BESAME mucho mucho...(II)

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Ooh, baciami ancora
Baciami ancora
Baciami ancora
Baciami ancora
Baciami ancora
Baciami ancora
Baciami ancora
Baciami ancora
Baciami ancora
All right, baby

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I am not your darling
and I don't want your kisses.

(Non sono il tuo tesoro
e non voglio i tuoi baci
)


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"Ciò che provo per te non cambierà mai… certo che ti amo, e tu non puoi farci niente!» «Non avevo bisogno di sentire altro». A quel punto sentii la sua bocca sulla mia e mi arresi. E non perché fosse mille volte più forte di me. La mia volontà si sbriciolò nell'istante preciso del contatto.
.... Le nostre mani riprendevano confidenza con il viso dell'altro e nei brevi istanti in cui le labbra si separavano, lui sussurrava il mio nome.“

(di S. Meyer)





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“Mi ha accarezzato i capelli e il mio cuore ha martellato così forte
che ho pensato: se mi bacia muoio.
Purtroppo mi ha risparmiato.”

STEFANO BENNI


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“...Le sue labbra si avventano sulle mie. Mi bacia, con violenza. Per un istante i nostri denti si scontrano, poi la sua lingua è nella mia bocca. Il desiderio esplode in tutto il mio corpo come i fuochi d’artificio.
Lo bacio a mia volta, condividendo il suo fervore, le mani che affondano nei suoi capelli
, tirandoli forte. Lui geme, un suono basso e sensuale dal fondo della gola che si riverbera dentro di me, e la sua mano scende lungo il mio corpo..."

(E. L. James)


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*




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Amore semplicissimo che crede alle parole, poiché non posso fare quello che voglio fare non ti posso abbracciare
né baciare il mio piacere è nelle mie parole e quando posso ti parlo d’amore.
Così seduta davanti a un bicchiere in un posto pieno di persone se la tua fronte si increspa veloce io parlo ad alta
voce nell'ardore tu non mi dici fa meno rumore che ognuno pensi pure quel che vuole io mi avvicino sciolta di
languore e tu negli occhi hai un tenero velame io non ti tocco, no, neanche ti sfioro ma nel tuo corpo mi sembra
di nuotare, e il divano di quel bar salotto quando ci alziamo sembra un letto sfatto.

Patrizia Cavalli


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Non scrivere quelle dolci parole che non oso più leggere:
sembra che la tua voce le versi sul mio cuore;
che le veda bruciare attraverso il tuo sorriso;
sembra che un bacio le imprima sul mio cuore.
Non scrivere!

Marceline Desbordes-Valmore


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"...... E le restituivo un bacio all’attaccatura dei capelli in cima alla fronte,
e nelle palme messe alle sue tempie sentivo battere i colpi della sua vita di dentro.
Battono i colpi del tuo sangue nelle mie mani,
in questa folla io sono tuo, ma così tuo, che non potrò più essere di nessuno. ...."


(di E. De Luca)


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I giorni ed i baci
sono in errore:
non hanno termine dove dicono.

PEDRO SALINAS


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Ti guardavo alla luce dei baci vergini che mi hai dato, e tempi e spume e nubi e amori perduti furono salvi.
Se da me fuggirono un giorno, non fu per morire nel nulla. In te continuavano a vivere.
Ciò che chiamavo oblio eri tu.

Pedro Salinas


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Anche nel bacio, il primo della sua vita, gli parve di riconoscere un carattere ambiguo,
insieme piacevole e spiacevole. Le labbra della donna, tumide ma molli, si aprivano
largamente sopra le sue, come a soverchiarle, in un movimento avvolgente e circolare
di risucchio che coinvolgeva non soltanto la bocca ma anche il mento e la base delle narici.

Alberto Moravia


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„È il petto di un'altra persona a spalleggiarci, ci sentiamo realmente spalleggiati solo
quando abbiamo qualcuno dietro, lo dice la parola stessa, alle nostre spalle, come in
inglese,, qualcuno che magari non vediamo e che ci copre le spalle col petto che è
sul punto di sfiorarci e che alla fine sempre ci sfiora, e a volte, addirittura, questo qualcuno
ci mette una mano sulla spalla con la quale ci tranquillizza e al tempo stesso ci sottomette
In questo modo dormono o credono di dormire gran parte delle coppie, dopo la buonanotte
i due si girano dallo stesso lato, di modo che uno dà le spalle all'altro per tutto il tempo e si
sente spalleggiato da lui o da lei, e quando nel pieno della notte si sveglia di soprassalto
per un incubo o non riesce a prender sonno, soffre per la febbre o si crede solo e abbandonato
al buio, non deve far altro che voltarsi e vedere, di fronte a sé, il volto di colui che lo protegge,
che si lascerà baciare quel che si può baciare in un volto (naso, occhi e bocca; mento, fronte e
guance, tutto il volto) o che magari, mezzo addormentato, gli metterà una mano sulla spalla
per tranquillizzarlo, o per sottometterlo, o forse per aggrapparsi.

