Lou Cypher
Stairway To Heaven
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BTP ancora tra i preferiti dagli investitori.
Come battere l'inflazione
28 dicembre 2012
Sotto l'albero di Natale del 2012 un dono sgradito era riservato ai risparmiatori. La piccola patrimoniale sull'investimento finanziario - probabilmente un primo assaggio di altre imposte patrimoniali destinate a entrare nell'agenda e nel lessico della politica economica nel 2013 - passerà a partire da gennaio dall'1 per mille all'1,5 per mille. In pratica come già previsto per l'anno che sta per concludersi tutti gli strumenti e i prodotti finanziari - fondi, polizze, azioni, obbligazioni, titoli di Stato e buoni fruttiferi postali - pagheranno un'imposta pari, appunto, all'1 per mille del loro valore di mercato, che salirà all'1,5 per mille a partire dal prossimo anno. Salta, nel computo della nuova imposta sugli investimenti il tetto massimo di 1.200 euro e l'aliquota si applicherà integralmente all'intero capitale investito, senza limiti superiori. Rimane, per contro, un limite inferiore di 34,2 euro, analogo a quello del bollo sui conti correnti (che in questo caso, tuttavia, è applicato solo per giacenze superiori ai 5 mila euro).
Le novità fiscali non si esauriscono qui perché con l'introduzione della Tobin Tax, le operazioni di compravendita di titoli azionari sui mercati regolamentati saranno tassate allo 0,12% e quelle Otc (over-the-counter) allo 0,22%. Anche i contratti derivati saranno soggetti a imposta, in questo caso a quota fissa compresa tra 0,1 e 100 euro a seconda del nozionale. Ma non sarà probabilmente la stretta fiscale a frenare l'interesse dei risparmiatori verso l'investimento in obbligazioni e in titoli di Stato. Una classe di attivi che nel 2012 si è rivelata l'investimento più remunerativo in assoluto, più delle azioni hi tech e dei listini emergenti, tanto per intenderci. Con i Btp che in media, hanno fruttato un guadagno del 18,8%, tra cedole e guadagno in conto capitale. Un bel premio per quegli investitori che a fine 2011 avevano deciso di scommettere sulla tenuta e sul miglioramento delle condizioni delle finanze pubbliche italiane.
«Per il 2013 non potremo attenderci risultati altrettanto sorprendenti, ma le obbligazioni governative italiane rimangono uno degli investimenti più interessanti in Europa nel mercato del reddito fisso», afferma Antonio Mauceri, amministratore delegato di Augustum Opus Sim, una società indipendente di consulenza e di gestione del risparmio.
«I titoli di Stato italiani offrono valore soprattutto sulle scadenze comprese fra i cinque e i sette anni ed è su queste durate che conviene concentrare la parte più importante del portafoglio», suggerisce Daniele Guidi, responsabile del reddito fisso in Bnp Paribas Ip.
I due specialisti indicano ricette diverse a seconda dell'ampiezza del patrimonio finanziario disponibile. Gli strategist di Augustum Opus Sim individuano in una ricetta molto semplice - un terzo di Bot a un anno, un terzo di Ctz a 18 mesi e un terzo di Btp con scadenza fino tre anni - per chi abbia da investire un piccolo gruzzolo di circa 20 mila euro. Un portafoglio così diversificato potrebbe offrire un rendimento lordo dell'1,83%, cui corrisponde un netto dell'1,6%. Se le prospettive di un calo dell'inflazione di area euro (prevista sotto il 2% a fine 2013) verranno rispettate, questo risultato potrebbe rivelarsi sufficiente a salvaguardare (quasi interamente) il valore «reale» del capitale investito. Vale tuttavia la pena ricordare che ci sono anche offerte di conti di deposito vincolati (online e non) in grado di offrire rendimenti netti superiori al 2%.
Un obiettivo più ambizioso, può porsi, per contro, chi dispone di un patrimonio investibile in obbligazioni di circa 100 mila euro. «In questo caso una quota del 10% potrebbe essere destinata a un fondo specializzato in bond ad alto rischio e alto rendimento, da cui ci si può realisticamente attendere un rendimento compreso fra il 5 e il 5,5% nel 2013. E il resto dovrebbe essere suddiviso tra Btp di durata decennale (15%), Btp a 7 anni (15%), Btp Italia, con rendimento agganciato all'inflazione italiana (30%) e infine un 10% per ciascuna delle scadenze dei Btp a 4, a 3 e 2 anni», sostiene Guidi. Un portafoglio così suddiviso, secondo gli strategist di Bnp Paribas Ip, risulta molto stabile sotto il profilo del valore capitale, ed è in grado di offrire una performance di circa il 3,5%, cui corrisponde un netto del 3,05%.
Tra le classi di obbligazioni che hanno registrato i migliori risultati nel 2012 ci sono infine le obbligazioni societarie, i cui indici di riferimento hanno registrato un apprezzamento di circa il 12%. «A questo punto, tuttavia, le emissioni corporate hanno raggiunto prezzi molto elevati e anche in Italia i titoli migliori, riconducibili a grandi società come Eni o Enel, hanno raggiunto rendimenti inferiori a quelli dei titoli di Stato», conclude Guidi.
