Le tensioni sociali che si stanno sviluppando in Europa a causa della crisi economica, così come i suoi tanti effetti collaterali, dovrebbero seriamente preoccupare tutti. Cittadini, associazioni, partiti, singoli Stati e istituzioni europee. Sia perché la protesta contro l’austerity sta montando ovunque con forza e con il rischio di degenerare sempre più spesso in violenza sia perché su questo forte malcontento viene alimentato da più parti un populismo anti europeista e xenofobo che sta facendo breccia nell’opinione pubblica europea.
Il caso della Grecia è forse il più eloquente. Nel clima di esasperazione che da due anni vive una parte della società greca si sono insinuati gruppi di ispirazione neonazista che hanno tra gli obiettivi quello di tutelare i valori greci e “ripulire” il paese dagli immigrati considerati la causa dei problemi odierni.
Nei quartieri di Atene abitati da un alto numero di immigrati e rifugiati, per lo più afgani e in molti casi minori, continuano a verificarsi irruzioni notturne di persone armate di spranghe e bastoni alla ricerca di stranieri per ”dare una lezione”. Così come per strada si moltiplicano le aggressioni ingiustificate ai danni di migranti inermi. Una sorta di giustizia fai da te a scopo intimidatorio, una prova di forza, un rituale violento che si esercita quasi sempre nell’impunità.
Il partito Alba Dorata che siede nel Parlamento greco non fa mistero delle proprie idee ultra nazionaliste e della sua matrice d’ispirazione politica, così come ha fatto delle drastiche misure anti immigrazione un suo cavallo di battaglia.
Dopo il successo ellenico, anche in Italia alcuni militanti si stanno organizzando per scendere in campo con la stessa ricetta e usando gli stessi ingredienti e, apparentemente, con lo stesso obbiettivo di una prossima entrata in Parlamento. Sulla scorta dell’esperienza greca, a pochi mesi dalle elezioni e nel clima generale di smarrimento, l’avanzare di queste componenti politiche non dovrebbe forse destare preoccupazione e suscitare un serio dibattito?
Laura Boldrini, 17/11/2012
Il caso della Grecia è forse il più eloquente. Nel clima di esasperazione che da due anni vive una parte della società greca si sono insinuati gruppi di ispirazione neonazista che hanno tra gli obiettivi quello di tutelare i valori greci e “ripulire” il paese dagli immigrati considerati la causa dei problemi odierni.
Nei quartieri di Atene abitati da un alto numero di immigrati e rifugiati, per lo più afgani e in molti casi minori, continuano a verificarsi irruzioni notturne di persone armate di spranghe e bastoni alla ricerca di stranieri per ”dare una lezione”. Così come per strada si moltiplicano le aggressioni ingiustificate ai danni di migranti inermi. Una sorta di giustizia fai da te a scopo intimidatorio, una prova di forza, un rituale violento che si esercita quasi sempre nell’impunità.
Il partito Alba Dorata che siede nel Parlamento greco non fa mistero delle proprie idee ultra nazionaliste e della sua matrice d’ispirazione politica, così come ha fatto delle drastiche misure anti immigrazione un suo cavallo di battaglia.
Dopo il successo ellenico, anche in Italia alcuni militanti si stanno organizzando per scendere in campo con la stessa ricetta e usando gli stessi ingredienti e, apparentemente, con lo stesso obbiettivo di una prossima entrata in Parlamento. Sulla scorta dell’esperienza greca, a pochi mesi dalle elezioni e nel clima generale di smarrimento, l’avanzare di queste componenti politiche non dovrebbe forse destare preoccupazione e suscitare un serio dibattito?
Laura Boldrini, 17/11/2012