aspetti matematici dell'analisi tecnica

quirus

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quirus
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ovviamente non lo so, posso solo dirti che l'idea che molti giornalisti propinano e che cioè l'andamento del fib sia detrminato strettamente dall'andamento delle borse americane è parzialmente falsa: basta studiare l'indice di correlazione fra queste ed il fib del giorno dopo; non ho calcolato lo stesso indice per l'apertura.
Non voglio però monopolizzare questo spazio che aveva ben altri intenti (credo)..lancio al Sig. Kanizsa e agli altri che abbiano un minimo di dimestichezza con la materia una provvocazione: si può costruire una teoria matematica dei mercati finanziari (o solo di alcuni aspetti di essi)?. un saluto
Last edited by quirus on 24-08-01 at 01:16


Luke carli
E pensare ke nel fol ben pochi provano a predire cosa accadrà tra 5 min ma in MOLTI sanno cosa accadrà tra 1 mese, 6 mesi, 1 anno, 10 anni......

Quirus
La saluto e La ringrazio Sig. Kanizsa per aver accolto la mia provvocazione.
Se ho capito bene la Sua risposta, Lei sostiene che una teoria dei mercati finanziari, se possibile, non può che risultare una parte delle teorie random walk. In altre parole solo in presenza di coefficienti di Hurst prossimi allo zero si potrebbe sviluppare una tale modellizzazione, come mostra R.Di Lorenzo nei suoi studi. Il fatto è che i mercati sembrano non avere memoria solo per tempi prossimi alle 8 ore. La questione, volendo allargare il discorso, è che, per quanto mi risulta, non si riesce a dare una definizione precisa di alcuni concetti base (pe esempio quello di trend) dell'at. Forse solo dopo un simile passaggio sarebbe sviluppare una teoria dell'at?

Gioric51
Ciò significa che si dispone di un certo criterio di
previsione solo all'interno di time frame
piccolissimi, laddove certamente si puo' fare teorizzazione matematica, a prescindere dal contenuto empirico
Un saluto e un ben ritrovato a Kanizsa
Sarebbe interessante approfondire l'aspetto sopra citato in quanto la mia pur limitata esperienza coi TS mi porterebbe a dire il contrario ; mi spiego meglio, se noi consideriamo un banalissimo segnale dovuto all'incrocio di 2 mm, ma la cosa vale anche per sistemi più complessi, troviamo che man mano riduciamo il time frame, il sistema riduce gli utili poichè aumenta l'effetto noise, oltre che il > impatto delle commissioni + slippage
Per tenere alti gli utili in time frame ridotti occorre inserire filtri, ma questo aumenta i gradi di libertà del sistema ed in pratica ne diminuisce la sua affidabilità
Saluti


Quirus
La ringrazio Sig. Kanizsa per i complimenti (che, se rivolti proprio a me, mi emozionano) tuttavia per onestà intellettuale debbo subito sconfessarLa: le mie conoscenze specifiche sull'argomento si limitano ad un semplice corso universitario. Detto questo, vorrei continuare nelle mie disordinate riflessioni scusandomi, in particolare col Sig. Ernesto, che saluto, per l'uso , forse eccessivo, di tale spazio, nella speranza che tali spunti possano suscitare un qualche interesse:
1. sembra vero ancorchè paradossale: riusciamo in parte a modellizzare i mercati finanziari quando questi assumono aspetti casuali mentre non riusciamo a fondare matematicamente nessuna parte dell'at.
2. i problemi principali dell'at sono forse due:
a) le discipline che riguardano l'uomo (psicologia, economia ecc.) non soddisfano uno dei criteri che viene considerato fondamentale nell'ambito della fisica classica: la ripetibilità di un fenomeno in laboratorio. Va da sè che anche altre materie, come ad esempio l'astronomia, non rispondono a tale principio fondante di una scienza;
b) solo recentemente la matematica ha affrontato le problematiche delle strutture complesse (logiche a più valori, teoria del caos, fuzzy sets ecc.), riuscendo, credo, solo in parte a chiarire alcuni aspetti di esse.
Vorrei finire con lo sviluppare una considerazione già presentata in una riflessione precedente: la diffusione nei mercati di modelli previsionali validi,offre lo spunto per la realizzazione di un semplice ts basato sull'accelerazione dei corsi tarata con la deviazione standard. Cordiali saluti.