Marco Sabella
f/
Come battere l'inflazione
28 dicembre 2012
Sotto l'albero di Natale del 2012 un dono sgradito era riservato ai risparmiatori. La piccola patrimoniale sull'investimento finanziario - probabilmente un primo assaggio di altre imposte patrimoniali destinate a entrare nell'agenda e nel lessico della politica economica nel 2013 - passerà a partire da gennaio dall'1 per mille all'1,5 per mille. In pratica come già previsto per l'anno che sta per concludersi tutti gli strumenti e i prodotti finanziari - fondi, polizze, azioni, obbligazioni, titoli di Stato e buoni fruttiferi postali - pagheranno un'imposta pari, appunto, all'1 per mille del loro valore di mercato, che salirà all'1,5 per mille a partire dal prossimo anno. Salta, nel computo della nuova imposta sugli investimenti il tetto massimo di 1.200 euro e l'aliquota si applicherà integralmente all'intero capitale investito, senza limiti superiori. Rimane, per contro, un limite inferiore di 34,2 euro, analogo a quello del bollo sui conti correnti (che in questo caso, tuttavia, è applicato solo per giacenze superiori ai 5 mila euro).
Le novità fiscali non si esauriscono qui perché con l'introduzione della Tobin Tax, le operazioni di compravendita di titoli azionari sui mercati regolamentati saranno tassate allo 0,12% e quelle Otc (over-the-counter) allo 0,22%. Anche i contratti derivati saranno soggetti a imposta, in questo caso a quota fissa compresa tra 0,1 e 100 euro a seconda del nozionale. Ma non sarà probabilmente la stretta fiscale a frenare l'interesse dei risparmiatori verso l'investimento in obbligazioni e in titoli di Stato. Una classe di attivi che nel 2012 si è rivelata l'investimento più remunerativo in assoluto, più delle azioni hi tech e dei listini emergenti, tanto per intenderci. Con i Btp che in media, hanno fruttato un guadagno del 18,8%, tra cedole e guadagno in conto capitale. Un bel premio per quegli investitori che a fine 2011 avevano deciso di scommettere sulla tenuta e sul miglioramento delle condizioni delle finanze pubbliche italiane.
«Per il 2013 non potremo attenderci risultati altrettanto sorprendenti, ma le obbligazioni governative italiane rimangono uno degli investimenti più interessanti in Europa nel mercato del reddito fisso», afferma Antonio Mauceri, amministratore delegato di Augustum Opus Sim, una società indipendente di consulenza e di gestione del risparmio.
«I titoli di Stato italiani offrono valore soprattutto sulle scadenze comprese fra i cinque e i sette anni ed è su queste durate che conviene concentrare la parte più importante del portafoglio», suggerisce Daniele Guidi, responsabile del reddito fisso in Bnp Paribas Ip.
I due specialisti indicano ricette diverse a seconda dell'ampiezza del patrimonio finanziario disponibile. Gli strategist di Augustum Opus Sim individuano in una ricetta molto semplice - un terzo di Bot a un anno, un terzo di Ctz a 18 mesi e un terzo di Btp con scadenza fino tre anni - per chi abbia da investire un piccolo gruzzolo di circa 20 mila euro. Un portafoglio così diversificato potrebbe offrire un rendimento lordo dell'1,83%, cui corrisponde un netto dell'1,6%. Se le prospettive di un calo dell'inflazione di area euro (prevista sotto il 2% a fine 2013) verranno rispettate, questo risultato potrebbe rivelarsi sufficiente a salvaguardare (quasi interamente) il valore «reale» del capitale investito. Vale tuttavia la pena ricordare che ci sono anche offerte di conti di deposito vincolati (online e non) in grado di offrire rendimenti netti superiori al 2%.
Un obiettivo più ambizioso, può porsi, per contro, chi dispone di un patrimonio investibile in obbligazioni di circa 100 mila euro. «In questo caso una quota del 10% potrebbe essere destinata a un fondo specializzato in bond ad alto rischio e alto rendimento, da cui ci si può realisticamente attendere un rendimento compreso fra il 5 e il 5,5% nel 2013. E il resto dovrebbe essere suddiviso tra Btp di durata decennale (15%), Btp a 7 anni (15%), Btp Italia, con rendimento agganciato all'inflazione italiana (30%) e infine un 10% per ciascuna delle scadenze dei Btp a 4, a 3 e 2 anni», sostiene Guidi. Un portafoglio così suddiviso, secondo gli strategist di Bnp Paribas Ip, risulta molto stabile sotto il profilo del valore capitale, ed è in grado di offrire una performance di circa il 3,5%, cui corrisponde un netto del 3,05%.
Tra le classi di obbligazioni che hanno registrato i migliori risultati nel 2012 ci sono infine le obbligazioni societarie, i cui indici di riferimento hanno registrato un apprezzamento di circa il 12%. «A questo punto, tuttavia, le emissioni corporate hanno raggiunto prezzi molto elevati e anche in Italia i titoli migliori, riconducibili a grandi società come Eni o Enel, hanno raggiunto rendimenti inferiori a quelli dei titoli di Stato», conclude Guidi.
Marco Sabella
f/