Armi da fuoco, bianche, contundenti, di difesa, etc. Etc....




Il soul man James Brown (1933-2006) ha passato molti anni immerso in uno stato di rabbia furibonda dovuta all'abuso di droga.
Negli anni Ottanta, gettò la pelliccia della sua terza moglie (Adrienne Rodriguez) su di un prato e la colpì con un fucile da caccia.
Nel 1988, Brown venne arrestato e accusato di aggressione e tentato omicidio verso la moglie Adrienne, sebbene in seguito essa ritirò la denuncia.
Nel settembre di quello stesso anno, Brown minacciò un gruppo di persone con un fucile da caccia, venne inseguito e fermato dalla polizia mentre guidava ad alta velocità con la sua macchina su una strada interstatale, e venne condannato a sei anni di reclusione.
Nel 1991, venne rilasciato sulla parola dopo aver trascorso due anni dietro le sbarre.
Brown è stato arrestato otto volte, condannato tre volte, e ha passato in carcere cinque anni della sua vita.


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"«Eh sì! voi siete, piccola mitragliatrice, una donna affascinante, e sinistra, e divina, al volante di un’invisibile centocavalli, che rugge con scoppii d’impazienza. Oh! certo fra poco balzerete nel circuito della morte, verso il capitombolo fracassante o la vittoria!… Volete che io vi faccia dei madrigali pieni di grazia e di colore? A vostra scelta signora…. Voi somigliate per me, a un tribuno proteso, la cui lingua eloquente, instancabile, colpisce al cuore gli uditori in cerchio, commossi… Siete, in questo momento, un trapano onnipotente, che fora in tondo il cranio troppo duro di questa notte ostinata…. Siete, anche, un laminatoio, un tornio elettrico, e che altro? Un gran cannello ossidrico che brucia, cesella e fonde a poco a poco le punte metalliche delle ultime stelle!…"


(F.T. Marinetti, Battaglia di Tripoli)


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Il suono è del più grande all time, Hendrix

 


“L’attimo in cui l’uomo è più colpevole non è necessariamente quello in cui solleva l’arma
per uccidere qualcuno. La colpa viene prima, la colpa è nell’intenzione.”

SÁNDOR MÁRAI

 

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Nel 1977, Alice Cooper (vero nome Vince Furnier) si sottopose a diverse sedute di trattamento psichiatrico per liberarsi dall'alcolismo.
Lui che durante i suoi concerti aveva cantato brani che parlavano dell'alienazione mentale e aveva composto canzoni che avevano per oggetto dei pazzi, finì in manicomio, incapace persino di scrivere il proprio nome.
Dopo tre mesi di terapia gli fu diagnosticato che doveva mettere da parte il personaggio Alice Cooper.
Ecco come Furnier stesso descrive la sua trasformazione nel demente Alice Cooper prima dei suoi concerti:
«Indosso tutto il mio travestimento femminile da Alice, e poi non passa
meno di un'ora prima che io salga sul palcoscenico. Ecco cosa faccio quando mi trasformo in Alice. Nessuno sa da dove venga, ma si presenta ogni notte nel mio camerino»
.

In seguito, Cooper ha affermato: «Quando presi quel personaggio non avevo alcuna idea di quello che stavo facendo, perché non ero io». Il suo tour solista del 1976 fu chiamato Welcome to My Nightmare («Benvenuto nel mio incubo»).

Una volta era alloggiato al Las Vegas Hilton con Elvis Presley, Liza Minnelli, Chubby Checker e la porno star Linda Lovelace.
Il gruppo salì unito e compatto in ascensore e quando arrivò al piano di Elvis venne perquisito per verificare che nessuno avesse con sé delle armi, "il che fu un poco sciocco, perché una volta entrati dentro c'erano pistole ovunque"




In Luney Tune canta:

«Just a little insane
A couple of shots
I can't feel no pain»

(«Solo un po' pazzo
Un paio di colpi
Non posso sentire alcun dolore»).



