ilgattoelavolpe
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Copio e incollo volentieri il post di:
LucioTrader
The Last Frontier
«Banco Desio-Credem è un’aggregazione perfetta»
di Cheo Condina del 16-03-2006
da Finanza&Mercati del 16-03-2006
[Nr. 53 pagina 2]
Mediobanca promuove l’istituto lombardo: target a 9 euro. «Nel 2007 potrà spendere 120 milioni. Il merger emiliano sarebbe ideale dal punto di vista industriale». L’unico ostacolo? «Le resistenze dell’azionista Brianza Unione»
Mediobanca tira la volata all’aggregazione tra Banco Desio e Credem. «Sono due istituti molto simili, dal punto di vista industriale e finanziario - sottolineano gli esperti di Piazzetta Cuccia - Sarebbe un merger perfetto». L’unico ostacolo all’operazione? «L’assetto azionario di Banco Desio, che è controllata al 50,02% dalla Brianza Unione di Agostino Gavazzi e Stefano Lado, tra cui non vi è tuttavia alcun patto di sindacato. Questo significa, comunque, che nessun merger potrà prendere piede fino a quando uno dei due soci non deciderà di vendere la propria quota». Mediobanca, in pratica, catapulta Banco Desio sul risiko del credito italiano. E lo fa con il suo primo report sull’istituto guidato da Nereo Dacci. Si tratta, insomma, quasi di un’investitura ufficiale. Con un giudizio di outperform e un target price a 9 euro, contro i 7,39 euro di ieri a Piazza Affari. «Si tratta di un istituto di piccola taglia, ma vanta grande efficienza, qualità degli asset e una solida struttura del capitale», sottolineano gli analisti di Piazzetta Cuccia. Il piano industriale, inoltre, promette ottimi margini di miglioramento: «Banco Desio punta a espandere la rete del 50% in tre anni. E nonostante la crescita sia autofinanziata, nel 2007 dovrebbero restare mezzi freschi per 120 milioni. L’utile netto potrebbe quasi raddoppiare da 56 milioni nel 2005 a 90 milioni nel 2008». Numeri di tutto rispetto, che secondo Mediobanca rendono Banco Desio un partner ideale per il Credem. Anche perché tra i due istituti - secondo gli analisti - ci sarebbero almeno cinque affinità. Innanzitutto l’assetto azionario, che vede in entrambi un grande socio di maggioranza (Brianza Unione da una parte e Credem Holding dall’altra). In secondo luogo, la forte specializzazione nel business dell’asset management (Banco Desio detiene il 51% della matricola Anima, Credem controlla Euromobiliare sgr). Senza sottovalutare le grandi risorse di cassa e l’alta qualità degli asset detenuti in portafoglio. Infine, sia Banco Desio sia il Credem hanno adottato la stessa strategia industriale, focalizzandosi sui margini anziché sui ricavi. «Le due banche vantano lo stesso Roe del 19% - conclude lo studio di Mediobanca - E stando ai multipli del Credem, Banco Desio vale addirittura 9,5 euro». Il tempo (e le inevitabili logiche politiche) diranno se le simulazioni di Piazzetta Cuccia sfoceranno in un’aggregazione vera e propria. Sulla quale, per adesso, sembrano scommettere gli operatori di Piazza Affari: entrambi gli istituti, da inizio anno, hanno guadagnato il 18 per cento.
LucioTrader
The Last Frontier
«Banco Desio-Credem è un’aggregazione perfetta»
di Cheo Condina del 16-03-2006
da Finanza&Mercati del 16-03-2006
[Nr. 53 pagina 2]
Mediobanca promuove l’istituto lombardo: target a 9 euro. «Nel 2007 potrà spendere 120 milioni. Il merger emiliano sarebbe ideale dal punto di vista industriale». L’unico ostacolo? «Le resistenze dell’azionista Brianza Unione»
Mediobanca tira la volata all’aggregazione tra Banco Desio e Credem. «Sono due istituti molto simili, dal punto di vista industriale e finanziario - sottolineano gli esperti di Piazzetta Cuccia - Sarebbe un merger perfetto». L’unico ostacolo all’operazione? «L’assetto azionario di Banco Desio, che è controllata al 50,02% dalla Brianza Unione di Agostino Gavazzi e Stefano Lado, tra cui non vi è tuttavia alcun patto di sindacato. Questo significa, comunque, che nessun merger potrà prendere piede fino a quando uno dei due soci non deciderà di vendere la propria quota». Mediobanca, in pratica, catapulta Banco Desio sul risiko del credito italiano. E lo fa con il suo primo report sull’istituto guidato da Nereo Dacci. Si tratta, insomma, quasi di un’investitura ufficiale. Con un giudizio di outperform e un target price a 9 euro, contro i 7,39 euro di ieri a Piazza Affari. «Si tratta di un istituto di piccola taglia, ma vanta grande efficienza, qualità degli asset e una solida struttura del capitale», sottolineano gli analisti di Piazzetta Cuccia. Il piano industriale, inoltre, promette ottimi margini di miglioramento: «Banco Desio punta a espandere la rete del 50% in tre anni. E nonostante la crescita sia autofinanziata, nel 2007 dovrebbero restare mezzi freschi per 120 milioni. L’utile netto potrebbe quasi raddoppiare da 56 milioni nel 2005 a 90 milioni nel 2008». Numeri di tutto rispetto, che secondo Mediobanca rendono Banco Desio un partner ideale per il Credem. Anche perché tra i due istituti - secondo gli analisti - ci sarebbero almeno cinque affinità. Innanzitutto l’assetto azionario, che vede in entrambi un grande socio di maggioranza (Brianza Unione da una parte e Credem Holding dall’altra). In secondo luogo, la forte specializzazione nel business dell’asset management (Banco Desio detiene il 51% della matricola Anima, Credem controlla Euromobiliare sgr). Senza sottovalutare le grandi risorse di cassa e l’alta qualità degli asset detenuti in portafoglio. Infine, sia Banco Desio sia il Credem hanno adottato la stessa strategia industriale, focalizzandosi sui margini anziché sui ricavi. «Le due banche vantano lo stesso Roe del 19% - conclude lo studio di Mediobanca - E stando ai multipli del Credem, Banco Desio vale addirittura 9,5 euro». Il tempo (e le inevitabili logiche politiche) diranno se le simulazioni di Piazzetta Cuccia sfoceranno in un’aggregazione vera e propria. Sulla quale, per adesso, sembrano scommettere gli operatori di Piazza Affari: entrambi gli istituti, da inizio anno, hanno guadagnato il 18 per cento.