nickilista
Siento el Sur...
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Credo di aver letto questa bellissima espressione in Pavese (credo, eh). Mi piace molto, perché è mia, pur non essendolo ("All'anima tocca un'espressione che accresce se stessa": Eraclito - ediz. Colli). Ovvero: io, quando presto attenzione a qualcosa, solitamente, lo faccio per lo più con uno spirito "di indagine". Eppure, di nuovo, qualcosa, un "memorabile", rimane fuori e preme per esser detto. Nell'espressione di Pavese, invece, mi pare vi sia molto di più: una sorta di "ac-cordo" iniziale, una musicalità del prestare attenzione - quasi una "processione" della melodia -, che forse, così direbbe l'oscuro Efesino, avvicina all'Uno-tutto.
Insomma, vi capita mai di essere "in accordo" con tutto ciò che vi circonda? E, qualora lo siate, vi lasciate pervadere da questo vostro "dominio" sulle cose (da questa "sovranità" dell'ac-cordo)?
Insomma, vi capita mai di essere "in accordo" con tutto ciò che vi circonda? E, qualora lo siate, vi lasciate pervadere da questo vostro "dominio" sulle cose (da questa "sovranità" dell'ac-cordo)?
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