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Tu che t'insinuasti come una lama
nel mio cuore gemente; tu che forte
come un branco di demoni venisti
a fare folle e ornata, del mio spirito
umiliato il tuo letto e il regno-infame
a cui sono legato:
come il forzato alla catena;
come alla bottiglia l'ubriacone;
come alla carogna i vermi;
come al gioco l'ostinato giocatore - che sia maledetta.
Ho chiesto alla fulminea spada, allora,
di conquistare la mia libertà;
ed il veleno perfido ho pregato
di soccorrer me vile. Ahimè, la spada
ed il veleno, pieni di disprezzo,
M'han detto: " Non sei degno che alla tua
Schiavitù maledetta ti si tolga,
*********! - una volta liberato
dal suo dominio, per i nostri sforzi,
tu faresti rivivere il cadaver
del tuo vampiro, con i baci tuoi!"

Charles Baudelaire
 

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„Ho toccato i quaranta. E allora? Dentro di me sta ancora giocando e ridendo una ragazzina di dodici anni.
Non gliene frega un accidente delle rughe. Dei capelli bianchi. Di rompersi le ossa o di avere il cuore spezzato.
Non gliene frega un accidente degli inganni, della paura, delle sberle, delle pugnalate e delle cicatrici.
È leggera, spontanea come una poesia che deve ancora essere scritta…e non ha intenzione di invecchiare
tanto presto.“

Joumana Haddad poetessa, giornalista e traduttrice libanese 1970


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„Ho toccato i quaranta. E allora? Dentro di me sta ancora giocando e ridendo una ragazzina di dodici anni.
Non gliene frega un accidente delle rughe. Dei capelli bianchi. Di rompersi le ossa o di avere il cuore spezzato.
Non gliene frega un accidente degli inganni, della paura, delle sberle, delle pugnalate e delle cicatrici.
È leggera, spontanea come una poesia che deve ancora essere scritta…e non ha intenzione di invecchiare
tanto presto.“

Joumana Haddad poetessa, giornalista e traduttrice libanese 1970


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è straordinaria OK! J. Haddad, grazie :bow: per avercela proposta



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è straordinaria OK! J. Haddad, grazie :bow: per avercela proposta
Grazie per averla apprezzata!



Eccole qua
le armi che piacciono a me:
la pistola che fa solo “pum”
(o “bang”, se ha letto
qualche fumetto)
ma buchi non ne fa…

Il cannoncino che spara
senza fare tremare
nemmeno il tavolino…
il fuciletto ad aria
che talvolta per sbaglio
colpisce il bersaglio
ma non farebbe male
né a una mosca né a un caporale…

Armi dell’allegria!
Le altre, per piacere,
ma buttatele tutte via!

Gianni Rodari (Omegna, 1920 – Roma, 1980)


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„Per sopravvivere si era smussato. Gli zingari invece erano un groviglio di spigoli. Non era l'imperfezione nel corpo o nel cervello, un'incisione sul pisello, il cognome di una città, la barba o il modo di parlare che li distingueva. Nemmeno la religione, la musica o il cibo. Nessuno di loro era mai diventato ricco, non avevano fatto guerre contro nessuno, non pensavano alla bomba atomica e alla armi chimiche o batteriologiche, non reclamavano una terra, non avevano creato né galere né manicomi. Qualcuno sapeva rubare sul tram, lavorare gli piaceva poco come a tutti, ma loro lo nascondevano meno e non consideravano un dramma puzzare di sudore o restare per una settimana senza cambiarsi mutande e calzini.
In un'Europa che aspirava a una perfezione fatta di purezza sintetica e occhi azzurri, gli zingari apparivano come una zecca sul cane di Barbie, la muffa nel cheeseburger, i tarli da Ikea.“

Ascanio Celestini attore teatrale, regista cinematografico e scrittore italiano 1972


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PISTOLA BERETTA MOD.1934: L'ARMA DELLA RIFORMA

Nel 1932 la Beretta realizzò una pistola derivata dal mod. 1923, con una linea decisamente più elegante e razionale ma, soprattutto, in calibro 9 mm. corto in luogo del 9 mm. Glisenti che sarà definitivamente abbandonato.
Il disegno generale era migliorato dal nuovo profilo angolato dell'impugnatura e da un dente sagomato sulla parte anteriore dello zoccolo del caricatore, il quale aveva una capacità di sette cartucce. Le guanciole erano lisce in legno.

Quest'arma morì praticamente sul nascere in quanto, dopo appena due anni, fu appunto sostituita dal mod. 1934.

