BASICNET - "K-WAY E' LA NOSTRA FERRARI"

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Ciao Gigio
si capisco, ma mica penserai che in quel report ci siamo nella giusta misura anche noi... :D
Il mercato è........:ops:
 
Ciao Gigio
si capisco, ma mica penserai che in quel report ci siamo nella giusta misura anche noi... :D
Il mercato è........:ops:
Noi siamo nel 29% indistinto del mercato, che poi in realtà vedendo i verbali delle assemblee siamo indistinti a meno della metà’.
quello e’ sul sito aziendale dove in cinque soggetti hanno oltre il 70% della societa’
pensavo oggi a come sono buffe la borsa e la vita….
ovs in rialzo del 15% anche x la rinuncia ad acquisire coin…
tre anni or sono all’indomani del miliardo di fatturato, alla notizia della rinuncia da parte di basicent all’acquisizione della Corneliani il titolo non fece manco ‘na piega…
 
Noi siamo nel 29% indistinto del mercato, che poi in realtà vedendo i verbali delle assemblee siamo indistinti a meno della metà’.
quello e’ sul sito aziendale dove in cinque soggetti hanno oltre il 70% della societa’
pensavo oggi a come sono buffe la borsa e la vita….
ovs in rialzo del 15% anche x la rinuncia ad acquisire coin…
tre anni or sono all’indomani del miliardo di fatturato, alla notizia della rinuncia da parte di basicent all’acquisizione della Corneliani il titolo non fece manco ‘na piega…
Gigio...
è inutile che ci arrampichiamo sugli specchi per capire le altrui elucubrazioni mentali, è inutile che ci sforziamo di capire il senso di ciò che senso non ha: Basicnet non sale perchè non vogliono che salga, tutto qui. Almerno al momento, non la vogliono far salire, questo è certo.
Comunque a me come ho scritto va bene anche così, cioè se per un pò (qualche mese) la tengono bassa, così spenderò meno quando ne comprerò coi soldi del dividendo :D
 
Gigio...
è inutile che ci arrampichiamo sugli specchi per capire le altrui elucubrazioni mentali, è inutile che ci sforziamo di capire il senso di ciò che senso non ha: Basicnet non sale perchè non vogliono che salga, tutto qui. Almerno al momento, non la vogliono far salire, questo è certo.
Comunque a me come ho scritto va bene anche così, cioè se per un pò (qualche mese) la tengono bassa, così spenderò meno quando ne comprerò coi soldi del dividendo :D
Gira all’I.R il messaggio di Superspazzolina, così sentiremo cosa hanno da dire sulla mancata valorizzazione del titolo pur in presenza di dati notevoli
 
ipotesi assurda: magari risponderanno che con l'andamento del titolo loro non c'entrano niente :confused:
 
ipotesi assurda: magari risponderanno che con l'andamento del titolo loro non c'entrano niente :confused:
Questo è sicuro..nella migliore delle ipotesi, ovvero che ti rispondano, è ovvio che ti diranno che loro con l'andamento del titolo non c'entrano nulla :clap:
 
ipotesi assurda: magari risponderanno che con l'andamento del titolo loro non c'entrano niente :confused:
Non mordono mica…
rispondono sempre, fa parte dello statuto ban il dialogo con gli investitori e gli azionisti.
l’unico inconveniente riscontrato, a domanda precisa risposta generica…. Son furbi…
provate per credere
 
Non mordono mica…
rispondono sempre, fa parte dello statuto ban il dialogo con gli investitori e gli azionisti.
l’unico inconveniente riscontrato, a domanda precisa risposta generica…. Son furbi…
provate per credere
prova per un momento a contemplare l'ipotesi (come ho detto assurda, mi rendo conto) che loro con l'andamento del titolo non c'entrino niente.
Ti scrivono gli azionisti infuriati chiedendoti conto dell'andamento del titolo... tu che cosa gli rispondi? Quale dovrebbe essere la risposta precisa che loro furbescamente si guardano dal darti?
 
