Borghi, Bagnai e Zingales indicano un percorso dirompente...

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

fasilor

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...dalla flat tax (forse più percorribile) all'uscita dall'euro, pur con talune sfumature diverse tra di loro, e magari anche giusto.

Ho letto un po' di tutti e tre, ma nessuno indica la quantità possibile di dolore che ci potrà costare la loro vision.

Più avanti, e pur con i miei limiti di comprensione, proverò a riassumere il pensiero dei tre, se qualcun altro non lo farà meglio di me.

Che ne pensate?
 
Cominciamo dal professore padovano, copincollo per non sbagliare:

Luigi Zingales in un saggio dal titolo Europa o no uscito in aprile 2014 per l'editore Rizzoli, criticando fortemente l'attuale conduzione della Zona euro, ha auspicato che nel mondo politico e intellettuale italiano si consideri più seriamente l'opportunità o meno dell'adesione all'euro, affermando, tra l'altro, che l'Eurozona deve riformarsi nel volgere di 18-24 mesi, altrimenti, a suo giudizio, i costi di rimanere cominceranno a eccedere i benefici e l'uscita diventerà il male minore.

Ciò non toglie che il professor Zingales rimane ancora ancorato all'idea che uscire dall'euro potrebbe portare a gravi conseguenze per l'Italia, quali il default, tant'è che egli stesso scrive nel suo libro: "Il messaggio più importante che vorrei trasmettere, però, è che [...] la nostra crisi attuale, in cui siamo da quasi vent'anni, non è colpa dell'euro né può essere risolta uscendo da esso. Anzi, la nostra crisi strutturale rischia di essere peggiorata da una nostra uscita dall'euro [...]. Il vero problema è che sono vent'anni che la produttività nel nostro paese non cresce. E se la nostra produttività non riprende a crescere, non possiamo competere in Europa e nel mondo, con o senza euro. Se la nostra produttività non riprende a crescere, non siamo in grado di sostenere il nostro debito pubblico né dentro né fuori dall'euro."
 
Nessuno dice che sarà una passeggiata.

Bagnai le ha fatte si le previsioni numeriche sui fattori negativi, inflazione et e li ha stimati, credo al goofy di 2-3 anni fa.

inoltre la Lega cerca molto di più la dissoluzione dell'euro.

Con francia ed Italia fuori l'euro è finito.
 
Borghi Aquilini

Può uno meno uno non fare zero ma meno due? E può uno più uno fare tre invece di due? Nel mondo del bilancio dello Stato è normale. Prima che la disperata ricerca delle coperture ai costi della cancellazione dell'Imu si tramuti nella solita ricerca di qualche altra vittima da vessare sarebbe forse il caso di fermarsi un attimo e riflettere su quanto sia profondamente sbagliata l'attuale impostazione del bilancio pubblico. Annebbiati dai vincoli esterni, accecati dal rapporto debito Pil e ipnotizzati dalle virtù del pareggio di bilancio la politica è entrata in un circolo vizioso dove se si abolisce una tassa il previsto mancato gettito deve essere necessariamente trovato tassando qualcos'altro o tagliando una spesa di pari importo. Ma se le cose stessero così nessuno si è mai posto il banale problema di come mai i conti non tornino mai?[1]
Uno dei segreti dell'Europa dei burocrati che assomiglia sempre di più allo stato descritto da Orwell in 1984 è proprio quello di aver legato la democrazia e i destini di popoli e governi ad una serie di parametri numerici che nessuno può controllare e che, come rappresenta bene questa revisione, sono la quintessenza della discrezionalità e dell'arbitrio.[2]
Occorre prepararsi, perché rottamare l'euro non è una scelta: questo sistema è destinato inevitabilmente a finire. L'unico dubbio è quando. E non è una differenza da poco. Prima finirà questo incubo meno macerie ci saranno da spalare e prima si potrà ricominciare a costruire e fare quello che abbiamo dimostrato nel tempo di saper fare: lavorare.[3]
L'unica industria ravvivata dal governo è stata quella della propaganda e della mistificazione: quando cadrà la maschera di carnevale che Renzi ha posto sul volto dell'Italia la sorpresa non sarà piacevole. Non esiste un singolo atto tra quelli compiuti dal governo che non sia dannoso o viziato da interessi che nulla hanno a che vedere con l'aspirazione al bene pubblico.
 
