Alziamo la QUALITA' del FORUM. Apriamo una DISCUSSIONE sul SISTEMA di BRETTON WOODS.

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DuemilaUno

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Trattasi del sistema, in vigore fra il 1946 e il 1973, di tassi di cambio fisso fra le valute della maggior parte dei Paesi e il dollaro USA.....

Io di più non ricordo però se si vuole alzare la qualità del forum non si può prescindere da una discussione approfondita su BRETTON WOODS, dagli avveninmenti economico-finanziari che si verificarono durante la sua vigenza e dagli avvenimenti che portarono al suo superamento con l'introduzione dei tassi di cambio flessibili.....

Forza, coraggio, non disertate il post di qualità.....

Non mi arenizzate, vi prego, l'argomento è serio, quanti di noi "tradano" sul NASDAQ (io no) cambiando in continuazione LIRE o EURO con DOLLARI.....
 
Una discussione seria dovrebbe anche partire dallo scrivere avvenimenti e non avveninmenti.....
 
ok. parliamo della fine della convertyibilità. cominci tu?
 
Infatti il passaggio dalla convertibilità aurea all'attuale sistema è alla base della finanza moderna.
Forse i contestatori del G8 vorrebbero tornare a quei tempi (per scoraggiare le transazioni finanziarie) oppure a qualcosa di ancor meno speculativo: il baratto! :D :D
 
a mio parere la convertibilità ha più a vhe fare copn la fiducia e con la creazione di base monetaria che con la libertà delle transazioni finanziaria. che c'azzecca, scusa...
 
Manzo ha scritto:
ok. parliamo della fine della convertyibilità. cominci tu?

Io però non sono Uno capace di sostenere una discussione di qualità.....
Di questo fatto della convertibilità mi pare di ricordare che De Gaulle ad un certo momento voleva tramutare in oro una quantità enorme di dollari..... Ammesso che l'appunto sia giusto di più non so.....
 
infatti, se ricordo bene. andarono a vedere il banco: la massa monetaria cartacea era pari alle riserve auree.
La risposta fu no.
DA studi, sempre se ricordo bene, quella della convertibilità fu, in qualsiasi periodo, un'illusione... Per foprtuna, aggiungo io: legare al massa monetaria alle miniere non mi pare la migliore idea per sviluppare l'economia.

ciao
 
Manzo ha scritto:
infatti, se ricordo bene. andarono a vedere il banco: la massa monetaria cartacea era pari alle riserve auree.
La risposta fu no.
DA studi, sempre se ricordo bene, quella della convertibilità fu, in qualsiasi periodo, un'illusione... Per foprtuna, aggiungo io: legare al massa monetaria alle miniere non mi pare la migliore idea per sviluppare l'economia.

ciao

sacrosanto......ottimo!!!!
 
Devo andare, mi raccomando, portate avanti il post nei prossimi giorni. Questi sono alcuni fatti storici alla base dell'economia e della finanza di oggi....
Su De Gaulle non ci giurerei, se ho sbagliato correggetemi.....

Bye.
 
Prima di parlare, giustamente, del sistema dei cambi e della sua storia, di convertibilità della moneta, ecc. ecc., qualcuno sarebbe così cortese da definire cos'é il denaro?

grazie
mario
 
Il denaro è come un posto prenotato...

....ad un ristorante: dietro quel pezzo di carta c'è di sicuro un benessere dato dall'economia che rappresenta la moneta stessa.Oggi il valore del denaro è dato appunto dal PIL della sua economia.A proposito, si chiama " moneta ", non perchè sia un diminutivo,ma perchè la zecca nell'antica Roma era nel tempio di Giunone Moneta ( da monere: ammonire ....sull'eventuale ira degli dei..)
Ritornare al sistema aureo? Impossibile....anche se ultimamente qualche economista ha rilanciato l'idea.
Nessuna banca centrale garantirebbe la convertibilità in oro alle altre banche centrali....
Fu l'allora presidente Nixon nel 1971, con dichiarazione unilaterale a porre nel nulla gli accordi di B.W. e del piano WHITE...
 
la moneta: è potere d'acquisto differito in forma trasferibile.
Questa definizione è protetta da copyright di cui sono il possessore unico.
okkio :)
 
Le funzioni della moneta:

1)Intermediaria nello scambio.
2)Misura dei valori economici.
3)Mezzo legale di pagamento.
4)Riserva di valore.
5)Strumento di politica economica e finanziaria.
 
proseguo con la provocazione della domanda

Il denaro non è (un) valore. È solo uno strumento, una convenzione, se non addirittura una metafora.

Come ricordato, fino all’inizio del secolo scorso la moneta non era altro che la garanzia, da parte di uno Stato o di un’altra organizzazione ritenuta “affidabile”, che una moneta coniata rappresentasse un preciso peso di argento, oro o rame, o che un pezzo di carta (biglietto di banca o titolo di credito) assicurasse l’equivalenza a un certo valore in oro.

