Il report di MF sul nuovo piano:
Meno investimenti al 2026 e +3% l’anno il dividendo, A2A renderà oltre il 6%
di Francesca Gerosa
Il piano prevede minori investimenti nel periodo 2021-2026 per 9,3 mld di euro (11 mld quelli precedenti), dei quali 3,5 mld già realizzati. Confermata all’8% la crescita dell’ebitda grazie all’area Energy Business. Mazzoncini: spazio per M&A in bioenergie e rinnovabili
A2A conferma la politica del dividendo: +3% l'anno e il titolo a Piazza Affari riduce le perdite (-2,73% a 1,2635 euro).
"Confermiamo la politica del dividendo, che è di una crescita del 3% l'anno", ha affermato l’ad, Renato Mazzoncini, presentando l'aggiornamento del piano al 2030 della multiutility lombarda e precisando che il dividendo relativo al 2022 che
verrà proposto è di 8,49 centesimi per azione (8,24 centesimi il dato ordinario per il 2021). "Continuiamo a crescere, l'azienda nel 2030 avrà una dimensione che sarà sostanzialmente doppia rispetto a quando siamo partiti con il piano" in termini di ebitda 2030 rispetto al 2020, ha evidenziato l'ad, sottolineando come "gli utili crescano di conseguenza". Equita a valere sul bilancio 2022 si aspetta un dividendo di 8,5 centesimi (rendimento del 6,5%) e di 8,7 centesimi di euro nel 2023 (rendimento del 6,7%).
Il titolo A2A è crollato fino a un minimo intraday a quota 1,2205 euro a Piazza Affari all’indomani dell’approvazione da parte del cda dell’aggiornamento del piano industriale 2021-2030: prevede minori investimenti nel periodo 2021-2026 per circa 2 miliardi a 9,3 miliardi (11 miliardi quelli precedenti), dei quali 3,5 miliardi già realizzati nel 2021-2022. Mentre nel periodo 2023-2026 i capex medi sono attesi pari a 1,45 miliardi contro la stima di Equita Sim di 1,33 miliardi.
Più investimenti in Italia
Nel dettaglio, il piano prevede 16 miliardi di investimenti in 10 anni di cui 5 per l'economia circolare e 11 per la transizione energetica. Oltre l'80% dei progetti previsti entro il 2026 sono stati già realizzati o sono in corso di attuazione, recita la nota di A2A, circa l'85% degli investimenti sono in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e il 65% degli investimenti sono allineati alla Tassonomia europea. "Abbiamo aumentato gli investimenti in Italia rispetto al piano" presentato a gennaio 2021, ha proseguito l’ad.
Impatto marginale da tassa extra profitti
Invece, la rimodulazione della tassa sugli extra-profitti ha un impatto relativamente marginale su A2A perché, ha spiegato il top manager, “non abbiamo fatto extra profitti: se andiamo a vedere i nostri bilanci del 2019-20-21 rispetto a quest'anno non abbiamo certamente elementi rilevanti, stiamo parlando per il bilancio 2022 di qualche decina di milioni di euro, numeri relativamente piccoli". Mazzoncini è però in attesa di capire come verrà interpretata dall'Europa che sembra indicare una tassazione sulle aziende che estraggono combustibili fossili, quindi gas e petrolio, e per ora sembra escludere le aziende che acquistano gas per fare trasformazione di energia. "In ogni caso non ha un impatto significativo sul nostro piano, se ci sarà la pagheremo e faremo la nostra parte", ha assicurato.
Confermata la crescita dell’ebitda
Invece, la crescita dell’ebitda 2021-2026 è stata confermata all’8% con un ebitda atteso nel 2026 a 2,1 miliardi (contro la stima di 1,73 miliardi). Solo nel 2023 l’ebitda non sarà inferiore a 1,6 miliardi, ha puntualizzato Mazzoncini, ricordando che il gruppo ha “una serie di impianti nuovi che entrano in servizio, c'è l'effetto delle acquisizioni, tutto questo vale circa 120 milioni da sommare agli 1,45-1,5 miliardi previsti". Stimato anche un tasso medio annuo di crescita dell’utile netto ordinario del 10% a 560 milioni (sopra 500 milioni il target precedente). Equita Sim si aspettava 390 milioni.
