie eseguite da calligrafi, sicuramente si può dire che pur eseguite con la destra rientrino a pieno titolo nel disegno, nella dimensione quindi dell'estetica.

La seguente Calligrafia del 1971 è legata ad un meccanismo di classificazione, legato alla casualità e alle coincidenze, quindi anche al gioco.
Boetti parte dal proprio numero telefonico e va a ricercare sui vari elenchi chi siano gli intestatari del medesimo numero telefonico in altre città italiane, dopo di che li ordina in una lista in base all'ordine alfabetico.
Di questi soggetti sconosciuti e lontanissimi, Boetti trova questo casuale punto di incontro. Una "felice coincidenza".

Vedi l'allegato 2875497

Quest'altra Calligrafia del 1972 mette invece in atto un meccanismo (s)compositivo legato all'anno di esecuzione, ossia il 1972.
Il modello di quest'opera è un celeberrimo lavoro del 1970 "EMMEIELLEENNE..." (eseguito nelle varianti in ghisa e in legno).

In questo caso, la data di esecuzione si "nasconde" nella sua trasformazione da numero a lettera, diventando "millenovecentosettantadue" scritta lettera per lettera in verticale, modalità di scrittura che poi sarà utilizzata l'anno successivo con gli arazzi ricamati a Kabul.
Il soggetto, nascosto dietro alla Calligrafia, è la data, tema centrale e ricorrente nella ricerca di Boetti, basti pensare ai successivi Calendari ma anche a moltissimi altri lavori dedicati al tempo.

Una data circoscritta in un quadrato, che è poi lei stessa un quadrato magico di cinque lettere per cinque, esattamente come sarà poi concepita la celebre frase "Cinque x Cinque Venticinque".

Vedi l'allegato 2875498

Successivamente, negli anni '80, Boetti intraprende un nuovo ciclo di Calligrafie, questa volta in seguito alle suggestioni derivanti dai suoi viaggi in Giappone.

Queste nuove opere vengono eseguite usando l'antica tecnica giapponese della piegatura della carta di riso, e una volta eseguita la piegatura Boetti fa eseguire ad un Maestro Calligrafo la scrittura di un ideogramma con l'inchiostro nero.
Il passaggio successivo è la dilatazione e frammentazione di quella scrittura, tramite la ri-stesura dell'intero foglio, che lascia quindi delle interruzioni all'interno dell'ideogramma, in qualche modo celandone il significato e presentando una nuova realtà visiva e che crea una sorta di nuovi spazi di pensiero.

Gli elementi al centro di questi lavori sono sempre la parola, la scrittura, la sua raffigurazione, la sua lettura, conoscendo le regole del gioco.


Le frasi boettiane che secondo me riassumono al meglio il concetto di queste nuove Calligrafie sono "Piegare e spiegare" e "Svelare e rivelare".

Una delle opere più famose e rappresentative di questo ciclo è "Vento", del 1985. Emozionante! :)

Vedi l'allegato 2875499
Grazie infinite Biagio!!!!!
 
Indietro