Il leader di Sel rifiuta l'ipotesi di un'alleanza di governo con il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini.
Tensione per le dichiarazioni di questi giorni del segretario del Pd.
ROMA - Il leader di Sel Nichi Vendola non ci sta. Annuncia che, se il Pd sceglierà l'agenda Monti, lui non ci sarà.
"Il problema è che il centro vuole proseguire con l'agenda Monti. Allora se c'è l'agenda Monti io non ci sono.
Se c'è l'agenda Bersani io ci sono".
Vendola non usa mezze parole e lancia il suo avvertimento al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Interpellato dall'agenzia Dire sul riavvicinamento tra il Pd e l'area di centro che fa capo al leader Udc, impegnato nella costruzione di una lista pro-Monti, Vendola esprime il suo dissenso. Non vuole alleanze nel solco delle riforme del governo Monti. In parole povere, anche se non lo dice esplicitamente, il leader di Sel dà il suo aut aut: "Se c'è Casini, non ci sto io in una futura alleanza di governo".
Con un riferimento alle primarie, Vendola aggiunge: "Ho lottato perché potesse vincere l'agenda Bersani e per quello ho sottoscritto la carta di intenti" della coalizione di centrosinistra "e ho partecipato alle primarie e ho anche sperato che vincesse l'agenda Vendola". Poi il presidente della Regione Puglia aggiunge: "Ha vinto l'agenda Bersani, l'abbiamo fatto coinvolgendo circa 3 milioni di italiani. Se poi abbiamo scherzato dobbiamo dirlo al nostro popolo che abbiamo scherzato. Sono 3 milioni di italiani che andrebbero via. Oggi esiste al centro della coalizione di centrosinistra l'agenda Bersani".
Una preoccupazione concreta quella del leader di Sel. Ieri, in un'intervista al Wall Street Journal, Bersani ha dichiarato di pensare a una larga alleanza con le forze moderate di Casini e Montezemolo, definite come realtà "centriste, europeiste". Poi, con riferimento alla riforma del lavoro ha ribadito che, malgrado le pressioni del partito di Nichi Vendola, "la discussione sull'articolo 18 è un capitolo chiuso".
(11 dicembre 2012) © Riproduzione riservata