attenti a quelle polizze

  • ANNUNCIO: Segui le NewsLetter di Borse.it.

    Al via la Newsletter di Borse, con tutte le notizie quotidiane sui mercati finanziari. Iscriviti per rimanere aggiornato con le ultime News di settore, quotazioni e titoli del momento.
    Per iscriverti visita questo link.

FaGal

Nuovo Utente
Registrato
21/7/02
Messaggi
17.980
Punti reazioni
231
10 maggio 2003 (Borsa&Finanza)
Attenti a quei panieri a rischio

Sono tante le index linked che legano il loro andamento a un panel di società in crisi

Occhio ai prodotti strutturati. L’avvertimento della Consob nell’ultima relazione annuale è stato chiaro: queste emissioni possono rappresentare un pericolo per i risparmiatori, perché spesso sono prodotti complicati, che vengono offerti ai clienti senza un’adeguata informativa. «Il costo dell’ingegneria finanziaria può avere come contropartita non tanto la gestione del rischio nell’interesse dell’investitore, quanto la translazione a suo carico del rischio dell’intermediario», ha dichiarato Luigi Spaventa nel corso della sua ultima relazione come presidente dell’autorità di controllo, tenutasi il 6 maggio scorso a Milano. Come dire che questi prodotti non solo possono arrecare una perdita al sottoscrittore, ma soprattutto sono venduti in maniera inadeguata. Il faro della Consob si è acceso in particolare sulle obbligazioni bancarie, vendute senza alcun prospetto, considerando che la commissione non ha competenza diretta su altri prodotti strutturati, come per esempio le polizze assicurative (che sono controllatate dall’Isvap). Ma le index linked sono parenti strette delle obbligazione strutturate, considerando che la componente finanziaria di queste polizze è preponderante rispetto a quella assicurativa e i loro meccanismi di funzionamento sono molto simili. Come le obbligazioni strutturate, le polizze index linked assicurano il capitale a scadenza, e a questo possono affiancare un rendimento minimo o cedole che vengono corrisposte nel corso del contratto. Ma se il risparmiatore avesse necessità di liquidare l’investimento prima della fine del contratto, le perdite subìte potrebbero essere consistenti. Per rendersene conto basta guardare il valore delle obbligazioni sottostanti le polizze, che le società sono obbligate a pubblicare. Scovare titoli che siano superiori al prezzo d’emissione è una rarità. Ciò significa appunto che nella gran parte dei casi, se l’assicurato dovesse uscire adesso, subirebbe una perdita perché in tutti i contratti il recesso avviene considerando il valore dell’obbligazione. E a questo si aggiungono penalità all’uscita previste in molte polizze. Ma il pericolo non si presenta solo nel caso in cui sia richiesta un’uscita anticipata. Le cedole possono essere fisse, ma spesso sono legate all’andamento di un paniere di titoli o indici. I meccanismi utilizzati sono i più diversi, ma molte volte si richiede che nessun titolo che fa parte del paniere superi una perdita prefissata. E anche in questo caso se si vanno a guardare alcuni contratti di index linked già sul mercato si scopre che la distribuzione della cedola è stata spesso disattesa a causa del crollo di molti titoli o si è molto ridotta negli ultimi anni.

PANIERI IN FUMO. Trovare nei panieri titoli tristemente noti non è molto difficile. Tra questi spunta per esempio Ahold, il colosso alimentare olandese che lo scorso marzo ha perso circa l’80% del suo valore dopo aver comunicato irregolarità nei libri contabili. Le azioni di questa società appaiono in molti contratti assicurativi. Non mancano, per esempio, nella Index 15 champions di Assiba, polizza emessa a novembre del 2001, o in Creberg index febbraio 2003, proposta dal Credito Bergamasco all’inizio del febbraio scorso. Adria index Comet coupon di Adria vita (gruppo Generali), emessa a marzo del 2002, non è riuscita per esempio a pagare la prima cedola annuale prevista per marzo di quest’anno. Nel paniere di riferimento c’era infatti Aegon, il titolo assicurativo olandese che in un anno ha perso più del 72 per cento. Il contratto di Adria index prevede che le cedole vengano pagate se in ciascuna delle 12 rilevazioni previste, una al mese per ogni anno, nessuna delle 15 azioni di rifermento registri un valore inferiore o uguale al 60% del prezzo iniziale rilevato il 28 marzo 2002. Condizione che purtroppo non si è verificata: quindi la prima cedola ( pari al 9%) non è stata pagata.

