quirus
x Strike:
ovviamente non lo so, posso solo dirti che l'idea che molti giornalisti propinano e che cioè l'andamento del fib sia detrminato strettamente dall'andamento delle borse americane è parzialmente falsa: basta studiare l'indice di correlazione fra queste ed il fib del giorno dopo; non ho calcolato lo stesso indice per l'apertura.
Non voglio però monopolizzare questo spazio che aveva ben altri intenti (credo)..lancio al Sig. Kanizsa e agli altri che abbiano un minimo di dimestichezza con la materia una provvocazione: si può costruire una teoria matematica dei mercati finanziari (o solo di alcuni aspetti di essi)?. un saluto
Last edited by quirus on 24-08-01 at 01:16
Luke carli
E pensare ke nel fol ben pochi provano a predire cosa accadrà tra 5 min ma in MOLTI sanno cosa accadrà tra 1 mese, 6 mesi, 1 anno, 10 anni......
Quirus
La saluto e La ringrazio Sig. Kanizsa per aver accolto la mia provvocazione.
Se ho capito bene la Sua risposta, Lei sostiene che una teoria dei mercati finanziari, se possibile, non può che risultare una parte delle teorie random walk. In altre parole solo in presenza di coefficienti di Hurst prossimi allo zero si potrebbe sviluppare una tale modellizzazione, come mostra R.Di Lorenzo nei suoi studi. Il fatto è che i mercati sembrano non avere memoria solo per tempi prossimi alle 8 ore. La questione, volendo allargare il discorso, è che, per quanto mi risulta, non si riesce a dare una definizione precisa di alcuni concetti base (pe esempio quello di trend) dell'at. Forse solo dopo un simile passaggio sarebbe sviluppare una teoria dell'at?
Gioric51
Ciò significa che si dispone di un certo criterio di
previsione solo all'interno di time frame
piccolissimi, laddove certamente si puo' fare teorizzazione matematica, a prescindere dal contenuto empirico
Un saluto e un ben ritrovato a Kanizsa
Sarebbe interessante approfondire l'aspetto sopra citato in quanto la mia pur limitata esperienza coi TS mi porterebbe a dire il contrario ; mi spiego meglio, se noi consideriamo un banalissimo segnale dovuto all'incrocio di 2 mm, ma la cosa vale anche per sistemi più complessi, troviamo che man mano riduciamo il time frame, il sistema riduce gli utili poichè aumenta l'effetto noise, oltre che il > impatto delle commissioni + slippage
Per tenere alti gli utili in time frame ridotti occorre inserire filtri, ma questo aumenta i gradi di libertà del sistema ed in pratica ne diminuisce la sua affidabilità
Saluti
Quirus
La ringrazio Sig. Kanizsa per i complimenti (che, se rivolti proprio a me, mi emozionano) tuttavia per onestà intellettuale debbo subito sconfessarLa: le mie conoscenze specifiche sull'argomento si limitano ad un semplice corso universitario. Detto questo, vorrei continuare nelle mie disordinate riflessioni scusandomi, in particolare col Sig. Ernesto, che saluto, per l'uso , forse eccessivo, di tale spazio, nella speranza che tali spunti possano suscitare un qualche interesse:
1. sembra vero ancorchè paradossale: riusciamo in parte a modellizzare i mercati finanziari quando questi assumono aspetti casuali mentre non riusciamo a fondare matematicamente nessuna parte dell'at.
2. i problemi principali dell'at sono forse due:
a) le discipline che riguardano l'uomo (psicologia, economia ecc.) non soddisfano uno dei criteri che viene considerato fondamentale nell'ambito della fisica classica: la ripetibilità di un fenomeno in laboratorio. Va da sè che anche altre materie, come ad esempio l'astronomia, non rispondono a tale principio fondante di una scienza;
b) solo recentemente la matematica ha affrontato le problematiche delle strutture complesse (logiche a più valori, teoria del caos, fuzzy sets ecc.), riuscendo, credo, solo in parte a chiarire alcuni aspetti di esse.
