Sa10
investi con sapienza
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My 2 cents: uno scenario ideale sarebbe quello in cui ogni cittadino disponesse di sufficiente alfabetizzazione finanziaria per investire in fondi a basso costo (stile Vanguard) all’interno di veicoli fiscalmente agevolati (stile 401(k) americani), in cambio di alcune limitazioni sulla fungibilità degli asset.
Purtroppo per così com’è nel sistema italiano, i fondi pensione si possono permettere di offrire investimenti inefficienti e costosi solo perché sussidiati dalla fiscalità generale e garantiti da elevate barriere all’ingresso nel mercato.
Se non ci fosse la detrazione e l’obbligo di investire il TFR lì, qualunque risparmiatore razionale preferirebbe un ETF o fondo diversificato a basso costo.
Uno scenario ideale, o per meglio dire.. civile, dovrebbe prevedere flessibilità in uscita.
In un sistema contributivo basare la data della pensione sull'età anagrafica dell'individuo e/o sul numero di anni lavorati è concettualmente sbagliato.
Si prenda invece una qualsiasi tabella di conversione di capitale in rendita di una qualsiasi compagnia assicurativa e si applichi quella al montante contributivo+pc, a qualsiasi età (non come ora che si applica solo dopo una determinata data).
Con i dovuti paletti, ovviamente. Per esempio l'ammontare dell'assegno dovrà essere almeno pari a 2.8 volte l'assegno sociale (com'è oggi per le pensioni anticipate puramente contributive), per non incidere sul welfare del paese. Si considera 2.8 volte la soglia di povertà troppo poco come margine di sicurezza? Si aumenti quella.
Una svolta del genere inciderebbe in maniera interessante sul lavoro in nero. Chi avrebbe più interesse a lavorare in nero se ogni ora di lavoro in nero ci allontana dalla libertà finanziaria?
.. purtroppo è solo un sogno e ci tocca ricorrere ad escamotage quali la RITA, l'ape, l'isopensione, le rapine in banca![]()
Ho implementato il calcolo del montante TFR nelle casistiche della precedente discussione (Vol I), riassumendole:
Anche se nelle precedenti discussioni si era discussione che non fosse importante calcolare il montante del TFR per confrontare un investimento alternativo ad un FPN, penso sia invece molto significativo perché nella casistica A non si può accedere ad un FPN per versare il TFR, nelle casistiche B e C, invece sì. Correggetemi se sbaglio.
- Caso A: investo tutto in ETF, il TFR rimane in azienda rivalutato secondo l'indice di inflazione FOI
- Caso B: investo tutto in un FPN per avere le agevolazioni fiscali di 1) deduzione 5165 euro annuali e 2) contributo del datore di lavoro, il TFR è confluito nel FPN
- Caso C: investo la quota minima in un FPN per avere il contributo datoriale (e un po' di deduzione), il rimanente contributo in un ETF, il TFR è confluito nel FPN
Chiedo inoltre, è possibile effettuare una casistica D, come la C, ma dove il TFR è convoluto in azienda? L'idea è che ogni volta che si cambia lavoro, si possa liquidare il TFR e reinvestirlo in ETF.
Chiedo inoltre cosa succede in cambio di posizione lavorativa nelle casistiche studiate: nel caso di perdita di accesso al FPN, cambiando CCNL magari, è necessario liquidare il montanto all'anno in corso con la tassazione corrente? Lo stesso per il TFR immagino, non è possibile trasferire il TFR accumulato in una azienda in un'altra, bisogna liquidarlo? Chiedo questo perché è interessato anche valutare eventuali cambi di aziende nel corso della vita valorativa, in base al carattere della persona e del contesto lavorativo (es. un neolauretato con profilo STEM è più propenso a cambiare lavoro ogni X anni rispetto ad altri lavoratori).
Vedi l'allegato 2825718
E' anche opportuno per me iniziare a valutare il networth completo di una persona per valutare una scelta di un investimento a fine pensionistico alternativo/integrativo. Esempio:
la contribuzione alla pensione obbligatoria (contributi INPS) è fatta in automatico. Vi è quindi flessibilità zero di scegliere quanto contribuire e flessibilità zero nel gestire il montante. Questo è dato sotto forma di rendita all'età pensionabile (67 anni ad oggi), corretto? Non vi è quindi possibilità per un lavoratore dipendente italiano a 18 anni di fare una scelta allocativa 100% azionaria in quanto il contributo INPS non è gestibile come detto. Per queste ragioni secondo me è importante valutare nel complesso: allocazione pensione obbligatoria INPS, allocazione TFR, e allocazione pensione alternativa/integrativa, sia scegliendo la tipologia di rischio che vuole prendere l'investitore, diversificando il rischio dove possibile, etc.