QUALCHE SPERANZA C’È ANCORA. Avere titoli crollati nel paniere non è però garanzia di perdere la cedola, perché molto dipende dalla tipologia di indicizzazione. Per esempio, AdriaToro in Borsa più, emessa a dicembre del 2001, prevede di pagare una cedola pari al 9% alla quale si sottrae il 9% dell’incremento o del decremento ottenuto dai due peggiori titoli del paniere composto in totale da 20 azioni. A novembre 2001 la polizza ha pagato una cedola del 3,09%, scesa all’1,21% nel 2002 e allo 0,82% quest’anno. Il motivo della flessione è legato al fatto che nel paniere ci sono Kpn e Cable&Wireless, che lo scorso scorso anno hanno perso rispettivamente l’82% e il 92 per cento. Ma una cedola, seppur minima, è stata comunque pagata. Nei nuovi prodotti non è difficile trovare nei panieri ancora titoli di società che nel 2002 hanno avuto performance deludenti o veri e propri crolli di Borsa. Per esempio, Insurance high yeld 2 index, di Bnl vita, lega le cedole a un’opzione collegata a un basket di 20 titoli tra cui figurano Aegon e la compagnia elevetica Zurich financial services, che lo scorso anno ha perso più del 50 per cento. Il motivo? «Le opzioni che contengono titoli che hanno raggiunto valori bassi sono più convenienti e così riusciamo a dare al cliente rendimenti fissi più elevati - spiega Stefano Sarco, responsabile marketing di Bnl vita - La nostra polizza prevede infatti cedole garantite nei primi tre anni pari al 5%, mentre nei due successivi il rendimento sarà del 12% se nessun titolo scende sotto il 75% del valore calcolato il 3 marzo 2003. Per ogni azione che non rispetta questa condizione si decurta il 2% e se i titoli sono almeno cinque la cedola si azzera. È quindi un vantaggio per il risparmiatore che il valore di partenza sia ai minimi».

MA CI VUOLE PIU’ TRASPARENZA. Paragonare le index linked alle obbligazioni indicizzate è però improprio, considerando che sono stati fatti numerosi passi avanti per rendere trasparenti i contratti delle polizze. Se le obbligazioni strutturate vendute allo sportello possono essere sottoscritte senza presentare alcun prospetto al cliente, le index linked devono avere un prospetto informativo molto dettagliato. Da gennaio del 2001 deve essere indicato il costo implicito di ogni contratto, cioè il valore pagato per l’obbligazione strutturata e per lo zero coupon che formano la index linked. Il problema semmai è quello della distribuzione, perché le index linked, oltre a essere vendute allo sportello e nelle agenzie assicurative, possono essere collocate da qualunque collaboratore degli agenti. In realtà, due anni fa la Consob e l’Isvap hanno siglato un protocollo nel quale è stato stabilito che i prodotti assicurativi di carattere finanziario, come sono appunto le index linked, possono essere distribuiti esclusivamente da venditori specializzati. Ma l’accordo, di fatto, ha rappresentato semplicemente una moral suasion esercitata da parte dell’autorità di controllo guidata da Spaventa. Per cui le index linked possono essere ancora vendute da qualunque collaboratore d’agenzia. Anche da chi ha scelto di collocare polizze per arrotondare lo stipendio.
 
