Sull'esporre il problema del giocatore che ha avuto un atteggiamento scarsamente professionale sono d'accordo con Mourinho, per nulla quando, invece, si lamenta della povertà tecnica o da del bambino a calciatori che, comunque, lui fa esordire in serie A.
Una squadra è come un'orchestra e non è accettabile che qualcuno, per propri motivi personali, con un comportamento sbagliato, non errore tecnico che è parte del gioco e determina il livello dei calciatori, ne pregiudichi il risultato comune e finale, esporlo vuol dire rendere partecipe un'altra componente indispensabile, ossia i tifosi.
Questo era il pensiero di fondo che esponevo negli ultimi e faticosissimi anni di Totti, il quale oramai faceva squadra a sé, in quel periodo, inoltre giocatori veramente forti ce n'erano a differenza di oggi, mentre il tottismo fanatico aveva sostituito l'amore per la Roma con la devozione ad un Totem, confondendo questo semplice concetto con odio verso di lui, che invece era evidente come, oramai, avesse più a cuore se stesso che la squadra, come poi certi comportamenti, professionali, una volta terminata la carriera, hanno dimostrato a tutti.
Tanto più ciò vale quindi per calciatori che non hanno di certo fatto la storia della Roma, non sono stati fenomeni e hanno il dovere di essere professionisti.
Comunque, probabile che anche in questa stagione non ci sia trippa per gatti, io il cuore in pace un po' me lo sono messo, consiglio di godersi i momenti volta per volta, andare allo stadio, andare in trasferta, spegnere le radio ed i social, tifare la squadra e vedere cosa succede.
Ovviamente coltivare il proprio senso critico.