Bce: 4, 6 o 8%? Tre scenari per i tassi 2023

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Bce: 4, 6 o 8%? Tre scenari per i tassi 2023 - FocusRisparmio


Bce: 4, 6 o 8%? Tre scenari per i tassi 2023​

16 gennaio 2023
DI CHIARA SANTILLI

Difficile dire dove si fermerà la stretta di Lagarde. Ma per Schmid di Ethenea ci sono tre possibilità. E una sola cura per l’inflazione


La domanda clou per gli investitori, su entrambe le sponde dell’Atlantico, è dove andranno a finire i tassi d’interesse nel 2023. Le ipotesi si sprecano, ma in particolare per la Bce le previsioni sono particolarmente difficili, nonostante Lagarde e colleghi abbiano finora rispettato le attese. Soprattutto dopo le dichiarazioni del Consiglio direttivo, che ha preannunciato aumenti ancora significativi e costanti, gli operatori sono rimasti spiazzati ed è diventato esercizio molto difficile pronosticare la fine della stretta.
Secondo Volker Schmidt, senior portfolio manager di Ethenea Independent Investors Sa., è però possibile ipotizzare tre scenari per il 2023, riassumibili con altrettanti numeri: 4, 6 e 8%.

Tassi al 4%

Il più probabile è quello che vede i tassi dell’Eurozona arrivare al 4%, in quanto secondo Schmidt rappresenta un compromesso tra le necessità di raffreddare la domanda, ancorare le aspettative d’inflazione a un livello basso ed essere cauti nel superare i rialzi dei tassi. “È certo che la banca centrale preveda altri due aumenti di 50 punti base nelle sue riunioni del primo trimestre del 2023. Questo rende probabile un valore massimo del 4% per i tassi di interesse di rifinanziamento”, spiega.
“Se si guardano le aspettative di inflazione a lungo termine secondo le indagini sui consumatori e i prezzi delle obbligazioni indicizzate all’inflazione – fa notare – queste rimangono gestibili intorno al 3%. Il disaccoppiamento delle aspettative di inflazione è attualmente la maggiore preoccupazione della Bce, che però non ha di fatto alcuna influenza su alcuni fattori, soprattutto l’esplosione dei costi energetici, che dipendono dal clima e dagli sviluppi geopolitici”.

Tassi al 6%

Si prevede che nel 2023 l’inflazione nell’Eurozona supererà nuovamente il 6% in media, battendo anche quella degli Stati Uniti. Questo, secondo il senior portfolio manager di Ethenea, da solo giustificherebbe un livello di tassi d’interesse del 6%, anche qui oltre quello Usa. “Ma per combattere l’inflazione a lungo termine – osserva – la politica della banca centrale dovrebbe diventare molto più restrittiva e i tassi di interesse di riferimento dovrebbero essere più alti del tasso di inflazione”.
Tuttavia, come fa notare Schmidt, gli ampi programmi di sostegno del governo contrastano le misure restrittive delle banche centrali. “Secondo il noto economista francese Olivier Blanchard – argomenta – sono stati proprio i programmi di sostegno eccessivi delle amministrazioni Trump e Biden a causare l’attuale inflazione. E i governi europei stanno facendo lo stesso errore, che comporta un’alta l’inflazione, alimentata ulteriormente con le loro spese. Aumentando significativamente i tassi di interesse, la Bce potrebbe rendere più costosi i finanziamenti e, in ultima analisi, ridurli. Il sostegno statale e i significativi aumenti salariali continuerebbero tuttavia a garantire la stabilità dei consumi. L’elevato numero di posti di lavoro vacanti diminuirà soltanto quando ci sarà un’ulteriore pressione sull’economia. Fino ad allora, la tendenza al rialzo degli stipendi continuerà. I contratti collettivi in Germania, dal caso IG Metall al contratto collettivo Volkswagen, mostrano un contenimento degli stipendi per il 2022 e il 2023, ma un aumento significativo nel 2024”.