Vorrei finire con lo sviluppare una considerazione già presentata in una riflessione precedente: la diffusione nei mercati di modelli previsionali validi,offre lo spunto per la realizzazione di un semplice ts basato sull'accelerazione dei corsi tarata con la deviazione standard. Cordiali saluti.
Gioric51
Ringrazio per i complimenti, troppo buono
Con stima
Saluti
Federico
Mi piace la discussione e, in punta di piedi, permettetemi di intrufolarmi laddove non esplicitamente invitato.
Un saluto a tutti, in particolare a Quirus che non sento da un secolo; notti quasi insonni per terminare un lavoro ci distraggono a volte dalla vita di tutti i giorni e perdiamo a volte di vista persone con cui abbiamo avuto il piacere di discutere. giammai.
Ma passiamo alla discussione.
Senza falsa immodestia, io mi considero un matematico: un pò per formazione culturale e scolastica, un pò per propensione naturale. A suo tempo ho avuto estrema lucidità ed avidità cognitiva per arrivare ad un buon livello di tecnica matematica che ancor oggi riecheggia fra i miei Neuroni provati dall'età ( non più giocosa, ahimè ).
La miglior teoria che si adatterebbe a modellizzare un mercato finanziario affonda secondo me le radici nel connessionismo, ovvero in quella branca della matematica che si occupa di descrivere il comportamento di sistemi complessi. Ho un numero de "le Scienze " ove la cosa assume contorni estremamente interessanti.
La nostra "Teoria Classica" è inoltre basata su asserzioni considerate dogmi per la altisonanza dei nomi da cui provengono, ma a volte dovrebbero essere anche verificate con attenzione.
Solo per fare un esempio, ho provato per vènti miei a verificare le ormai classiche correlazioni fra T-Bond, S&P, Dollar Index, CRB futures indicate da Murphy e, credetemi, quanto riportato sull'"Analisi Tecnica Intermarket" non è assolutamente evidente.
Sicuramente esistono delle fasi di mercato in cui valgono, ma la cosa "salta" in diversi orizzonti temporali anche di parecchi mesi. La legge che correla i quattro valori sopra riportati è esplicitabile ( io l'ho fatto con LISREL 8.30 student della SSI ), ma ha una errorvariance assai elevata.
Dal comportamento di un numero enorme di componenti, poi, non può che scaturire un comportamento "frattale" di quelle entità che noi limitiamo in due dimensioni ma che potrebbero benissimo averne di più : i GRAFICI , croce e delizia di tutti gli analisti e presunti tali.
Mi convinco sempre di più che per "cavalcare un frattale" con un utile che si mantenga tale in ogni situazione di mercato consista essenzialmente nello studiare dal punto di vista "ARMONICO" ( non musicale, ma secondo FOURIER ) uno storico sufficiente, individuare ed ottimizzare la giusta "lunghezza d'onda".
A questo va aggiunta poi una valutazione che difficilmente sento fare: ogni sistema ha un ben determinato Range entro cui riesce a vivere ( cioè rimanere stabile ); quando ci si avvicina ai "contorni" , difficile prevedere il comportamento di un sistema estremamente complesso. Questi casi possono essere valutati appieno solo con una buona dose di conoscenza della cosiddetta "Teoria delle Catastrofi".
Un esempio di "catastrofe" si ha, ad esempio, quando un Book si svuota ( in Denaro o in Lettera, anche se questo secondo esempio viene difficlmente visto "come catastrofe"; però se siete Short lo è anche quello ). Per conto mio, ho sistetizzato una semplice regola al riguardo : vendere SEMPRE dopo un eccesso di rialzo. La cosa non è duale, ovvero, non vale che "è sempre coveniente COMPRARE dopo un eccesso di ribasso.
Tuttavia rimpiango modelli in cui è chiaro, semplice e matematicamente ben definita una funzione obbiettivo, uno spazio delle soluzioni, ... .
La Economia ha le sue leggi e sicuramente non sono in discussione; anche la speculazione ha le sue leggi, ed anche queste non sono in discussione.
Invito tutti a leggere un "grande" , Galbraith, in un libretto pubblicato profeticamente l'anno scorso dal titolo: "Breve storia dell'Euforia finanziaria", RCS diffusione.