prova per un momento a contemplare l'ipotesi (come ho detto assurda, mi rendo conto) che loro con l'andamento del titolo non c'entrino niente.
Ti scrivono gli azionisti infuriati chiedendoti conto dell'andamento del titolo... tu che cosa gli rispondi? Quale dovrebbe essere la risposta precisa che loro furbescamente si guardano dal darti?
Prova girare il messaggio di Superspazzolina all’IR, e vedi cosa ti dicono, le ipotesi in questo caso sono a zero, o si scrive o non si scrive,anche perché se continui a “ difenderli” così la poltrona in cda te la scordi, al limite ti daranno uno sgabello o un seggiolone….
:D:D
 
Ultima modifica:
Ciao a tutti…
Di seguito la richiesta che ho girato all’IR:

Buongiorno egregio I.R.,
In qualità di piccolissima azionista, le chiedo cortesemente di farsi mio portavoce per proporre al CDA l’istituzione di un “riconoscimento speciale” per l’A.D., per essersi distinto in maniera ineccepibile per la valorizzazione del titolo azionario Basic-net e in particolare per l’enorme interesse diffuso che ha favorito intorno ad esso.
Grazie per il prezioso aiuto che vorrà condividere.
Cordialmente.

Cosa ne pensate, risponderà?
BANgiorno BANnati, ciao Spazzolina
non lo so, sono un pò perplesso. Voglio dire, mi piace il tuo messaggio e ne colgo la graffiante ironia, ma temo che se facciamo una "azione di massa" scrivendo in tanti lo stesso messaggio, i Boss di Basicnet, oltre a non risponderci, non faranno altro che considerarci un gruppo di imbecilli, di idioti.... 🙁
 
Ultima modifica:
Ora, siamo seri, su. Che il Signor Boglione se ne possa strafottere dei piccoli azionisti ci sta, è un suo diritto e non voglio esprimermi, nel senso che potrebbe benissimo fregarsene, come potrebbe altrettanto avere a cuore in egual misura chi ha messo denari nella sua Società, ma da qui ad andare a pensare che lui volutamente interferisca sul valore azionario del titolo, beh, faccio davvero fatica a pensarlo. Con tutte le cose più serie a cui dovrà pensare, mica come tanti di noi! :D
Detto questo però mi rimane un mistero dare spiegazioni del fatto che il titolo sia, ed è un dato di fatto, estremamente controllato e frenato ai rimbalzi. Un bel mistero, Basicnet! :unsure:
 
Ultima modifica:
Ora, siamo seri, su. Che il Signor Boglione se ne possa strafottere dei piccoli azionisti, ci sta, è un suo diritto e non voglio esprimermi, nel senso che potrebbe benissimo fregarsene come potrebbe altrettanto avere a cuore in egual misura chi ha messo denari nella sua Società, ma da qui ad andare a pensare che lui volutamente interferisca sul valore azionario del titolo, beh, faccio fatica davvero a pensarlo. Con tutte le cose più serie a cui dovrà pensare, mica come tanti di noi! :D
Detto questo però mi rimane un mistero dare spiegazioni del fatto che il titolo sia, ed è un dato di fatto, estremamente controllato e frenato ai rimbalzi. Un bel mistero, Basicnet! :unsure:

europa Il dato di fatto è che il titolo in questo periodo sia poco scambiato. Punto. Quello è l'unico dato di fatto.

la tesi che sia tenuto fermo da misteriose forze malvagie che tramano per arricchirsi alle nostre spalle è una teoria cospirazionista valida quanto dire che le twin towers sono state abbattute dalla cia, o che i russi tengono una famiglia di alieni nascosti in una base segreta in Siberia. Cioè tutto tranne che un dato di fatto.
 
europa Il dato di fatto è che il titolo in questo periodo sia poco scambiato. Punto. Quello è l'unico dato di fatto.

la tesi che sia tenuto fermo da misteriose forze malvagie che tramano per arricchirsi alle nostre spalle è una teoria cospirazionista valida quanto dire che le twin towers sono state abbattute dalla cia, o che i russi tengono una famiglia di alieni nascosti in una base segreta in Siberia. Cioè tutto tranne che un dato di fatto.
Bravo Puccio, quello è il punto. Scambia poco. Non c'è interesse sul titolo. Se più persone entrassero in denaro, vedrai che le azioni salterebebro fuori, il titolo scambierebbe. Ne ho avuta la prova l'altro giorno mettendomi in acquisto, in pochi minuti me le hanno date. Ma la gente non compra Basicnet.
Dove sono finiti i tempi in cui ogni giorno era normale veder girare alcune centinaia di K di volumi? Non lo so, so solo che quei tempi sono finiti (mi faccio la domanda e mi rispondo da solo :D )
 