Pistola semiautomatica, come s'è detto, di universale notorietà, robusta e funzionale, la mod. 34 è la Beretta per antonomasia tra quelle progettate dall'ottimo Tullio Marengoni.

Il prototipo ebbe vita su richiesta della Polizia, che nel 1933 interessò appunto la fabbrica bresciana volendo acquisire una nuova arma d'ordinanza che rispondesse alle specifiche di: ingombro contenuto; meccanismo robusto e che sparasse proiettili con un buon potere d'arresto. Tale fu il suo successo che la mod. 34 venne adottata anche dalle Forze Armate.


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A partire dal 1938 la mod. 34 iniziò ad essere distribuita a tutti i militari dell'Arma in sostituzione del vecchio revolver mod. 89 e restò in dotazione sino al 1977, allorché fu a sua volta sostituita dalla pistola Beretta mod. 92/S in calibro 9 mm. parabellum.


https://www.carabinieri.it/chi-siam...pistola-beretta-mod-1934-l'arma-della-riforma

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La pistola di servizio (o pistola d'ordinanza) è una pistola in dotazione e utilizzata in modo standard dal personale delle forze armate o dalle forze di polizia.

Tipicamente le pistole di servizio sono revolver o pistole semiautomatiche adottate da ufficiali, sottufficiali e personale militare per l'autodifesa, sebbene le pistole di servizio possano essere rilasciate anche a forze speciali come arma di riserva per le loro armi primarie. Le pistole non sono tipicamente emesse per la fanteria di prima linea.

Prima che le armi da fuoco fossero all'ordine del giorno, gli ufficiali in genere portavano delle sciabole.:o

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L MOTTO DEL CARABINIERE:
NEI SECOLI FEDELE

Il motto fu creato nel 1914, in occasione del primo Centenario dell'Arma dei Carabinieri, dal capitano Cenisio Fusi per la medaglia commemorativa dell'evento.
Per molti anni, almeno fino al secondo dopoguerra, alla figura del Carabiniere veniva associato anche un altro motto, non ufficiale, di estrazione antologica:

USI OBBEDIR TACENDO E TACENDO MORIR

Questa frase era stata stralciata dal poema “La Rassegna di Novara" scritta da Costantino Nigra, uomo politico, letterato, poeta.
Nella citata "La Rassegna di Novara” l'autore immagina che Carlo Alberto passi in rassegna il grande esercito dei Caduti nelle patrie battaglie. Primi sono i Carabinieri. Ecco i versi famosi:

Calma, severa, tacita, compatta,
Ferma in arcione, gravemente incede
la prima squadra, e dietro al Re s'accampa
In chiuse file. Pendono alle selle,
Lungo le staffe nitide, le canne
Delle temute carabine. Al lume
Delle stelle lampeggian le sguainate
Sciabole. Brillan di sanguigne tinte
I purpurei pennacchi, erti ed immoti
Come bosco di pioppo irrigidito.
Del Re custodi e della legge, schiavi
Sol del dover, usi obbedir tacendo
E tacendo morir, terror de' rei,
Modesti ignoti eroi, vittime oscure
E grandi, anime salde in salde membra,
Mostran nei volti austeri, nei securi
Occhi, nei larghi lacerati petti,
Fiera, indomata la virtù latina.
Risonate, tamburi; salutate,
Aste e vessilli. Onore, onore ai prodi
Carabinieri!.



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Put Out The Fire
Queen


Lo chiamavano eroe
nella terra della libertà
Ma non mi voleva stringere la mano, ragazzo
Mi ha deluso
così ho preso la pistola
e l'ho fatto fuori
Quel tipo era un balordo

Dovevo fargliela pagare
Vi preoccupate per la mia mente
Non m’importa ciò che si dice
Guarda fuori, piccola, è arrivato il momento
per la folle mascherata

Spegnete il fuoco, spegnete il fuoco, spegnete il fuoco
Ti meriti una pallottola, un buco nella testa
Spegnete il fuoco, spegnete il fuoco, spegnete il fuoco
Non credere a ciò che ti raccontava il nonno

Lei era la mia amante
È un peccato che sia morta
Ma la legge è dalla mia parte
Perché ho sorpreso la mia amante
nel letto del mio vicino
Ho avuto la mia vendetta, li ho riempiti di piombo