Bagnai

Bagnai si definisce economista postkeynesiano e aderisce alla visione ortodossa espressa da economisti come James Meade, Anthony Thirlwall, Martin Feldstein, secondo la quale non esistono i presupposti strutturali perché l'Europa possa dotarsi di una moneta unica. In questo contesto e in forte polemica con altri economisti, sostiene che il principio della convergenza verso parametri rigidi, sancito dal Trattato di Maastricht, successivamente ripreso dal Patto di stabilità e crescita (PSC) nel 1997, sottoscritto dai paesi membri dell'Unione europea e ulteriormente ribadito nel 2012 con il Patto di bilancio europeo (noto anche come "fiscal compact"), è logicamente incompatibile con la condivisione di un progetto politico comune e quindi di un'Europa federale, presupposto per l'effettiva sostenibilità di una moneta unica europea, l'euro, in sostituzione delle rispettive valute nazionali. Ritiene, sulla base di questo, che gli squilibri macroeconomici affermatisi nella Zona euro negli ultimi quindici anni, siano non tanto derivanti da un problema di insostenibilità del debito pubblico, che negli anni antecedenti la crisi del 2008 era tenuto sotto controllo dai policy makers, quanto da ricercare nell'eccessivo indebitamento estero da parte di famiglie e imprese, così come sostenuto dal vice governatore della Banca centrale europea in un suo celebre intervento[5].

Sul tema delle unioni valutarie Bagnai in particolare ha portato avanti in Italia il lavoro dell'economista argentino Roberto Frenkel. Quest'ultimo ha proposto, con riferimento alle dinamiche indotte dalla dollarizzazione dell'Argentina e al successivo sganciamento di quest'ultima dall'unione valutaria con il dollaro nel 2001, un modello in sette passi per spiegare quello che accade ai paesi più deboli quando, in mancanza di compensazione degli squilibri ed in presenza di una forte liberalizzazione del mercato dei capitali, àncorano la loro valuta a una valuta più forte.[6]

Rifacendosi al pensiero di Nicholas Kaldor, Bagnai afferma che l'adesione all'euro, comprimendo le esportazioni dell'Italia, ha inciso negativamente sulla produttività dell'economia italiana. Questa visione è contestata da economisti come Francesco Daveri, che invece vede la causa del declino della produttività italiana nelle modalità imperfette d'attuazione delle riforme del mercato del lavoro (un'ipotesi inizialmente avanzata da Robert J. Gordon[7]). È contestato anche da altri economisti, fra i quali Michele Boldrin, che invece ritiene che il declino dell'economia italiana sia attribuibile più in generale agli errori della classe politica,[8] e da Emiliano Brancaccio, che contesta la validità dei modelli d'analisi e delle teorie di riferimento adottate da Bagnai, e dissente sulle previsioni positive circa la dinamica delle variabili monetarie in caso d'abbandono della moneta unica.[9]

Nel 2013 Bagnai ha firmato con altri economisti europei quali Stefan Kawalec[10], Luigi Zingales[11], Frits Bolkestein, Hans-Olaf Henkel, Costas Lapavitsas, Jacques Sapir, il Manifesto di Solidarietà Europea[12], che partendo dall'assunto dell'impossibilità di proseguire con il progetto di integrazione monetaria, ne suggerisce lo smantellamento partendo dalla secessione dei paesi più competitivi.
 
Nessuno dice che sarà una passeggiata.

Bagnai le ha fatte si le previsioni numeriche sui fattori negativi, inflazione et e li ha stimati, credo al goofy di 2-3 anni fa.

inoltre la Lega cerca molto di più la dissoluzione dell'euro.

Con francia ed Italia fuori l'euro è finito.

