Buttiamo giù una mini analisi strategica

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    Settimana tutto sommato positiva per le principali piazze internazionali che proseguono così il rimbalzo dai minimi di ottobre. Novembre sarà ricordato come uno dei mesi migliori nella storia più o meno recente dei mercati finanziari. Il calo dei rendimenti, con un ulteriore irripidimento delle curve, ha portato gli indici obbligazionari globali a registrare le migliori performance mensili dalla Grande Crisi Finanziaria, ovvero da dicembre 2008. Per l’azionario globale, invece, è stato il miglior rally mensile dal 2020. L’impulso è stato fornito anche dai dati sull’inflazione nell’area euro, che hanno rafforzato la tendenza ad anticipare la tempistica di un primo taglio dei tassi da parte della Bce già a partire dal 2024. Per continuare a leggere visita il link

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saiggiap

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Prendiamo come spunto la presentazione agli analisti di qualche giorno fa e poniamo l'accento sui punti fondamentali:

l'elemento fondamentale della presentazione è il tentativo di "calmare" gli operatori del settore, gli analisti erano molto preoccupati di alcuni fattori ovvero sottocapitalizzazione, bassi livelli di efficienza, poca trasparenza, sofferenze elevate.

Con l'operazione Bipop Capitalia ha riequilibrato la situazione territoriale che la vedeva sovraesposta al sud ma ha anche messo in casa tanti bad loans.

Proprio i punti accenati sopra sono stati quelli su cui si è focalizzato la presentazione e che intendo decrittare.

Primo punto analisi dei "prestiti"
Viene evidenziato che esiste una distribuzone su diversi settori e che quindi non è sovraesposta in alcuno dei settori considerati rischiosi (TMT o auto). Il 70% dei debitori è poi investment grade (ovvero ha rating superiore ad un certo livello). Associando a questo livello una previsione di perdita in basis point vengono estratti dei valori di perdita attesa coperta da accantonamenti (si spera)
A preoccupare è il continuo aumento di bad loans non compensato dalla loro "soluzione". In particolare BDR si trova in linea col mercato sul "recuperato", ma fuori linea nella veloità di rientro con conseguente perdita di cash flow e quindi con un aggiuntivo onere finanziario.
Da ciò il management fa conseguire che i risultati di fine anno saranno in perdita ma in liea col semestere 1
Verranno quindi tagliati dei rami in perdita he porteranno una riduzione di EVA di 20 milioni di euro, ma con RAROC medio pari a zero
Secondo punto è la riduzione dei costi/riduzione asset non strategici con vendita di partecipazioni e azioni per 1 milione di euro circa. in tale maniera si alloca in modo più preciso il capitale ed aumenta la redditività implicita dell'azienda. l'impato sulla riduzione dei costi avverrà soprattutto il primo anno per poi assumere uno scenario che in painificazione viene definito inerziale (è il primo step di un qualsiasi buon pianificatore).
Per passare poi alla parte ricavi la parte ex Bipop lavorerà in maniera particolare sul margine di interesse precedentemente sacrificato a pro dell'assetr managment, mentre BDS si focalizzerà per contro sull'aumento delle commissioni.
Da tutto ciò si deduce un ROe in lieve aumento in particolare per la parte inerziale del piano (il che quindi implica migliormanti strutturali) ed un tier 1 in miglioramento ma al di sotto della media del settore.

cose non dette: la banca ha lasciato il titolo in mano agli speculatori per qualche giorno (in particolare per la cattiva uscita di Fazio mal interpretata dai mercati), poi sono intervenute oeprazioni di sostegno da mani amiche che hanno arrotondato i pacchhetti per far scattare le ricopertura.

Chiosa. Un analista straniero alla presentazione dei dati ha commentato... sotto un X% dell'indicatore y non faccio investire la mia società... molti si sono guardati in viso ed hanno arguito che costui in Italia non ha molto (solo una o due banche si salvano).

Mi fermo qui pronto a continuare con gli interessati la discussione
 
scusa saggiap, potresti chiarirmi che cosa e' il RAROC ?
 
Scritto da sedix
scusa saggiap, potresti chiarirmi che cosa e' il RAROC ?

Risponderò con un po' più di dettaglio alla tua domanda facendo un ragionamento più ampio che spero sia gradito.
Seguiamo i passaggi logici:
1. Una banca ha patrimonio pari a 100
2. si calcola il valore di mercato del suo patrimonio (chiamiamo questo indicatore capitale disponibile)
3. Il capitale disponibile coprirà i tre rischi fondamentali ovvero rischio di credito (probabilità di non rientrare del credito), rischio di mercato (movimento inatteso dei tassi) e rischi operativi (introdotti come indicatore a se stante da BasileaII, sono in genere i rischi connessi all'attività operativa ovvero problemi a procedure, perdita di archivi etc... sono in genere coperte anche da assicurazione). Vi sono indicazioni sul rischio di credito da parte di banca d'Italia per definiore i criteri sotto il quale non si può andare e così via. La somma del capitale acopertura dei tre rischi si chaiam capitale a rischio e deve essere inferiore al capitale disponibile (il restante è posto a copertura di eventi straordinari o resituito agli azionisti).
4. Si definisce quindi il costo del capitale come Costo=al rendimento capitale privo di rischio+la differenza tra rendimento atteso dal mercato e lo stesso tasso privo di rischio moltiplicato per il beta della società (se quotata)
5. calcolo degli indicatori
RAROC=risultato economico netto su del costo del capitale a rischio su capitale medio investito
Rorac=risultato economico su capitale a rischio
RARORAC= risultato economico netto su del costo del capitale a rischio su capitale a rischio

