FaGal
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10 maggio 2003 (Borsa&Finanza)
Attenti a quei panieri a rischio
Sono tante le index linked che legano il loro andamento a un panel di società in crisi
Occhio ai prodotti strutturati. L’avvertimento della Consob nell’ultima relazione annuale è stato chiaro: queste emissioni possono rappresentare un pericolo per i risparmiatori, perché spesso sono prodotti complicati, che vengono offerti ai clienti senza un’adeguata informativa. «Il costo dell’ingegneria finanziaria può avere come contropartita non tanto la gestione del rischio nell’interesse dell’investitore, quanto la translazione a suo carico del rischio dell’intermediario», ha dichiarato Luigi Spaventa nel corso della sua ultima relazione come presidente dell’autorità di controllo, tenutasi il 6 maggio scorso a Milano. Come dire che questi prodotti non solo possono arrecare una perdita al sottoscrittore, ma soprattutto sono venduti in maniera inadeguata. Il faro della Consob si è acceso in particolare sulle obbligazioni bancarie, vendute senza alcun prospetto, considerando che la commissione non ha competenza diretta su altri prodotti strutturati, come per esempio le polizze assicurative (che sono controllatate dall’Isvap). Ma le index linked sono parenti strette delle obbligazione strutturate, considerando che la componente finanziaria di queste polizze è preponderante rispetto a quella assicurativa e i loro meccanismi di funzionamento sono molto simili. Come le obbligazioni strutturate, le polizze index linked assicurano il capitale a scadenza, e a questo possono affiancare un rendimento minimo o cedole che vengono corrisposte nel corso del contratto. Ma se il risparmiatore avesse necessità di liquidare l’investimento prima della fine del contratto, le perdite subìte potrebbero essere consistenti. Per rendersene conto basta guardare il valore delle obbligazioni sottostanti le polizze, che le società sono obbligate a pubblicare. Scovare titoli che siano superiori al prezzo d’emissione è una rarità. Ciò significa appunto che nella gran parte dei casi, se l’assicurato dovesse uscire adesso, subirebbe una perdita perché in tutti i contratti il recesso avviene considerando il valore dell’obbligazione. E a questo si aggiungono penalità all’uscita previste in molte polizze. Ma il pericolo non si presenta solo nel caso in cui sia richiesta un’uscita anticipata. Le cedole possono essere fisse, ma spesso sono legate all’andamento di un paniere di titoli o indici. I meccanismi utilizzati sono i più diversi, ma molte volte si richiede che nessun titolo che fa parte del paniere superi una perdita prefissata. E anche in questo caso se si vanno a guardare alcuni contratti di index linked già sul mercato si scopre che la distribuzione della cedola è stata spesso disattesa a causa del crollo di molti titoli o si è molto ridotta negli ultimi anni.
PANIERI IN FUMO. Trovare nei panieri titoli tristemente noti non è molto difficile. Tra questi spunta per esempio Ahold, il colosso alimentare olandese che lo scorso marzo ha perso circa l’80% del suo valore dopo aver comunicato irregolarità nei libri contabili. Le azioni di questa società appaiono in molti contratti assicurativi. Non mancano, per esempio, nella Index 15 champions di Assiba, polizza emessa a novembre del 2001, o in Creberg index febbraio 2003, proposta dal Credito Bergamasco all’inizio del febbraio scorso. Adria index Comet coupon di Adria vita (gruppo Generali), emessa a marzo del 2002, non è riuscita per esempio a pagare la prima cedola annuale prevista per marzo di quest’anno. Nel paniere di riferimento c’era infatti Aegon, il titolo assicurativo olandese che in un anno ha perso più del 72 per cento. Il contratto di Adria index prevede che le cedole vengano pagate se in ciascuna delle 12 rilevazioni previste, una al mese per ogni anno, nessuna delle 15 azioni di rifermento registri un valore inferiore o uguale al 60% del prezzo iniziale rilevato il 28 marzo 2002. Condizione che purtroppo non si è verificata: quindi la prima cedola ( pari al 9%) non è stata pagata.