Ai posteri l'ardua sentenza.
x Strike:
ovviamente non lo so, posso solo dirti che l'idea che molti giornalisti propinano e che cioè l'andamento del fib sia detrminato strettamente dall'andamento delle borse americane è parzialmente falsa: basta studiare l'indice di correlazione fra queste ed il fib del giorno dopo; non ho calcolato lo stesso indice per l'apertura.
Non voglio però monopolizzare questo spazio che aveva ben altri intenti (credo)..lancio al Sig. Kanizsa e agli altri che abbiano un minimo di dimestichezza con la materia una provvocazione: si può costruire una teoria matematica dei mercati finanziari (o solo di alcuni aspetti di essi)?. un saluto
Last edited by quirus on 24-08-01 at 01:16
Luke carli
E pensare ke nel fol ben pochi provano a predire cosa accadrà tra 5 min ma in MOLTI sanno cosa accadrà tra 1 mese, 6 mesi, 1 anno, 10 anni......
Quirus
La saluto e La ringrazio Sig. Kanizsa per aver accolto la mia provvocazione.
Se ho capito bene la Sua risposta, Lei sostiene che una teoria dei mercati finanziari, se possibile, non può che risultare una parte delle teorie random walk. In altre parole solo in presenza di coefficienti di Hurst prossimi allo zero si potrebbe sviluppare una tale modellizzazione, come mostra R.Di Lorenzo nei suoi studi. Il fatto è che i mercati sembrano non avere memoria solo per tempi prossimi alle 8 ore. La questione, volendo allargare il discorso, è che, per quanto mi risulta, non si riesce a dare una definizione precisa di alcuni concetti base (pe esempio quello di trend) dell'at. Forse solo dopo un simile passaggio sarebbe sviluppare una teoria dell'at?
Gioric51
Ciò significa che si dispone di un certo criterio di
previsione solo all'interno di time frame
piccolissimi, laddove certamente si puo' fare teorizzazione matematica, a prescindere dal contenuto empirico
Un saluto e un ben ritrovato a Kanizsa
Sarebbe interessante approfondire l'aspetto sopra citato in quanto la mia pur limitata esperienza coi TS mi porterebbe a dire il contrario ; mi spiego meglio, se noi consideriamo un banalissimo segnale dovuto all'incrocio di 2 mm, ma la cosa vale anche per sistemi più complessi, troviamo che man mano riduciamo il time frame, il sistema riduce gli utili poichè aumenta l'effetto noise, oltre che il > impatto delle commissioni + slippage
Per tenere alti gli utili in time frame ridotti occorre inserire filtri, ma questo aumenta i gradi di libertà del sistema ed in pratica ne diminuisce la sua affidabilità
Saluti
Quirus
La ringrazio Sig. Kanizsa per i complimenti (che, se rivolti proprio a me, mi emozionano) tuttavia per onestà intellettuale debbo subito sconfessarLa: le mie conoscenze specifiche sull'argomento si limitano ad un semplice corso universitario. Detto questo, vorrei continuare nelle mie disordinate riflessioni scusandomi, in particolare col Sig. Ernesto, che saluto, per l'uso , forse eccessivo, di tale spazio, nella speranza che tali spunti possano suscitare un qualche interesse:
1. sembra vero ancorchè paradossale: riusciamo in parte a modellizzare i mercati finanziari quando questi assumono aspetti casuali mentre non riusciamo a fondare matematicamente nessuna parte dell'at.
2. i problemi principali dell'at sono forse due:
a) le discipline che riguardano l'uomo (psicologia, economia ecc.) non soddisfano uno dei criteri che viene considerato fondamentale nell'ambito della fisica classica: la ripetibilità di un fenomeno in laboratorio. Va da sè che anche altre materie, come ad esempio l'astronomia, non rispondono a tale principio fondante di una scienza;
b) solo recentemente la matematica ha affrontato le problematiche delle strutture complesse (logiche a più valori, teoria del caos, fuzzy sets ecc.), riuscendo, credo, solo in parte a chiarire alcuni aspetti di esse.