Tassi all’8%

Infine, l’ultima opzione è la terapia d’urto, sotto forma di aumento dei tassi di interesse di riferimento all’8%, come in Ungheria. Una scelta che, a detta di Schmidt potrebbe essere giustificata dal drastico aumento delle attività monetarie durante la pandemia. “È la teoria secondo cui serve uno shock per sconfiggere l’inflazione. Tendiamo però a escludere che la Bce possa intraprendere questa strada”, precisa.

La Bce non può farcela da sola

Dunque come orientarsi? Per l’esperto Ethenea, al momento il livello dei tassi non è determinante: Francoforte può influenzare solo in parte la corsa dei prezzi, aumentando direttamente il costo del credito per imprese, consumatori e Stati. “Tuttavia – evidenzia – le attività finanziarie, soprattutto quelle private, sono molto elevate e quindi i consumatori fanno meno affidamento sul credito. Mentre la Bce non ha alcuna influenza sui livelli dei fiumi in Francia, sui dibattiti sulla chiusura delle centrali elettriche o sui boicottaggi alle forniture della Russia. Nel migliore dei casi, la banca centrale è un passeggero dell’andamento dell’inflazione o addirittura siede sul sedile posteriore. E sta facendo il minimo indispensabile per mantenere basse le aspettative di inflazione, mentre dipende anche dalle azioni altrui”.
Per questo, a suo dire, la sfida dei prezzi va combattuta insieme: sarebbe inconcepibile un’inflazione alta solo nell’Area euro e stabilmente sotto il 2% nel resto del mondo, e viceversa. “O le banche centrali si muovono insieme o non raggiungeranno l’obiettivo. E se non ci riusciranno rapidamente, i tassi d’interesse potrebbero continuare a salire, sia nell’Eurozona che a livello globale”, conclude quindi Schmidt.
 
Negli ultimi mesi le banche hanno puntato diritte al 4% per vincoli a lungo termine, possibilmente non svincolabili, sperando che molti abboccassero all'amo e per assicurarsi liquidità a basso costo negli anni avvenire. Con questi chiari di luna per me il 4% è troppo basso per vincolare a 5 anni. Mi sto tenendo liquido da mesi attendendo gli ulteriori incrementi della BCE. Io vedo entro l'estate tassi al 5% per vincoli a 5 anni e poi si vedrà.. oserei immaginare anche oltre ma per ora mi fermo. Tra l'altro i conti deposito devono vedersela con la concorrenza dei redivivi titoli di Stato.
 
Negli ultimi mesi le banche hanno puntato diritte al 4% per vincoli a lungo termine, possibilmente non svincolabili, sperando che molti abboccassero all'amo e per assicurarsi liquidità a basso costo negli anni avvenire. Con questi chiari di luna per me il 4% è troppo basso per vincolare a 5 anni. Mi sto tenendo liquido da mesi attendendo gli ulteriori incrementi della BCE. Io vedo entro l'estate tassi al 5% per vincoli a 5 anni e poi si vedrà.. oserei immaginare anche oltre ma per ora mi fermo. Tra l'altro i conti deposito devono vedersela con la concorrenza dei redivivi titoli di Stato.
Bravissimo. E' quello che oggi penso io. Da ultimo l'aumento dei tassi al 4% (5 anni) di rendimax. Per quello che si sta vivendo oggi, vincolare a 5 anni al 4% sembra un clamoroso errore. Bisogna pazientare, tenendosi liquidi o semiliquidi ma chi vincola a 5 anni al 4% adesso, secondo me, cade nella rete.
 
