pasquino
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Appello del dissidente kazako: "Italia colpevole, salvate mia moglie dal dittatore"
Nuovo appello del dissidente kazako a Letta:
"Italia colpevole, salvate mia moglie dal dittatore"
Il premier promette di far luce sulla vicenda della estradizione forzata della Shalabayeva e di sua figlia. Il caso ha aperto una durissima polemica contro governo forze di polizia italiane
Roma - Il suo rimpatrio ha scatenato una guerra diplomatica. Sono intervenute le organizzazioni internazionali per la protezione dei rifugiati. E si è trasformata in una vera e propria spy-story. Alma Shalabayeva - la moglie di uno dei più noti dissidenti kazaki - è stata stata presa nella sua casa, insieme a sua figlia, dopo una irruzione della polizia italiana in una villa romana di casal Palocco. Madre e figlia sonon poi state accompagnate in aeroporto e rispedite in patria, con tutti i rischi.
Il governo italiano è finito sotto accusa ma, nei mesi scorsi, non ha mai risposto. Oggi Mukhtar Ablyazov ha lanciato un nuovo, disperato appello. Lo ha infdirizzato al presidente del Consiglio Enrico Letta al quale chiede di fare luce sulla vicenda. La denuncia è durissima: "Il dittatore del Kazakistan voleva due ostaggi contro il suo maggiore oppositore politico. E' riuscito ad ottenerli grazie agli agenti italiani" - ha spiegato Mukhtar Ablyazov - "Arrivate in Kazakhstan, le stavano aspettando, le hanno messe in un'auto, filmate, hanno passato la dogana senza passaporti. Ad Alma hanno formalizzato l'indagine, con la data del giorno successivo all'arresto in Italia, è stata incriminata e non può lasciare Almaty".
Letta non ha risposto direttamente, ma ha fatto sapere di aver chiesto di avviare una verifica interna agli organi di governo. L'accusa alla quale il governo italiano deve rispondere è quella sostenuta dagli avvocati della Shalabayeva: saremmo in presenza di una operazione anomala nella quale una donna e la figlia di sei anni sarebbero state prelevate in casa e poi estradate contro ogni convenzione nazionale e internazionale.
Sul caso è intervenuto anche il deputato di Sel Alessandro Zan, chiedendo al governo di "riferire sulla vicenda e prendere tutte le iniziative del caso per garantire la sicurezza" delle due donne. "Nei giorni scorsi il Tribunale del riesame di Roma ha detto sostanzialmente che si è trattato di un errore" ha aggiunto il parlamentare, ricordando che Sel ha presentato alcune settimane fa un'interrogazione ai ministri dell'Interno e degli Esteri, "ancora senza risposta".
Nuovo appello del dissidente kazako a Letta:
"Italia colpevole, salvate mia moglie dal dittatore"
Il premier promette di far luce sulla vicenda della estradizione forzata della Shalabayeva e di sua figlia. Il caso ha aperto una durissima polemica contro governo forze di polizia italiane
Roma - Il suo rimpatrio ha scatenato una guerra diplomatica. Sono intervenute le organizzazioni internazionali per la protezione dei rifugiati. E si è trasformata in una vera e propria spy-story. Alma Shalabayeva - la moglie di uno dei più noti dissidenti kazaki - è stata stata presa nella sua casa, insieme a sua figlia, dopo una irruzione della polizia italiana in una villa romana di casal Palocco. Madre e figlia sonon poi state accompagnate in aeroporto e rispedite in patria, con tutti i rischi.
Il governo italiano è finito sotto accusa ma, nei mesi scorsi, non ha mai risposto. Oggi Mukhtar Ablyazov ha lanciato un nuovo, disperato appello. Lo ha infdirizzato al presidente del Consiglio Enrico Letta al quale chiede di fare luce sulla vicenda. La denuncia è durissima: "Il dittatore del Kazakistan voleva due ostaggi contro il suo maggiore oppositore politico. E' riuscito ad ottenerli grazie agli agenti italiani" - ha spiegato Mukhtar Ablyazov - "Arrivate in Kazakhstan, le stavano aspettando, le hanno messe in un'auto, filmate, hanno passato la dogana senza passaporti. Ad Alma hanno formalizzato l'indagine, con la data del giorno successivo all'arresto in Italia, è stata incriminata e non può lasciare Almaty".
Letta non ha risposto direttamente, ma ha fatto sapere di aver chiesto di avviare una verifica interna agli organi di governo. L'accusa alla quale il governo italiano deve rispondere è quella sostenuta dagli avvocati della Shalabayeva: saremmo in presenza di una operazione anomala nella quale una donna e la figlia di sei anni sarebbero state prelevate in casa e poi estradate contro ogni convenzione nazionale e internazionale.
Sul caso è intervenuto anche il deputato di Sel Alessandro Zan, chiedendo al governo di "riferire sulla vicenda e prendere tutte le iniziative del caso per garantire la sicurezza" delle due donne. "Nei giorni scorsi il Tribunale del riesame di Roma ha detto sostanzialmente che si è trattato di un errore" ha aggiunto il parlamentare, ricordando che Sel ha presentato alcune settimane fa un'interrogazione ai ministri dell'Interno e degli Esteri, "ancora senza risposta".