Ho implementato il calcolo del montante TFR nelle casistiche della precedente discussione (Vol I), riassumendole:
- Caso A: investo tutto in ETF, il TFR rimane in azienda rivalutato secondo l'indice di inflazione FOI
- Caso B: investo tutto in un FPN per avere le agevolazioni fiscali di 1) deduzione 5165 euro annuali e 2) contributo del datore di lavoro, il TFR è confluito nel FPN
- Caso C: investo la quota minima in un FPN per avere il contributo datoriale (e un po' di deduzione), il rimanente contributo in un ETF, il TFR è confluito nel FPN
Anche se nelle precedenti discussioni si era discussione che non fosse importante calcolare il montante del TFR per confrontare un investimento alternativo ad un FPN, penso sia invece molto significativo perché nella casistica A non si può accedere ad un FPN per versare il TFR, nelle casistiche B e C, invece sì. Correggetemi se sbaglio.
Chiedo inoltre, è possibile effettuare una casistica D, come la C, ma dove il TFR è convoluto in azienda? L'idea è che ogni volta che si cambia lavoro, si possa liquidare il TFR e reinvestirlo in ETF.
Chiedo inoltre cosa succede in cambio di posizione lavorativa nelle casistiche studiate: nel caso di perdita di accesso al FPN, cambiando CCNL magari, è necessario liquidare il montanto all'anno in corso con la tassazione corrente? Lo stesso per il TFR immagino, non è possibile trasferire il TFR accumulato in una azienda in un'altra, bisogna liquidarlo? Chiedo questo perché è interessato anche valutare eventuali cambi di aziende nel corso della vita valorativa, in base al carattere della persona e del contesto lavorativo (es. un neolauretato con profilo STEM è più propenso a cambiare lavoro ogni X anni rispetto ad altri lavoratori).
Vedi l'allegato 2825718
E' anche opportuno per me iniziare a valutare il networth completo di una persona per valutare una scelta di un investimento a fine pensionistico alternativo/integrativo. Esempio:
la contribuzione alla pensione obbligatoria (contributi INPS) è fatta in automatico. Vi è quindi flessibilità zero di scegliere quanto contribuire e flessibilità zero nel gestire il montante. Questo è dato sotto forma di rendita all'età pensionabile (67 anni ad oggi), corretto? Non vi è quindi possibilità per un lavoratore dipendente italiano a 18 anni di fare una scelta allocativa 100% azionaria in quanto il contributo INPS non è gestibile come detto. Per queste ragioni secondo me è importante valutare nel complesso: allocazione pensione obbligatoria INPS, allocazione TFR, e allocazione pensione alternativa/integrativa, sia scegliendo la tipologia di rischio che vuole prendere l'investitore, diversificando il rischio dove possibile, etc.