In questi mesi di elevata inflazione si è palesato un ben chiaro comportamento dei BtpItalia, o meglio del loro mercato retail, ossia la sovrastima delle possibili oscillazioni negative del FOI mensile, indipendentemente dal tendenziale annuo, nel caso in cui il titolo abbia già cumulato nel CI di compravendita una notevole rivalutazione.
Infatti il giu30, unico BtpItalia con rivalutazione maturata ad appena l'1%, tende a sovraquotare rispetto a tutti gl'altri.
Infatti, tutti gl'altri BtpItalia, che hanno una rivalutazione maturata attorno al 4%, tendono a sottoquotare.
Infatti, non appena è uscito il dato NIC di gennaio, inferiore alle attese ma comunque positivo su mese, i BtpItalia più brevi sono immediatamente e sensibilmente saliti di quotazione, a rimarcare lo scongiurato spauracchio di possibile discesa dell'indice mensile.
Questo significa che tra aprile e maggio, quando gl'altri BtpItalia avranno scaricato la rivalutazione sulla cedola, si tornerà ad "armi pari" rispetto al giu30, anzi a quel punto sarà proprio quest'ultimo ad avere in pancia una rivalutazione molto maggiore degli altri e ne pagherà le conseguenze in termini di quotazione.
Ovviamente, lo sovrastimato spauracchio di possibile discesa dell'indice mensile, dovrebbe cessare alcune settimane prima dei pagamenti cedolari, ossia quando verranno fissate le cedole sulla base dei FOI di febbraio e marzo.
Abbiamo quindi appreso che la seguente dicitura "La quotazione dei prezzi dei BTP Italia sul mercato secondario è effettuata in termini “reali”: il prezzo di quotazione, e quindi potenzialmente di scambio, non tiene conto della componente di indicizzazione." (tratta dal regolamento ufficiale, riportata anche in prima pagina) non sarebbe del tutto vera in un mercato retail che sovrastima le possibili oscillazioni negative dell'indice e/o sottostima quelle positive.