Gioric51
Ringrazio per i complimenti, troppo buono
Con stima
Saluti

Federico
Mi piace la discussione e, in punta di piedi, permettetemi di intrufolarmi laddove non esplicitamente invitato.
Un saluto a tutti, in particolare a Quirus che non sento da un secolo; notti quasi insonni per terminare un lavoro ci distraggono a volte dalla vita di tutti i giorni e perdiamo a volte di vista persone con cui abbiamo avuto il piacere di discutere. giammai.
Ma passiamo alla discussione.
Senza falsa immodestia, io mi considero un matematico: un pò per formazione culturale e scolastica, un pò per propensione naturale. A suo tempo ho avuto estrema lucidità ed avidità cognitiva per arrivare ad un buon livello di tecnica matematica che ancor oggi riecheggia fra i miei Neuroni provati dall'età ( non più giocosa, ahimè ).
La miglior teoria che si adatterebbe a modellizzare un mercato finanziario affonda secondo me le radici nel connessionismo, ovvero in quella branca della matematica che si occupa di descrivere il comportamento di sistemi complessi. Ho un numero de "le Scienze " ove la cosa assume contorni estremamente interessanti.
La nostra "Teoria Classica" è inoltre basata su asserzioni considerate dogmi per la altisonanza dei nomi da cui provengono, ma a volte dovrebbero essere anche verificate con attenzione.
Solo per fare un esempio, ho provato per vènti miei a verificare le ormai classiche correlazioni fra T-Bond, S&P, Dollar Index, CRB futures indicate da Murphy e, credetemi, quanto riportato sull'"Analisi Tecnica Intermarket" non è assolutamente evidente.
Sicuramente esistono delle fasi di mercato in cui valgono, ma la cosa "salta" in diversi orizzonti temporali anche di parecchi mesi. La legge che correla i quattro valori sopra riportati è esplicitabile ( io l'ho fatto con LISREL 8.30 student della SSI ), ma ha una errorvariance assai elevata.
Dal comportamento di un numero enorme di componenti, poi, non può che scaturire un comportamento "frattale" di quelle entità che noi limitiamo in due dimensioni ma che potrebbero benissimo averne di più : i GRAFICI , croce e delizia di tutti gli analisti e presunti tali.
Mi convinco sempre di più che per "cavalcare un frattale" con un utile che si mantenga tale in ogni situazione di mercato consista essenzialmente nello studiare dal punto di vista "ARMONICO" ( non musicale, ma secondo FOURIER ) uno storico sufficiente, individuare ed ottimizzare la giusta "lunghezza d'onda".
A questo va aggiunta poi una valutazione che difficilmente sento fare: ogni sistema ha un ben determinato Range entro cui riesce a vivere ( cioè rimanere stabile ); quando ci si avvicina ai "contorni" , difficile prevedere il comportamento di un sistema estremamente complesso. Questi casi possono essere valutati appieno solo con una buona dose di conoscenza della cosiddetta "Teoria delle Catastrofi".
Un esempio di "catastrofe" si ha, ad esempio, quando un Book si svuota ( in Denaro o in Lettera, anche se questo secondo esempio viene difficlmente visto "come catastrofe"; però se siete Short lo è anche quello ). Per conto mio, ho sistetizzato una semplice regola al riguardo : vendere SEMPRE dopo un eccesso di rialzo. La cosa non è duale, ovvero, non vale che "è sempre coveniente COMPRARE dopo un eccesso di ribasso.
Tuttavia rimpiango modelli in cui è chiaro, semplice e matematicamente ben definita una funzione obbiettivo, uno spazio delle soluzioni, ... .
La Economia ha le sue leggi e sicuramente non sono in discussione; anche la speculazione ha le sue leggi, ed anche queste non sono in discussione.
Invito tutti a leggere un "grande" , Galbraith, in un libretto pubblicato profeticamente l'anno scorso dal titolo: "Breve storia dell'Euforia finanziaria", RCS diffusione.
Ai posteri l'ardua sentenza.
 