...

12 maggio 2003
Quante sofferenze con le index ma almeno il capitale è protetto

MARIANO MANGIA

Tra le vittime del ribasso dei mercati finanziari degli ultimi anni ci sono anche loro, i sottoscrittori delle polizze index linked che a partire dagli anni novanta si contano ben numerosi. Se ci si limita a osservare il valore corrente di queste polizze, il risultato è decisamente sconfortante: su 605 prodotti che pubblicano il loro valore corrente sui principali quotidiani finanziari, solo 108, meno del 18%, presentano un valore superiore al nominale di 100. E’ pur vero che su queste valutazione incidono anche i costi di acquisizione e gestione delle polizze che, specialmente su polizze lanciate da poco, possono avere un peso non da poco. E’ altrettanto vero che i sottoscrittori di polizze index linked sono vittime con un bel paracadute, poiché hanno la certezza di ricevere almeno il capitale inizialmente versato alla scadenza della polizza e, in molti casi, anche un rendimento minimo. E, come, puntualizzano gli addetti ai lavori, sono prodotti che vanno giudicati alla scadenza e non prima.
"Queste polizze" spiega Daniele Pesce, direttore marketing operativo di Alleanza Assicurazioni, "sono strutturate per rispondere a un bisogno di prodotto garantito, a basso rischio. Il loro obiettivo principale è la protezione del capitale investito, poi c’è una partecipazione all’andamento dei mercati finanziari, che si concretizza solo alla scadenza. Vanno perciò acquistati con un approccio da cassettista: il riscatto anticipato deve essere solo un incidente di percorso, un’eccezione."
Riuscire a dire quanti di loro possano sperare di recuperare le perdite o di iniziare a guadagnare è, invece, impresa ben più difficile. Il problema è che l’universo delle polizze index linked è quanto mai eterogeneo e non solo, banalmente, per il mercato / settore / titoli ai quali sono agganciate, ma soprattutto per le modalità di calcolo e indicizzazione adoperate.
Una polizza index linked non è altro che la combinazione di un’obbligazione del tipo senza cedola (zero coupon) e di opzioni su uno o più indici di mercato o su panieri di titoli. Quello che differenzia notevolmente una polizza dall’altra è la tipologia di opzione adoperata, la metodologia di calcolo adoperata per valutare la variazione dell’indice e la percentuale di retrocessione riconosciuta all’assicurato.
La procedura di calcolo, ad esempio, è quasi sempre basata su un raffronto tra il valore iniziale dell’indice e la media di rilevazioni effettuate a cadenza che può andare dal mese al semestre. Questo metodo ha l’effetto di diluire notevolmente la performance reale dell’indice ed è fortemente influenzata dalla cadenza di calcolo. A titolo di esempio, la variazione assoluta dell’indice Comit da dicembre 1992 a dicembre 2000 è stata pari al 329%, ma facendo il confronto tra il valore di inizio periodo e la media di valori mensili dell’indice, la variazione si riduce all’88%. Se invece la media è effettuata su rilevazioni semestrali, la variazione passa al 138%. Non è una differenza da poco, come si vede. Un incremento tout court del 329% riconosciuto alla polizza si traduce in un rendimento medio anno di quasi il 20%, mentre nel caso delle medie mensili è pari all’8,2%. Maggiore la durata residua della polizza, quindi, migliori le possibilità di ricevere alla scadenza un maggior rendimento.
"Quello che occorre valutare con attenzione in questi prodotti" secondo Daniele Pesce di Alleanza "sono tre elementi: la durata, il livello di protezione e il meccanismo di protezione. Per il primo punto, è importante che il cliente entri con la chiara volontà di rimanere fino alla scadenza naturale. Il livello di protezione può interessare il solo capitale o anche fornire un rendimento minimo a scadenza. Il meccanismo di indicizzazione è oggi chiaramente illustrato nella nota informativa, con esempi di andamenti positivi, ma anche negativi dei mercati finanziari, e può fornire una buona indicazione di cosa ci possa attendere dalla polizza e e sulle capacità di recuperare, considerando anche il lasso temporale a disposizione."
