Buyback

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Yollo

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Ciao Ragazzi,
sto studiando i l'analisi fondamentale e mi trovo in difficolta nel capire quando avviene un buyback, pensavo bastasse guardare se ci fosse una diminuzione del numero di azioni nella sezione bilancio - Common Stock, ma guardando il bilancio di Apple (come caso studio) non vedo nessun buyback (mentre leggo notizie di un mega buyback nel 2018) potete aiutarmi??
Grazie
 
Ciao Ragazzi,
sto studiando i l'analisi fondamentale e mi trovo in difficolta nel capire quando avviene un buyback, pensavo bastasse guardare se ci fosse una diminuzione del numero di azioni nella sezione bilancio - Common Stock, ma guardando il bilancio di Apple (come caso studio) non vedo nessun buyback (mentre leggo notizie di un mega buyback nel 2018) potete aiutarmi??
Grazie

Ciao, il riacquisto di azioni lo vedi nel rendiconto finanziario, sezione cash flow da attività finanziarie dove c'è la voce repurchase of common stock. Quello è l'ammontare di cash che Apple ha pagato per il buyback.

Se vuoi invece i dettagli su quante azioni e a che prezzo devi andare a cercare nelle note del bilancio.
 
Ciao, il riacquisto di azioni lo vedi nel rendiconto finanziario, sezione cash flow da attività finanziarie dove c'è la voce repurchase of common stock. Quello è l'ammontare di cash che Apple ha pagato per il buyback.

Se vuoi invece i dettagli su quante azioni e a che prezzo devi andare a cercare nelle note del bilancio.

Trovato ! grazie mille :) lo avevo sotto il naso e non lo avevo visto !
 
Ciao, il riacquisto di azioni lo vedi nel rendiconto finanziario, sezione cash flow da attività finanziarie dove c'è la voce repurchase of common stock. Quello è l'ammontare di cash che Apple ha pagato per il buyback.

Se vuoi invece i dettagli su quante azioni e a che prezzo devi andare a cercare nelle note del bilancio.

Ciao Ivan, Avrei ancora due domanda che però non centra nulla con il buyback, o almeno in parte:

1) Il leverage dell'azienda come lo calcolo? la formula vuole "Total-debt/equity" giusto? io ad ora usavo Total Liabilities/Equity, perché preferivo contare tutte le passività in essere, ma dopo il discorso che tu ed x1 mi avete fatto sulle passività onerose e no mi è rimasto il dubbio se è giusto questo ragionamento.

2) Questa domanda centra con il DCF, premesso che da solo questo valore non mi dice nulla, e non gli do particolare peso se non comparato ad altre considerazioni mi chiedevo, ha senso sommare FCF ai soldi spesi per il buyback e da li calcolarmi FCF/share per il calcolo del DCF? i soldi per il buyback alzano il prezzo dell'azione ma diminuiscono il mio FCF/share portando cosi a un abbassamento della stima futura.
 
Ciao Ivan, Avrei ancora due domanda che però non centra nulla con il buyback, o almeno in parte:

1) Il leverage dell'azienda come lo calcolo? la formula vuole "Total-debt/equity" giusto? io ad ora usavo Total Liabilities/Equity, perché preferivo contare tutte le passività in essere, ma dopo il discorso che tu ed x1 mi avete fatto sulle passività onerose e no mi è rimasto il dubbio se è giusto questo ragionamento.

2) Questa domanda centra con il DCF, premesso che da solo questo valore non mi dice nulla, e non gli do particolare peso se non comparato ad altre considerazioni mi chiedevo, ha senso sommare FCF ai soldi spesi per il buyback e da li calcolarmi FCF/share per il calcolo del DCF? i soldi per il buyback alzano il prezzo dell'azione ma diminuiscono il mio FCF/share portando cosi a un abbassamento della stima futura.

Ciao, usare total liabilities/equity per calcolare leverage è un errore semplicemente perchè il debito è solo una porzione delle liabilties.

