C'è aria d'alleanze nel Partito democratico del post primarie.
All'orizzonte ci sono il leader del Sel, Nichi Vendola e quello dell'Udc, Pier Ferdinando Casini.
«Abbiamo un'intesa elettorale con Sel e i socialisti, ora cercheremo un accordo con i moderati», ha affermato domenica 9 dicembre a La Stampa il presidente del Pd, Rosy Bindi.
VERSO UN'INTESA. «Penso si debba lavorare da subito perché ci sia prima del voto.
Però questo accordo non può essere la semplice continuazione delle politiche di Monti».
Il partito può tenere insieme Vendola e Casini, «dicendo con chiarezza a Nichi che non bruceremo l'agenda Monti e con altrettanta nettezza a Casini che bisogna andare oltre quell'agenda».
ATTACCO AL CAV. Bindi ha commentato anche lo 'strappo' dell'ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi:
«Una mossa che ha costretto Monti ad annunciare le dimissioni. Pessima notizia». Il Cavaliere «non è più un pericolo sul piano dei risultati elettorali, anche se sarebbe stato meglio avere come avversario un leader che avesse i tratti della destra europea piuttosto che un populista».
SCELTA NEGATIVA. La presenza di Berlusconi «sarà destabilizzante come al solito e favorirà un ulteriore decadimento della vita pubblica.
La sua scelta di tornare in campo è negativa per il Paese e anche per il Pd».
Adesso «bisognerà stare attenti: ritrovarsi a sostenere il governo di fatto da soli rischia di far ricadere ogni scelta sulle nostre spalle e di farci apparire non come quelli che hanno salvato il Paese da Berlusconi, ma come quelli che hanno sostenuto provvedimenti dolorosi.
Se poi aggiungiamo che alcuni di questi provvedimenti non erano nemmeno pienamente condivisi da noi, il quadro è ancor più chiaro»
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