Mondiali di Sci Paralimpico, il testimonial Briko Giacomo Bertagnolli vince due ori e un bronzo
BasicPress.com 29/01/2023



print.png

Mondiali di Sci Paralimpico, il testimonial Briko® Giacomo Bertagnolli vince due ori e un bronzo

Domenica 29 gennaio, il testimonial Briko® Giacomo Bertagnolli, atleta della FISIP (Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici) sponsorizzata Kappa®, ha vinto la sua seconda medaglia d’oro nello Slalom Speciale ai Mondiali di Espot (Spagna). Tre giorni prima, il 26 gennaio, Bertagnolli – assieme alla sua guida Andrea Ravelli – si era aggiudicato il primo oro nello Slalom Gigante. Durante i Mondiali di Sci Paralimpico (Espot, 19-29 gennaio), gli atleti italiani vestiti Kappa® si sono aggiudicati complessivamente 5 medaglie d’oro, 5 d’argento e 2 di bronzo nelle tre categorie Vision Impaired, Sitting e Standing. Giacomo Bertagnolli ha anche vinto il bronzo nel Super G di lunedì 23 gennaio.

Ma qui la sponsorizzazione kappa c'è ancora...??
 
Ma noi in tt questo….?

La nuova subholding di Marco Boglione chiude l'esercizio tornando in attivo. La quota di BasicNet che la cassaforte ha in carico vale 55,3 milioni. Ma ai corsi di mercato può generare una plusvalenza quasi doppia.

Primo bilancio in utile per BasicWorld, la nuova subholding che l'imprenditore torinese Marco Boglione, patron di BasicNet, ha costituito lo scorso anno per concentrarvi la partecipazione nella quotata trasferendo gli altri asset diversificati nella nuova cassaforte Marco Boglione e figli. L'assemblea ha approvato l'esercizio chiuso a fine giugno con un utile di 2,38 milioni rispetto alla perdita di 7 mila euro del precedente esercizio. Il ritrovato profitto, derivante dalla cedola di 2,4 milioni incassata da BasicNet, è stato destinato per 7.800 euro a copertura di perdite pregresse, per circa 120 mila euro a riserva legale, mentre i restanti 2,25 milioni sono andati a titolo di dividendo al socio unico. Sul totale di attivo di 21,1 milioni oltre a 1,7 milioni di liquidità, il grosso è rappresentato dai 18,6 milioni del valore di carico del 37,4% di BasicNet (20,2 milioni azioni), percentuale aumentata dal 33,1% precedente a seguito dell'annullamento di circa 7 milioni azioni proprie deliberato dall'assemblea dello scorso maggio, che ha mantenuto invariato il capitale sociale. La nota integrativa spiega che «la partecipazione è iscritta a un valore inferiore alla corrispondente frazione del patrimonio netto risultante dall'ultimo bilancio», pari per BasicNet a 55,3 milioni. La partecipazione nella quotata è in carico, quindi, a poco più di un euro per azione, evidenziando una plusvalenza potenziale di oltre 90 milioni rispetto all'attuale prezzo di Borsa di BasicNet.

….stiamo a guardare 🤓🧐
mentre lui… 🤩🤑
 
Ultima modifica:
LE AZIENDE LEADER Parla il timoniere di BasicNet - «Lo sport è sempre un buon affare»
Il Secolo XIX 03/02/2003 pagina 8


