Banque Centrale De Tunisie 5,625% 2024 euro XS1567439689

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

34.27% in 7 mesi e mezzo. Affarone o incaprettata?:5eek:
Lo sto seguendo anch'io. Tuttavia ti invito a dare un occhio qua: Rating: Tunisia Credit Rating 2023
Non sono molto ferrato sulla politica Tunisina e sto studiando. Certo così si fanno gli affari e sembra che chi stia vendendo titoli lo faccia perchè ha bisogno di liquidità "per altro" evidentemente. Ci fosse un problema probabilmente vedremmo sul book molti ordini di vendita... Non so, è un mio ragionamento, benvengano opinioni discordanti
 
Certo se non avesse ricevuto un forte downgrade non prezzerebbe a questi livelli. Se il presidente in carica attua delle riforme richieste dal FMI si salva in caso contrario probabilmente no. Nessuno scambio ma bid in calo non lo so giudicare. Sembrerebbe una trappola :eek::mmmm:
 
Certo se non avesse ricevuto un forte downgrade non prezzerebbe a questi livelli. Se il presidente in carica attua delle riforme richieste dal FMI si salva in caso contrario probabilmente no. Nessuno scambio ma bid in calo non lo so giudicare. Sembrerebbe una trappola :eek::mmmm:
Stai fermo va là, anche perché il lotto minimo non sono noccioline, non so per te…
 
premesso che in tempi di avversione al rischio i cali di un bond come questo ci stanno, il bond 2023 come va ?
 
Migranti, piano italiano per la Tunisia: fondi americani per bloccare gli sbarchi
Il pressing per liberare i quasi due miliardi promessi dall’Fmi




di Francesco Bechis e Valentina Errante
3 Minuti di Lettura
Lunedì 20 Marzo 2023, 00:10
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Il nodo sono i soldi. Da un lato il prestito di 1,9 miliardi di dollari destinato a sostenere la Tunisiae sospeso dal Fondo monetario internazionale. Dall’altro i fondi Ue, anche quelli bloccati, dopo la svolta autoritaria del presidente tunisino Kais Saied, tra l’altro vicino alla Russia e alla Cina. Con un Paese sull’orlo della bancarotta e un’ondata di migrantiche rischia di arrivare sulle nostre coste: le partenze aumentate del 164% in un anno e l’intelligence ha già lanciato l’allarme sulle prospettive future. La questione tunisina, una polveriera che rischia di esplodere da un momento all’altro, è in cima all’agenda del governo. Un cruccio quotidiano per Giorgia Meloni e infatti da settimane si susseguono riunioni a Palazzo Chigi con i ministri competenti e i vertici dei Servizi. Sarà questo dunque il cuore della missione della premier al Consiglio europeo di giovedì: un’occasione per convincere gli Stati membri ad accelerare il sostegno finanziario al Paese nordafricano in dissesto. La stessa missione vede al lavoro il vicepremier e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani, che ha in programma tra oggi e domani un colloquio telefonico con Antony Blinken, il segretario di Stato dell’amministrazione Biden, per sciogliere il nodo dei fondi del Fmi. Senza quei soldi, spiegano i nostri diplomatici a Tunisi, il Paese di Saied ha tra i sei e i nove mesi di autonomia prima di finire in bancarotta. L’emergenza sarà affrontata oggi anche a Bruxelles, dove Roma ha ottenuto dal capo della diplomazia Ue, Josep Borrell, la disponibilità per un’azione europea nel Paese nordafricano. Tra le opzioni al vaglio una “partnership operativa”, ovvero una nuova missione navale, per il contrasto ai trafficanti sulle coste tunisine ma anche il lancio di una “talent partnership” per aprire entro l’estate nuovi corridoi di immigrazione legale in Europa per chi voglia e possa lavorare. Al vertice dei ministri degli Esteri, Tajani tenterà di ottenere risposte concrete. E rivendicherà il lavoro della diplomazia italiana per sostenere il mercato del lavoro tunisino. C’è già una prima lista di richieste delle aziende italiane in Tunisia e la disponibilità a inaugurare corsi di formazione professionale per 200 operatori tessili, 100 meccanici, altri 150 tra alberghiero, automotive e calzaturiero, mentre saranno reclutati 300 infermieri per lavorare in Italia.