Ultima modifica:
Ho inserito in questa sede, che mi sembra la più appropriata, i contributi di alcuni partecipanti alla discussione avvenuta nel post del forum di Finanza on line "Alla cortese attenzione del Sig. Kanizsa" sull'argomento, con l'intento di proseguire il suddetto dibattito. La mia convinzione è questa: se riusciamo a ragionare sulle basi dell'at definendone i concetti fondamentali in modo preciso, avremo costituito un valido contributo allo sviluppo di ts ben funzionanti.
 
esistono gli ufo?

Per la Sig. M.Ack (spero di aver scritto bene il suo nome), monopolista dei cieli italiani e non, non esistono perchè, a quanto ho capito, non li ha mai visti.
Qualche volta io ho visto qualcosa di strano nei cieli, non so se fossero ufo oppure no: è probabile che in altri pianeti esista qualche forma di vita. Esistono gli angeli? Io non li ho visti ma non per questo posso sostenere che non esistano: c'è qualcuno che dice di vederli..
L'analisi tecnica ha una sua validità? Anche in tal caso qualcuno sostiene che sono tutte *****, probabilmente perchè non è in grado di darne una spiegazione logico-matematica..altri la usano regolarmente. Secondo me entrambe le posizioni sono errate: la prima perchè frutto di una deformazione professionale tipica del matematico (e anche mia): tendere a negare ciò di cui non ci si fa una ragione; la seconda perchè supreficiale. un saluto
 
Ultima modifica:
...l'Analisi Tecnica ha una sua validità?...

Sono valide le cose che funzionano e l'AT (per me solo certa AT) funziona (ovviamente dal punto di vista statistico)
Basta scrivere qualche semplice TS per rendersene conto
Saluti
 
Appunti di viaggio

Trovo molto interessanti questi post e ringrazio quirus per averli proposti.
Dopo i dovuti ringraziamenti vorrei esporvi le mie idee ed i miei dubbi.
Intanto non possiamo schematizzare i muovimenti di borsa con un modello di riceca operativa (con funzione obiettivo e vincoli) perchè troppo aleatorie risulta l'assegnazione delle variabili.
Se non possiamo studiare il sistema con metodi deterministici, possiamo provare con metodi probabilistici, in questo caso potrebbe risultare molto utile uno studio di tipo armonico (v. Fourier) tanto caro a Gann che ha ricercato per anni la legge della vibrazione.
Probabilmente l'ottimizzazione dei parametri degli oscillatori come lo stocastico possono ricondursi alla ricerca della frequenza propria del ciclo tipico del titolo in esame; ma riducendo il time frame o la liquidità del titolo, il rumore di fondo (noise) non permette di effettuare buone previsioni.
Il rumore, a mio modo di vedere, interferisce sia sulle ampiezze delle oscillazioni che sulla regolarità temporale, per cui i set-up prezzo-tempo possono essere sfalsati (Gann, forse, si sta già rivoltando nella tomba per questa affermazione).
Per quanto riguarda la correlazione dei mercati, penso che questa non può essere valutata considerando le chiusure, al limite si potrebbe valutare la correlazione esistente tra le borse in intraday (non nè vedo comunque l'utilità).
E' innegabile, infatti, che un'accelerazione nel finale di Wall Street influenzi positivamente l'apertura di Piazza Affari o che un'apertura positiva del mercato americano "aiuti" il nostro nel finale.
Se è vero, infatti, che ogni mercato possiede una frequenza propria di oscillazione nel medio periodo (ovvero, quella lunghezza temporale che ci permette di limitare il noise), questa può essere solo marginalmente influenzata dai mercati esteri (in intraday, appunto), a meno di non ipotizzare una legge naturale universale che influenzi tutti i mercati del mondo, ma a cui personalmente non credo.
Veniamo, ora rapidamente ai dubbi: "vendere SEMPRE dopo un eccesso di rialzo. La cosa non è duale, ovvero, non vale che "è sempre coveniente COMPRARE dopo un eccesso di ribasso."???????
Non riesco, inoltre a immaginarmi un grafico con più di due dimensioni e non sono neanche daccordo sulla teoria dei frattali che "non funziona più" nei contorni; mi sembra questa una scusa troppo facile per spiegare ciò che non si riescie a modellizare.
Non dico che si possa modellizare perfettamente il sistema "borsa" altrimenti saremmo tutti ricchi, ma quantomeno si può ricercare un modello approssimato che ci permetta di fare dei buoni guadagni.
Buon trading a tutti.

