BUSINESS
Interbrand, da Nike a Louis Vuitton la moda domina la classifica dei 100 marchi globali
Il colosso sportswear si conferma al nono posto dell’annuale ranking della società. «Le performance dell’alto di gamma mostrano chiaramente la resilienza del settore, pur registrando una crescita più calmierata rispetto agli anni precedenti», spiega a MFF la ceo Lidi Grimaldi. Tra gli italiani presenti Gucci, che scivola di quattro posizioni, e Prada, solido con un tasso di incremento superiore alla media (+12%). Tra i top performer Ferrari (+16%)
di FEDERICA CAMURATI
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La classifica 100 best global brands (courtesy Interbrand)
La moda continua a dominare il ranking dei marchi globali. Lo sportswear di
Nike svetta al nono posto della top 10, rimasta sostanzialmente stabile escludendo l’ingresso di
Bmw in decima posizione a scapito di
Disney. Il lusso è rappresentato da
Louis Vuitton (14),
Chanel (22),
Hermès (23) e
Gucci (34), registrando la migliore performance assieme ai settori dell’automotive e del retail. Sono questi i risultati più evidenti dell’annuale 100 best global brands di
Interbrand. «Le performance dei brand del lusso mostrano chiaramente la loro resilienza anche in questo ultimo studio, pur registrando una crescita più calmierata rispetto agli anni precedenti», illustra a
MFF Lidi Grimaldi, ceo di
Interbrand Italia. «A giocare un ruolo chiave è la loro leadership, intesa come chiarezza di direzione e allineamento interno su obiettivi che non hanno solo a che a fare con la crescita per sé, ma che necessitano di crescente consapevolezza e azione per avere un impatto positivo sulla società in senso allargato. E poi la coerenza nell’esecuzione della strategia e la capacità di ingaggiare le audience in ambiti diversi dal core, sono certamente i driver di crescita di questo ambito».
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Spiccano nella classifica dei 100 best global brands 2023 anche
Cartier (74),
Dior (76),
Prada (86),
Tiffany & co. (89) e
Burberry (94). L’italiano Prada, in particolare, conferma un trend molto positivo. «Il brand dal 2021 ha registrato crescite a doppia cifra (+21% nel 2022 e +20% nel 2021) e anche quest’anno cresce guadagnando tre posizioni e salendo così dall’89° all’86° posto. Il marchio si attesta su un tasso di crescita del +12%, più alto della media del lusso rappresentato in questo studio, che è del 6,5%», precisa Grimaldi. L’altro marchio tricolore, Gucci, con il -2% e sceso di quattro posizioni, «è praticamente flat in un momento di grande trasformazione voluta e in discontinuità con il recente passato. Ovviamente, tanto i mercati quanto la domanda hanno bisogno di tempo per metabolizzare il cambiamento». Le ragioni principali di questo rallentamento risiedono nel cambio di leadership, che merita il suo tempo per scaricare a terra una nuova visione in discontinuità con il passato. «È un momento di grande trasformazione, che ha suscitato un leggero calo nella sua brand strength e maggior incertezza nelle previsioni finanziarie», prosegue l’esperta. «Questo modesto rallentamento però non toglie nulla al fatto che si tratti di un brand che in valore assoluto è ancora una piattaforma straordinaria per guidare un nuovo capitolo di crescita. È un marchio che ha segnato diversi milestone d’innovazione guidando per anni
il comparto di riferimento e dimostra un grande coraggio nella gestione del cambiamento, ma al what’s next bisogna lasciare il suo tempo».
Lidi Grimaldi (courtesy Interbrand)
Tra i top performer, con una crescita del 16% che lo ha visto balzare dal 75° al 70° posto spicca
Ferrari, terzo brand italiano nello studio. «È un brand unico nel suo genere che riesce a gestire con estrema coerenza un’anima pop legata alla
Formula 1 e a espandere nel contempo la sua straordinaria equity di eccellenza, innovazione e premiumness in nuove arene competitive, costruendo un lifestyle
Ferrari che trascende il prodotto core ed espande in questo modo la sua area di influenza», commenta Grimaldi. Nel fashion retail,
Zara spicca per crescita e guadagno di posizioni (+10%), passando dal 47° al 43° posto, mentre
H&M (56) rimane stabile nella medesima posizione dello scorso anno. «Pur operando in un ambito di business molto controverso, prima tra tutte le considerazioni sulla sostenibilità, Zara ha una frequenza di visita 3x superiore a ogni altro brand del fast fashion retail», precisa la ceo di Interbrand Italia. «Finanziariamente il periodo è florido. I ricavi e l’ebit sono previsti in crescita anche per i prossimi anni. La domanda, in un mondo in cui il lusso diventa sempre più esclusivo, ne premia la strategia e le azioni inclusive messe in campo. Inoltre, è una performance che ci dimostra come nelle analisi di consumo che tutti leggiamo non esistano verità assolute ma forse falsi miti da sfatare e come, per il momento, nuovi modelli di business volti a premiare la sostenibilità attraverso la promozione della circolarità dell’acquisto non abbiano ancora preso piede appieno».
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Nel 2023 il valore globale di tutti i marchi in classifica, con
Apple,
Microsoft e
Amazon sul podio, è infine cresciuto con una percentuale più bassa rispetto all’incremento del 16% dell’anno scorso. «Molti brand, per ovvie ragioni di contesto socio economico, si sono orientati a strategie di mantenimento più che di sviluppo strategico e di crescita, alcuni mostrando una brand leadership meno incisiva di altri», conclude l’esperta. «Anche l’incertezza delle previsioni in un contesto di straordinaria volatilità sicuramente ha giocato un ruolo determinante. In generale, osserviamo che crescono di più quei brand che si orientano ed espandono il capitale di fiducia che hanno costruito sulle rispettive comunità target e che dunque sono legittimati ad uscire dal confronto intra-settore, ma si espandono su arene diverse». (riproduzione riservata)
E la basicnet dov'è??
c'è da andare a chiedere notizie su rai3 a chi la vista??