QUALCHE SPERANZA C’È ANCORA. Avere titoli crollati nel paniere non è però garanzia di perdere la cedola, perché molto dipende dalla tipologia di indicizzazione. Per esempio, AdriaToro in Borsa più, emessa a dicembre del 2001, prevede di pagare una cedola pari al 9% alla quale si sottrae il 9% dell’incremento o del decremento ottenuto dai due peggiori titoli del paniere composto in totale da 20 azioni. A novembre 2001 la polizza ha pagato una cedola del 3,09%, scesa all’1,21% nel 2002 e allo 0,82% quest’anno. Il motivo della flessione è legato al fatto che nel paniere ci sono Kpn e Cable&Wireless, che lo scorso scorso anno hanno perso rispettivamente l’82% e il 92 per cento. Ma una cedola, seppur minima, è stata comunque pagata. Nei nuovi prodotti non è difficile trovare nei panieri ancora titoli di società che nel 2002 hanno avuto performance deludenti o veri e propri crolli di Borsa. Per esempio, Insurance high yeld 2 index, di Bnl vita, lega le cedole a un’opzione collegata a un basket di 20 titoli tra cui figurano Aegon e la compagnia elevetica Zurich financial services, che lo scorso anno ha perso più del 50 per cento. Il motivo? «Le opzioni che contengono titoli che hanno raggiunto valori bassi sono più convenienti e così riusciamo a dare al cliente rendimenti fissi più elevati - spiega Stefano Sarco, responsabile marketing di Bnl vita - La nostra polizza prevede infatti cedole garantite nei primi tre anni pari al 5%, mentre nei due successivi il rendimento sarà del 12% se nessun titolo scende sotto il 75% del valore calcolato il 3 marzo 2003. Per ogni azione che non rispetta questa condizione si decurta il 2% e se i titoli sono almeno cinque la cedola si azzera. È quindi un vantaggio per il risparmiatore che il valore di partenza sia ai minimi».
MA CI VUOLE PIU’ TRASPARENZA. Paragonare le index linked alle obbligazioni indicizzate è però improprio, considerando che sono stati fatti numerosi passi avanti per rendere trasparenti i contratti delle polizze. Se le obbligazioni strutturate vendute allo sportello possono essere sottoscritte senza presentare alcun prospetto al cliente, le index linked devono avere un prospetto informativo molto dettagliato. Da gennaio del 2001 deve essere indicato il costo implicito di ogni contratto, cioè il valore pagato per l’obbligazione strutturata e per lo zero coupon che formano la index linked. Il problema semmai è quello della distribuzione, perché le index linked, oltre a essere vendute allo sportello e nelle agenzie assicurative, possono essere collocate da qualunque collaboratore degli agenti. In realtà, due anni fa la Consob e l’Isvap hanno siglato un protocollo nel quale è stato stabilito che i prodotti assicurativi di carattere finanziario, come sono appunto le index linked, possono essere distribuiti esclusivamente da venditori specializzati. Ma l’accordo, di fatto, ha rappresentato semplicemente una moral suasion esercitata da parte dell’autorità di controllo guidata da Spaventa. Per cui le index linked possono essere ancora vendute da qualunque collaboratore d’agenzia. Anche da chi ha scelto di collocare polizze per arrotondare lo stipendio.
Attenti a quei panieri a rischio
Sono tante le index linked che legano il loro andamento a un panel di società in crisi
Occhio ai prodotti strutturati. L’avvertimento della Consob nell’ultima relazione annuale è stato chiaro: queste emissioni possono rappresentare un pericolo per i risparmiatori, perché spesso sono prodotti complicati, che vengono offerti ai clienti senza un’adeguata informativa. «Il costo dell’ingegneria finanziaria può avere come contropartita non tanto la gestione del rischio nell’interesse dell’investitore, quanto la translazione a suo carico del rischio dell’intermediario», ha dichiarato Luigi Spaventa nel corso della sua ultima relazione come presidente dell’autorità di controllo, tenutasi il 6 maggio scorso a Milano. Come dire che questi prodotti non solo possono arrecare una perdita al sottoscrittore, ma soprattutto sono venduti in maniera inadeguata. Il faro della Consob si è acceso in particolare sulle obbligazioni bancarie, vendute senza alcun prospetto, considerando che la commissione non ha competenza diretta su altri prodotti strutturati, come per esempio le polizze assicurative (che sono controllatate dall’Isvap). Ma le index linked sono parenti strette delle obbligazione strutturate, considerando che la componente finanziaria di queste polizze è preponderante rispetto a quella assicurativa e i loro meccanismi di funzionamento sono molto simili. Come le obbligazioni strutturate, le polizze index linked assicurano il capitale a scadenza, e a questo possono affiancare un rendimento minimo o cedole che vengono corrisposte nel corso del contratto. Ma se il risparmiatore avesse necessità di liquidare l’investimento prima della fine del contratto, le perdite subìte potrebbero essere consistenti. Per rendersene conto basta guardare il valore delle obbligazioni sottostanti le polizze, che le società sono obbligate a pubblicare. Scovare titoli che siano superiori al prezzo d’emissione è una rarità. Ciò significa appunto che nella gran parte dei casi, se l’assicurato dovesse uscire adesso, subirebbe una perdita perché in tutti i contratti il recesso avviene considerando il valore dell’obbligazione. E a questo si aggiungono penalità all’uscita previste in molte polizze. Ma il pericolo non si presenta solo nel caso in cui sia richiesta un’uscita anticipata. Le cedole possono essere fisse, ma spesso sono legate all’andamento di un paniere di titoli o indici. I meccanismi utilizzati sono i più diversi, ma molte volte si richiede che nessun titolo che fa parte del paniere superi una perdita prefissata. E anche in questo caso se si vanno a guardare alcuni contratti di index linked già sul mercato si scopre che la distribuzione della cedola è stata spesso disattesa a causa del crollo di molti titoli o si è molto ridotta negli ultimi anni.