L’area Energy Business contribuirà di più
La parte del leone la farà l’area Energy Business con l’ebitda che passerà da 0,6 a 1,1 miliardi (0,9 miliardi il target precedente) grazie alla piena liberalizzazione del mercato retail ( A2A conta di salire dagli attuali 2,1 milioni di clienti liberi a 5 milioni). “Si tratta di target ben superiori alle nostre stime che prevedono un ebitda di 0,65 miliardi al 2026”, ha precisato Equita. Quanto all’area Ambiente l’ebitda crescerà dell’8% medio anno a 0,5 miliardi nel 2026 (in linea con le stime della Sim), mentre l’area networks vedrà un ebitda piatto nel periodo 2022-2026 a 0,5 miliardi dal precedente target di 0,65 miliardi (0,63 la stima di Equita), nonostante 3 miliardi di investimenti nel periodo.
Il tutto con una struttura equilibrata di capitale per mantenere un solido investment grade, con un rapporto fondi da operazioni/debito netto al 20% nel 2022 (23% al 2025). Il costo del debito medio è atteso al 3% nel 2026 (1,7% la stima precedente). Mentre nel periodo 2023-2026 il flusso di cassa operativo cumulato è visto pari a 6,2 miliardi, finalizzato a sostenere investimenti di mantenimento per 2 miliardi e di sviluppo per 3,8 miliardi. Il flusso di cassa residuo è quindi di 0,4 miliardi. Nel periodo successivo, 2027-2030, è stimato a 6,8 miliardi.
Spazio per M&A in bioenergie e rinnovabili
Meno investimenti e più crescita organica, ma c’è ancora spazio per operazioni di M&A, “sul tema delle bioenergie (ci sono molti impianti biogas che vanno riconvertiti) e sulle rinnovabili ready to build", ha aggiunto Mazzoncini. A2A è anche interessata alla possibile realizzazione del termovalorizzatore di Roma. "Abbiamo il 50% del mercato dei termovalorizzatori in Italia, quindi siamo interessati a ogni progetto", ha detto in merito l’ad che aspetta di vedere quando uscirà il piano rifiuti di Roma, “poi studieremo e valuteremo la nostra partecipazione".
Gli analisti apprezzano l’approccio conservativo
Un approccio prudente apprezzato dagli analisti. “Riteniamo positivo l’approccio conservativo in questa fase con la riduzione del piano di investimenti nel periodo 2021-2026”, ha commentato
Equita Sim, ribadendo il rating buy e il target prce a 1,83 euro sul titolo A2A. Lo stesso giudizio di
Citi (target price a 2,50 euro) che, però, ha osservato: “sebbene gli obiettivi a lungo termine rimangano al di sopra delle stime del consenso e delle nostre stime, in un contesto di prezzi delle materie prime molto volatile, riteniamo che il mercato probabilmente attribuirà un valore limitato a questi dati a lungo termine”. Per Citi è necessario definire almeno un orientamento per il 2023 affinché gli investitori acquisiscano fiducia sugli obiettivi a lungo termine. Più
cauta Mediobanca Securities che ha un rating neutral e un prezzo obiettivo a 1,85 euro. Come Equita la banca d’affari ha lamentato il fatto che “
sorprendentemente, nel piano non vi è alcun riferimento alla politica di dividendo”. In pratica, ha aggiunto, “vengono confermati i target 2022 e la multiutility prevede solo il target di medio termine al 2026 e al 2030, riducendo gli obiettivi di crescita di medio termine”.
Ultimo aggiornamento: 23/11/2022 15:04