Per questo si è nascosto alcuni mesi dopo la sconfitta della le pen, per la quale tifava ardentemente (e già questo dovrebbe essere sufficiente per chiunque non sia neo-fascista per disprezzare in modo completo e profondo bagnai).
 
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Per questo si è nascosto alcuni mesi dopo la sconfitta della le pen, per la quale tifafa ardentemente (e già questo dovrebbe essere sufficiente per chiunque non sia neo-fascista per disprezzare in modo completo e profondo bagnai).

Bagnai tifava Le Pen perché sapeva benissimo che una Francia no euro avrebbe reso la dissoluzione della moneta unica enormemente più facile.
Qua gli unici tifosi sono quelli che preferiscono tagliarsi le 00 da soli pur di dare contro per motivi ideologici e partito preso a chi in quel momento la pensa come te.
La francia è l'esempio lampante di come la divisione ideologica dei no euro (estrema sinistra ed estrema destra) sia l'arma migliore dei pro euro.
Dividi et impera.
 
Bagnai tifava Le Pen perché sapeva benissimo che una Francia no euro avrebbe reso la dissoluzione della moneta unica enormemente più facile.
Qua gli unici tifosi sono quelli che preferiscono tagliarsi le 00 da soli pur di dare contro per motivi ideologici e partito preso a chi in quel momento la pensa come te.
La francia è l'esempio lampante di come la divisione ideologica dei no euro (estrema sinistra ed estrema destra) sia l'arma migliore dei pro euro.
Dividi et impera.

Bagnai non è "solo" noeuro. E' anche rossobruno classico, ipernazionalista, etc etc.

E' proprio quel tipo di essere umano la cui presenza in occidente danneggia in modo vistoso la società.
 
Il modo migliore possibile sarebbe quello di convincere prima i paesi più forti quali Germania e Francia e paesi core ad uscire dall'euro. Gli effetti per noi sarebbero ridotti, ovvero minore svalutazione e minore inflazione minor fuga di capitali e di investimenti, minor rialzo dei tassi, niente panico rispetto a una nostra uscita con ritorno immediato alla lira. Rimanere temporaneamente in un sistema monetario comune e allargato ci consentirebbe di gestire meglio il ritorno alla nostra sovranità monetaria. Negli anni successivi procedere con l'uscita dall'euro. Io propendo per un'Europa a 2 velocità e 2 monete quale fase intermedia per un ritorno alla sovranità monetaria nazionale. Per questo dobbiamo trattare in Europa.
 
Bagnai non è "solo" noeuro. E' anche rossobruno classico, ipernazionalista, etc etc.

E' proprio quel tipo di essere umano la cui presenza in occidente danneggia in modo vistoso la società.

ma va là!
Bagnai è uno dei pochi "de sinistra" rimasti!
Dove per "sinistra" s'intende la vera sinistra storica europea nata per la difesa dei diritti sociali (lavoro, salari, pensioni, sanità, welfare), non le minch.iate liberal dei diritti civili importate da oltreoceano!
Sono anni che sta mettendo in guardia le forze cosiddette di sinistra dicendo che se continuano a fare gli interessi dei marchionne, dei soros e farinetti invece che dei lavoratori consegneranno l'europa alla destra estrema (come sta accadendo)
 
Il modo migliore possibile sarebbe quello di convincere prima i paesi più forti quali Germania e Francia e paesi core ad uscire dall'euro. Gli effetti per noi sarebbero ridotti, ovvero minore svalutazione e minore inflazione minor fuga di capitali e di investimenti, minor rialzo dei tassi, niente panico rispetto a una nostra uscita con ritorno immediato alla lira. Rimanere temporaneamente in un sistema monetario comune e allargato ci consentirebbe di gestire meglio il ritorno alla nostra sovranità monetaria. Negli anni successivi procedere con l'uscita dall'euro. Io propendo per un'Europa a 2 velocità e 2 monete quale fase intermedia per un ritorno alla sovranità monetaria nazionale. Per questo dobbiamo trattare in Europa.