Pix77
 
Ultima modifica:
Buon contributo
Avanti col "Modello Approssimato"
Saluti
 
cosè un trend?

che cos’è un trend?. Più me lo chiedo e meno so rispondere..
Un trend è una linea retta che tocca più minimi o massimi, ma una sola o un fascio di tali rette o cos’altro? Perché reputiamo un trend più importante di un altro e ancora, quando possiamo dire che un trend si è ormai esaurito? Quanti sono i trend?
Andiamo in ordine; trend..secondo me esistono trend e linee di trend: un trend è un insieme di rette parallele, insomma una direzione..ma devono essere proprio parallele? Bè diciamo “quasi” parallele (poi si cercherà di capire cosa possa significare quel “quasi”), quelli non paralleli si dicono triangoli, insomma un insieme di rette parallele all’interno del quale abbiamo quelle che Di Lorenzo chiama “tagli”. Ma quanti sono i trend in n sedute? Questo non lo possiamo dire ma possiamo invece stabilire che sono al massimo n(n-1)/2, in un anno circa 45000, tanti quante sono le possibili rette fra due punti. Gli elementi che ci fanno considerare un trend più importante di un altro: la sua lunghezza nel tempo,la larghezza, il numero di volte che è stato toccato (o “quasi”..sempre questo quasi!) senza essere superato o, anche, quante volte ha “vinto” su un altro trend di segno opposto. Evidentemente qui sto considerando solo quelli lineari poi ci sono quelli parabolici e forse anche altri.
Come dire che un trend si è ormai esaurito? Non lo so, infatti capita spesso che una linea di trend “estrema” sia stata superata ma poi si forma un’altra linea parallela che non viene oltrepassata e quindi il trend si allarga. Insomma questi trend sono proprio un bel rompicapo…spero di tornare sull’argomento un’altra volta con le idee più chiare. A pensarci bene.. esistono?

Torno a parlare di trend perché l’argomento nei suoi aspetti così misteriosi mi affascina..Com’è che il mercato a volte si ricorda di un trend magari esaurito da anni e lo rivitalizza? I trend evidentemente vivono nel tempo..nascono, si ingrandiscono, muoiono..e poi magari rinascono in una sorta di metempsicosi borsistica. Ogni retta che consideriamo, ogni direzione, ha un suo “valore di trend” che varia nel tempo che indica quanta importanza stiamo dando in un certo momento a quel movimento…quindi un trend non esiste se non nei momenti in cui gli stiamo dando un elevato valore di esistenza, magari dimenticando o diminuendo il valore di esistenza degli altri. Ci sono trend simpatici, vivaci..sottili. E ancora antipatici, noiosi, scorbutici, senza personalità..ogni nazione ha i suoi trend. Ad ognuno il suo trend. I trend esistono solo nella nostra mente (Lastzero). Ma che differenza fa? Che cosa vuol dire? Se sono nella mente di tutti allora esistono..oppure non esistono come i fantasmi da noi prodotti? ..vediamo ciò che vogliamo vedere o vediamo ciò che nelle stesse condizioni mentali e reali tutti vedrebbero? L’unica definizione di trend che mi viene in mente è quella a cui accennavo nell’altro post: il trend è una funzione del tempo: esso accumula “punti” a seconda delle situazioni che si sviluppano, poi li perde, ancora li guadagna, li riperde..un rimbalzo vale 10 punti, un rientro dopo un’uscita 15..insomma totalizza 3000 punti e puoi avere una pentola in acciaio.. sto (quasi) scherzando. ciao