Bravissimo. E' quello che oggi penso io. Da ultimo l'aumento dei tassi al 4% (5 anni) di rendimax. Per quello che si sta vivendo oggi, vincolare a 5 anni al 4% sembra un clamoroso errore. Bisogna pazientare, tenendosi liquidi o semiliquidi ma chi vincola a 5 anni al 4% adesso, secondo me, cade nella rete.
devo ammetterlo sono caduto nella rete vincolando un centone al 4%
 

Bce: 4, 6 o 8%? Tre scenari per i tassi 2023 - FocusRisparmio


Bce: 4, 6 o 8%? Tre scenari per i tassi 2023​

16 gennaio 2023
DI CHIARA SANTILLI

Difficile dire dove si fermerà la stretta di Lagarde. Ma per Schmid di Ethenea ci sono tre possibilità. E una sola cura per l’inflazione


La domanda clou per gli investitori, su entrambe le sponde dell’Atlantico, è dove andranno a finire i tassi d’interesse nel 2023. Le ipotesi si sprecano, ma in particolare per la Bce le previsioni sono particolarmente difficili, nonostante Lagarde e colleghi abbiano finora rispettato le attese. Soprattutto dopo le dichiarazioni del Consiglio direttivo, che ha preannunciato aumenti ancora significativi e costanti, gli operatori sono rimasti spiazzati ed è diventato esercizio molto difficile pronosticare la fine della stretta.
Secondo Volker Schmidt, senior portfolio manager di Ethenea Independent Investors Sa., è però possibile ipotizzare tre scenari per il 2023, riassumibili con altrettanti numeri: 4, 6 e 8%.

Tassi al 4%

Il più probabile è quello che vede i tassi dell’Eurozona arrivare al 4%, in quanto secondo Schmidt rappresenta un compromesso tra le necessità di raffreddare la domanda, ancorare le aspettative d’inflazione a un livello basso ed essere cauti nel superare i rialzi dei tassi. “È certo che la banca centrale preveda altri due aumenti di 50 punti base nelle sue riunioni del primo trimestre del 2023. Questo rende probabile un valore massimo del 4% per i tassi di interesse di rifinanziamento”, spiega.
“Se si guardano le aspettative di inflazione a lungo termine secondo le indagini sui consumatori e i prezzi delle obbligazioni indicizzate all’inflazione – fa notare – queste rimangono gestibili intorno al 3%. Il disaccoppiamento delle aspettative di inflazione è attualmente la maggiore preoccupazione della Bce, che però non ha di fatto alcuna influenza su alcuni fattori, soprattutto l’esplosione dei costi energetici, che dipendono dal clima e dagli sviluppi geopolitici”.

Tassi al 6%

Si prevede che nel 2023 l’inflazione nell’Eurozona supererà nuovamente il 6% in media, battendo anche quella degli Stati Uniti. Questo, secondo il senior portfolio manager di Ethenea, da solo giustificherebbe un livello di tassi d’interesse del 6%, anche qui oltre quello Usa. “Ma per combattere l’inflazione a lungo termine – osserva – la politica della banca centrale dovrebbe diventare molto più restrittiva e i tassi di interesse di riferimento dovrebbero essere più alti del tasso di inflazione”.
Tuttavia, come fa notare Schmidt, gli ampi programmi di sostegno del governo contrastano le misure restrittive delle banche centrali. “Secondo il noto economista francese Olivier Blanchard – argomenta – sono stati proprio i programmi di sostegno eccessivi delle amministrazioni Trump e Biden a causare l’attuale inflazione. E i governi europei stanno facendo lo stesso errore, che comporta un’alta l’inflazione, alimentata ulteriormente con le loro spese. Aumentando significativamente i tassi di interesse, la Bce potrebbe rendere più costosi i finanziamenti e, in ultima analisi, ridurli. Il sostegno statale e i significativi aumenti salariali continuerebbero tuttavia a garantire la stabilità dei consumi. L’elevato numero di posti di lavoro vacanti diminuirà soltanto quando ci sarà un’ulteriore pressione sull’economia. Fino ad allora, la tendenza al rialzo degli stipendi continuerà. I contratti collettivi in Germania, dal caso IG Metall al contratto collettivo Volkswagen, mostrano un contenimento degli stipendi per il 2022 e il 2023, ma un aumento significativo nel 2024”.