Scusa ma non mi è chiaro il secondo punto, di norma nel FCF non compaiono i flussi da "financing activities", a meno che questi non diventino operazioni ricorrenti, quindi penso un buyback non dovrebbe essere preso in considerazione
 
1) Il leverage dell'azienda come lo calcolo? la formula vuole "Total-debt/equity" giusto? io ad ora usavo Total Liabilities/Equity, perché preferivo contare tutte le passività in essere, ma dopo il discorso che tu ed x1 mi avete fatto sulle passività onerose e no mi è rimasto il dubbio se è giusto questo ragionamento.

il leverage indica quanti mezzi propri impiego per fare una certa attività se equity =100 total assets =600 leverage=6

potrei avere equity 100. debito finanziario 500 debito di fornitura 100 leverage= 6. ebitda 100 (pfn/ebitda=5 = profilo finanziario spinto)
oppure
equity 100 debito finanziario 100 debito di fornitura 500 leverage =6. ebitda 100 (pfn/ebitda =1 profilo finanziario prudente)

il debito finanziario è quella parte di mezzi di terzi a cui devo ricorrere perchè non riesco a finanziare tutti gli attivi con i debiti operativi.


2) Questa domanda centra con il DCF, premesso che da solo questo valore non mi dice nulla, e non gli do particolare peso se non comparato ad altre considerazioni mi chiedevo, ha senso sommare FCF ai soldi spesi per il buyback e da li calcolarmi FCF/share per il calcolo del DCF? i soldi per il buyback alzano il prezzo dell'azione ma diminuiscono il mio FCF/share portando cosi a un abbassamento della stima futura.[/QUOTE]

i soldi per il buyback sono già in cassa e pertanto l'operazione risulta neutra rispetto al valore delle azioni (esce la cassa ed entrano le azioni) in realtà è un po' piu' complesso: nel dcf parto dall'unlevered fcf e pertanto calcolo l'ev, aggiungo la cassa e tolgo il debito per arrivare al valore dell'equity. quindi meno cassa cambia il valore dell'equity anche se in maniera non rilevante, quello che incide maggiormente è il terminal value.
 
Ciao Ivan, Avrei ancora due domanda che però non centra nulla con il buyback, o almeno in parte:

1) Il leverage dell'azienda come lo calcolo? la formula vuole "Total-debt/equity" giusto? io ad ora usavo Total Liabilities/Equity, perché preferivo contare tutte le passività in essere, ma dopo il discorso che tu ed x1 mi avete fatto sulle passività onerose e no mi è rimasto il dubbio se è giusto questo ragionamento.

2) Questa domanda centra con il DCF, premesso che da solo questo valore non mi dice nulla, e non gli do particolare peso se non comparato ad altre considerazioni mi chiedevo, ha senso sommare FCF ai soldi spesi per il buyback e da li calcolarmi FCF/share per il calcolo del DCF? i soldi per il buyback alzano il prezzo dell'azione ma diminuiscono il mio FCF/share portando cosi a un abbassamento della stima futura.

Ciao,

1) io calcolo due tipi di leverage. Il primo lo calcolo con il rapporto debt/equity e mi serve principalmente per capire se il ROE è pompato in questo modo o è "reale". Io utilizzo il metodo dei residual earnings pertanto è importante questo aspetto. L'altro rapporto che uso è l'equity multiplier cioè Total Asset / Equity che mi dice sostanzialmente che percentuale degli asset totali dell'azienda è finanziata col debito.

2) Qui purtroppo non posso esserti di aiuto in quanto come sai io non credo ai metodi di valutazione che scontano i cash flow e non utilizzo questo metodo. Posso solo dire che io in genere valuto molto positivamente o buyback a due condizioni:
a. Possibilmente siano fatto senza ricorrere a debito.
b. Ancora più importante, siano eseguiti a prezzi inferiori al Fair value. Questo dimostra l'onestà e la capacità del management. Se un ceo fa buyback a prezzi superiori al Fair value non fa gli interessi degli azionisti.
 
Grazie a tutti !
Mi avete già tolto un bel problema! Dalla risposta di x1 invece mi è venuto un altro dubbio ? la PFN posso calcolarla come PFN - current asset. ? in genere preferisco vedere come variano in termini assoluti debito, equity ed asset piuttosto che focalizzarmi Su un singolo indicatore frutto di un calcolo, utili per la scrematura invece.

* in merito al buyback ho capito il mio errore invece.

Ho finito da poco di leggere il libro di Mary buffet sull'analisi dei bilanci ma ci sono ancora molte cose non pienamente chiare e fatico molto a muovermi su bilanci di aziende nel settore bancario invece, però devo dire che studiando negli ultimi mesi i bilanci di molte aziende iniziano a prendere una forma più chiara.
 
Grazie a tutti !
Mi avete già tolto un bel problema! Dalla risposta di x1 invece mi è venuto un altro dubbio ? la PFN posso calcolarla come PFN - current asset. ? in genere preferisco vedere come variano in termini assoluti debito, equity ed asset piuttosto che focalizzarmi Su un singolo indicatore frutto di un calcolo, utili per la scrematura invece.