Mi è stato detto che è ammesso che
Mi lascino girare ancora libero per le strade
Non è altro che delitto passionale
E non sono incolpabile

Spegnete il fuoco, spegnete il fuoco, spegnete il fuoco
Ti meriti un’arma, un buco nella testa
Spegnete il fuoco, spegnete il fuoco, spegnete il fuoco
E lasciate che i vostri figli e le vostre figlie
Dormano tranquilli nei loro letti

Si sa che una pistola non hai mai ucciso nessuno
Lo puoi chiedere a chiunque
Sono le persone a sparare
Persone con pistole

Spegnete il fuoco, spegnete il fuoco, spegnete il fuoco
Ti meriti una pistola, un buco
nella testa
Spegnete il fuoco, spegnete il fuoco, spegnete il fuoco
Su, ditemi che la vecchia legge delle pistole
è morta
Spara!




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Grande H. però, se dovesse sparare così, la Cobra mi sa che gli arriverebbe in faccia.

:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D



Hitchcock, in uno dei suoi racconti brevi, presentò un nuovo rimedio per l'insonnia: capsule un po' particolari, da assumersi tranquillamente per via orale...pallottole! Da spararsi con una pistola in bocca!:D

Alfred Hitchcock presentò un corpus di racconti brevi (1955 - 1961) una quarantina circa per sette stagioni che potrebbero essere, opportunamente ampliati e arricchiti, altrettanti film del Maestro inglese.
Colpi di scena, intrighi e gialli; ogni episodio è totalmente autoconclusivo e la continuità è data dal tema ricorrente: il mistero.


UNA PALLOTTOLA PER BALDWIN (A Bullet for Baldwin)
Mr. Stepp (John Qualen) è un timido impiegato non esattamente efficiente, e il Baldwin del titolo ha deciso di licenziarlo. Glielo comunica e Stepp torna nel suo ufficio per spararsi; ma poi ci ripensa: prende la pistola e cambia obiettivo, uccidendo il suo principale. Se ne torna a casa in attesa della polizia, ma l'indomani a chiamarlo è la segretaria di Baldwin: cosa sta facendo ancora a casa? Baldwin l'ha già chiamato tre volte. Com'è possibile? Ha sognato tutto come gli voglion far credere una volta in ufficio?


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La scherma ha un forte potere evocativo. Richiama alla memoria i duelli, Alessandro Dumas e i tre moschettieri, la cavalleria, i tornei medievali e Walter Scott, i tempi andati nei quali l'onore si difendeva sul filo di una lama, magari all'alba, dietro un convento.
Il cinema di Barry Lindon, eredità nobile del genere cappa e spada che furoreggiava all'epoca di Errol Flynn o - prima ancora - di John Barrymore. O i versi indimenticabili di Edmund Rostand, scritti per l'eroe sfortunato Cyrano de Bergerac: «e giunto al fin della licenza / io tocco!». Il controllo totale del proprio corpo, delle proprie emozioni, la capacità di colpire al momento giusto, quello utile per una rima, e una stoccata.



Gli schermidori, nonostante la scarsa notorietà di cui godono rispetto ai calciatori, ai ciclisti o ai piloti di formula Uno, hanno il potere di affascinare le adolescenti. Poi sono in pochi a distinguere la spada dal fioretto o dalla sciabola, a capire le finezze tecniche e le sequenze di parate e risposte che costituiscono il succo di una disciplina difficile e faticosa, che richiede una preparazione dura e lunghissima. Le ore in palestra e in sala d'armi, la concentrazione assoluta, presupposto indispensabile per "toccare" al momento giusto, cercando il punto debole dell'avversario e coprendo il proprio.


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I Corpi sportivi ( CS), detti anche gruppi sportivi militari, sono sezioni di corpi militari e di polizia che si occupano dell'attività sportiva, anche agonistica, dei propri appartenenti.
Tutte e quattro le Forze armate italiane sono dotate di centri sportivi

Michele Maffei conquistò il titolo di Campione del Mondo nell'individuale di sciabola nel 1971
Quando vinse il mondiale di Vienna da due mesi era entrato a far parte del Centro Sportivo Carabinieri.
Vi sarebbe rimasto fino al 1974. Un periodo, tutto sommato, breve nell'arco una carriera agonistica protrattasi - ad altissimi livelli - per oltre quindici anni, dalle Olimpiadi del 1968 fino ai Mondiali del 1983 (ancora Vienna) quando fu medaglia di bronzo nella sciabola a squadre.
Eppure, quei tre anni nell'Arma lasciarono una traccia profonda.

