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Da Finanza&Mercati del 31-08-2005
Dopo quasi un anno di attesa, il ministero dell’Economia si appresta a lanciare il nuovo Btp trentennale. Il collocamento - secondo quanto risulta a Finanza & Mercati - dovrebbe scattare a metà settembre e i grandi investitori istituzionali sarebbero pronti a rastrellare il titolo. Il motivo? Il trentennale italiano offre un rendimento superiore a quello tedesco e parecchie compagnie previdenziali - ormai sovraesposte sul vecchio benchmark italiano 2034 - avrebbero accantonato ingenti risorse finanziarie per sottoscrivere la nuova emissione. Fonti vicine a Via XX Settembre rivelano che già nella riunione degli specialist d’inizio agosto, il direttore generale del debito pubblico, Maria Cannata, era stata sollecitata dagli operatori ad accelerare sull’operazione. Così, in virtù di un forte ritardo accumulato nei confronti degli altri Paesi europei (Francia e Germania hanno già lanciato benchmark trentennali con rimborso nel 2037), il ministero dell’Economia potrebbe optare per una scadenza ancora più lontana, addirittura nel 2038. Cosa che non dispiacerebbe agli investitori istituzionali, desiderosi di allungare la duration di portafoglio. Considerato l’attuale rendimento del benchmark 2034 (ieri al 3,94%), la cedola del nuovo trentennale, che sarà collocato alla pari, potrebbe raggiungere il 3,95 per cento. L’importo, invece, dovrebbe essere di almeno a 4 miliardi di euro, anche se la prevista domanda-boom potrebbe farlo lievitare fino a 5 o addirittura 6 miliardi. Insomma, il momento è propizio. E visto il livello dei tassi (ancora sui minimi storici), il Tesoro sembra deciso a non lasciarsi sfuggire l’occasione di lanciare il nuovo Btp trentennale. In modo da potersi concentrare, in autunno, sulle riaperture dei titoli di Stato decennali e trentennali indicizzati all’inflazione.
Dopo quasi un anno di attesa, il ministero dell’Economia si appresta a lanciare il nuovo Btp trentennale. Il collocamento - secondo quanto risulta a Finanza & Mercati - dovrebbe scattare a metà settembre e i grandi investitori istituzionali sarebbero pronti a rastrellare il titolo. Il motivo? Il trentennale italiano offre un rendimento superiore a quello tedesco e parecchie compagnie previdenziali - ormai sovraesposte sul vecchio benchmark italiano 2034 - avrebbero accantonato ingenti risorse finanziarie per sottoscrivere la nuova emissione. Fonti vicine a Via XX Settembre rivelano che già nella riunione degli specialist d’inizio agosto, il direttore generale del debito pubblico, Maria Cannata, era stata sollecitata dagli operatori ad accelerare sull’operazione. Così, in virtù di un forte ritardo accumulato nei confronti degli altri Paesi europei (Francia e Germania hanno già lanciato benchmark trentennali con rimborso nel 2037), il ministero dell’Economia potrebbe optare per una scadenza ancora più lontana, addirittura nel 2038. Cosa che non dispiacerebbe agli investitori istituzionali, desiderosi di allungare la duration di portafoglio. Considerato l’attuale rendimento del benchmark 2034 (ieri al 3,94%), la cedola del nuovo trentennale, che sarà collocato alla pari, potrebbe raggiungere il 3,95 per cento. L’importo, invece, dovrebbe essere di almeno a 4 miliardi di euro, anche se la prevista domanda-boom potrebbe farlo lievitare fino a 5 o addirittura 6 miliardi. Insomma, il momento è propizio. E visto il livello dei tassi (ancora sui minimi storici), il Tesoro sembra deciso a non lasciarsi sfuggire l’occasione di lanciare il nuovo Btp trentennale. In modo da potersi concentrare, in autunno, sulle riaperture dei titoli di Stato decennali e trentennali indicizzati all’inflazione.