IL NODO FMI

Ma è una goccia nell’oceano. Sul piano finanziario, i negoziati per salvare la Tunisia vanno a rilento. Prima il rinvio del prestito del Fmi a Tunisi, complici le tensioni verso il presidente Saied e la sua stretta autoritaria. Poi le critiche della Banca Mondiale per lo scioglimento del Parlamento tunisino, il bavaglio alle opposizioni, le politiche anti-immigrazione razziste nei confronti dei subsahariani.
Il vero nodo però è un altro: Saied non dà garanzie sull’impegno dei fondi. Per Tunisi, che non è riuscita neanche ad approvare una legge finanziaria, rispettare le severe clausole del Fmi è un’impresa improbabile. Le stesse remore del resto hanno spinto l’Ue a bloccare i fondi per il vicino paese nordafricano. Tra il 2017 e il 2020, la Tunisia avrebbe dovuto ricevere da Bruxelles circa 91 milioni di euro nell’ambito dell’Eu Trust Fund. Tra le attività finanziate ci sono proprio la lotta ai trafficanti, la gestione dei confini e il rimpatrio forzato di migranti dall’Europa. Mentre l’ultimo memorandum d’intesa tra Italia e Tunisia prevede uno stanziamento di 200 milioni di euro tra il 2021-2023, di cui 11 milioni per la cooperazione sulla migrazione. Numeri che adesso, se non si sblocca l’impasse tra una sponda e l’altra dell’Atlantico, rischiano di rimanere lettera morta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
Italy pushing IMF to help Tunisia and avoid instability, minister says
19/03/2023 13:17 - RSF

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Italy fears migrant influx from Tunisia set to grow


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Rome says IMF loan needed to help stabilise Tunisia


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Mainly sub-Saharan Africans fleeing Tunisia for now



By Crispian Balmer
ROME, March 19 (Reuters) - Italy wants the International Monetary Fund (IMF) to unblock a $1.9 billion loan to Tunisia, fearful that without the cash, the country will be destabilised, unleashing a new wave of migrants towards Europe, Foreign Minister Antonio Tajani said.

Tunisia's bailout talks with the IMF have been stalled for months, with the United States, amongst others, demanding far-reaching reforms from President Kais Saied to free up the cash.

Efforts to secure the bailout have been hampered by Tunisia's political upheavals since July 2021 when Saied seized most powers, shutting down parliament and moving to rule by decree.

Saied has never publicly backed an IMF deal, leaving donors worried he may reverse eventual reforms after the money arrives or blame them for any resulting economic pain.

However, Tajani has spoken to IMF Managing Director Kristalina Georgieva and urged her to show flexibility to stave off possible financial collapse.

"I reiterated the need for the Fund to intervene quickly in favour of Tunisian stabilisation and growth with economic and financial support," Tajani told Reuters.

The minister has spoken about the problem with U.S.

Secretary of State Antony Blinken and raised the issue with counterparts in Slovenia and Croatia on Friday ahead of a forthcoming meeting of EU foreign ministers.

Prime Minister Giorgia Meloni is also "working the phones", one official said, warning that Italy faced an "invasion of migrants" in the coming months if Tunisia did not get the money.

Italy has taken in 20,046 boat migrants so far in 2023, a record number, putting the country on course to beat the all-time high for arrivals set in 2016, when 181,436 people reached land in a flotilla of flimsy boats.

According to unofficial United Nations data, 12,000 of those who have reached Italy this year set sail from Tunisia, against 1,300 in the same period of 2022 -- an inversion of the previous pattern whereby Libya was the main launchpad for migrants.

"Uncontrolled irregular migration can only be reduced by improving the conditions of security and economic stability," Tajani said, adding that Italy was looking to boost training opportunities for Tunisians as an alternative to migration.


"PUSHED OUT"
However, a government official in Rome said the situation was complex, acknowledging that the majority of those leaving Tunisia this year were Africans from sub-Saharan countries who had decided to head to Europe as a result of a crackdown there on outsiders.