PANIERI IN FUMO. Trovare nei panieri titoli tristemente noti non è molto difficile. Tra questi spunta per esempio Ahold, il colosso alimentare olandese che lo scorso marzo ha perso circa l’80% del suo valore dopo aver comunicato irregolarità nei libri contabili. Le azioni di questa società appaiono in molti contratti assicurativi. Non mancano, per esempio, nella Index 15 champions di Assiba, polizza emessa a novembre del 2001, o in Creberg index febbraio 2003, proposta dal Credito Bergamasco all’inizio del febbraio scorso. Adria index Comet coupon di Adria vita (gruppo Generali), emessa a marzo del 2002, non è riuscita per esempio a pagare la prima cedola annuale prevista per marzo di quest’anno. Nel paniere di riferimento c’era infatti Aegon, il titolo assicurativo olandese che in un anno ha perso più del 72 per cento. Il contratto di Adria index prevede che le cedole vengano pagate se in ciascuna delle 12 rilevazioni previste, una al mese per ogni anno, nessuna delle 15 azioni di rifermento registri un valore inferiore o uguale al 60% del prezzo iniziale rilevato il 28 marzo 2002. Condizione che purtroppo non si è verificata: quindi la prima cedola ( pari al 9%) non è stata pagata.
QUALCHE SPERANZA C’È ANCORA. Avere titoli crollati nel paniere non è però garanzia di perdere la cedola, perché molto dipende dalla tipologia di indicizzazione. Per esempio, AdriaToro in Borsa più, emessa a dicembre del 2001, prevede di pagare una cedola pari al 9% alla quale si sottrae il 9% dell’incremento o del decremento ottenuto dai due peggiori titoli del paniere composto in totale da 20 azioni. A novembre 2001 la polizza ha pagato una cedola del 3,09%, scesa all’1,21% nel 2002 e allo 0,82% quest’anno. Il motivo della flessione è legato al fatto che nel paniere ci sono Kpn e Cable&Wireless, che lo scorso scorso anno hanno perso rispettivamente l’82% e il 92 per cento. Ma una cedola, seppur minima, è stata comunque pagata. Nei nuovi prodotti non è difficile trovare nei panieri ancora titoli di società che nel 2002 hanno avuto performance deludenti o veri e propri crolli di Borsa. Per esempio, Insurance high yeld 2 index, di Bnl vita, lega le cedole a un’opzione collegata a un basket di 20 titoli tra cui figurano Aegon e la compagnia elevetica Zurich financial services, che lo scorso anno ha perso più del 50 per cento. Il motivo? «Le opzioni che contengono titoli che hanno raggiunto valori bassi sono più convenienti e così riusciamo a dare al cliente rendimenti fissi più elevati - spiega Stefano Sarco, responsabile marketing di Bnl vita - La nostra polizza prevede infatti cedole garantite nei primi tre anni pari al 5%, mentre nei due successivi il rendimento sarà del 12% se nessun titolo scende sotto il 75% del valore calcolato il 3 marzo 2003. Per ogni azione che non rispetta questa condizione si decurta il 2% e se i titoli sono almeno cinque la cedola si azzera. È quindi un vantaggio per il risparmiatore che il valore di partenza sia ai minimi».
MA CI VUOLE PIU’ TRASPARENZA. Paragonare le index linked alle obbligazioni indicizzate è però improprio, considerando che sono stati fatti numerosi passi avanti per rendere trasparenti i contratti delle polizze. Se le obbligazioni strutturate vendute allo sportello possono essere sottoscritte senza presentare alcun prospetto al cliente, le index linked devono avere un prospetto informativo molto dettagliato. Da gennaio del 2001 deve essere indicato il costo implicito di ogni contratto, cioè il valore pagato per l’obbligazione strutturata e per lo zero coupon che formano la index linked. Il problema semmai è quello della distribuzione, perché le index linked, oltre a essere vendute allo sportello e nelle agenzie assicurative, possono essere collocate da qualunque collaboratore degli agenti. In realtà, due anni fa la Consob e l’Isvap hanno siglato un protocollo nel quale è stato stabilito che i prodotti assicurativi di carattere finanziario, come sono appunto le index linked, possono essere distribuiti esclusivamente da venditori specializzati. Ma l’accordo, di fatto, ha rappresentato semplicemente una moral suasion esercitata da parte dell’autorità di controllo guidata da Spaventa. Per cui le index linked possono essere ancora vendute da qualunque collaboratore d’agenzia. Anche da chi ha scelto di collocare polizze per arrotondare lo stipendio.