diagonale
onde in tempesta
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Ciao Torre 
Bel tema
, yassou Maf 
Nel Pantheon dell'antica Grecia, la Notte è infatti una divinità primordiale, al pari di Chaos e Thanatos. L'età degli Dei inizia poco dopo, con l'unione di Urano e Gea, il cielo e la terra. A Nix è dedicato un monte sul pianeta Venere
Suo figlio Hypnos è in effetti una forza nè buona nè cattiva, dipende dai casi. Sicuramente subdolo quando nell'Eneide aiuta Poseidone a perdere, a proposito di nocchieri
, il prode Palinuro.
"Iamque fere mediam caeli Nox umida metam
contigerat, placida
laxabant membra quiete
sub remis fusi per dura sedilia nautae,
cum levis aetheriis delapsus Somnus ab astris
aera
dimovit tenebrosum et dispulit umbras,
te, Palinure, petens, tibi somnia tristia portans
insonti; puppique deus
consedit in alta
Phorbanti similis funditque has ore loquelas:
‘Iaside Palinure, ferunt ipsa aequora classem,
aequatae spirant aurae, datur hora quieti.
pone caput fessosque oculos furare labori.
ipse ego paulisper pro te tua
munera inibo.’
cui vix attollens Palinurus lumina fatur:
‘mene salis placidi vultum fluctusque quietos
ignorare iubes? mene huic confidere monstro?
Aenean credam quid enim? fallacibus auris
et caeli totiens deceptus
fraude sereni?’
talia dicta dabat, clavumque adfixus et haerens
nusquam amittebat oculosque sub astra tenebat.
ecce deus ramum Lethaeo rore madentem
vique soporatum Stygia super utraque quassat
tempora, cunctantique natantia
lumina solvit.
vix primos inopina quies laxaverat artus,
et super incumbens cum puppis parte revulsa
cumque
gubernaclo liquidas proiecit in undas
praecipitem ac socios nequiquam saepe vocantem;
ipse volans tenuis se sustulit
ales ad auras.
currit iter tutum non setius aequore classis
promissisque patris Neptuni interrita fertur.
iamque
adeo scopulos Sirenum advecta subibat,
difficilis quondam multorumque ossibus albos
tum rauca adsiduo longe sale saxa
sonabant,
cum pater amisso fluitantem errare magistro
sensit, et ipse ratem nocturnis rexit in undis
multa gemens
casuque animum concussus amici:
‘o nimium caelo et pelago confise sereno,
nudus in ignota, Palinure, iacebis
harena."
(Libro V, 835-871)
Al valente timoniere è dedicata oggi una statua nell'omonima località, con una splendida spiaggia, a sud di Salerno.
Il contrario avviene nell'Iliade quando Era, per agevolare gli Achei, si reca prima da Afrodite e si fa prestare la fascia ricamata in cui sono racchiusi tutti i suoi incantesimi (“l’ amore, il desiderio, l’amplesso, il fascino che toglie la ragione anche ai saggi”…), poi va da Hypnos per convincerlo a far addormentare Zeus dopo che avrà fatto l’amore con lei.
La Dea ci riesce promettendo in moglie al Sonno una delle Grazie, Pasitea, da lui tanto desiderata.
Quindi era va a sedurre Zeus, che peraltro è suo marito
Grazie Torre1
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Nell'Odissea si dice che i sogni possono provenire dagli dei o dal mondo dei morti, e possono essere ingannevoli o veritieri, ma sempre costituiti da una qualche inconsistente materialità, una sorta di fumo o nebbia, tale cioè da renderli percepibili dai sensi umani e connessi in qualche modo con la vita reale. Il sogno è dunque concepito come una via proveniente dall'al di là che permette di scoprire l'essenza intima dell'uomo e il suo destino.
«Ospite, i sogni sono vani, inspiegabili:
non tutti si avverano, purtroppo, per gli uomini.
Due son le porte dei sogni inconsistenti:
una ha battenti di corno, l'altra d'avorio:
quelli che vengono fuori dal candido avorio,
avvolgon d'inganni la mente, parole vane portando;
quelli invece che escon fuori dal lucido corno,
verità li incorona, se un mortale li vede.»
Secondo Esiodo i sogni erano figli della Notte. L'idea di una divinità specifica dei sogni è più tarda e viene generalmente attribuita ad Ovidio, che nelle sue Metamorfosi diede un nome ai tre figli di Ipno, il sonno: Morfeo, Fobetore e Fantaso.
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Bel tema


Nel Pantheon dell'antica Grecia, la Notte è infatti una divinità primordiale, al pari di Chaos e Thanatos. L'età degli Dei inizia poco dopo, con l'unione di Urano e Gea, il cielo e la terra. A Nix è dedicato un monte sul pianeta Venere

Suo figlio Hypnos è in effetti una forza nè buona nè cattiva, dipende dai casi. Sicuramente subdolo quando nell'Eneide aiuta Poseidone a perdere, a proposito di nocchieri
"Iamque fere mediam caeli Nox umida metam
contigerat, placida
laxabant membra quiete
sub remis fusi per dura sedilia nautae,
cum levis aetheriis delapsus Somnus ab astris
aera
dimovit tenebrosum et dispulit umbras,
te, Palinure, petens, tibi somnia tristia portans
insonti; puppique deus
consedit in alta
Phorbanti similis funditque has ore loquelas:
‘Iaside Palinure, ferunt ipsa aequora classem,
aequatae spirant aurae, datur hora quieti.
pone caput fessosque oculos furare labori.
ipse ego paulisper pro te tua
munera inibo.’
cui vix attollens Palinurus lumina fatur:
‘mene salis placidi vultum fluctusque quietos
ignorare iubes? mene huic confidere monstro?
Aenean credam quid enim? fallacibus auris
et caeli totiens deceptus
fraude sereni?’
talia dicta dabat, clavumque adfixus et haerens
nusquam amittebat oculosque sub astra tenebat.
ecce deus ramum Lethaeo rore madentem
vique soporatum Stygia super utraque quassat
tempora, cunctantique natantia
lumina solvit.
vix primos inopina quies laxaverat artus,
et super incumbens cum puppis parte revulsa
cumque
gubernaclo liquidas proiecit in undas
praecipitem ac socios nequiquam saepe vocantem;
ipse volans tenuis se sustulit
ales ad auras.
currit iter tutum non setius aequore classis
promissisque patris Neptuni interrita fertur.
iamque
adeo scopulos Sirenum advecta subibat,
difficilis quondam multorumque ossibus albos
tum rauca adsiduo longe sale saxa
sonabant,
cum pater amisso fluitantem errare magistro
sensit, et ipse ratem nocturnis rexit in undis
multa gemens
casuque animum concussus amici:
‘o nimium caelo et pelago confise sereno,
nudus in ignota, Palinure, iacebis
harena."
(Libro V, 835-871)
Al valente timoniere è dedicata oggi una statua nell'omonima località, con una splendida spiaggia, a sud di Salerno.

Il contrario avviene nell'Iliade quando Era, per agevolare gli Achei, si reca prima da Afrodite e si fa prestare la fascia ricamata in cui sono racchiusi tutti i suoi incantesimi (“l’ amore, il desiderio, l’amplesso, il fascino che toglie la ragione anche ai saggi”…), poi va da Hypnos per convincerlo a far addormentare Zeus dopo che avrà fatto l’amore con lei.

La Dea ci riesce promettendo in moglie al Sonno una delle Grazie, Pasitea, da lui tanto desiderata.
Quindi era va a sedurre Zeus, che peraltro è suo marito
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