Tassi all’8%

Infine, l’ultima opzione è la terapia d’urto, sotto forma di aumento dei tassi di interesse di riferimento all’8%, come in Ungheria. Una scelta che, a detta di Schmidt potrebbe essere giustificata dal drastico aumento delle attività monetarie durante la pandemia. “È la teoria secondo cui serve uno shock per sconfiggere l’inflazione. Tendiamo però a escludere che la Bce possa intraprendere questa strada”, precisa.

La Bce non può farcela da sola

Dunque come orientarsi? Per l’esperto Ethenea, al momento il livello dei tassi non è determinante: Francoforte può influenzare solo in parte la corsa dei prezzi, aumentando direttamente il costo del credito per imprese, consumatori e Stati. “Tuttavia – evidenzia – le attività finanziarie, soprattutto quelle private, sono molto elevate e quindi i consumatori fanno meno affidamento sul credito. Mentre la Bce non ha alcuna influenza sui livelli dei fiumi in Francia, sui dibattiti sulla chiusura delle centrali elettriche o sui boicottaggi alle forniture della Russia. Nel migliore dei casi, la banca centrale è un passeggero dell’andamento dell’inflazione o addirittura siede sul sedile posteriore. E sta facendo il minimo indispensabile per mantenere basse le aspettative di inflazione, mentre dipende anche dalle azioni altrui”.
Per questo, a suo dire, la sfida dei prezzi va combattuta insieme: sarebbe inconcepibile un’inflazione alta solo nell’Area euro e stabilmente sotto il 2% nel resto del mondo, e viceversa. “O le banche centrali si muovono insieme o non raggiungeranno l’obiettivo. E se non ci riusciranno rapidamente, i tassi d’interesse potrebbero continuare a salire, sia nell’Eurozona che a livello globale”, conclude quindi Schmidt.
Mi aspetto un picco di tasso Bce vicino al 5%
 
Come mai non e' stato previsto uno scenario al 10%?
Bisognerebbe chiedere a Schmid.

Però è ragionevole pensare che un 5% si potrà spuntare. Del resto è sufficiente osservare i tassi BCE adesso è quelli che saranno dopo gli imminenti SICURI aumenti. Qualche banca potrebbe offrire un 4,50 prologo di un 5%. Abbiamo notato che rendimax si è precipitata adesso ad offrire 4% quando ha fatto finta di dormire nonostante il 4% veniva offerti da più banche? Non è un caso secondo me.

 
Mi aspetto un picco di tasso Bce vicino al 5%
Spiego in maniera semplice perché non ha senso oggi vincolare a 5 anni al 4%. Le previsioni di Schmidt riguardano il 2023! Non il 2024, 2025 O il 2026. Nel primo trimestre ci sarà un verosimile aumento di 50 punti base. Appare evidente che nel 2023 le banche che oggi offrono il 4% a 5 anni non scenderanno nel 2023 sotto tale tasso. Dunque chi ha i soldi e vuole vincolare per forza nel 2023 è sufficiente che aspetti qualche mese senza rischiare praticamente niente. Perché l'unica cosa che gli potrà capitare è che avrà un tasso più alto. Ricordiamoci che 5 sono tanti ai tempi di oggi e con lo scenario che si prospetta. Amici avvisati mezzi salvati!
 
a Schimd piace vincere facile...

una delle tre previsioni si avvera o comunque ci si avvicina molto.

(del resto partiamo da un 2.00 con previsioni di salita di 50 punti già a febbraio e altri 50 a marzo)

però a me ricorda tanto qualcos'altro:

 
Ultima modifica:
mah, tutto può essere. fare previsioni non ha alcun senso. non ci azzeccano mai. non credo che tassi alti per tanto tempo siano sostenibili. già l'inflazione si sta calmando, se poi parte una recessione come fanno ad alzare i tassi. cmq in ogni caso tutto quello che dicono sono cazz.... come sempre non sa nulla nessuno e stop. ogni scelta di investimento è un rischio, per questo credo che il consiglio migliore sia di mediare la scelta. non tutto oggi, non tutto domani. poi ognuno fa quello che vuole. e cmq il 4% mica fa schifo.
 