Questo post, semiserio, l'ho scritto tempo fa ed ancora oggi mi manca una risposta. L'ho inserito in questo spazio come esempio di concetto basilare dell'at che non trova una facile definizione: sarebbe possibile ottenere dei risultati applicando le logiche plurimodali ed in sostanza i fuzzy sets? Non essendo esperto dell'argomento lancio la palla..un saluto, quirus
 
X Pix77

Che cosa ci sai dire sulle serie di Fourier? E' un'argomento che conosco poco. Hai dei link utili sull'argomento?

Ciao e grazie in anticipo.
 
Alcune puntualizzazioni.

La regola di "vendere dopo un eccesso di rialzo" che non ha un corrispettivo duale, nasce da una semplice osservazione dei casi.
Ricordiamo sempre il fine ultimo della AT è quello di ottenere utili.
Inutile qui fare i puri o andare a cercare un esempio o un controesempio per poter dire "... hai visto ?". Servirebbe solo una osservazione statisticamente seria del fenomeno, che io personalmente non ho sottomano.

Invito inoltre a rileggere il mio post, in cui NON E' SCRITTO che un frattale non si può "cavalcare con utile", ma semplicemente che la maggior parte delle persone non si pone mai il problema di una eventuale "catastrofe" che, sottolineo, può consistere anche in uno svuotamento del Book.

Tanto per fare un esempio, io mi sono definito un concetto di trend basato su due livelli trailing e la cosa funziona benissimo.
Con un pò di regole empiriche, BASATE SULLA OSSERVAZIONE DEL COMPORTAMENTO EMOZIONALE del mercato, ottengo un buon gain.

Faccio solo un esempio: io ignoro i movimenti violenti di inizio trend ( oltre i 100 pts di candle sul MIB30 ) e non permetto al mio TS di operare fino alle 9.45. Di solito infatti un movimento violento in apertura è seguito da una altrettanto violenta correzione.
Detto in termini matematici, il valore atteso del sistema ( Net Profit, Media, chiamatela come volete ) cresce.

Concludo lanciando due messaggi:

1) molto probabilmente per descrivere matematicamente il mercato abbiamo bisogno di logiche non-lineari

2) Un TS DINAMICO, in cui cioè i parametri comportamentali variano in base alle mutate condizioni di mercato ( Vola, escursione di valore, ... ), ci proteggerà in ogni fase di mercato e si adatterà automaticamente senza costringerci periodicamente a fare del "tuning". A mia conoscenza non esistono ancora modelli di questo tipo. Si pensi ad esempio a regole del tipo:
"il trailing stop è pari alla vola ( in % ) per il 5% del titolo"
oppure
"Il Take Profit è pari al MAX( vola *10% , 5% ) "

Ricordiamoci comunque che stiamo parlando IN OGNI CASO di TENTATIVI di formalizzazione di metodi basati essenzialmente su regole empiriche. Nessuno di noi investirebbe soldi in un TS senza prima averne testato i risultati, provato il rendimento reale con un minimo di capitale investito, ... .
 