print.png


Parla il timoniere di BasicNet, il gruppo che ”veste” dalla Roma al Tottenham, dagli azzurri del rugby a quelli del golf.
Franco Spalla (Robe di Kappa): la Nazionale ci ha fatto decuplicare i ricavi
Pentiti? «Assolutamente no». Anche se avete investito tanto, tantissimo? «Certo sono stati investimenti molto onerosi, ma azzeccati. Gli ”azzurri” ci hanno dato delle soddisfazioni». Franco Spalla, amministratore delegato dall’aprile 2001 di BasicNet (marchi Kappa, Robe di Kappa e Jesus Jeans), leader nella produzione e commercializzazione di abbigliamento informale e per lo sport, non recita l’atto di dolore. Non si pente della sponsorizzazione della Nazionale italiana di calcio, malgrado la disastrosa trasferta coreana per i mondiali del 2002. Gli unici ”fastidi” li ha avuti casomai il titolo BasicNet in Piazza Affari che in quelle giornate di supertifo è salito sulle montagne russe. Così, Spalla, 50 anni, torinese, sposato, una figlia, laurea in amministrazione industriale e specializzazione in marketing e pubblicità alla scuola del ”guru” Giampaolo Fabris, se ha un rammarico è che lo sponsor degli azzurri non sia più la sua Kappa, ma la tedesca Puma.
Come è andata, dottor Spalla?
«C’è stata un’offerta dei tedeschi considerevole. Superiore alla nostra, che pure era migliorativa rispetto al precedente contratto. Tenga conto che decidendo i nostri investimenti dobbiamo avere una visione molto ampia: debbono andare a beneficio non solo dell’azienda in Italia ma di tutti i nostri licenziatari nel mondo».
La Nazionale da una robusta spinta alle vendite dello sponsor?
«Premessa: tra Nazionale di calcio e sponsor il “collegamento” riguarda il brand, cioè il marchio. Non i prodotti in sè».
Quindi lo sponsor non vende una montagna di magliette in più se sono indossate dalla più importante formazione sportiva di un Paese calciofilo come l’Italia: è così?
«La sponsorizzazione di grandi team non è attivata sul singolo prodotto, ma sull’immagine del marchio. In modo tale che il ragazzino che vede un brand sulla maglia di Totti desideri possedere un indumento sportivo con la stessa ”etichetta”. Le aggiungo che la Nazionale si ”vede” poche volte in un anno e molto in due momenti particolari: agli europei e ai mondiali. Per questo il contratto di sponsorizzazione ha una durata di quattro o otto anni».
Lei si dichiara, comunque, molto soddisfatto del legame con la Nazionale. Ergo: la sponsorizzazione sportiva è un volano per i ricavi di un’azienda?
«Noi investiamo tutti gli anni nella comunicazione circa il 4,5-5% del fatturato globale di tutti i nostri licenziatari che a loro volta spendono almeno altrettanto per obbligo contrattuale. Tirando le somme, il gruppo sborsa a livello mondiale almeno il 10% del suo fatturato per le sponsorizzazioni. Bene. Nell’arco di sette anni i ricavi di BasicNet sono cresciuti di più di dieci volte, cioè molto di più del livello degli investimenti. Questa è la prova provata che c’è una correlazione, eccome, tra vendite e sponsorizzazioni con le seconde che fanno da traino alle prime».
I successi della squadra sponsorizzata spingono le vendite dello sponsor?
«Sicuramente. Quando le nostre squadre hanno successo, vanno ad esempio in Champions League, ne risentiamo positivamente. BasicNet deve la sua notorietà soprattutto al calcio e ci sono state in passato alcune sponsorizzazioni molto importanti per il nostro processo di crescita: cito la Juventus, il Monaco o il Barcellona».