6. Se RORAC> costo del capitale di rischio allora crei valore altrimenti lo distruggi

Sono indicatori che possono essere adattati a rami d'azienda e valutati in base al capitale allocato/assorbito.
Fammi sapere se non ti è chiaro
 
effettivamente non tutto mi e' chiaro:

punto 1: tutto chiaro

punto 2: cosa significa calcolare il valore di mercato del patrimonio della banca ? il patrimonio e' una espressione contabile (attivita' meno passivita'). Il mercato come fa a dare un valore a questo patrimonio ? Come valore del patrimonio intendi la capitalizzazione di borsa ?

punto 3: piuttosto chiaro

punto 4: mi sembra di capire che il tuo costo del capitale viene determinato in pratica con la stessa metodologia utilizzata per il calcolo del wacc, sbaglio ? comunque, ho capito

punto 5: per niente chiaro, se puoi magari fare qualche esempio numerico

punto 6: di per se' chiaro, ma dipende dalla comprensione del punto 5
 
Scritto da sedix
effettivamente non tutto mi e' chiaro:

punto 1: tutto chiaro

punto 2: cosa significa calcolare il valore di mercato del patrimonio della banca ? il patrimonio e' una espressione contabile (attivita' meno passivita'). Il mercato come fa a dare un valore a questo patrimonio ? Come valore del patrimonio intendi la capitalizzazione di borsa ?

punto 3: piuttosto chiaro

punto 4: mi sembra di capire che il tuo costo del capitale viene determinato in pratica con la stessa metodologia utilizzata per il calcolo del wacc, sbaglio ? comunque, ho capito

punto 5: per niente chiaro, se puoi magari fare qualche esempio numerico

punto 6: di per se' chiaro, ma dipende dalla comprensione del punto 5

Punto 2 (segie)... non viene utilizzato il valore contabile ma quello di mercato apunto erchè essere "sopravvalutati" è un'opportunità e sottovalutati un "rischio"... al capitale sociale sostituisci la capitalizzazione e alle riserve se investite il loro valore attuale ad esempio
punto 4 le tecniche si assomigliano tutte!!!
punto 5 poniamo che la banca abbia utile pari a 100, capitale di rischio pari a 1000 e K (costo del capitale pari a 6%), capitale medio pari a 1200

allora
RAROC=(100-1000*6%)/1200
RORAC= 100/1000
RARORAC=(100-1000*6%)/1000

RORAC=10%>6% ovvero si crea valore
 
Grazie della spiegazione, saggiap.

Non ti nascondo qualche perplessita'.

Per arrivare alla conclusione di cui al punto 6, cioe' che l'azienda ha creato valore (conclusione senz'altro utile e condivisibile), e' sufficiente constatare che il RORAC (10%) e' superiore al costo del capitale (6%).
In questo ragionamento pero' il rarorac e il raroc non c'entrano nulla e pertanto e' inutile calcolarli.

Inoltre la metodologia da te proposta non risponde alla domanda "ma quanto vale questa azienda ?"

Infatti il calcolo del rorac mi dice se l'azienda crea valore (per cui la valutazione dovra' essere superiore all'attuale capitalizzazione di mercato), oppure se distrugge valore (per cui la valutazione non potra' essere pari a zero ma sara' comunque inferiore all'attuale capitalizzazione di mercato).

In altre parole, il metodo che tu proponi indica se una azienda e' sopravvalutata o sottovalutata, ma non dice di quanto.

Ci sono invece altre metodologie (DCF, DDM) che dicono non solo se un'azienda e' sopra o sottovalutata, ma anche di quanto.

sempre disponibile per uno scambio ulteriore di vedute
sedix
 
Scritto da sedix
Grazie della spiegazione, saggiap.

Non ti nascondo qualche perplessita'.

Per arrivare alla conclusione di cui al punto 6, cioe' che l'azienda ha creato valore (conclusione senz'altro utile e condivisibile), e' sufficiente constatare che il RORAC (10%) e' superiore al costo del capitale (6%).
In questo ragionamento pero' il rarorac e il raroc non c'entrano nulla e pertanto e' inutile calcolarli.

Inoltre la metodologia da te proposta non risponde alla domanda "ma quanto vale questa azienda ?"

Infatti il calcolo del rorac mi dice se l'azienda crea valore (per cui la valutazione dovra' essere superiore all'attuale capitalizzazione di mercato), oppure se distrugge valore (per cui la valutazione non potra' essere pari a zero ma sara' comunque inferiore all'attuale capitalizzazione di mercato).

In altre parole, il metodo che tu proponi indica se una azienda e' sopravvalutata o sottovalutata, ma non dice di quanto.

Ci sono invece altre metodologie (DCF, DDM) che dicono non solo se un'azienda e' sopra o sottovalutata, ma anche di quanto.

sempre disponibile per uno scambio ulteriore di vedute
sedix

Gli indicatori proposti in effetti hanno più un apoproccio gestionale e sono più facilmente calcolabili... sono gli indicatori principe del risk managment legato al controllo di gestione ed alla pianificazione. Rispetto a DCF è quindi più immediato e più facilmente confrontabile tra aziende. I tre indicatiro sono tutti e tre "corretti per il rischio" e quindi sono tra di loro fungibili (poi ne ho sceltyo uno per farne vedere le implicazioni pratiche). Più che un'analisi fondamentale ho chiamato difatti il mio intervento analisi strategica avndoa che fare più con la pianificazione strategica e col controllo di gestione piuttosto che con la valutazione dell'azienda.
 
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