jump st. man
sparate sul pianista
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Incredibile come questa amena comunità di sopravvissuti inceda ancora a dialogare su titoli, grafici, bilanci e ossimori del buon tempo antico. Pare di stare in qualche saga di collezionisti di reperti sottomarini, con tanto di descrizione di dobloni in fondo al mare e galeoni affioranti dagli abissi. Ma ancora non l’avete capita che il vecchio mondo è andato/sepolto/archiviato/per sempre scomparso/ sotto coltri di cenere e nebbia? Certo, ancora sopravvivono i mutanti, creature con forme straniate su esoscheletri ancora vagamente antropomorfi, ma il vecchio mondo non esiste se non nelle menti invero poco attive dei sopravvissuti. Non parlo dell’uomo della strada [quello ancora scambia gli omicidi per degrado psicotico con regolamenti interni ai quartieri] ...
parlo di voi, di quelli che ancora credono alla borsa e ai suoi spettacoli di controfigure nemmeno tanto credibili. Il solo insegnamento che possiamo trarre dall’avanspettacolo inscenato dai server ogni giorno sugli schermi delle TS è che i soldi sono finiti, letteralmente implosi dentro mutazioni finanziarie che nessuno ormai è più in grado di dominare. Il corpo è completamente invaso dal virus, regge solo per stupido accanimento terapeutico. Certo, la soluzione non è più economica, ma squisitamente/tragicamente/spaventosamente politica. La politica è quell’arte che sopravviene quando ormai il collasso sociale è presentato nella sua forma più stabile e a nulla vale predicare rimedi a furia di conti. I conti sono saltati.
Punto e basta.
La borsa è solo una nave alla deriva che lampeggia e determina operazioni che nessun umano più sottoscrive, solo pannelli automatici che intercettano quote prive di senso. Il gioco non ha vincitori né vinti, soltanto azzeccagarbugli che raccontano un mondo che più non esiste. Inutile pensare di ricavarci qualcosa, la realtà è evasa dai server e si è rintanata negli squilibri planetari pronti ad esplodere.
Io ogni tanto guardo questa ruota che gira e vedo solo asini inchiodati al frantoio, poveri e completamente sperduti soldati destinati al massacro. Il vecchio mondo è perduto, del nuovo nemmeno la più pallida ombra. Restano solo i riti di un tempo, come religioni senza più senso, incaricate di officiare divinità probabilmente fuggite in altre orbite. Resta quindi solo la certezza della pena, il catalizzatore di ostinati moti di ricchezza privi di futuro. Solo il presente, a cui stanno abbarbicati come zecche i pochi guastatori che minano ponti che più nessuno attraversa. Io sono oltre e non vedo altro che autodistruzione imposta dal peso stesso delle cose. Nel frattempo, a nulla vale nemmeno più gridare al lupo: nessuno più lo riconosce come lupo e la vecchia pelle se ne sta appesa in qualche pub di calcutta in mezzo al fetore dei corpi accalcati sotto al grande schermo.
Presto vedremo nuove figure profilarsi all’orizzonte, non saranno certo quelle che siamo abituati a vedere ogni giorno parcheggiare biciclette sotto casa
parlo di voi, di quelli che ancora credono alla borsa e ai suoi spettacoli di controfigure nemmeno tanto credibili. Il solo insegnamento che possiamo trarre dall’avanspettacolo inscenato dai server ogni giorno sugli schermi delle TS è che i soldi sono finiti, letteralmente implosi dentro mutazioni finanziarie che nessuno ormai è più in grado di dominare. Il corpo è completamente invaso dal virus, regge solo per stupido accanimento terapeutico. Certo, la soluzione non è più economica, ma squisitamente/tragicamente/spaventosamente politica. La politica è quell’arte che sopravviene quando ormai il collasso sociale è presentato nella sua forma più stabile e a nulla vale predicare rimedi a furia di conti. I conti sono saltati.
Punto e basta.
La borsa è solo una nave alla deriva che lampeggia e determina operazioni che nessun umano più sottoscrive, solo pannelli automatici che intercettano quote prive di senso. Il gioco non ha vincitori né vinti, soltanto azzeccagarbugli che raccontano un mondo che più non esiste. Inutile pensare di ricavarci qualcosa, la realtà è evasa dai server e si è rintanata negli squilibri planetari pronti ad esplodere.
Io ogni tanto guardo questa ruota che gira e vedo solo asini inchiodati al frantoio, poveri e completamente sperduti soldati destinati al massacro. Il vecchio mondo è perduto, del nuovo nemmeno la più pallida ombra. Restano solo i riti di un tempo, come religioni senza più senso, incaricate di officiare divinità probabilmente fuggite in altre orbite. Resta quindi solo la certezza della pena, il catalizzatore di ostinati moti di ricchezza privi di futuro. Solo il presente, a cui stanno abbarbicati come zecche i pochi guastatori che minano ponti che più nessuno attraversa. Io sono oltre e non vedo altro che autodistruzione imposta dal peso stesso delle cose. Nel frattempo, a nulla vale nemmeno più gridare al lupo: nessuno più lo riconosce come lupo e la vecchia pelle se ne sta appesa in qualche pub di calcutta in mezzo al fetore dei corpi accalcati sotto al grande schermo.
Presto vedremo nuove figure profilarsi all’orizzonte, non saranno certo quelle che siamo abituati a vedere ogni giorno parcheggiare biciclette sotto casa