Post dedicato agli utenti che calcolano il super reale
Tenuto conto che il modello super reale non si pone l’obiettivo di prevedere l’inflazione futura, ma solo di calcolare i rendimenti reali più corretti, ho portato avanti l’analisi di cui sopra, nel tentativo di stabilire il più corretto metodo di determinazione dell’”inflazione di riferimento” per il modello super reale, attribuendo minore importanza all’efficienza previsionale e maggiore importanza alla correttezza dei rendimenti reali calcolati per i titoli di breve scadenza.
Siccome i BtpItalia sono linkati all’inflazione con 2 mesi di ritardo, prendiamo in esame un BtpItalia a due mesi dalla scadenza con cedola finale già nota (è un esempio solo teorico, considerando valida l'inflazione preliminare e un BtpItalia con scadenza a fine mese): Quale dovrebbe essere il suo più corretto rendimento reale?
Il titolo sarebbe di fatto divenuto un tasso fisso, quindi con rendimento effettivo già noto e calcolabile. Per stabilire il corretto rendimento reale dovremmo decurtare dal rendimento effettivo l’inflazione futura, non ancora nota, dei prossimi 2 mesi.
A questo punto mi sono chiesto, quale periodo d’inflazione pregressa avrebbe la miglior efficienza previsionale dell’inflazione futura a 2 mesi?
Per intuiva specularità, ho ipotizzato che potesse essere l’inflazione pregressa degli ultimi 2 mesi, peraltro usandola come “inflazione di riferimento”, ci sarebbe l’indubbio vantaggio di eliminare la distorsione tra i brevi e i lunghi, dovuta al cambio di tendenziale al secondo mese futuro (da noto a “di riferimento”).
Cosicché ho testato l’efficienza previsionale anche dell’inflazione bimestrale. Per semplificare ho mantenuto la verifica di efficienza solo sulla prossima inflazione mensile (se l’efficienza fosse buona per un mese, lo sarebbe certamente anche per due).
Questi sono i risultati:
Previsione della prossima inflazione mensile in base all’inflazione bimestrale rilevata nel mese precedente
Per ciascun mese passato ho ricavato l’inflazione bimestrale destagionalizzata, poi l’ho mensilizzata e ri-stagionalizzata per il mese successivo, dopodiché ho confrontato il risultato col dato effettivo del mese successivo.
0,35% media degli errori assoluti
0,12% media escludendo gli outliers
In conclusione, l’efficienza previsionale dell’inflazione bimestrale risulterebbe solo di pochissimo peggiore rispetto alla tendenziale annua, ma ci sarebbero indubbi vantaggi per eliminare la distorsione tra i brevi e i lunghi.
Però con gli outliers la situazione peggiorerebbe leggermente di più, ad esempio lo scorso anno, dopo l’outlier di ottobre, in novembre e dicembre il tendenziale espresso sarebbe stato attorno al 24% annuo (comunque in quei mesi la curva avrebbe assunto un aspetto plausibile solo con inflazioni di riferimento altrettanto elevate).
Dovremmo mettere in conto anche la complessità di calcolo, sarebbe ovviamente più comodo continuare ad usare l’inflazione tendenziale annua, peraltro pubblicata anche sulle tabelle Istat.
Ma prima di intervenire sul metodo di determinazione dell’”inflazione di riferimento” del modello super reale, vorrei raccogliere tutti i vostri pareri, meglio continuare con l’inflazione tendenziale annua o passiamo al tendenziale espresso dall’inflazione bimestrale?