Questo tuo discorso - senz'altro condivisibile - mi ha fatto tornare alla mente un'idea - probabilmente "Bizzarra Assai" - che mi è passata per la mente s'estate mentre ero al mare; la seguente :
Perché non investire parte dei soldi del PNRR per creare appunto un discreto parco eolico proprio in mare (e magari anche fotovoltaico, ma questo sulla terraferma), ed allo stesso tempo realizzare dei grossi impianti di desalizzazione e purificazione dell'acqua marina?
A cosa servirebbero i desalinizzatori? a sfruttare l'acqua del mare affinchè venga poi spinta in determinati bacini natural/artificiali dove appunto svolgerebbero la funzione di "batterie eco-ambientali", cioè quell'acqua verrebbe stipata nei bacini quando a fronte di una ridotta richiesta di energia (perchè magari è notte oppure le industrie energivore sono ferme per ferie o altro), quel surplus di produzione verrebbe usato per spingere l'acqua nei bacini, dai quali verrebbe riportata a valle (generando quell'energia necessaria che diversamente dovremmo produrre con i fossili).
Questo "giochetto" sostanzialmente potrebbe essere appunto una "batteria ecosostenibile" perché andrebbe nella direzione di ridurre l'uso di carburanti fossili e, conseguentemente ridurrebbe la dipendenza dall'estero circa il fabbisogno di questa materia prima; credo che queste motivazioni da sole dovrebbero bastare a giustificare il considerevole costo che questo progetto comporterebbe, dove si badi che comunque genererebbe lavoro (di quello "buono", cioè senza ricorrere ai vari Bonus e mancette varie).
Non è che sia di per sè una boutade. In questo campo esistono le più svariate proposte, tutte che si basano su un assunto di base: a tendere l'energia costerà talmente poco da abilitare parecchie cose. Probabile che sia così.
Nel mentre però il problema è che l'accumulo serve per sviluppare le rinnovabili, le quali servono per arrivare al costo minimo possibile.
In parole povere, questo come altri sistemi, benché teoricamente applicabile, immagino presenti importanti vincoli di costo e non so quali condizioni al contorno richieda per essere sostenibile.
Ad oggi la strada intrapresa dal legislatore mi pare duplice. Da una parte forte investimento sul mondo degli accumuli, dall'altra promozione del mondo idrogeno.
L'idrogeno viene sventolato un po' a caso come bandiera politica, ma ha un suo senso teorico.
Se infatti il suo ruolo di stabilizzatore (ovvero fare H2 con energia in eccesso e utilizzarlo per produrre elettricità al bisogno) è piuttosto difficoltoso e castrato economicamente, esistono parecchie applicazioni che lo rendono molto interessante, tra cui: fuels sintetici, sostituto del metano per riscaldamento, sostituto del coke nella siderurgia oltre a poter essere combinato con la CO2 catturata dai processi industriali per sintetizzare idrocarburi.
Il vantaggio principale è logistico. Se infatti è poco saggio portare la corrente elettrica dalla Sicilia al Veneto, produrre (tra 10 anni) fuels sintetici da trasportare al nord è ben più semplice. Ora l'esempio italiano è molto "stretto", ma su scala globale ha molto senso (es. Australia o Nord Africa che producono energia per Japan/EU)