A volte essere sponsor, quando si è quotati in Borsa, gioca, però, brutti scherzi. Il vostro titolo durante i mondiali andava in orbita ogni volta che gli azzurri vincevano eppoi è precipitato quando il team di Trapattoni è stato eliminato. Non credo abbiate gradito quell’esperienza sull’altalena di Piazza Affari.
«Certo che no. All’epoca ci fu un nostro comunicato molto chiaro al mercato per affermare che non c’era nessun collegamento tra il titolo e i risultati della squadra. Però quel fenomeno speculativo perverso si è verificato solo per la Nazionale italiana ai mondiali. Non ci è successo, ad esempio, con il Tottenham, con la Roma, con la Nazionale del Galles o con l’Auxerre in Francia».
Pentito di qualche sponsorizzazione?
«Di nessuna. Tutte hanno dato i loro risultati. Mi piace ricordare che noi siamo stati dei precursori in questo campo. Così come lo siamo stati nell’inventare un prodotto di successo come la maglia ”Kombat” per il calcio, molto elastica che evidenzia le trattenute. Gli altri gruppi ci hanno seguito».
Il calcio ”sporco” vi dà qualche problema di immagine?
«Lo dà. Come lo da qualsiasi sport attraversato da fenomeni negativi. Ricorderà in proposito l’emblematica reazione degli sponsor del ciclismo agli scandali che colpirono quello sport. Nel calcio, però, gli effetti sono minori. Tenga presente che il football ha un tasso di crescita talmente alto nella pratica e nell’interesse che conquista nell’opinione pubblica mondiale – pensi al successo che sta ottenendo in Cina o negli Stati Uniti – che la sua immagine risente meno degli scandali».
Che graduatoria stilate delle varie discipline per la forza delle sponsorizzazioni?
«Calcio al primo posto. Poi, il basket, il volley e il rugby».
Ciclismo, tennis....
«Sono molto distanziati». State puntando su qualche nuovo sport?
«Lo sci, dove abbiamo lanciato tre anni fa una nuova linea».
Chi sceglierebbe come testimonial per il vostro gruppo?
«Noi finora abbiamo fatto prevalere il valore del team su quello del singolo nelle nostre scelte di politica dell’immagine. Ma l’interrogativo che mi ha rivolto ce lo stiamo ponendo. Non abbiamo ancora un nome in tasca. Abbiamo solo alcune attenzioni per la campagna di lancio dei nostri nuovi negozi».
Date la caccia a uno sportivo?
«Abbiamo due marchi, Kappa per l’abbigliamento sportivo e Robe di Kappa per l’informale. E per il casual la nostra scelta potrebbe non cadere su uno sportivo».
Faccia finta di essere in una giuria. Dia un voto dall’uno al dieci come testimonial di prodotti sportivi a Totti.
«Per il nostro tipo di prodotto e per il mercato di riferimento è un testimonial significativo».
Del Piero?
«Altrettanto. Come Vieri. Vede, ci sono cinque, sei grandi nomi che in Italia funzionano bene».
Ronaldo?
«Funziona meno che in passato, secondo noi. Anche se è indiscutibile: gode di un grande prestigio mediatico».
Trapattoni?
«Lo abbiamo avuto in passato come testimonial».
Funziona meno anche lui?
«C’è stato un momento in cui funzionava meno. Oggi, invece, secondo me è un’immagine positiva».
Marcello Lippi?
«Va bene anche Lippi».
E gli arbitri, tipo Collina, che sono diventati testimonial funzionano come gli sportivi?
«Un po’ meno».