* in merito al buyback ho capito il mio errore invece.

Ho finito da poco di leggere il libro di Mary buffet sull'analisi dei bilanci ma ci sono ancora molte cose non pienamente chiare e fatico molto a muovermi su bilanci di aziende nel settore bancario invece, però devo dire che studiando negli ultimi mesi i bilanci di molte aziende iniziano a prendere una forma più chiara.

I libri che spiegano il metodo Buffett, a mio parere, vanno presi con le molle. Primo perché non si capisce per quale motivo un miliardario di borsa debba insegnare agli altri come fargli concorrenza.
Secondo perché Buffett ha attuato un metodo figlio del contesto economico in cui si è trovato: espansione economica senza precedenti, titoli di stato al 6-7%, e soprattutto la possibilità di decidere attivamente la politica dell'azienda. Oggi, utilizzare quei metodi, porta inevitabilmente a performance peggiori, come dimostra lo stesso operato di Buffett nell'ultimo periodo.
 
Grazie a tutti !
Mi avete già tolto un bel problema! Dalla risposta di x1 invece mi è venuto un altro dubbio ? la PFN posso calcolarla come PFN - current asset. ? in genere preferisco vedere come variano in termini assoluti debito, equity ed asset piuttosto che focalizzarmi Su un singolo indicatore frutto di un calcolo, utili per la scrematura invece.

no pfn=lt debt +s.t. debt+ leasing (per debt intendo obbligazioni, finanziamenti ed in generale debito bancario)

* in merito al buyback ho capito il mio errore invece.

Ho finito da poco di leggere il libro di Mary buffet sull'analisi dei bilanci ma ci sono ancora molte cose non pienamente chiare e fatico molto a muovermi su bilanci di aziende nel settore bancario invece, però devo dire che studiando negli ultimi mesi i bilanci di molte aziende iniziano a prendere una forma più chiara.
Buffet= concetti perfetti = come li applico sul mercato reale? quando parla di vantaggio competitivo ok ma come lo misuro? giusto avere concetti di economia aziendale per capire lo stato di un'azienda ma applicarli è tutt'altra cosa!!! Damodaran è il padre da seguire =concetti + applicativi

buona domenica
 
Buffet= concetti perfetti = come li applico sul mercato reale? quando parla di vantaggio competitivo ok ma come lo misuro? giusto avere concetti di economia aziendale per capire lo stato di un'azienda ma applicarli è tutt'altra cosa!!! Damodaran è il padre da seguire =concetti + applicativi

buona domenica

Aggiungerei anche Penman.
Damodaran fornisce un approccio teorico quasi perfetto, con basi e ragionamenti solidi, ma a mio avviso nella Valuation utilizza un po' troppa speculazione. Intendo dire che ci sono talmente tanti parametri da stimare che alla fine, anche se le stime vengono fatte basandosi su ragionamenti e non a casaccio, portano il tutto a qualcosa di simile all'astrologia.
 
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Ho letto per ora solo due libri sul "metodo buffet", mentre il primo che si chiamava proprio "il metodo Warren Buffet", che lo ho trovato carino, ricco di esempi ma inapplicabili solo considerando il fatto che il prezzo a cui venivano comprate le azioni negli anni 80-90 erano in un contesto decisamente diverso.
Il secondo libro, quello di Mary buffet l'ho apprezzato di più come una guida sommaria sull'analisi di un bilancio aziendale, anche se nel suo discorso associa spesso il vantaggio competitivo a un risultato prolungato nel tempo il che lo trovo un po troppo generico e fourviante.

Voi come lo intendereste il vantaggio competitivo ???

Ed anche per il calcolo del Fair Value, ormai mi sto orientando un po sull'idea di Ivan, lo guardo, lo considero ma davvero ogni metodo che ho visto per calcolarlo usa troppe variabili diverse quindi a volte magari sono davanti ad aziende super consistenti, con progetti interessanti, con utili stabilmente in crescita, poco debito ma a un prezzo che per me è alto per il calcolo del Fair Value... magari dovrei solo chiedermi; c'e qualcosa che ho visto o letto nel bilancio che potrebbe far cadere il prezzo?

