bossi ha mai lavorato?

  • Callable Equity Protection 100 di Societe Generale – capitale protetto a scadenza e premio lordo di richiamo dell’1% mensile (12% su base annua)

    Da Société Générale un tris di Callable Equity Protection 100 con premio di richiamo dell’1% mensile e protezione del 100% a scadenza. Per questa emissione SG ha deciso di puntare su un meccanismo detto “Callable”, innovativo per il mondo dei certificati, che prevede che il possibile richiamo anticipato non sia legato ad una determinata barriera, ma possa avvenire in un qualsiasi mese a discrezione dell’emittente. I possibili sottostanti sono Enel (ISIN certificato XS2395029114), ENI (ISIN certificato XS2395029205) e Intesa Sanpaolo (ISIN certificato XS2395029387)
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Bossi ha fatto l'operaio, l'insegnante ecc.

Era iscritto al partito comunista italiano. :eek::D
 
chiediamolo direttamente a lui: Senatore ha mai lavorato?
risposta ...
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però..sa contare
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ed ha una banca tutta per sè e per i suoi figli, fratelli, nipoti e cugini
 
si e' spaccato la schiena :D:D:D

Sul finire degli anni Sessanta mi diplomai”. Il lavoro di autocostruzione dell’immagine era stato per certi versi titanico: “A quell’epoca ero molto ottimista, mi sentivo in grado di mantenere una famiglia, ormai la laurea era dietro l’angolo e pensavo di ottenere facilmente un posto, al termine di una carriera universitaria brillante anche se tardiva. Avevo in mente di diventare medico”. Peccato che sulla balla della laurea la prima contestatrice era stata proprio Gigliola Guidali, prima moglie di Umberto Bossi, che in una memorabile intervista a Oggi, raccontò: “All’inizio del 1975 decidemmo di sposarci in agosto. In aprile Umberto diede a tutti la grande notizia: mi sono laureato, presto avrò un impiego come medico. Non facemmo nessuna festa, ma corsi a comprargli un regalo, la classica valigetta in pelle marrone da dottore”. Mai usata. Però tutti i giorni usciva di casa. Finché Gigliola non scopre tutto: “Dovetti chiedere di essere ricevuta dal rettore. E lì, in quella stanza austera, un tabulato mi rivelò quello che sospettavo”. Una testimonianza che accostata alla sua compone un quadro fantastico: “Nel ‘77, se ben ricordo – aggiungeva Bossi – cominciai a collaborare con la clinica di Patologia chirurgica dell’università di Pavia, come esperto d’elettronica applicata in sala operatoria”. L’autorappresentazione non aveva limiti: “Continuavo a dilettarmi di elettronica, riuscii perfino a costruire un piccolo laser nel garage di casa”.
 
si e' spaccato la schiena :D:D:D

Sul finire degli anni Sessanta mi diplomai”. Il lavoro di autocostruzione dell’immagine era stato per certi versi titanico: “A quell’epoca ero molto ottimista, mi sentivo in grado di mantenere una famiglia, ormai la laurea era dietro l’angolo e pensavo di ottenere facilmente un posto, al termine di una carriera universitaria brillante anche se tardiva. Avevo in mente di diventare medico”. Peccato che sulla balla della laurea la prima contestatrice era stata proprio Gigliola Guidali, prima moglie di Umberto Bossi, che in una memorabile intervista a Oggi, raccontò: “All’inizio del 1975 decidemmo di sposarci in agosto. In aprile Umberto diede a tutti la grande notizia: mi sono laureato, presto avrò un impiego come medico. Non facemmo nessuna festa, ma corsi a comprargli un regalo, la classica valigetta in pelle marrone da dottore”. Mai usata. Però tutti i giorni usciva di casa. Finché Gigliola non scopre tutto: “Dovetti chiedere di essere ricevuta dal rettore. E lì, in quella stanza austera, un tabulato mi rivelò quello che sospettavo”. Una testimonianza che accostata alla sua compone un quadro fantastico: “Nel ‘77, se ben ricordo – aggiungeva Bossi – cominciai a collaborare con la clinica di Patologia chirurgica dell’università di Pavia, come esperto d’elettronica applicata in sala operatoria”. L’autorappresentazione non aveva limiti: “Continuavo a dilettarmi di elettronica, riuscii perfino a costruire un piccolo laser nel garage di casa”.
:eek::eek::eek:
 
si e' spaccato la schiena :D:D:D

Sul finire degli anni Sessanta mi diplomai”. Il lavoro di autocostruzione dell’immagine era stato per certi versi titanico: “A quell’epoca ero molto ottimista, mi sentivo in grado di mantenere una famiglia, ormai la laurea era dietro l’angolo e pensavo di ottenere facilmente un posto, al termine di una carriera universitaria brillante anche se tardiva. Avevo in mente di diventare medico”. Peccato che sulla balla della laurea la prima contestatrice era stata proprio Gigliola Guidali, prima moglie di Umberto Bossi, che in una memorabile intervista a Oggi, raccontò: “All’inizio del 1975 decidemmo di sposarci in agosto. In aprile Umberto diede a tutti la grande notizia: mi sono laureato, presto avrò un impiego come medico. Non facemmo nessuna festa, ma corsi a comprargli un regalo, la classica valigetta in pelle marrone da dottore”. Mai usata. Però tutti i giorni usciva di casa. Finché Gigliola non scopre tutto: “Dovetti chiedere di essere ricevuta dal rettore. E lì, in quella stanza austera, un tabulato mi rivelò quello che sospettavo”. Una testimonianza che accostata alla sua compone un quadro fantastico: “Nel ‘77, se ben ricordo – aggiungeva Bossi – cominciai a collaborare con la clinica di Patologia chirurgica dell’università di Pavia, come esperto d’elettronica applicata in sala operatoria”. L’autorappresentazione non aveva limiti: “Continuavo a dilettarmi di elettronica, riuscii perfino a costruire un piccolo laser nel garage di casa”.

nn l'avrei mai detto :o
 
certo, ha fatto il leghista.
 
No!!! Ma ha lanciato un bel sasso:D
 
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