E perché mai - di grazia - la germania dovrebbe volontariamente rinunciare all'enorme vantaggio commerciale datole dal dumping perpetuo della sua currency che le ha consentito di affermarsi come una delle maggiori potenze mercantiliste della storia? Enorme vantaggio che - non ci dimentichiamo - sta pagando una segata (meno dell'1% di pil all'anno)
 
ma va là!
Bagnai è uno dei pochi "de sinistra" rimasti!
Dove per "sinistra" s'intende la vera sinistra storica europea nata per la difesa dei diritti sociali (lavoro, salari, pensioni, sanità, welfare), non le minch.iate liberal dei diritti civili importate da oltreoceano!
Sono anni che sta mettendo in guardia le forze cosiddette di sinistra dicendo che se continuano a fare gli interessi dei marchionne, dei soros e farinetti invece che dei lavoratori consegneranno l'europa alla destra estrema (come sta accadendo)

infatti, è proprio per quello che Luciom nn lo sopporta, è uno di sinistra , quella autentica come valori e ideali, appunto
 
E perché mai - di grazia - la germania dovrebbe volontariamente rinunciare all'enorme vantaggio commerciale datole dal dumping perpetuo della sua currency che le ha consentito di affermarsi come una delle maggiori potenze mercantiliste della storia? Enorme vantaggio che - non ci dimentichiamo - sta pagando una segata (meno dell'1% di pil all'anno)

esattamente, la germania non ci rinuncerà mai..senza contare che qua su ap ci sono troll che affermano che ci hanno fatto un favore a farci entrare..:asd:
 
zingales è quello che
mentre era dipendente di debenedetti (tessera n1 del PD)
ed era nel partito di giannetto
all'ultimo momento si è ricordato che il giannetto non aveva il titolo di studio?
 
Per questo si è nascosto alcuni mesi dopo la sconfitta della le pen, per la quale tifava ardentemente (e già questo dovrebbe essere sufficiente per chiunque non sia neo-fascista per disprezzare in modo completo e profondo bagnai).

Bagnai non è "solo" noeuro. E' anche rossobruno classico, ipernazionalista, etc etc.

E' proprio quel tipo di essere umano la cui presenza in occidente danneggia in modo vistoso la società.

E te pareva ... riparte la demonizzazione dell'avversario.
 
ma va là!
Bagnai è uno dei pochi "de sinistra" rimasti!
Dove per "sinistra" s'intende la vera sinistra storica europea nata per la difesa dei diritti sociali (lavoro, salari, pensioni, sanità, welfare), non le minch.iate liberal dei diritti civili importate da oltreoceano!
Sono anni che sta mettendo in guardia le forze cosiddette di sinistra dicendo che se continuano a fare gli interessi dei marchionne, dei soros e farinetti invece che dei lavoratori consegneranno l'europa alla destra estrema (come sta accadendo)

Ma infatti. Solo che Bagnai da fastidio, e quindi vai di "demonizzazione".
Hai mai visto qualcuno invisto ai piddini che non sia stato demonizzato?
 
zingales è quello che
mentre era dipendente di debenedetti (tessera n1 del PD)
ed era nel partito di giannetto
all'ultimo momento si è ricordato che il giannetto non aveva il titolo di studio?

Yes:D

Da notare la giovanile radice comune di sx dei tre
 
Comunque siamo al TSO nazionale generalizzato.
La sinistra che toglie diritti ai lavoratori, la destra che si propone come paladina del "sociale", la sinistra global, la destra no global, la destra che si è sempre presentata come liberale e liberista e adesso è protezionista, etnonazionalista...ma facciamoci tutti curare, che è ora. E alla svelta :D
 
Comunque siamo al TSO nazionale generalizzato.
La sinistra che toglie diritti ai lavoratori, la destra che si propone come paladina del "sociale", la sinistra global, la destra no global, la destra che si è sempre presentata come liberale e liberista e adesso è protezionista, etnonazionalista...ma facciamoci tutti curare, che è ora. E alla svelta :D

Vabbè, AP è un ottimo lettino dello psichiatra. :D
Una forma di clownterapia per le capzate creative che senti.:o
Premessi alcuni buoni spunti di riflessione che qui e là trovi sempre, s'intende;)
 
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