Se volessi portare un esempio mi viene in mente BIOGEN, un azienda nel campo delle Biotech, se guardo conto economico, e bilancio è davvero un'azienda solidissima e proficua, FCF, utili e ricavi in aumento, debito ridotto ma il suo prezzo è ora uguale al suo Fair Value, secondo le mie regole dovrei aspettare che perda almeno un 30% del suo valore per acquistarla..... (so che nelle aziende farmaceutiche c'e anche un problema coi brevetti relativi alla loro scadenza, ma in questa che il 45% delle vendite è dato da due prodotti per la SMA e l'altro la MS il brevetto scadrà nel 2028)
 
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Aggiungerei anche Penman.
Damodaran fornisce un approccio teorico quasi perfetto, con basi e ragionamenti solidi, ma a mio avviso nella Valuation utilizza un po' troppa speculazione. Intendo dire che ci sono talmente tanti parametri da stimare che alla fine, anche se le stime vengono fatte basandosi su ragionamenti e non a casaccio, portano il tutto a qualcosa di simile all'astrologia.

quoto certamente Penman, d'accordo che Damodaran è molto teorico ma il suo blog contiene tanta roba su cui lavorare
 
Voi come lo intendereste il vantaggio competitivo ???

Penso sia uno dei concetti più astratti mai comparsi nel mondo della finanza. L'unica ipotesi che mi viene in mente è il metodo che usa Morningstar, cioè una azienda che ha costantemente, per diversi anni, un ROIC superiore ai competitor deve godere di un vantaggio competitivo.

Ed anche per il calcolo del Fair Value, ormai mi sto orientando un po sull'idea di Ivan, lo guardo, lo considero ma davvero ogni metodo che ho visto per calcolarlo usa troppe variabili diverse quindi a volte magari sono davanti ad aziende super consistenti, con progetti interessanti, con utili stabilmente in crescita, poco debito ma a un prezzo che per me è alto per il calcolo del Fair Value... magari dovrei solo chiedermi; c'e qualcosa che ho visto o letto nel bilancio che potrebbe far cadere il prezzo?

Se volessi portare un esempio mi viene in mente BIOGEN, un azienda nel campo delle Biotech, se guardo conto economico, e bilancio è davvero un'azienda solidissima e proficua, FCF, utili e ricavi in aumento, debito ridotto ma il suo prezzo è ora uguale al suo Fair Value, secondo le mie regole dovrei aspettare che perda almeno un 30% del suo valore per acquistarla..... (so che nelle aziende farmaceutiche c'e anche un problema coi brevetti relativi alla loro scadenza, ma in questa che il 45% delle vendite è dato da due prodotti per la SMA e l'altro la MS il brevetto scadrà nel 2028)

Questo è un problema su cui ci scontriamo in tanti, per questo ti suggerirei di leggere il libro di Penman "Financial Statement Analysis e Security Valuation" ed. 2013 possibilmente perchè introduce il reverse engineering che per me è fondamentale.

Il prezzo corrente di una azienda sul mercato, se guardi a come è fatto un qualsiasi DCF, è composto di tre fattori:
a. Un valore di base, chiamiamolo no-growth value. Che è il prezzo che avrebbe quella azione se non crescesse più. Banalmente si può fare FCF/discount.
b. Un valore che viene assegnato per la crescita a medio termine (i famosi 5 anni in cui proietti il DCF)
c. Un valore per la crescita a lungo termine (il termine finale, o continum value chiamalo come vuoi)

Il punto a è certo, si evince dai bilanci. Il punto b può essere plausibile attraverso stime di analisti, ragionevoli assunzioni. Il punto c è speculazione pura. Che è dove il mercato gioca.

Ora ti invito a fare una prova, cambiando modo di vedere le cose. Anzichè cercare un valore, ricordiamoci della parabola di Mr. Market di Graham. La borsa è un gioco relativo, in cui ognuno di noi "gioca" contro gli altri investitori. Ogni giorno il mercato "offre" le azioni ad un certo valore, a seconda di come interpreta vari parametri, il più importante di tutti è il punto c descritto sopra.
Quindi prendi la formula che usi per calcolare il fair value, sia esso un DCF, un DDM o qualsiasi altro metodo. Anzichè calcolare il Fair Value imposta il Fair Value uguale al prezzo di mercato, imposta il tasso di sconto che vuoi e prova a risolvere in funzione del tasso di crescita implicito nel prezzo. Per avere questo prezzo a quanto dovrebbero crescere i flussi di cassa da qui all'infinito? E' ragionevole come crescita o è fuori mercato?

Molto sommariamente e molto spannometricamente è un reverse engineering. Andrebbe fatto con i residual earnings ma per quello c'è tempo, se vorrai, dopo aver letto Penman.

Ciao
 
Interessante Ivan.
il metodo teorizzato da Penman, se non ho capito male, è qualcosa di simile a quanto descritto da Rappaport-Mauboussin in "Expectations investing".
ciao.
 
