Ti racconto, velocemente, la trama del film che ho visto ieri sera su una nota TV nazionale, tratto da una storia vera dal titolo:
ALTERNATIVE AL CONTO DEPOSITO.
Enrico, ex impiegato e pensionato di 68 anni, vive con la moglie Gemma, anch’essa pensionata di 67 anni (ex operaia), in un appartamentino di proprietà nella periferia di una grande città del nord Italia. Enrico e Gemma, che si sono sposati 45 anni fa e si vogliono ancora molto bene. Come tutte le famiglie, hanno dovuto affrontare delle avversità, comunque ripagate da numerosi momenti di gioia.
La loro vita è stata scandita dall’attaccamento al lavoro e dall’onestà, evitando sempre di uscire dalle righe, tracciate dall’esperienza di una vita ed anche in parte tramandate dalle rispettive famiglie.
Enrico amministra il patrimonio mobiliare (150.000 euro circa) che rappresenta i risparmi di una vita di lavoro e sacrifici e che si è incrementato negli ultimi anni grazie alla liquidazione dei due. Entrambi sono molto restii al rischio ed Enrico, negli ultimi anni, ha sottoscritto alcuni conti deposito on line. Ogni tanto aggiorna la moglie mostrando un foglio di excel con i riepiloghi degli interessi maturati ogni anno e le scadenze dei vari CD (tutti svincolabili) perlopiù per tranquillizzarla e non certo per renderle conto. Gemma non se ne intende di “investimenti” e pertanto lascia fare al marito senza entrare troppo nel merito e limitandosi a constatare che il capitale ogni anno aumenti, seppur di poco.
Enrico è anche iscritto ad un “forum” in cui si discute, tra l’altro, anche degli interessi dei CD; per timidezza non partecipa mai alle varie discussioni. Si limita a verificare i “rendimenti dei conto deposito” per poter cogliere le migliori opportunità del momento, stando attento di diversificare il più possibile fra le diverse banche e, se possibile, scegliere quelle che presentano i migliori indicatori di solidità.
In questo thread Enrico rimase profondamente colpito dal commento scritto mesi fa da un Membro in cui si sosteneva che: i BTP sono più sicuri dei CD; i BTP rendono di più dei CD; i BTP li puoi vendere quando vuoi, senza dover attendere la scadenza del CD svincolabile; il BTP lo vendi quando vuoi ed incassi gli interessi dal giorno dell’ultima cedola maturata al giorno di vendita mentre con il CD seppur svincolabile, solitamente perdi gli interessi ecc.ecc.
Dopo giorni di riflessione e di studio sui titoli di stato, capiti gli oneri per l’acquisto/vendita, capito il rateo, capito la minusvalenza/plusvalenza alla scadenza, capito il disaggio ecc,, Enrico ha deciso quindi di aprire un conto presso una SIM on line (in modo da limitare le spese per ogni eseguito ed in modo da non pagare diritti di custodia sui titoli acquistati) e di acquistare 15.000 euro (10% del proprio patrimonio) di BTP a 8 anni con una buona cedola, calcolandosi un rendimento a scadenza superiore a quanto offerto attualmente dai migliori CD.
Dopo 15 giorni, grazie a diversi fattori, anche se non del tutto compresi, Enrico era in utile potenziale del 2% lordo (2% calcolato sull’importo investito): in 15 giorni aveva guadagnato quanto avrebbe ricavato in 1 anno investendo in CD. Entusiasta del risultato decide di acquistare un’altra tranche di BTP a 8 anni con il provento di un CD giunto a scadenza, per euro 30.000. Dopo altri 15 giorni l’utile potenziale relativo ai BTP acquistati era pari ad euro 1.000. Galvanizzato dagli utili (potenziali) realizzati in così poco tempo, decide di estinguere anticipatamente tutti i CD rimasti (perdendoci pure degli interessi) e di investire il tutto sempre in BTP a 8 anni, certo che avrebbe realizzato un utile in breve tempo che gli avrebbe permesso di regalare alla moglie un bel viaggio a Parigi, che era la cosa che più desiderava da anni. Ma sarebbe stata una bella sorpresa (!) e quindi non dice nulla, per ora, alla moglie.
Passa un mese e le cose cambiano completamente: i BTP continuano a scendere di prezzo! Per Enrico iniziano notti insonni e non si dà pace: però ragionando con un po’ di freddezza (poca) e di serenità (ancora meno), decide di tenere i BTP fino alla scadenza e quindi di non vendere nulla: incasserà gli interessi e via! Per 2 giorni riesce a non verificare il prezzo dei BTP ma al terzo giorno conteggia la potenziali perdita ed iniziano i mal di stomaco, i mal di testa, l’inappetenza…una vita d’inferno…e più i giorni passano e più sembra che le cose peggiorino. La potenziale perdita è ora pari a ben 15.000 euro (10% dell’investimento).
Avrebbe fatto bene, quantomeno, a condividere l’investimento anche con la moglie: ma invece adesso ha tutto lui sulle spalle!
Nei giorni successivi, sentendo i vari telegiornali, pensa già al peggio: clausole CACS attivate con conseguente taglio del capitale, scadenze spostate in là nel tempo, interessi tagliati. Ma soprattutto dovrebbe confessare alla moglie l’investimento fatto e dei rischi e potenziali perdite conseguenti!
Afflitto dall’ansia e dallo sconforto, inizia il forte nervosismo che si ripercuote sul rapporto con la moglie e con i (pochi) amici.
L’inflazione continua a mordere, complice, principalmente, l’aumento del prezzo del petrolio (cartello OPEC) e del prezzo del gas (Guerra Ucraina che non mostra segni di cedimento) ma anche per le tensioni politiche in seno al nostro governo e per l’acuirsi di screzi fra il nostro governo e le istituzioni europee. Inoltre la recessione italiana è molto più forte del previsto ed il debito pubblico è ormai fuori controllo, tanto che si parla già di Troika…
Dopo l’ennesima notte insonne, Enrico decide di inserire l’ordine di vendita per tutti i BTP acquistati e di portarsi a casa una minusvalenza di 15.000 euro: d'altronde meglio perdere 15.000 euro che 150.000 no???
THE END…
Il regista, come nei migliori film, lascia interpretare al pubblico quali saranno le conseguenze delle decisioni prese da Enrico (amor proprio, rapporti con la moglie, rapporto con gli amici, patrimonio falciato) e, dopo THE END, sullo schermo scorrono queste frasi:
Di fronte ad una perdita l’atteggiamento dell’investitore nei confronti del rischio cambia radicalmente.
In genere l’investitore sovrastima la probabilità di eventi improbabili.
Le perdite provocano un dolore che è molto superiore al piacere che deriva dai guadagni.
Il dolore procurato da una perdita è molto superiore al guadagno di pari entità, in media tra le 2 e le 2,5 volte.
Oltre al “dolore per la perdita” un ruolo molto importante è giocato dalla paura.
La finanza comportamentale afferma che “siamo fatti male per gestire i nostri soldi”
THE END