Last month, Saied said in comments widely criticised by rights groups and the African Union that undocumented sub-Saharan African immigration was a conspiracy aimed at changing Tunisia's demographic make-up. He ordered security forces to expel any migrants living in Tunisia illegally.

This was forcing people to flee the country, even if they had previously had no intention of making the dangerous crossing to Europe, a senior official with the United Nations said.

Of the arrivals this year to Italy, the top country of origin is Ivory Coast (3,223), followed by Guinea (2,906). The U.N. official said they had largely left from Tunisia. By comparison, 1,535 Tunisians had come to Italy so far this year.

"The stability and prosperity of Tunisia, with respect for fundamental rights and freedoms, are crucial for the stability of the entire Mediterranean region," Tajani said.

Meloni took office in October promising to reduce illegal migration flows, but numbers have only increased since then.

The issue has become much more sensitive after at least 86 migrants drowned in a shipwreck off southern Italy late last month, sparking accusations that not enough had been done to save them -- a charge the government has denied.

(Reporting by Crispian Balmer)
((crispian.balmer@thomsonreuters.com;))
 

Tunisia: "È imperativo evitare il collasso economico e sociale della Tunisia" - Josep Borrell​

LUNEDÌ, 20 MARZO 2023
Tunis Afrique Presse (Tunisi)
"È imperativo evitare il collasso economico e sociale della Tunisia e sostenere il popolo tunisino", ha detto l'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell in una conferenza stampa lunedì.
"Non possiamo chiudere un occhio su ciò che sta accadendo lì", ha sottolineato, definendo la situazione nel paese "molto, molto pericolosa".
Borell ha aggiunto che la Tunisia è un vicino e un partner stretto e "ciò che accade lì ha un impatto immediato su di noi.
Non solo perché aumenta i flussi migratori, ma anche perché crea più instabilità e insicurezza nella regione MENA, nel Mediterraneo".
Ha quindi esortato a evitare il collasso economico e sociale del paese e a sostenere il popolo tunisino.
"Continueremo a prestare molta attenzione alla situazione", ha detto anche l'Alto rappresentante dell'UE, aggiungendo che chiederà a due membri del Consiglio Affari esteri di recarsi immediatamente in Tunisia per valutare la situazione e tornare con un rapporto che "guiderà i nostri passi futuri".
Il funzionario europeo ha anche sottolineato che "lo stato di diritto, il rispetto dei diritti umani e le riforme strutturali chiave e importanti da un lato, e dall'altro, la finalizzazione del programma già concordato con il Fondo monetario internazionale (FMI), che deve essere firmato dal presidente tunisino sono indispensabili".
 
Tunisian president's supporters rally against 'traitors'
20/03/2023 11:41 - RSF
TUNIS, March 20 (Reuters) - Several hundred supporters of President Kais Saied rallied in Tunis on Monday to show their support for him after a crackdown on opponents accused of treason and corruption, and to reject what they call foreign interference.

"The people want the country to be cleansed!" they chanted in a central Tunis avenue. The opposition has held frequent protests against Saied, regularly drawing crowds of thousands, but his own supporters have only rarely taken to the streets.

Saied, who was elected in 2019, seized most powers in 2021 by shutting down the elected parliament and replacing the government before moving to rule by decree and rewriting the constitution.

In recent weeks police have started to crack down on opposition groups that accuse him of a coup, detaining politicians, labour union figures, judges, a prominent businessman and the head of an independent radio station.

Saied has denied mounting a coup, saying his actions were legal and necessary to save Tunisia from years of chaos, and has denounced his opponents as traitors, criminals and terrorists.

He has responded to expressions of concern at his moves by the United States and the European parliament by denouncing them as foreign interference and attacks on Tunisian sovereignty.

Some of the evidence presented against those arrested in recent weeks, and held in pre-trial detention on charges of conspiring against state security, was that they had met French or American diplomats.

"We support Saied in his campaign against the traitors and the corrupt, against those who ruined the country during the past decade and against external interference," Lobna Souissi, one of the demonstrators, said.

"We want Saied to continue his war relentlessly," she added.