un’azienda con 36 Griffe
Da sponsor storico della Juventus a inventori della maglia ”Kombat”
Grandi sponsorizzazioni. Borsa. Globalizzazione. Internet. E un sistema di 36 licenziatari dei marchi che distribuiscono i prodotti in 71 mercati del mondo. Agitare bene questi ingredienti e viene fuori BasicNet, l’azienda torinese proprietaria dei marchi Kappa, Robe di Kappa e Jesus Jeans, leader nella produzione e commercializzazione di abbigliamento sportivo e informale, calzature comprese. Ma nota, soprattutto, per essere stato lo sponsor ufficiale della Nazionale di calcio. BasicNet, dopo la pesante crisi che ha colpito il settore nel 2000 e portato in rosso i suoi conti, ha lanciato un piano triennale di sviluppo 2001-2003, firmato dall’amministratore delegato Franco Spalla. Assi portanti del programma: un’ulteriore espansione nei mercati internazionali con il mirino orientato su Spagna, Olanda, Stati Uniti e Cina; lo sviluppo del comparto calzature (l’obiettivo è di far crescere il suo peso sul totale delle vendite di almeno un 10% rispetto all’attuale 30%); e l’apertura di una catena di punti vendita in franchising con le insegne ”Kappa” e ”Robe di Kappa”. I primi due ”negozi” inaugurati sono il Gigastore Kappa di Torino e il Robe di Kappa di Portofino. «Stiamo rispettando gli obiettivi del piano. Una terapia per garantire al gruppo il suo trend di crescita era necessaria di fronte a un mercato come quello dell’abbigliamento sportivo con ampie potenzialità, ma che ha subito gli effetti della flessione dei consumi in Occidente e della diversificazione della spese dei giovani consumatori verso i computer, l’elettronica, i telefonini, eccetera», spiega Spalla. Finora l’azienda torinese ha avuto un buon ruolino di marcia nel suo rilancio dopo le difficoltà di inizio millennio. Nei primi nove mesi del 2002 le vendite dei licenziatari nel mondo sono arrivate a 186,8 milioni di euro. Il fatturato diretto ha toccato i 75,5 milioni, con una crescita della redditività operativa sul corrispondente periodo del 2001 del 73%. Il risultato prima delle imposte è stato positivo per 1,3 milioni di euro in aumento del 216% rispetto alla perdita di 1,1 milioni dei primi nove mesi dell’esercizio precedente. «Nel 2000 abbiamo pagato il conto – è l’analisi di Spalla – di un investimento diretto in un’azienda americana che si è rivelata una fonte di perdite, di previsioni sballate che hanno fatto saltare l’equilibrio costi-ricavi, soprattutto per il rialzo del dollaro, e dei problemi legati a una nostra crescita troppo tumultuosa negli otto anni precedenti». Sull’andamento tormentato del titolo ha pesato anche l’equivoco sulla natura dell’azienda spesso considerata una dot-com. In realtà BasicNet ha una ragione sociale che evoca il web perché utilizza per la comunicazione interattiva con il network internazionale di imprenditori e licenziatari una tecnologia informatica assimilabile a un sistema nervoso capace di trasmettere in tempo reale a tutta l’organizzazione gli impulsi decisionali e organizzativi. Tramite società dedicate, i Sourcing Centers, BasicNet fornisce ai licenziatari le strategie, i servizi di marketing, di ricerca e sviluppo, di logistica e di approvvigionamento dei prodotti garantendo stessi standard qualitativi, unicità e riconoscibilità dello stile. Costituita nel 1983 con la denominazione di Football Sport Merchandise quella che sarebbe diventata BasicNet è stata la prima società italiana ad ottenere dalle principali squadre di calcio, fra cui la Juventus, la licenza per produrre e distribuire abbigliamento per il tempo libero contrassegnato dai loro marchi e segni distintivi. Nel 1994 ha rilevato dal curatore fallimentare i marchi Kappa, Robe e Jesus, il magazzino e l’immobile del Maglificio Calzificio Torinese, un tempo della Famiglia Vitale. Due anni dopo il gruppo, che conta oggi in Italia 320 dipendenti, si e ribattezzato Basic. Nel 1999 lo sbarco in Borsa sul mercato telematico. La società oggi fa capo per circa il 31% a Basic World (85% di Marco Boglione, che è anche presidente e fondatore del gruppo torinese, e 15% della Ventuno Investimenti di Alessandro Benetton), per il 3,7% al colosso bancario svizzero Ubs. Il resto è flottante. A sostenere la marcia di BasicNet in questi anni sono state in gran parte le sponsorizzazioni. L’azienda ha ”sotto contratto” la Roma, il Feyenoord in Olanda, l’Auxerre in Francia, il Werder Brema in Germania, il Betis Siviglia in Spagna e il Tottenham in Inghilterra In più, ha siglato accordi nel mondo dello sci, del tennis, del rugby (la nazionale italiana e lo Stade Français il più prestigioso team transalpino), del golf (Federgolf italiana) e del fitness. Ma BasicNet, gruppo globalizzato per ”filosofia” quasi congenita, come la mette con le ragioni dei no-global che reclamano rispetto nel trattamento dei lavoratori dei Paesi in via di sviluppo? «Siamo rigorosi. Non a caso abbiamo un accordo con il colosso Li-Ning di Honk Kong, la più grossa trade company del mondo la quale intermedia 4 miliardi e 800 milioni di dollari che ci garantisce, attraverso rigidi controlli, che in tutte le nostre fonti produttive siano rispettate una serie di norme che vietano l’impiego di lavoro minorile, impongono un corretto trattamento dei lavoratori e tutelano l’ambiente».

Accadeva oggi del basic press, è di 20 anni fa ma sembra scritto domani...
L'A.D Spalla che poi è andato alla Culti, quella che quota 24 euro, e la ban fedele alla tradizione sempre a 5 euri...:wall::wall:
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Indietro