x Federico
Effettivamente, sono d'accordo, il comportamento del mercato segue logiche almeno non lineari ed i TS è necessario siano dinamici, sappino cioè adeguarsi in fretta alle mutate condizioni del mercato, ciò non è detto che debba per forza essere automatizzato ( operazione non sempre semplice) , ma può essere anche fatto manualmente, ottimizzando i parametri sull' "ULTIMO PERIODO" borsistico.
l'ultimo periodo varia per ogni TS in funzione della sua reattività e time frame
Saluti
 
quanti punti è necessario individuare per dire che si è formato un trend?
trend costituito da rette -
c'è chi sostiene che ne bastano 2, ad esempio due massimi o due minimi, e, in effetti, sappiamo dalla geometria euclidea che per due punti passa una ed una sola retta..secondo me però 2 sono troppo pochi perchè manca in tal caso una conferma: se i punti sono tutti minimi o massimi ce ne vorrebbero almeno tre; se invece ad esempio due sono minimi ed il terzo è un massimo ce ne vorrebbero almeno quattro.

trend parabolico -
stesse considerazioni: essendo una parabola individuata da almeno tre punti, tre minimi o tre massimi sarebbero sufficienti.

Sono quindi d'accordo con l'avvocatomimmo quando sostiene che la formazione di una tendenza si svolge nel passato: noi possiamo individuare un trend solo quando si è già formato. E sono anche d'accordo sul fatto che i trends costituiscono uno degli strumenti previsionali più potenti che abbiamo a disposizione nell'at. un saluto, quirus.
 
Si, d'accordo
Però, se dopo aver studiato il TS sulla serie storica faccio un forward testing (test ex-ante) su una serie non utilizzata e mi dà buoni risultati, le cose cambiano...
Saluti
 
X Scalpo

Di link purtroppo non nè ho, comunque la serie di Fourier è descitta in alcuni testi di analisi tecnica (di solito nella parte dedicata ai cicli).
La mia conoscenza sulla serie di Fourier deriva più che altro dalla lettura di testi di meccanica delle vibrazioni, a cui mi sono dedicato dopo la lettura di alcuni testi di Gann (e la sua famosa legge della vibrazione)
Tutto ciò che oscilla in natura e, quindi anche il mercato, può essere modellizzato come un sistema a più gradi di libertà.
Per conoscere le frequenze delle oscillazioni (e quindi i set-up temporali), si può procedere sia per via analitica, ma, se non si è a conoscenza delle equazioni che governano il sistema (vedi mercati finanziari), si possono cercare queste frequenze con l'analisi modale, ovvero l'analisi dei modi di vibrare di un sistema complesso.
L'analisi modale si basa, principalmente, su algoritmi di Fourier.
Di tutto lo spettro che otteniamo ci interessano le armoniche più importanti.
Saluti

Pix77
 
L'analisi spettrale è concepita come l'analisi esplorativa di regolarità cicliche nei dati. L'obiettivo dell'analisi è quello di decomporre una serie storica complessa tramite componenti cicliche con un numero ridotto di funzioni sinusoidali (seni e coseni) di lunghezze d'onda particolari. Il termine "spettro" fornisce un'appropriata metafora per la natura di questa analisi: Si supponga di studiare l'emissione di luce bianca del sole, che ad una prima osservazione sembra una accumulazione casuale (rumore bianco, white noise) di luce di differenti lunghezze d'onda. Invece, facendo passare la luce attraverso un prisma, è possibile separare le lunghezze d'onda differenti, o componenti cicliche, che rendono bianca la luce solare. Nei fatti, tramite questa tecnica è possibile identificare e distinguere le differenti sorgenti luminose. Quindi, identificando le sottostanti componenti cicliche importanti, si è appreso qualcosa di più sul fenomeno in studio. In sostanza, eseguire un'analisi spettrale su una serie storica è analogo a far passare la serie attraverso un prisma per identificare le lunghezze delle onde e l'importanza delle componenti cicliche sottostanti. Come risultato di un'analisi ben riuscita si dovrebbero scoprire pochi cicli ricorrenti di lunghezze differenti per la serie storica di interesse, che ad una prima osservazione sembrava più o meno composta di errore casuale.