Javier Marías, Un cuore così bianco


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"Amo il pezzo di terra che tu sei,
perché delle praterie planetarie
altra stella non ho. Tu ripeti
la moltiplicazione dell'universo.


I tuoi grandi occhi son la luce che posseggo
delle costellazioni sconfitte,
la tua pelle palpita come le strade
che percorre la meteora nella pioggia.

Di tanta luna furon per me i tuoi fianchi,
di tutto il sole la tua bocca profonda e la tua delizia,
di tanta luce ardente come miele nell'ombra

il tuo cuore arso da lunghi raggi rossi,
e così percorro il fuoco della tua forma baciandoti,
piccola e planetaria, colomba e geografia."

(P. Neruda)


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A: E voglio giocare a nascondino e darti i miei vestiti e dirti che mi piacciono le tue scarpe e sedermi sugli scalini mentre fai il bagno e massaggiarti il collo e baciarti i piedi e tenerti la mano e andare a cena fuori e non farci caso se mangi dal mio piatto e incontrarti da Rudy e parlare della giornata e battere a macchina le tue lettere e portare le tue scatole e ridere della tua paranoia e darti nastri che non ascolti e guardare film bellissimi e guardare film orribili e lamentarmi della radio e fotografarti mentre dormi e svegliarmi per portarti caffè brioches e ciambella e andare da Florent e bere caffè a mezzanotte e farmi rubare tutte le sigarette e non trovare mai un fiammifero e dirti quali programmi ho visto in tv la notte prima e portarti a far vedere l’occhio e non ridere delle tue barzellette e desiderarti di mattina ma lasciarti dormire ancora un po’ e baciarti la schiena e carezzarti la pelle e dirti quanto amo i tuoi capelli i tuoi occhi le tue labbra il tuo collo i tuoi seni il tuo **** il tuo...
e sedermi a fumare sulle scale finché il tuo vicino non torna a casa e sedermi a fumare sulle scale finché tu non torni a casa e preoccuparmi se fai tardi e meravigliarmi se torni presto e portarti girasoli e andare alla tua festa e ballare fino a diventare nero e essere mortificato quando sbaglio e felice quando mi perdoni e guardare le tue foto e desiderare di averti sempre conosciuta e sentire la tua voce nell’orecchio e sentire la tua pelle sulla mia pelle e spaventarmi quando sei arrabbiata e hai un occhio che è diventato rosso e l'altro blu e i capelli tutti a sinistra e la faccia orientale e dirti che sei splendida e abbracciarti se sei angosciata e stringerti se stai male e aver voglia di te se sento il tuo odore e darti fastidio quando ti tocco e lamentarmi quando sono con te e lamentarmi quando non sono con te e sbavare dietro ai tuoi seni e coprirti la notte e avere freddo quando prendi tutta la coperta e caldo quando non lo fai e sciogliermi quando sorridi e dissolvermi quando ridi e non capire perché credi che ti rifiuti visto che non ti rifiuto e domandarmi come hai fatto a pensare che ti avessi rifiutato e chiedermi chi sei ma accettarti chiunque tu sia e raccontarti dell’angelo dell’albero il bambino della foresta incantata che attraversò volando gli oceani per amor tuo e scrivere poesie per te e chiedermi perché non mi credi e provare un sentimento così profondo da non trovare le parole per esprimerlo e aver voglia di comperarti un gattino di cui diventerei subito geloso perché riceverebbe più attenzioni di me e tenerti a letto quando devi andare via e piangere come un bambino quando te ne vai e schiacciare gli scarafaggi e comprarti regali che non vuoi e riportarmeli via e chiederti di sposarmi e dopo che mi hai detto ancora una volta di no continuare a chiedertelo perché anche se credi che non lo voglia davvero io lo voglio veramente sin dalla prima volta che te l’ho chiesto e andare in giro per la città pensando che è vuota senza di te e volere quello che vuoi tu e pensare che mi sto perdendo ma sapere che con te sono al sicuro e raccontarti il peggio di me e cercare di darti il meglio perché è questo che meriti e rispondere alle tue domande anche quando potrei non farlo e cercare di essere onesto perché so che preferisci così e sapere che è finita ma restare ancora dieci minuti prima che tu mi cacci per sempre dalla tua vita e dimenticare chi sono e cercare di esserti vicino perché è bello imparare a conoscerti e ne vale di sicuro la pena e parlarti in un pessimo tedesco e in un ebraico ancora peggiore e far l’amore con te alle tre di mattina e non so come non so come non so come comunicarti qualcosa dell’assoluto eterno indomabile incondizionato inarrestabile irrazionale razionalissimo costante infinito amore che ho per te.

