Non so ma è stata fatta saltare in anticipo a causa della norma del bail in che ancora non era operativa.
Non essendoci mai stati altri casi prima immagino che qualche appiglio legale ci sia.
Diverso il caso del crack delle banche successive (Bpvi, Veneto banca,ecc) dove avevano già l'esempio di quello successo 2 anni prima e si possono essere tutelati.
Risparmiatori truffati, tutte le capriole di Meloni sul Fir
Fondo indennizzi prorogato di 6 mesi, silenzi e misteri sulla destinazione dei 500 milioni a disposizione rimasti inutilizzati
- Il Fatto Quotidiano
- 31 Dec 2022
- » Giuseppe Pietrobelli
FOTO LAPRESSE/ FOTOGRAMMAIn piazza I truffati delle banche a Montecitorio Massimo Bitonci, sottosegretario al Mimit della Lega
“Sarà nostro impegno, qualora ricevessimo dai cittadini l’incarico di governare questa Nazione, assicurarci che i fondi rimanenti del Fondo di indennizzo risparmiatori (400 milioni) vengano effettivamente spesi per gli indennizzi e non orientati verso altri progetti”. Così Giorgia Meloni scriveva in campagna elettorale a Luigi Ugone, portavoce dell’associazione “Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza”. “Forza Italia continuerà a battersi affinché le somme già stanziate per il Fir restino destinate ai truffati delle banche e non vengano sottratte alla loro destinazione originaria”, scriveva anche Antonio Tajani, oggi vicepremier. Passata la cuccagna delle urne e arrivata la prima vera prova per il governo, ecco che quei soldi sono stati al centro di un balletto parlamentare, con promesse negate o rinviate, apparizioni e sparizioni degne di un gioco di illusionismo.
ALL’INIZIO della maratona di bilancio un emendamento dell’esecutivo decretava al 31 dicembre 2022 la fine della Commissione per gli indennizzi attiva alla Consap. La rivolta delle associazioni delle vittime delle banche aveva impedito che calasse una pietra tombale, visto che il fondo da un miliardo e mezzo, istituito per legge all’epoca dal governo Conte, è stato speso finora solo per due terzi. Massimo Bitonci, sottosegretario leghista al ministero delle Imprese, ha commentato con toni trionfalistici la proroga a fine giugno 2023 della Commissione. “È un importante risultato e lavoro di squadra, tra Mef e Mimit, il ministero delle Imprese e del made in Italy – ha detto Bitonci –. Il fondo istituto nel 2018 in questi anni ha rimborsato per il 30% fino a 100.000 euro, ben 146 mila risparmiatori rimasti coinvolti nel crac delle Popolari per 1 miliardo e 30 milioni. Rimane un residuo di 545 milioni”. Proprio su quest’ultimo capitolo,
Bitonci ha aggiunto in modo sibillino: “La proroga in continuità, prevista nell’ultima versione del decreto Milleproroghe apre alla correzione di errori sulla situazione patrimoniale dei soggetti per le domande rigettate e a una possibile valutazione politica di ulteriore ripartizione sul residuo”.
Ma Enrico Cappelletti, deputato M5S, è da giorni sulle barricate. “Tutto qui? C’è solo una legge da applicare e il sottosegretario viene a dirci che l’ulteriore ripartizione dei soldi è demandata a una futura valutazione politica? Quando eravamo al governo abbiamo scalato l’everest a mani nude per trovare e distribuire quei soldi”. Il parlamentare prosegue: “Avevo proposto un emendamento che citasse i 500 milioni da rimborsare, ma è stato bocciato. Le parole di Bitonci sono l’ennesimo segnale di tradimento mandato dalla Lega ai risparmiatori: il restante mezzo miliardo, con ogni probabilità, verrà dirottato su altro, visto che c’è la seria intenzione di interrompere il percorso di indennizzo di questi anni. Una volontà irricevibile, anche in virtù delle rassicurazioni scritte di Meloni e Tajani. Evidentemente per il partito di Salvini è un buon ‘tesoretto’ per aiutare gli amici degli amici…”, conclude Cappelletti. Ugone, a nome dei risparmiatori, commenta: “La proroga dimostra che i soldi ci sono, ci mobiliteremo perché vengano distribuiti”.
Tra promesse e realtà In campagna elettorale la maggioranza garantiva la distribuzione, ora parla di “valutazione politica”.