Con un'inflazione del 13% il rendimento reale del TFR lasciato in azienda è fortemente negativo.
Basta che applichi la formula sottostante, già con un'inflazione FOI al 6% otterrai un rendimento reale negativo.
Esempio:
FOI = 0,06
Montante TFR = 100 Euro
Rivalutazione TFR lorda = Montante TFR * (0,015 + 0,75 * FOI) = 100 * (0,015 + 0,75 * 0,06) = 6 Euro
Rivalutazione TFR netta = 6 - 17% = 4,98 Euro
Montante TFR rivalutato = 100 + 4,98 = 104,98 Euro
Come vedi la rivalutazione del TFR non riesce a proteggerti nemmeno da un'inflazione al 6% (avresti dovuto ottenere almeno 106 Euro di montante per avere lo stesso potere di acquisto, invece ottieni un rendimento reale negativo).
Supponiamo invece un'inflazione FOI pari al 3,3%:
FOI = 0,033
Montante TFR = 100 Euro
Rivalutazione TFR lorda = Montante TFR * (0,015 + 0,75 * FOI) = 100 * (0,015 + 0,75 * 0,033) = 3,975 Euro
Rivalutazione TFR netta = 3,975 - 17% = 3,3 Euro
Montante TFR rivalutato = 100 + 3,3 = 103,3 Euro
In questo caso la rivalutazione del TFR è riuscita a proteggere il tuo potere di acquisto rispetto all'anno precedente (il rendimento reale vale esattamente zero).
Dal 2015 la rivalutazione del TFR ti protegge fino ad un'inflazione FOI del 3,3%, se l'inflazione va oltre perdi potere d'acquisto.
Tutto sbagliato!
Quello che hai fatto in realtà è un errore molto comune e consiste nel calcolare il "rendimento" del TFR sui lordi, mentre il ragionamento corretto è vedere quanto ti entra in tasca di netto una volta che ti intaschi il TFR!
La rivalutazione del TFR dal 2001 era soggetta ad una imposta sostitutiva del 11%, poi la Legge di Stabilità del 2014 l'ha innalzata al 17%.
Il montante del TFR poi è soggetto a tassazione separata e il prelievo fiscale varia in base agli anni di anzianità di servizio. Nella maggior parte dei casi, però, la tassazione è più bassa dell’aliquota Irpef ordinaria e l’imposta calcolata non è applicata a titolo definitivo perché poi viene riliquidata dall’Agenzia delle Entrate in base all’aliquota media di tassazione dei 5 anni che hanno preceduto la percezione del tfr.
Ti posso fare un mio esempio concreto: con aliquota irpef 35%, qualche anno fa mi fu liquidato il TFR con tassazione separata 28% circa.
Ciò implica che accantonando per esempio 100 EUR di tuo TFR, l'azienda in realtà ne sta accantonando solo 72 EUR per te, e 28 EUR per il fisco.
L'interesse che ti frutta il TFR è chiaro quindi che lo devi confrontare con i 72 EUR, che è la cifra che ti intaschi!
Ora, l'interesse del TFR si calcola come anche tu hai detto (ma tassandolo al 17%), quindi vale (1,5%+0,75*i)*0,83, ove "i" è la percentuale di inflazione registrata nell'anno.
Possiamo dire che la rivalutazione del TFR è superiore all'erosione del suo capitale netto fintanto che essa si mantiene > i*0,72.
In altre parole il TFR che ti metti in tasca "batte" l'inflazione fintanto che la sua rivalutazione è superiore all'erosione che l'inflazione comporta sul capitale netto, il quale è quello che puoi effettivamente spendere e quindi soggetto all'inflazione; in termini matematici:
(1,5%+0,75*i)*0,83>= i*0,72
La soluzione della disequazione suddetta è appunto i<=12,77% (circa), che è quanto volevasi dimostrare.
P.S. questo calcolo viene confermato dal Prof. Beppe Scienza nel suo libro "Il risparmio tradito". A quel tempo l'aliquota sulla rivalutazione era del 11% quindi la protezione da inflazione veniva anche più del 13%.