(Writing by Angus McDowall; Editing by Andrew Heavens)
((angus.mcdowall@thomsonreuters.com; Reuters Messaging: angus.mcdowall.thomsonreuters.com@reuters.net))
 

Tunisia: "È imperativo evitare il collasso economico e sociale della Tunisia" - Josep Borrell​

LUNEDÌ, 20 MARZO 2023
Tunis Afrique Presse (Tunisi)
"È imperativo evitare il collasso economico e sociale della Tunisia e sostenere il popolo tunisino", ha detto l'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell in una conferenza stampa lunedì.
"Non possiamo chiudere un occhio su ciò che sta accadendo lì", ha sottolineato, definendo la situazione nel paese "molto, molto pericolosa".
Borell ha aggiunto che la Tunisia è un vicino e un partner stretto e "ciò che accade lì ha un impatto immediato su di noi.
Non solo perché aumenta i flussi migratori, ma anche perché crea più instabilità e insicurezza nella regione MENA, nel Mediterraneo".
Ha quindi esortato a evitare il collasso economico e sociale del paese e a sostenere il popolo tunisino.
"Continueremo a prestare molta attenzione alla situazione", ha detto anche l'Alto rappresentante dell'UE, aggiungendo che chiederà a due membri del Consiglio Affari esteri di recarsi immediatamente in Tunisia per valutare la situazione e tornare con un rapporto che "guiderà i nostri passi futuri".
Il funzionario europeo ha anche sottolineato che "lo stato di diritto, il rispetto dei diritti umani e le riforme strutturali chiave e importanti da un lato, e dall'altro, la finalizzazione del programma già concordato con il Fondo monetario internazionale (FMI), che deve essere firmato dal presidente tunisino sono indispensabili".
L’Italia e l’Europa in questi giorni, la Francia la settimana scorsa, lArabia saudita ha minacciato di non pagare più la sua quota se il Fmi non aiuterà la Tunisia… per versare due spicci preferiscono destabilizzare di nuovo il nord Africa… vedi varie primavere arabe che a oggi hanno portato solo caos e miseria… boh
 
209 billion a disposizione delle banche decotte svizzere e poi fanno storie per quattro soldi alla Tunisia
 
Vero che il FMI non è una banca centrale ma qui si parla di cifre relativamente irrisorie, tenuto conto anche delle ripercussioni geopolitiche in ballo.
Prevedo che Il FMI alla fine interverrà, ma è difficile che che la farò passare liscia ai bond
 
Vero che il FMI non è una banca centrale ma qui si parla di cifre relativamente irrisorie, tenuto conto anche delle ripercussioni geopolitiche in ballo.
Prevedo che Il FMI alla fine interverrà, ma è difficile che che la farò passare liscia ai bond
Perchè?
 
Perchè e quello che ha spesso voluto il FMI per intervenire
Non mette i soldi per salvare al 100% i possessori i bond e trovarsi creditore al loro posto nei confronti di uno stato in semi bancarotta, senza un "contributo" dei bondisti
 
Migranti, la Nato in campo per stabilizzare l'Africa: «Aiuteremo la Ue contro i trafficanti. Allarma l’ombra di Mosca»
La missione del governo Usa a Tunisi. E da Bruxelles arriverà un maxi-prestito


di Francesco Bechis
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 22 Marzo 2023, 00:08
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Tra i sei e i nove mesi, poi la bancarotta. È la roadmap che attende la Tunisia di Kais Saied se non si riuscirà a sbloccare il prestito da 1,9 miliardi di euro congelato nelle casse del Fondo monetario internazionale. Traffici di esseri umani, criminalità e terrorismo: con uno Stato al collasso, la spirale di instabilità tunisina può colpire l’Europa. Uno scenario che adesso preoccupa anche la Nato. «Sosteniamo l’Unione europea nella sua azione contro l’immigrazione illegale - ha detto ieri il Segretario generale Jens Stoltenberg - lavoriamo con partner come Mauritania e Tunisia per rafforzare la loro capacità e dunque la loro stabilità».