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«Furono anni molto intensi», ricorda Maffei, «anche perché coincisero con un periodo di rinascita dello sport italiano. L'Arma mi aiutò moltissimo, come aiutò molti altri miei colleghi. I Carabinieri e, più in generale, le Forze Armate svolsero allora (e svolgono ancora oggi) un ruolo decisivo perché il movimento sportivo italiano crescesse e maturasse profondamente. Questa è la ragione per la quale i miei legami con l'Arma sono rimasti sempre strettissimi».

Una ragazza, ai tempi delle sue medaglie d'oro, gli scrisse: «Sei il mio Scaramouche».


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Le prime tracce della scherma risalgono agli antichi egizi, che facevano lottare gli schiavi con dei lunghi bastoni usando tecniche simili a quelle del giorno d'oggi.

In ogni caso il termine scherma appare affermato nei trattati a noi pervenuti che parlano della disciplina già a partire dall'inizio del Cinquecento, mentre il termine scrimia compare per la prima volta in un trattato italiano di fine Cinquecento (Dell'Arte di Scrimia - 1572).

In Occidente, colui che utilizza la spada viene in genere definito schermidore (soprattutto con connotazionie sportive), oppure più largamente spadaccino o all'inglese swordsman, termini paralleli al latino gladiatore(combattente professionista che combatteva nelle arene per l'intrattenimento del pubblico nell'antica Roma utilizzando il gladio; la parola gladius a sua volta significa "spada").

In Giappone, la scherma viene chiamata kenjutsu ("arte della spada").


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Il mio contatto alla sinagoga mi procurò la mia prima mitraglietta UZI fatta in Israele.
La prima volta che vendi un'arma è molto simile alla prima volta che fai sesso:
non hai idea di quello che stai facendo, ma è eccitante, e in un modo o nell'altro,
finisce troppo presto.

Signori... la nuova mitraglietta UZI. Bella, eh? Grande potenza di fuoco e piccole dimensioni.
Spara proiettili da 9mm. Caricatori da 25 estendibili. Tacca di mira regolabile. Silenziatore standard.

Ottima riduzione del contraccolpo. Vibrazione ridotta. Rumore diminuito del 60%. Potresti sparare
contro di me, in questo momento, senza svegliare nessuno di là. [Il compratore gli punta l'Uzi contro] A-ahm...
certo, questo eliminerebbe nuove opportunità.

(Yuri Orlov)


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IL SISTEMA DEI THEMATA NELL’IMPERO ROMANO D’ORIENTE (SECC. VII-XI).

«L'esercito misto di fanti e cavalieri è simile al corpo umano che al posto delle mani ha la fanteria leggera,
e cioè arcieri, lanciatori di giavellotto e frombolieri. Al posto dei piedi i cavalieri. E al posto della testa, tu,
che sei il primo fra tutti, posto delle restanti parti del corpo, la fanteria pesante e cioè gli skutatoi, che
portano l'armatura tutta intera. E così tu, come la testa, devi avere una grande cura, sia di te stesso che
di tutto il corpo: così quelli avranno cura di te, come di loro stessi»

Leone VI, Taktikà (886-912)


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Armi camuffate in forma di oggetti innocui.

Un'arma può essere camuffata in vari modi:
- perché ha una forma che non è usuale per un'arma;
- perchè ha la forma di un altro oggetto innocuo;
- perché è fatta di una materiale non usuale per un'arma;
- perché è fatta con materiali non rilevabili con apparecchiature tecniche;
- perché è nascosta entro un altro oggetto innocuo;
- perché può essere usata in modo insidioso senza rivelarla.

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Accendini
Una lama di coltello viene proiettata in avanti da una molla; un secondo accendino contiene una lama, una lima e una forbicina.
Per gli agenti segreti dello O.S.S. è stato creato un accendino che consente di sparare un colpo cal. 22 short. Il pulsante in alto apre la bocca della canna mentre il pulsante in basso provoca lo sparo; probabilmente si poteva semplificare il tutto utilizzando, con una sola mano, il pulsante in alto anche per lo sparo.




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