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Sarah Kane nasce a Brentwood, Essex, il 3 febbraio 1971. Scrittrice di teatro, col suo dramma d'esordio, Blasted (Dannati), presentato nel 1995 al Royal Court Upstairs suscitò un grosso scandalo e infinite polemiche per i temi trattati (stupro, cannibalismo e malattie). Tra i difensori della sua opera, Pinter e Edward Bond, impressionato, quest'ultimo, dall'umanità dell'opera. I testi successivi, Phaedra's Love (1996), Cleansed (1998) e la sceneggiatura di Skin (1995, diretto da Vincent O'Connell) confermano le premesse di Blasted, ma è solo dopo la sua quarta opera, Crave (Febbre) del 1998, inizialmente pubblicata con lo pseudonimo di Marie Kelvedon per farla valutare dalla critica senza i pregiudizi verso la sua autrice, che Sarah Kane si impone all'attenzione generale come capofila della new angry generation inglese.
La Kane ha lotatto contro la depressione per molti anni, facendosi ricoverare per ben due volte al Maudsley Hospital di Londra. Sono state queste sue condizioni psichiche, impietosamente descritte in 4:48 Psycosis (completata poco prima della sua morte e messo in scena nel 2001) probabilmente a farla abusare dei farmaci che le avevano prescritto e, una volta ricoverata al King's College Hospital di Londra a suicidarsi impiccandosi coi lacci delle sue scarpe nel bagno il 20 febbraio 1999. Aveva da poco compiuto 28 anni.

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Quando ti stringo pazzamente al cuore
e ti suggo la bocca,
a lungo, senza posa,
sono triste, bambina,
perché sento il mio cuore tanto stanco
di amarti cosí male.

CESARE PAVESE
 

Allegati

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“Lui quel giorno che eravamo stesi tra i rododendri sul promontorio di Howth con quel suo vestito
di tweed grigio e la paglietta il giorno che feci fare la dichiarazione sì prima gli passai in bocca quel
pezzetto di biscotto all’anice e era un anno bisestile come ora sì 16 anni fa Dio mio dopo quel bacio
così lungo non avevo più fiato sì disse che ero un fior di montagna sì siamo tutti fiori allora un corpo
di donna sì è stata una delle poche cose giuste che ha detto in vita sua e il sole splende per te oggi […]”

L'Ulisse di James Joyce


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"Can't explain all the feelings that you're making me feel
My heart's in overdrive and you're behind the steering wheel
Touching you, touching me
Touching you, God, you're touching me
I believe in a thing called love
Just listen to the rhythm of my heart

There's a chance we could make it now
We'll be rocking 'til the sun goes down
I believe in a thing called love, hoo-ooh
I wanna kiss you every minute, every hour, every day
You got me in a spin but everything is a okay.
.."




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«Quando vi rivedrò? » chiesi, abbracciandola.
«Quando questa camelia cambierà colore. »
«E quando cambierà colore?»
«Domani, dalle undici a mezzanotte.
Siete soddisfatto?»
«Me lo chiedete?»
«Non una parola di ciò ai vostri amici o ad altri.»
«Lo prometto.»
«Datemi un bacio, torniamo in sala.»
Mi offrì le labbra, si ravviò i capelli, e lasciammo la stanza, ella cantando e io folle di gioia.
In sala si fermò e mi sussurrò: «VI parrà strano, che abbia detto di sì; sapete perché?» continuò, prendendomi la mano e posandomela sul cuore, perché sentissi con quanta rapidità batteva.
«Dovendo vivere meno degli altri io mi son riproposta di vivere più in fretta.»
« VI prego, non parlate così.»
«Consolatevi» rise ella. «Per poco che mi resti da vivere, vivrò più a lungo del vostro amore.

Storia d'amore di Alexandre Dumas
La Signora dalle Camelie e Armand



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"Alzando gli occhi, lui colse la scia di una stella cadente. Quando si voltò verso di lei, capì che l'aveva vista anche lei.
'Quale desiderio hai espresso?' Mormorò lei sottovoce. Ma lui non riuscì a rispondere. Le alzò la mano e fece scivolare l'altro braccio intorno alla sua schiena.
La guardò, con la certezza assoluta di essersi innamorato. La strinse a sé e la baciò sotto il manto di stelle, chiedendosi come fosse mai stato possibile avere avuto la fortuna di trovarla.


(Nicholas Sparks, L'ultima canzone)


 
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