ROMA - Nella sua azione contro le banche a difesa della concorrenza, Antonio Catricalà, presidente dell’Antitrust, questa volta ha chiesto l’intervento di tutte le autorità. Il motivo è semplice: nella segnalazione inviata ai presidenti di Camera e Senato, al presidente del Consiglio, al ministro dell’Economia e presidente del Cicr, al governatore della Banca d’Italia ha infatti sollecitato la modifica di una delibera del Comitato interministeriale per il credito il risparmio. Quella che in applicazione dell’articolo 118 del Testo unico bancario consente agli istituti di credito di comunicare alla clientela la modifica delle condizioni del conto corrente, come il tasso di interesse sui depositi, attraverso la Gazzetta Ufficiale. Tale informazione «è tardiva», dice l’Antitrust facendo riferimento alle norme del Codice del consumo che sanziona le clausule abusive. Occorre invece dare al cliente «un congruo preavviso» di modo che possa, se vuole, cambiare banca, scegliendo le condizioni più convenienti. Non è sufficiente, dice Catricalà, prevedere la facoltà di recesso, difficile da attuare, sempre poi che il cliente abbia la prontezza di leggersi le gazzette ufficiali. La legge consente alle banche di cambiare unilateralmente le condizioni del contratto (ius variandi), ma ci deve essere il motivo oltre al preavviso. Anche perchè l’Antitrust, nella sua indagine conoscitiva, si è accorta che alcuni istituti hanno esagerato comunicando ben 20 variazioni in un biennio.
Insomma, bisogna cambiare, avverte Catricalà che ricorda anche gli altri elementi anticoncorrenziali del conto corrente, per correggere i quali bisognerebbe ritoccare la normativa. A partire dalla scarsa leggibilità dei prospetti inviati periodicamente al cliente. Il quale, sostiene il presidente dell’Antitrust, difficilmente può individuare non solo le variazioni intervenute ma anche i maggiori costi che vengono inseriti. E poi non riesce ad avere un quadro certo per poter comparare le condizioni applicate dagli istituti concorrenti e decidere di conseguenza. Senza contare che per cambiare banca bisogna valutare anche i tempi, e soprattutto i costi, del trasferimento degli altri servizi legati al conto corrente, come le carte di credito, i mutui la domiciliazione delle utenze. L’Abi, l’associazione che riunisce le banche,incassa il colpo: annuncia una nuova iniziativa di Patti Chiari per facilitare il trasferimento del consto corrente, afferma di aver sempre seguito la legge in vigore ma si dichiara disponibile a collaborare per studiare le modifiche più opportune.

Insomma, bisogna cambiare, avverte Catricalà che ricorda anche gli altri elementi anticoncorrenziali del conto corrente, per correggere i quali bisognerebbe ritoccare la normativa. A partire dalla scarsa leggibilità dei prospetti inviati periodicamente al cliente. Il quale, sostiene il presidente dell’Antitrust, difficilmente può individuare non solo le variazioni intervenute ma anche i maggiori costi che vengono inseriti. E poi non riesce ad avere un quadro certo per poter comparare le condizioni applicate dagli istituti concorrenti e decidere di conseguenza. Senza contare che per cambiare banca bisogna valutare anche i tempi, e soprattutto i costi, del trasferimento degli altri servizi legati al conto corrente, come le carte di credito, i mutui la domiciliazione delle utenze. L’Abi, l’associazione che riunisce le banche,incassa il colpo: annuncia una nuova iniziativa di Patti Chiari per facilitare il trasferimento del consto corrente, afferma di aver sempre seguito la legge in vigore ma si dichiara disponibile a collaborare per studiare le modifiche più opportune.
