Basilea2 e fusioni bancarie

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bokassa

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26/7/02
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Sta passando inosservato dai media (:rolleyes: ) il recente accordo stilato tra le banche a Basilea
Si tratta di un cambiamento epocale, soprattutto per l'Italia, nel rapporto banca / impresa.

Per le PMI sarà un vero shock, per molte forse letale.
CHiedo?

1) qualcuno conosce alcuni dei parametri fissati per l'assegnazione dei rating?

2) il comportamento dei grossi Istituti italiani nel mercato corporate (unicredito con l'operazione S3, ma anche Intesa) non sembra già programmare future manovre di scorporo?
 
puoi illustrarlo, questo accordo?
 
in maniera semplice

Rating? Il termine fa subito venire in mente le agenzie internazionali come Moody's, Standard & Poor's o Fitch IBCA, quando danno il voto sull'affidabilità finanziaria dell'Italia scatenando i più diversi commenti tra le forze politiche. Chi segue le notizie finanziarie avrà invece sentito usare spesso il termine rating in riferimento alle valutazioni di banche o di qualche grande impresa quotata.

Nei prossimi mesi non sarà più soltanto così. Anche le piccole e medie imprese dovranno abituarsi a fare i conti con questa parola: rating, che letteralmente significa valutazione. La concessione del credito all'azienda da parte delle banche sarà infatti vincolata all'ottenimento di un rating che determinerà il grado di rischio. Le decisioni assunte dal Comitato di Basilea infatti a partire dal 2005 obbligheranno le banche ad adottare criteri molto più restrittivi di quelli attuali nella concessione del credito alle aziende. Le nuove regole del sistema bancario internazionale stabilite dal cosiddetto accordo "Basilea 2" porteranno di fatto inevitabilmente a premiare qualità e valore. In particolare le imprese dovranno essere sottoposte a rating per misurarne l'effettivo valore e valutarne i rischi di insolvenza. A diverse categorie di rating corrisponde un diverso rischio e quindi un diverso requisito in termini di capitale da allocare. È proprio quest'ultimo il parametro che gli istituti di credito sono tenuti a tener ben presente nel valutare l'opportunità di finanziare iniziative imprenditoriali. C'è però un problema, oggi le aziende con rating in Italia, se si escludono banche e assicurazioni, sono poco più di una dozzina. In pratica la totalità delle imprese è priva di uno strumento che ne valuti la potenziale solvibilità. Nei tre anni che ci separano dalla scadenza del 2005 sarà perciò fondamentale per tutte le imprese dotarsi di un rating. Dal canto loro le banche saranno costrette ad attrezzarsi collaudando metodologie di valutazione interna del rating delle imprese finanziate. Nulla però esclude che le imprese possano già sin da ora rivolgersi a soggetti esterni dai quali ottenere un rating col quale presentarsi in banca a negoziare il proprio credito.


ciao fury
 
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