Migranti, Meloni e il messaggio a Scholz: «Gli Stati bandiera siano responsabili per le Ong»

Un crollo dello Stato tunisino, è il messaggio lanciato ieri dall’Alleanza atlantica, pone un enorme problema di sicurezza per il Vecchio continente. Spiega Stoltenberg: «Abbiamo visto l’aumento della presenza russa in Africa e questo dimostra che la Nato non ha il lusso di poter scegliere su quali fronti concentrarsi, deve essere attiva a 360 gradi». Cresce dunque l’apprensione per il dossier tunisino. Da parte della Nato e del suo primo azionista, gli Stati Uniti. Ieri a Tunisi è arrivata in missione la sottosegretaria di Stato per il Vicino oriente Barbara Leaf. È stata in Libia, ora ha in agenda due giorni di incontri con le agenzie economiche di Saied per capire se ci sono gli estremi per il corposo finanziamento del Fmi, è prevista una telefonata con la Farnesina. Per l’Italia il default della Tunisia sarebbe «un problema enorme», ha detto ieri al Senato la premier Giorgia Meloni. La ragione è spiegata nelle stime abbozzate in questi giorni in ambienti diplomatici: sulle coste italiane nel giro di un anno potrebbero riversarsi quasi 200mila migranti. Ecco perché per il governo italiano convincere l’amministrazione Biden a sbloccare il prestito miliardario è la priorità numero uno. Con il Dipartimento di Stato americano c’è un canale aperto h24, anche ieri il segretario di Stato Antony Blinken e il ministro degli Esteri Antonio Tajani hanno avuto contatti. Sarà tuttavia una trattativa in salita. Non è un segnale incoraggiante il taglio dei fondi del Dipartimento di Stato per l’assistenza al governo tunisino: per il 2024 sono stati stanziati solo 68 milioni di dollari, la metà di quelli richiesti da Saied. Gli americani vogliono garanzie: un piano di riforme sostenibili, lo stop alla repressione contro giornalisti e oppositori, così come l’allentamento dei rapporti con la Russia. Nel frattempo l’economia tunisina è a un passo dal baratro. Il governo non riesce più ad assicurare i pagamenti interni e a sostenere l’aumento del caro-vita. I prezzi di riso, olio e pane sono alle stelle, l’erosione delle riserve di valuta estera attraverso i prelievi per i servizi di pagamento del debito fanno traballare la bilancia dei pagamenti, ha avvisato Moody’s che ha declassato il rating sovrano tunisino da “Caa1” a “Caa2” con outlook negativo, la diciottesima posizione su venti. Un altro gradino in giù e la bancarotta sarà realtà.


Migranti, asse con Scholz: telefonata tra Meloni e il cancelliere. Fondi Ue ai Paesi africani
Le trattative

In attesa di un segnale dalla Casa Bianca, a Roma si guarda anche al fronte europeo. All’indomani del Consiglio affari esteri che ha visto Tajani portare il dossier tunisino a Bruxelles, il muro comunitario inizia a mostrare le prime crepe. Si discute infatti in queste ore di un prestito della Commissione europea al governo tunisino da 900 milioni di euro, diviso in tre tranche da 300 milioni l’una. Un piano che potrebbe rientrare nel menù del Consiglio europeo cui domani parteciperà Meloni, anche se per il momento non è in agenda. Manca però l’unanimità tra i Paesi membri Ue, divisi tra chi come l’Italia chiede di abbassare i toni con Tunisi e inviare i fondi e chi invece ritiene improponibile un finanziamento miliardario a un regime autoritario. Nei dispacci tra Roma e Bruxelles, sono continui gli appelli italiani ad evitare toni “paternalistici” verso il governo Saied così come a salvare i programmi di collaborazione economica in essere con il Paese nordafricano, a partire dal partenariato strategico con l’Ue. Il clima resta tesissimo. Il monito dell’Alto rappresentante Josep Borrell sulla «situazione molto pericolosa» in Tunisia si è trasformato in un boomerang. «Solo esagerazioni», hanno tuonato ieri di rimando dal governo tunisino, «la storia dimostra la forte resilienza del nostro popolo». Un muro contro muro che rischia di rinviare a data da destinarsi la missione a Tunisi del Commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni. E accorcia i chilometri che separano lo Stato tunisino dal suo fallimento finanziario.
 
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