Già anche in quei termini l’equivalenza fra l’oro e uno specifico bene era tutt’altro che certa e lineare; i prezzi potevano variare smisuratamente secondo la situazione, la disponibilità del bene, i fattori di potere e i rapporti negoziali.

Dopo varie crisi, oscillazioni e turbolenze nel ventesimo secolo, ogni riferimento alla “parità aurea” è stato abbandonato nel 1971.

Il valore del denaro, da allora, è diventato ancora più astratto.

Ci sono collezioni filateliche in cui compaiono francobolli tedeschi con un “valore” di miliardi di marchi. Non è uno scherzo: è accaduto davvero, durante la crisi economica che ha preceduto (e in parte assecondato) la nascita del nazismo. Anche in tempi più recenti abbiamo visto situazioni in cui l’inflazione ha praticamente azzerato il valore di alcune monete; e le oscillazioni delle valute sono ancora oggi basate su un’infinità di fattori non necessariamente connessi all’effettiva capacità di acquistare qualcosa.

Insomma il denaro e il valore sono due mondi separati, tangenti in alcuni punti ma non sistematicamente e organicamente connessi.

Fin che ci limitiamo a esperienze semplici (tanto guadagno dal mio lavoro, tanto spendo per comprare oggetti e servizi) sembra che denaro e valore siano la stessa cosa. Ma basta uscire un po’ dall’abituale seminato, od osservare i fenomeni in una prospettiva meno ristretta, per capire che non è vero.

In varie situazioni, anche recenti, si è parlato di ritorno all’economia del baratto.
Ma la sostanza del problema è un’altra.
Ci sono precise e rilevanti attività economiche che non si basano su scambi di denaro. Ci sono sempre state, continuano a esserci e possono in alcuni tipi di relazione assumere un’importanza maggiore che in passato.

L’economista Peter Drucker, più di dieci anni fa, ha analizzato nel suo Paese il valore del “volontariato”, e in generale delle attività non legate a pagamento in denaro.
Ne ha dedotto che il complesso di queste attività, se si proietta in “equivalenza monetaria”, pesa quanto tutto il bilancio pubblico e tutta l’economia privata negli Stati Uniti. E spesso ha livelli superiori di efficienza.

Tutti gli analisti concordano sul fatto che il “prodotto interno lordo” non misura con precisione l’economia perché tiene conto solo delle transazioni monetarie e non di infinite altre attività che producono valore senza muovere denaro (l’esteso “autoconsumo” nelle economie agricole è uno degli esempi più evidenti, ma non certo l’unico).

Insomma il denaro è una convenzione, una metafora, un’interpretazione simbolica del valore.
In sé non ha valore alcuno.

Una persona può avere molto denaro e morire di sete se si trova in un posto dove non c’è acqua, o dove chi ha l’acqua non è interessato a scambiarla con il tipo di “valuta” di cui quella persona dispone.
Oppure può non avere denaro ma ottenere ciò che cerca se è in grado di offrire qualcosa che qualcun altro apprezzi.

Sarebbe lungo entrare nei dettagli, o definire in modo più rigoroso le conseguenze di questo concetto.
Ma mi sembra chiaro che “il denaro non è tutto” e che ci possono essere, e infatti ci sono, importanti scambi di autentico valore (anche economico) che non coinvolgono passaggio di denaro. Cosa continuamente confermata dai fatti ma che tende a sfuggire a chi considera “verità rivelata” che la realtà dell’economia (e più in generale dei rapporti umani) sia tutta e sempre spiegabile e gestibile in termini monetari.

Dato che sono un profano, cosa mi dicono gli economisti del Fol di queste considerazioni dissacranti?