Un esempio molto citato per l'analisi spettrale è la natura ciclica dell'attività delle macchie solari . Si ricava che l'attività di macchie solari varia entro cicli di 11 anni. Altri esempi di simili fenomeni astronomici, regolarità nel tempo meteorologico, fluttuazioni nei prezzi di merci, attività economica, ecc. sono spesso utilizzati in letteratura per dimostrare questa tecnica. In contrasto con la tecnica ARIMA o il Lisciamento Esponenziale, l'obiettivo dell'analisi spettrale è quello di identificare le fluttuazioni stagionali di lunghezze differenti, mentre nei primi tipi di analisi indicate la lunghezza della componente stagionale è usualmente nota a priori e quindi inclusa in qualche modello teorico a medie mobili o di autocorrelazioni.

Il testo classico sull'analisi spettrale è Bloomfield (1976).
 
Nel ringraziare tutti i partecipanti per i loro interessantissimi interventi, vorrei sottoporre una questione: conoscete dei risultati di matematica (es. teoremi) che siano immediatamente spendibili per la realizzazione di un ts e che ci possano fornire un modello anche molto parziale di alcuni aspetti dell'at? un saluto, quirus.
 
quello che lei indica, credo si voglia riferire alle metodologie di tipo econometrico-statistico, poichè per definizione nelle serie di tipo non-lineare non esiste certezza matematica di modalità nelle variabili.
Quindi le posso dire che in letteratura sono stati effettuati studi applicati ai mercati finanziari tramite modelli state-space, ARCH e relative estensioni, approcci black-box.
In ognuna di queste metodiche si assume il principio base, nell'implementare il relativo TS, che la dinamica dei prezzi e la volatilità di mercato hanno delle fasi ben definite:

Matrice di transizione degli stati di mercato:


Alta volatilità Alta volatilità
alta direzionalità-----------------------------------scarsa direzionalità
. .
. .
. .................................................................. .
. .
Scarsa volatilità Scarsa direzione
alta direzionalità----------------------------------Scarsa volatilità



Il sistema dovrebbe avere un algoritmo che riconosca il passaggio da una fase all'altra ed applicare il set di regole idonee.
 
vi è un errore di trasmissione:

Alta direzione alta volatilità
alta volatilità scarsa direzione



alta direzione scarsa direzione
scarsa volatilità scarsa volatilità
 
Ciao, Quirus.

Considero la Cibernetica un "pozzo" di matematica cui attingere per "buttar giù" TS: avendo bene in mente il concetto di feedback puoi infatti costruire TS "a correzione di errore".

La cosa non è poi così proibitiva. Sicuramente alcuni concetti sono introducibili in attuali TS che, magari, risultano un pò troppo "statici" rispetto alle condizioni di mercati degli ultimi tempi.

Inutile addentrarsi qua in dettagli tecnici. Se Ti interessa, fammi sapere.

Un saluto.
 
1. ringrazio per le risposte molto interessanti, risposte in un certo qual modo simili, se ho ben capito. Infatti l'idea avanzata in entrambe, pur con linguaggi differenti, sembra essere quella di un ts come automa che impara da sè. L'idea, ripeto, è affascinante, tuttavia, credo, sia bene, almeno fin dove possibile, cercare una soluzione "ottimale" (molto buona) nell'ambito di un ts classico, che sia il più semplice possibile. Ed è in questo senso che finora mi sono mosso, sviluppando diversi ts, credo anche "abbastanza" buoni ma che non so come valutare, dato che non mi è chiara tale questione che tuttavia ritengo fondamentale. In poche parole: che senso ha costruire tanti ts, sforzarsi di avere buone idee ecc., se poi non si sa quale ts scegliere?
2. Forse il mio suggerimento era alquanto ingenuo ma l'idea di avere un risultato certo, un teorema dimostrato rigorosamente, dal quale partire per costruire un ts, mi sembrava e mi sembra un
buon punto di partenza..ma forse è difficile se non impossibile trovare un ordine nel caos, soprattutto per me che non sono affatto esperto di tale teoria. un saluto, quirus
 
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