Quello che si può osservare è che, negli ultimi anni, le caratterisitiche delle index linked sono mutate. Innanzitutto si sono accorciate le durate. Le prime polizze avevano una durata da 6 a10 anni, oggi è possibile sottoscrivere polizze con durata anche di soli tre anni. In secondo luogo, alle polizze classiche, che raccolgono i loro frutti, maggiorazione del capitale e/o rendimento minimo, solo alla scadenza si è affiancata, negli ultimi tempi, una nuova tipologia di prodotti.
Sono polizze index linked più vicine al concetto di un bond, poiché pagano una cedola annuale, parametrata all’andamento di un indice o di azioni, con il solito variegato contorno di condizioni, vincoli, cedole minime e massime. La scelta tra le due tipologie, spiega un addetto commerciale, dovrebbe essere guidata dall’ammontare investito. Per importi sui 5.000 10.000 euro e poco più, dovrebbero essere preferite ancora le polizze con prestazione a scadenza, perché le cedole sarebbero di importo così ridotto da risultare poco appetibili per una rendita o il reinvestimento. Per importi più consistenti, invece, le index con cedola possono rappresentare una buona integrazione di reddito.
L’ultima novità nel settore delle polizze index linked è rappresentata dall’indicizzazione all’inflazione del capitale versato. Quello della perdita del potere d’acquisto è un aspetto poco considerato dai sottoscrittori di polizze index linked e, più in generale, di prodotti a capitale garantito a durata pluriennale: si ha sì la certezza di ricevere il capitale investito ma quello che si riceve dopo, diciamo, sei o otto anni è solo formalmente ciò che si è inizialmente versato, poichè in termini reali, depurato cioè dall’inflazione, il suo importo è decisamente inferiore. Per dare un’idea dell’effetto erosione dell’aumento dei prezzi al consumo, se ipotizziamo un tasso d’inflazione annuo del 2%, un capitale iniziale di 1.000 euro, dopo 6 anni, "vale" solo 885,84 euro e dopo 8 anni si riduce a 850,76 euro. Se il tasso annuo d’inflazione è pari al 2,5%, i capitali diventano, rispettivamente, 859 e 816 euro. Questi semplici calcoli dovrebbero far riflettere, inoltre, sull’importanza di stipulare polizze di lunga durata che garantiscano, non solo la restituzione del capitale impiegato, ma anche il riconoscimento di un rendimento minimo, per evitare che il cattivo andamento dei mercati finanziari o degli strumenti cui è collegata la polizza si traduca in una perdita, in termini reali, dell’investimento.
Per ovviare alla perdita di potere d’acquisto, sono state emesse polizze di tipo index linked che recuperano il tasso d’inflazione. La scelta, per quasi tutti i prodotti, cade sull’indice armonizzato dei prezzi al consumo dell’area euro e non sul tradizionale indice rilevato dall’Istat. Già nell’estate scorsa la Sanpaolo Life aveva collocato Blue Profits Ambo che assicurava un rendimento minimo del capitale investito pari alla variazione dell’inflazione. Più di recente, la polizza proposta da Alleanza, denominata Alle Index 2, garantisce, al termine degli otto anni di durata, la restituzione del capitale investito maggiorato del più alto tra il 3% capitalizzato, l’incremento dell’indice dei prezzi al consumo dell’area euro o la somma delle performance annuali dell’indice Eurostoxx 50 (con un limite annuo del 10%). Real Index della Zurich Investment Life, è agganciata a un paniere di 15 titoli azionari ma garantisce, dopo sei anni, il capitale versato rivalutato al tasso d’inflazione europea.

affari & finanza Repubblica 12 maggio 2003
 
Indietro