Arin (azienda idrica), violazione della disciplina antitrust ed usura sugli interessi

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Verm & Solitair

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Se siete interessati o avete controversie con l'azienda che provvede a sommininistrarvi l'acqua (dicono che sia potabile), vi raccontiamo un caso, che abbiamo affrontato in prima persona, denunciando l'Arin (azienda Risorse Idriche di Napoli) all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per Abuso di Posizione Dominante (stipulazione contratti con minimi di "ritiri garantiti" e cd. "price cap").

Nella fattispecie, peraltro, si è ravvisata anche un'ipotesi di violazione della disciplina sui cd. tassi soglia (in tema di interessi sul ratizzo delle presunte morosità).
 
Per i minimi di rititi garantiti intendete i metri cubi minimi che vengono fatturati anche se non consumati?
 
Esatto.

Pensa che chi esercita un'attività economica, deve sottoscrivere un contratto e pagare ltabto di quell'acqua, che potrebbe per sfizio tenere i rubinetti aperti molte ore al giorno, dovendola pagare lo stesso (ma l'acquedotto spera nell'intelligenza della gente, non sappiamo se la gente spera nell'intelligenza dell'acquedotto).

Sapete di avvocati che allo Studio si fanno 100 docce d'acqua al giorno, diciamo così, per "legge"?
 
Molti commercianti (soprattutto non alimentari) consumano circa 15/20 metri cubi al bimestre, e ne pagano 46.
[Messaggio editato da Voltaire il 16-02 alle ore 12:42]
 
Verm & Solitair ha scritto:
Sapete di avvocati che allo Studio si fanno 100 docce d'acqua al giorno, diciamo così, per "legge"?

Ecco perché passate poco tempo nel FOL.
 
Prima parte della Storia.

Tutto nascque dal fatto che che a casa di Verm, quest'ultimo non c'è mai. Fu così che per ben quattro anni nessuno dell'Acquedotto prese la lettura dell'acqua..

Quando finalmente l'omino dell'Acquedotto venne a casa constatò un consumo atroce, ma poi questo consumo fu rettificato perchè - a detta dell'Acquedotto - era impossibile per un'abitazione, forse la lancetta del contatore si era spostata di un po'.

Ma dopo qualche anno venne di nuovo l'omino, constatò che il consumo c'era, e questa volta l'Acquedotto sentenziò esserci una perdita d'acqua (lo sciaquone) e sanzionò Verm a pagare 5 milioni tra arretrati e penali.

Fu fatta una verifica tecnica con un ingegnere dell'Acquedotto e uno di parte, e si accertò che il contatore era regolare. Ad ogni buon conto fu sostituito con un contatore più moderno.

Costretto a pagare più di 5 milioni tra consumi e penali (per eccesso su quanto contrattualmente stabilito), Verm chiese di rateizzare il debito in cinque rate.

Alla scadenza della quinta, fu chiesto a Verm di pagare gli interessi per il pagamento a rate dei 5 milioni. E si accorse subito che la cifra per interessi era spropositata (quasi 500 mila lire).

Ed allora Verm si prese la rivincita. Innanzitutto denunciò i responsabili dell'Arin di usura. E questi di affrettarono a scrivere "i vostri pagamenti sono regolari, non risultano morosità".

E, pur avendo evitato - giustamente - di pagare gli interessi usurari (chissà quanti malcapitati lo hanno invece fatto), Verm escogitò la fase DUE.
[Messaggio editato da Verm & Solitair il 16-02 alle ore 16:05]
 
la Fase Due si esplica con una denuncia all'Autorità per abuso di posizione dominante attraverso l'imposizione nei contratti di somministrazione d'acqua di un minimo contrattuale standard, ritenuto eccessivo, a carico di chi eserciti un'attività professionale (500 metri cubi d'acqua giornalieri).

La pratica fu attribuita alla Direzione Attività Istruttoria B dell'Aut. Gar. della Concorr. e del Mercato.
 
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