un saluto
mario
 
Vado leggermente off-topic ma non tanto, segnalando alcune delle cnseguenze che porterà il più grande avvenimento sul fronte monetario da Bretton Woods in poi: l'arrivo dell'Euro.
- Fortissima riduzione delle operazioni di cambio di valuta, con conseguente risparmio di n miliardi di Euro in commissioni di cambio. Questo provocherà quasi sicuramente la chiusura di molti uffici di cambio valuta non bancari nelle zone dell'area Euro, specialmente in zone tipo Rimini, Costa Brava, eccetera.
- Il ridotto periodo di doppia circolazione (2 mesi) farà sì che il tasso di immissione sul mercato degli Euro e il corrispondente tasso di drenaggio delle valute nazionali saranno altissimi. Questo porterà a problemi di tipo puramente logistico (trasporto, immagazzinamento, smaltimento) finora visti solamente per le merci ordinarie e mai per la moneta, sia di carta sia metallica. Pensate solo a quanti milioni di tonnellate possono essre tutti gli spiccioli circolanti in Italia, e devono essere tolti TUTTI dalla circolazione in DUE mesi.
- Qualsiasi apparecchio automatico dovrà essere riconvertito dall'accettare le valute nazionali all'Euro. Questa operazione avrà un costo valutato anch'esso in alcuni miliardi di Euro.
- Nel periodo di doppia circolazione potrà accadere di avere in tasca sia Euro che Lire, con la possibilità di dover effettuare un acquisto pagando con entrambe le valute contemporaneamente, per esempio comprando una stecca di sigarette da 55.000 Lire con 20.000 Lire e 20 Euro. In tal caso gli esercenti dovranno probabilmente battere due scontrini, per evitare mal di testa nel calcolo del resto.
- Da tempo, in molti paesi dell'Europa orientale, la valuta alternativa è il Marco tedesco. In alcuni paesi (Bosnia Erzegovina per esempio) i prezzi sono espressi più spesso in Marchi che nella valuta nazionale. L'area effettiva di utilizzo futuro dell'Euro è perciò prevedibile che sia abbastanza più ampia di quella "ufficiale". Anzi, il fatto di avere alle spalle un mercato che è circa 4 volte quello tedesco attuale, potrebbe portare a una penetrazione ancora maggiore nelle transazioni quotidiane delle popolazioni di quei paesi.
- Nel caso (probabile ma non sicuro) di una successiva adesione britannica alla moneta unica, difficilmente l'ingresso avverrebbe con n tasso di cambio simile all'attuale. Molto più plausibile sarebbe un tasso intorno ai 65-70 pence per 1 Euro. Nel medio termine questo sconsiglierebbe a chi è nell'area Euro di investire oggi in beni espressi in Sterline, rischiando un deprezzamento del cambio.

Ovviamente queste sono tutte cose ampiamente previste da chi si occupa del passaggio alla nuova valuta. Era solo un promemoria per i distratti come me...
 
Io sono favorevole al ritorno della convertibilità in oro. Questo porrebbe limiti chiari alle capacità di spesa degli stati e renderebbe più facile comprendere il valore dei beni e i limiti alla capacità di spesa, che non possono essere gonfiati semplicemente sulla base del prestigio politico ed economico di uno o più stati dominanti. Credo che prima o poi ci si ritornerà. Lasciamo stare il baratto. Capisco che adesso sono di moda questi furori silvo-pastorali, ma questo mi sembra troppo
 
Vedo che da una domanda molto chiara sono partiti 3 topics differenti.

Mi collego solo all'ultimo, quello di adolar.

Cosi' come tu sei a favore della convertibilita' in oro io sono assolutamente contrario e per alcuni motivi anche semplici.

1. Perche' l'oro e non il platino od il palladio? Perche' luccica? Certo che no. Perche' ha vasto uso industriale? Certo che no. allora perche'? Trovo l'oro non solo inutile ma lo stesso fatto che ci sia da legare una divisa all'oro dimostra che non si e' ancora capito come funzioni veramente l'Economia moderna, nelle quali, grazie a Dio, non si batte moneta a piacimento.

2. Certo non leghiamoci al dollaro degli Usa od all'Euro degli europei, magari ci legheremo all'oro del Sudafrica od a quello della Russia. Creiamo nuove potenze ma stavolta basate sulla capacita' di estrazione dell'oro anziche' sulla ricchezza prodotta o la capacita' politica.

Bretton Woods e' fallito e non e' stato per motivi politici, cosi' come condanno la convertibilita' sono contrario all'agganciamento all'oro che e' un sistema che ha dimostrato tutte le sue debolezze e, coem dicono tanti, lasciamo in pace i morti.

Il Baratto? Meglio dell'oro.

Visto che li si nomina sempre perche' non legare il valore dell'Euro al petrolio? non viceversa eh!

Ciao a tutti
 
Per oro va inteso il riferimento ad un qualcosa di universale e di facilmente convertibile (la merce universale come viene definito dagli economisti del '700). Possedere oro non necessariamente significa essere ricchi e potenti. basta citare il caso della Spagna che nel '600 inondò di oro i mercati portando al deprezzamento di questo metallo e al suo declino economico. Potrebbe essere il palladio, ma credo cha anche ora il metallo che dovunque può essere indicativo di un valore facilmente convertibile in beni(la merce universale appunto) sia ancora l'oro. Il baratto è stato superato perchè non consentiva un agevole scambio dei beni e quindi la loro circolazione. Il valore deve essere riancorato a qualcosa in cui possa essere convertita a prescindere dalle circostanze storiche che variamente si presentano.
 
Quali sono i paesi estrattori che lo legherebbero all'Euro?
Io penso pochi.

Miguelangel
 
gunter ha scritto:
MIGUELANGEL ha scritto:
Quali sono i paesi estrattori che lo legherebbero all'Euro?
Io penso pochi.

Miguelangel

mi sembra di ricordare che l'iraq qualche tempo fa fece qualcosa in questo senso... che dite? avrà cambiato idea?
Credo che lo stia facendo tuttora. Il problema è che a livello mondiale il Dollaro è ampiamente preferito e l'E ha perso anche la fama di valuta virtuosa che era propria del marco
 
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