MILANO (MF-DJ)--Il mondo della consulenza finanziaria coglie l'occasione di un convegno in Borsa Italiana per dire no all'unisono alla proposta di Mairead McGuinness, commissaria Ue per i servizi
finanziari, che nei giorni scorsi ha fatto capire che Bruxelles è orientata a vietare le commissioni agli intermediari (come per esempio le banche) che distribuiscono strumenti finanziari.
Il provvedimento sarebbe preso nell'ambito della "Retail Investment Strategy" in corso di definizione da parte della Commissione Ue e ha già creato due fazioni politiche in parlamento, una pro e una contro, capitanata tra l'altro dal ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner. Quest'ultimo in una lettera a McGuinness ha sottolineato che vietare le commissioni sulle vendite di prodotti finanziari da parte di banche e assicuratori sarebbe una "grave battuta d'arresto" per il mercato dei capitali dell'Unione europea e limiterebbe la scelta per i consumatori.
I banchieri, dal canto loro, sono tutti contrari e dal palco di Palazzo Mezzanotte hanno spiegato le loro ragioni: "Sta diventando una posizione dogmatica molto forte e rischia di compromettere tutto ciò che è stato fatto in Italia nel mondo della consulenza. Tra l'altro si portano come esempi il modello inglese e quello olandese che hanno portato a malfunzionamenti nel sistema che non vanno nascosti", ha affermato Tommaso Corcos, ad di Fideuram Ispb.
Corcos ha quindi segnalato che dopo l'avvio della normativa sul mercato inglese "in Uk il numero di consulenti finanziari indipendenti è diminuito. Il mondo degli affluent ha iniziato a segnalare un gap significativo, molti hanno sopperito all'assenza dell'advice con il fai da te...Come si suol dire: tanto rumore per nulla", ha aggiunto.
Ancora più tranchant Massimo Doris, numero uno di Mediolanum. "Io l'ho definita una guerra di religione: uno che si innamora di un'idea e cerca tutti gli elementi a supporto di quell'idea", ha spiegato.
"Io sono per il libero mercato. Perché vietare una cosa che non è
dannosa? Facciamo scegliere al cliente", ha aggiunto il banchiere.
Doris ha aggiunto che "il cambiamento non arriverà domani mattina.
Sarà un processo lungo. Noi stiamo lavorando per prepararci a questo
eventuale cambiamento che però, davvero, spero non arrivi perchè
significherebbe ritornare al punto di partenza. Il libero mercato è una
soluzione molto più auspicabile".
Anche Fineco si sta già preparando all'eventuale modifica. "Io sono per il libero mercato. "Il cambiamento non arriverà domattina: è una
direttiva che seguirà un processo lungo. Però è molto probabile che il
cambiamento avverrà e visto che potrebbe essere strutturale preferiamo
muoverci in anticipo che aspettare l'esito degli eventi". Quanto agli impatti ha aggiunto: "A mio avviso si andrà verso la direzione di una maggiore chiusura delle piattaforme e verso una spinta a fondi passivi ed Etf due aspetti pratici".
Per Paolo Martini, ad di Azimut Holding, "chi ha fatto questa proposta si vede che non incontra moltissimi clienti: l'industria ha già degli strumenti per esempio nel mondo dell'advisory e delle gestioni patrimoniali che fanno della trasparenza un driver importante. Dobbiamo lasciare il mercato libero: imporre a un'industria che funziona una modifica di tale portata non è intelligente".
Contraria anche Allianz Bank. "Allianz ha già esplicitato una posizione di opposizione a questa ipotetica normativa: dal gruppo di lavoro di cui faccio parte emerge che l'Italia è più avanti degli altri Paesi sotto tutti i profili. Dal fatto che la decisione sia stata spostata a maggio traspare che l'agenda non è così chiara, in Parlamento si sono già formate due fazioni di tipo politico", ha affermato Paola Pietrafesa, ad di Allianz Bank. "Qualunque sarà la decisione la nostra industria è forte e sapremo affrontare le novità come e meglio degli altri Paesi", ha concluso Pietrafesa.
claudia.cervini@mfdowjones.it
cce
MF-DJ NEWS
1616:12 feb 2023