Spiego in maniera semplice perché non ha senso oggi vincolare a 5 anni al 4%. Le previsioni di Schmidt riguardano il 2023! Non il 2024, 2025 O il 2026. Nel primo trimestre ci sarà un verosimile aumento di 50 punti base. Appare evidente che nel 2023 le banche che oggi offrono il 4% a 5 anni non scenderanno nel 2023 sotto tale tasso. Dunque chi ha i soldi e vuole vincolare per forza nel 2023 è sufficiente che aspetti qualche mese senza rischiare praticamente niente. Perché l'unica cosa che gli potrà capitare è che avrà un tasso più alto. Ricordiamoci che 5 sono tanti ai tempi di oggi e con lo scenario che si prospetta. Amici avvisati mezzi salvati!

E tanti non si sono voluti salvare nonostante fossero stati avvisati....

Verso la fine del 2023 si potrà finalmente vincolare (anche in questo caso, amici avvisati mezzi salvati)
 
Se lo scenario non dovesse cambiare entro fine anno dovremmo avere il picco dei tassi
 
E tanti non si sono voluti salvare nonostante fossero stati avvisati....

Verso la fine del 2023 si potrà finalmente vincolare (anche in questo caso, amici avvisati mezzi salvati)

Che parole grosse, "salvare".
Chi ha vincolato 100k a gennaio al 4% ad oggi ha già incassato 7 mesi di interessi, quindi 1600€ circa puliti.... Non mi sembra una situazione da disperati alla deriva che dovevano essere salvati... :D

Per ogni 100k vincolati tra un 4% ed un 5% la differenza netta è di 740€ annui... Parliamo di 2760€ annui contro 3500€.... Una bella differenza ma comunque niente di abissale.
 
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Con questi scenari, chi ha il coraggio oggi di vincolare al 4%?

Meglio aspettare.......
Ĺ
Se lo scenario non dovesse cambiare entro fine anno dovremmo avere il picco dei tassi
Esatto. Secondo me verso la fine dell'anno sarà il momento giusto per vincolare a 5 anni. Dunque tenersi liquidi evitando anche di vincolare adesso a 2 3 anni. Sarebbe profondamente sbagliato.
 
Che giornata meravigliosa.... Un nuovo rialzo dei tassi verso il mio obbiettivo dell'8%. E' meraviglioso veder piagnucolare gli z...i e quando stramazzano a terra godo come un riccio! Ballerò la deliranza quando cadrà il mega Z... che non sarà mai sazio. Vorace dei nostri soldi che in cambio ci da solo schifezze mal gestite, mal servite, costosissime e inefficaci al 90%. Bestia assatanata alla quale ci si può sottrarre solo fuggendo e facendosi terra bruciata alle spalle. Attenti che la bestia si vede con le spalle al muro e pretenderà soldi anche per l'aria che respiriamo.
 
Ultima modifica:
Ĺ

Esatto. Secondo me verso la fine dell'anno sarà il momento giusto per vincolare a 5 anni. Dunque tenersi liquidi evitando anche di vincolare adesso a 2 3 anni. Sarebbe profondamente sbagliato.
Aspetta a fare vincoli a lungo termine, ancora è presto! Hanno già annunciato nuovi rialzi per settembre. La stagione dei falchi è ancora ben lontana dal tramonto! Finchè leggo che questo è l'ultimo rialzo sono tranquillissimo:D
Inizierò a preoccuparmi quando inizierò a vedere titoli in discesa ripida.
 
Aspetta a fare vincoli a lungo termine, ancora è presto! Hanno già annunciato nuovi rialzi per settembre. La stagione dei falchi è ancora ben lontana dal tramonto! Finchè leggo che questo è l'ultimo rialzo sono tranquillissimo:D
Fino l'altro giorno in rete c'era incertezza per rialzi di settembre. Hai dei link che confermano la tua tesi?
 
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