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Interessante Ivan.
il metodo teorizzato da Penman, se non ho capito male, è qualcosa di simile a quanto descritto da Rappaport-Mauboussin in "Expectations investing".
ciao.

In realtà il metodo di Penman è un po' più complesso e lui lo chiama "Active Investing".
Tralasciando gli aspetti relativi ai residual earning, al perchè più che l'utile occorre analizzare l'operating income, e perchè il free cash flow è meglio non considerarlo, ecc ecc.....magari se a qualcuno interessa si può approfondire separatamente.

Il "cuore" del ragionamento di Penman è che è importantissimo stare alla larga da quella che lui chiama speculazione, cioè ipotesi e stime su crescita e fattore di sconto. Sostanzialmente ci sono così tante variabili ed incertezze che si riesce sempre a far tornare il valore che si vuole far tornare.
Quindi lui propone un approccio inverso.

Supponiamo che il mercato abbia ragione, ed il prezzo corrente sia quello "fair", se lo metto in qualsiasi modello di valutazione avrò quindi che:

Prezzo = Residual Income/(required return - crescita). E' il classico modello di valutazione.
Ora se io ho un required return da impostare (non il WACC) risolverò per la crescita e mi chiederò se è sostenibile.
Altrimenti, come faccio io, mi costruisco una tabella dove risolvo il required return per diversi valori di crescita, che so da -2% a 5% ed estraggo i rendimenti. Poi mi domando (esempio): Coca-Cola a crescita zero mi rende il 4,35% mentre Pepsi a crescita zero mi rende il 5,34%.....Pepsi è più conveniente di Coca-Cola.....

Molto a spanne.
 
Ok grazie. Approccio molto condivisibile.
 
In realtà il metodo di Penman è un po' più complesso e lui lo chiama "Active Investing".
Tralasciando gli aspetti relativi ai residual earning, al perchè più che l'utile occorre analizzare l'operating income, e perchè il free cash flow è meglio non considerarlo, ecc ecc.....magari se a qualcuno interessa si può approfondire separatamente.

Il "cuore" del ragionamento di Penman è che è importantissimo stare alla larga da quella che lui chiama speculazione, cioè ipotesi e stime su crescita e fattore di sconto. Sostanzialmente ci sono così tante variabili ed incertezze che si riesce sempre a far tornare il valore che si vuole far tornare.
Quindi lui propone un approccio inverso.

Supponiamo che il mercato abbia ragione, ed il prezzo corrente sia quello "fair", se lo metto in qualsiasi modello di valutazione avrò quindi che:

Prezzo = Residual Income/(required return - crescita). E' il classico modello di valutazione.
Ora se io ho un required return da impostare (non il WACC) risolverò per la crescita e mi chiederò se è sostenibile.
Altrimenti, come faccio io, mi costruisco una tabella dove risolvo il required return per diversi valori di crescita, che so da -2% a 5% ed estraggo i rendimenti. Poi mi domando (esempio): Coca-Cola a crescita zero mi rende il 4,35% mentre Pepsi a crescita zero mi rende il 5,34%.....Pepsi è più conveniente di Coca-Cola.....

Molto a spanne.

se non sbaglio è lo stesso concetto che si trova su gurufocus?
Apple DCF and Reverse DCF Model | AAPL - GuruFocus.com
 
Mi capito in un analisi che avevo fatto che l'azienda credendo di un fattore X avrebbe avuto un fatturato degno di una piccola nazione, e per tenere realistico in calcolo ho abbassato la media di crescita facendo abbassare le proiezioni futuri a un livello più accettabile.
Del Metodo del DCF mi mandano alcuni pezzi pero, perchè parto dall'FCF/share e come risultato ottengo l'eventuale presso dell'azione ? non dovrei ottere FCF/share opportunamente scontato ?e poi tasso di sconto, o il rendimento che mi aspetto è un parametro troppo soggettivo, e pure il tasso di crescita dell'azienda è affidabile se annualmente mantiene la stessa %, non saprei in questi modelli basta una variabile non correte e si rischia di perdereveri e propri affari, piuttosto mi concentro sulla storia debitoria,l'attività del'azenda, i margini netti e lordi e il business se è redditizio da quai a 10anni, lo sviluppo da parte di competitor di prodotti che possono rubare un eventuale fetta di mercato e cerco di studiare tutti gli eventuali costi passivi e certi che l'azienda deve sostenere per mantenere il suo status (Capex, interessi pagati... età)
 
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