Vorrei finire con lo sviluppare una considerazione già presentata in una riflessione precedente: la diffusione nei mercati di modelli previsionali validi,offre lo spunto per la realizzazione di un semplice ts basato sull'accelerazione dei corsi tarata con la deviazione standard. Cordiali saluti.
Gioric51
Ringrazio per i complimenti, troppo buono
Con stima
Saluti
Federico
Mi piace la discussione e, in punta di piedi, permettetemi di intrufolarmi laddove non esplicitamente invitato.
Un saluto a tutti, in particolare a Quirus che non sento da un secolo; notti quasi insonni per terminare un lavoro ci distraggono a volte dalla vita di tutti i giorni e perdiamo a volte di vista persone con cui abbiamo avuto il piacere di discutere. giammai.
Ma passiamo alla discussione.
Senza falsa immodestia, io mi considero un matematico: un pò per formazione culturale e scolastica, un pò per propensione naturale. A suo tempo ho avuto estrema lucidità ed avidità cognitiva per arrivare ad un buon livello di tecnica matematica che ancor oggi riecheggia fra i miei Neuroni provati dall'età ( non più giocosa, ahimè ).
La miglior teoria che si adatterebbe a modellizzare un mercato finanziario affonda secondo me le radici nel connessionismo, ovvero in quella branca della matematica che si occupa di descrivere il comportamento di sistemi complessi. Ho un numero de "le Scienze " ove la cosa assume contorni estremamente interessanti.
La nostra "Teoria Classica" è inoltre basata su asserzioni considerate dogmi per la altisonanza dei nomi da cui provengono, ma a volte dovrebbero essere anche verificate con attenzione.
Solo per fare un esempio, ho provato per vènti miei a verificare le ormai classiche correlazioni fra T-Bond, S&P, Dollar Index, CRB futures indicate da Murphy e, credetemi, quanto riportato sull'"Analisi Tecnica Intermarket" non è assolutamente evidente.
Sicuramente esistono delle fasi di mercato in cui valgono, ma la cosa "salta" in diversi orizzonti temporali anche di parecchi mesi. La legge che correla i quattro valori sopra riportati è esplicitabile ( io l'ho fatto con LISREL 8.30 student della SSI ), ma ha una errorvariance assai elevata.
Dal comportamento di un numero enorme di componenti, poi, non può che scaturire un comportamento "frattale" di quelle entità che noi limitiamo in due dimensioni ma che potrebbero benissimo averne di più : i GRAFICI , croce e delizia di tutti gli analisti e presunti tali.
Mi convinco sempre di più che per "cavalcare un frattale" con un utile che si mantenga tale in ogni situazione di mercato consista essenzialmente nello studiare dal punto di vista "ARMONICO" ( non musicale, ma secondo FOURIER ) uno storico sufficiente, individuare ed ottimizzare la giusta "lunghezza d'onda".
A questo va aggiunta poi una valutazione che difficilmente sento fare: ogni sistema ha un ben determinato Range entro cui riesce a vivere ( cioè rimanere stabile ); quando ci si avvicina ai "contorni" , difficile prevedere il comportamento di un sistema estremamente complesso. Questi casi possono essere valutati appieno solo con una buona dose di conoscenza della cosiddetta "Teoria delle Catastrofi".
Un esempio di "catastrofe" si ha, ad esempio, quando un Book si svuota ( in Denaro o in Lettera, anche se questo secondo esempio viene difficlmente visto "come catastrofe"; però se siete Short lo è anche quello ). Per conto mio, ho sistetizzato una semplice regola al riguardo : vendere SEMPRE dopo un eccesso di rialzo. La cosa non è duale, ovvero, non vale che "è sempre coveniente COMPRARE dopo un eccesso di ribasso.
Tuttavia rimpiango modelli in cui è chiaro, semplice e matematicamente ben definita una funzione obbiettivo, uno spazio delle soluzioni, ... .
La Economia ha le sue leggi e sicuramente non sono in discussione; anche la speculazione ha le sue leggi, ed anche queste non sono in discussione.
Invito tutti a leggere un "grande" , Galbraith, in un libretto pubblicato profeticamente l'anno scorso dal titolo: "Breve storia dell'Euforia finanziaria", RCS diffusione.
Ai posteri l'ardua sentenza.
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