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Fora Et Labora
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Arrivato a Bologna venerdì pomeriggio,
ho scoperto un bel posticino in centro dove trascorrere qualche ora piacevole
ovvero la libreria ‘Ambasciatori’ il cui palazzo è strutturato in maniera tale che
si possa trovare/consultare una valida ‘mole’ di testi divisi per genere
e al tempo stesso reperire cibi, vini e birre particolari.
Al piano terra il settore dedicato alla lettura dei quotidiani vale anche per l’aperitivo,
l’ultimo piano è anche ‘zona osteria birreria/vineria’ con salumi di vario genere,
al primo si trova il ristorante.
Ho deciso di cenare lì,
in uno dei tavoli che si affacciano sul piano terra (ricordando vagamente un palchetto a teatro),
dove ho assistito alla presentazione di un libro con intervento di Massimo Dalema
(polizia ovunque, anche nei sotterranei…).
Il sabato mattina, alle 9:30 circa, durante la colazione in albergo,
mi sono accorto che avevo accanto Ferruccio Gard;
mi sono presentato e ho passato una trentina di minuti a parlare con lui di arte contemporanea
(per la gioia della mia ragazza e di una signora un po’ attempata, definitasi anch’essa artista,
che dava l’impressione di voler entrare nelle grazie dell’ex inviato di Novantesimo minuto…).
Alle 11 in punto ho fatto ingresso ad ArteFiera e lì sono rimasto fino alle 17:30.
Queste sono le impressioni che ho ricavato:
1) Tanta affluenza, simile alle domeniche degli anni precedenti
(prima di quest’anno era quello il giorno in cui mi recavo x la ‘visita’ bolognese).
Considerata la crisi che ancora non ci siamo scrollati di dosso, direi che non è andata poi male per l’organizzazione
e per i galleristi (visti i bollini rossi alle pareti).
2) Molti artisti ‘classici’ (Fontana, Rotella, Burri, Afro, Vedova, Riopelle, Sam Francis, Castellani, Bonalumi, Uncini, tanti Alviani…);
meno ‘giovani’ rispetto a quanto credessi
(oltretutto Gallerie note per trattare esclusivamente quel preciso mercato
avevano, negli sgabuzzini, vari ‘vecchi’ del Novecento Italiano);
3) Ritorno - ovvio - del futurismo (Futurballa su tutti),
1 po’ di transavanguardia,
tantissima arte povera (Zorio, Kounellis, Calzolari, Pistoletto e i suoi specchi…),
discreta presenza di Salvo (sia ‘poverista’ che ‘recente’),
più del previsto la Nuova Scuola Romana (Nunzio e Pizzi Cannella in primis), poca Pop Art,
analitica normale (con Olivieri e Pinelli mentre 'non normale' i rari Griffa),
pochissimo cinetismo (la cosa che più mi ha colpito);
4) Ottima ripresa della scultura (Mainolfi e Staccioli tra gli italiani),
impensabile tripudio (che mi rende felice) della fotografia italiana e internazionale;
5) Gutai, Arte africana e cinese: chi li ha visti ?
6) fatte foto con Mark Kostabi
(intento, a sua volta, a fotografare varie opere di altri artisti
che evidentemente ‘dovranno’ ispirare i lavori dei suoi ‘dipendenti’)
e Gillo Dorfles (l’Indro Montanelli dell’Arte italiana).
Tutto sommato una due-giorni piacevole (nonostante il freddo e la neve).
ho scoperto un bel posticino in centro dove trascorrere qualche ora piacevole
ovvero la libreria ‘Ambasciatori’ il cui palazzo è strutturato in maniera tale che
si possa trovare/consultare una valida ‘mole’ di testi divisi per genere
e al tempo stesso reperire cibi, vini e birre particolari.
Al piano terra il settore dedicato alla lettura dei quotidiani vale anche per l’aperitivo,
l’ultimo piano è anche ‘zona osteria birreria/vineria’ con salumi di vario genere,
al primo si trova il ristorante.
Ho deciso di cenare lì,
in uno dei tavoli che si affacciano sul piano terra (ricordando vagamente un palchetto a teatro),
dove ho assistito alla presentazione di un libro con intervento di Massimo Dalema
(polizia ovunque, anche nei sotterranei…).
Il sabato mattina, alle 9:30 circa, durante la colazione in albergo,
mi sono accorto che avevo accanto Ferruccio Gard;
mi sono presentato e ho passato una trentina di minuti a parlare con lui di arte contemporanea
(per la gioia della mia ragazza e di una signora un po’ attempata, definitasi anch’essa artista,
che dava l’impressione di voler entrare nelle grazie dell’ex inviato di Novantesimo minuto…).
Alle 11 in punto ho fatto ingresso ad ArteFiera e lì sono rimasto fino alle 17:30.
Queste sono le impressioni che ho ricavato:
1) Tanta affluenza, simile alle domeniche degli anni precedenti
(prima di quest’anno era quello il giorno in cui mi recavo x la ‘visita’ bolognese).
Considerata la crisi che ancora non ci siamo scrollati di dosso, direi che non è andata poi male per l’organizzazione
e per i galleristi (visti i bollini rossi alle pareti).
2) Molti artisti ‘classici’ (Fontana, Rotella, Burri, Afro, Vedova, Riopelle, Sam Francis, Castellani, Bonalumi, Uncini, tanti Alviani…);
meno ‘giovani’ rispetto a quanto credessi
(oltretutto Gallerie note per trattare esclusivamente quel preciso mercato
avevano, negli sgabuzzini, vari ‘vecchi’ del Novecento Italiano);
3) Ritorno - ovvio - del futurismo (Futurballa su tutti),
1 po’ di transavanguardia,
tantissima arte povera (Zorio, Kounellis, Calzolari, Pistoletto e i suoi specchi…),
discreta presenza di Salvo (sia ‘poverista’ che ‘recente’),
più del previsto la Nuova Scuola Romana (Nunzio e Pizzi Cannella in primis), poca Pop Art,
analitica normale (con Olivieri e Pinelli mentre 'non normale' i rari Griffa),
pochissimo cinetismo (la cosa che più mi ha colpito);
4) Ottima ripresa della scultura (Mainolfi e Staccioli tra gli italiani),
impensabile tripudio (che mi rende felice) della fotografia italiana e internazionale;
5) Gutai, Arte africana e cinese: chi li ha visti ?
6) fatte foto con Mark Kostabi
(intento, a sua volta, a fotografare varie opere di altri artisti
che evidentemente ‘dovranno’ ispirare i lavori dei suoi ‘dipendenti’)
e Gillo Dorfles (l’Indro Montanelli dell’Arte italiana).
Tutto sommato una due-giorni piacevole (nonostante il freddo e la neve).