Stavo provando il tool, che credo sia veramente uno strumento fantastico, ma mi è sorto un dubbio. Non dovrebbe portare in deduzione IRPEF anche il contributo datoriale? Al momento mi sembra che non lo faccia o mi sono perso qualche modifica al regolamento fiscale?
Se vuoi aderire al fondo pensione è necessario versare il TFR al fondo, è condizione necessaria, così è come condizione necessaria che se versi un minimo contributo volontario (tabellare) ottieni il contributo del datore.
Una volta fatta la scelta del FPN non si torna indietro a meno che non si verifichino le condizioni scritte nello stato del FP a cui si è aderito.
La fetta più grande della torta sono sempre i benefici fiscali che se si satura in busta paga sono immediati.
Se vuoi aderire al fondo pensione è necessario versare il TFR al fondo, è condizione necessaria, così è come condizione necessaria che se versi un minimo contributo volontario (tabellare) ottieni il contributo del datore.
Una volta fatta la scelta del FPN non si torna indietro a meno che non si verifichino le condizioni scritte nello stato del FP a cui si è aderito.
La fetta più grande della torta sono sempre i benefici fiscali che se si satura in busta paga sono immediati.
In caso di adesione di FPN e di un FPA contemporaneamente, o di un solo FPA, posso scegliere di versare il TFR nel FPA o sono obbligato a versarlo nel FPN?
In caso di adesione di FPN e di un FPA contemporaneamente, o di un solo FPA, posso scegliere di versare il TFR nel FPA o sono obbligato a versarlo nel FPN?
di solito si aderisce a fpn con tfr + minimo per prendere il datoriale, e il compimento a 5.1k lo si mette nel negoziale stesso, o in un fpa se il negoziale non soddisfa pienamente.
Il problema dei FPA, discusso se non erro nel precedente capitolo, è che il datore di lavoro non è obbligato a versare la sua quota nel FPA se non previo accordo con il dipendente. Ricordo che qualcuno riuscì ad ottenerlo, ma erano accordi "privati"
Ho capito, tuttavia queste casistiche sono già state ipotizzate ed analizzate nel precedente thread (Vol I). Si è visto il confronto tra un un versamento tramite bonifico e uno tramite busta paga, con il primo che perde del vantaggio fiscale. Nell'esempio di @rrupoli poi implementato da me, erano circa 300 euro e rotti se vado bene a ricordare.
Quello che chiedo io è altro: ipotizzando di prendere per vero che sei iscritto ad un FPA, e domani ti iscrivi ad un FPN perché inizi a lavorare sotto un determinato CCNL. Puoi decidere di versare il TFR nel FPA o la corrispondenza TFR e FPN è 1 a 1?
Altra casistica, se si fa un lavoro dove non è previso un FPN, dove si versa il TFR? Ora non so bene se esistono queste casitiche, sto appunto chiedendo per capire se vale la pena analizzarle per vederne i risultati a confronto. Di recente ho letto di un dipendente pubblico, delle forze dell'ordine/difesa, non civile, che non aveva un FPN di categoria. In queste casistiche come ci si comporta?
Altra casistica, se si fa un lavoro dove non è previso un FPN, dove si versa il TFR? Ora non so bene se esistono queste casitiche, sto appunto chiedendo per capire se vale la pena analizzarle per vederne i risultati a confronto. Di recente ho letto di un dipendente pubblico, delle forze dell'ordine/difesa, non civile, che non aveva un FPN di categoria. In queste casistiche come ci si comporta?
Uno scenario ideale, o per meglio dire.. civile, dovrebbe prevedere flessibilità in uscita.
In un sistema contributivo basare la data della pensione sull'età anagrafica dell'individuo e/o sul numero di anni lavorati è concettualmente sbagliato.
Si prenda invece una qualsiasi tabella di conversione di capitale in rendita di una qualsiasi compagnia assicurativa e si applichi quella al montante contributivo+pc, a qualsiasi età (non come ora che si applica solo dopo una determinata data).
Con i dovuti paletti, ovviamente. Per esempio l'ammontare dell'assegno dovrà essere almeno pari a 2.8 volte l'assegno sociale (com'è oggi per le pensioni anticipate puramente contributive), per non incidere sul welfare del paese. Si considera 2.8 volte la soglia di povertà troppo poco come margine di sicurezza? Si aumenti quella.
Una svolta del genere inciderebbe in maniera interessante sul lavoro in nero. Chi avrebbe più interesse a lavorare in nero se ogni ora di lavoro in nero ci allontana dalla libertà finanziaria?
.. purtroppo è solo un sogno e ci tocca ricorrere ad escamotage quali la RITA, l'ape, l'isopensione, le rapine in banca![]()